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Poteva essere il '75 o il '76. Una compagna rimase incinta: si chiuse a riccio, non voleva dirlo a nessuno. E non lo disse a suoi, quella era l'ultima cosa che avrebbe fatto. Lui, il corresponsabile, a cui invece lei lo disse, era più spiazzato di lei.
Un po' di anni prima avevamo avuto fra di noi un'altra compagna incinta, che poi aveva avuto una bambina. Lei, la madre, aveva sedici anni. La sua vita non era stata felice, per un bel po'. Non so più se la compagna che rimase incinta avesse avuto in mente lei, o se fosse solo assolutamente lucida nei suoi diciott'anni: ma il figlio non lo voleva. E se oggi questa decisione è comunque lacerante e difficile, allora era, prima di tutto, un casino. Chè per abortire si doveva volare a Londra, dove si poteva fare in ospedale. L'alternativa era rischiare la salute, la futura fertilità o la vita da quelle che si chiamavano "mammane" e che operavano con ferri da calza, decotti di prezzemolo o chissà cos'altro. Una terza alternativa era quella a cui, lo si sapeva benissimo, ricorreva chi se lo poteva permettere: il ricovero in clinica. Perchè le cliniche, private e carissime, dove si poteva abortire c'erano. E tutti sapevano quali erano. E quasi tutte le donne sapevano che non avrebbero mai potuto permettersele. Però a genova c'era il C.I.S.A., un'organizzazione affiliata al Partito Radicale, che praticava interruzioni di gravidanza con il metodo Karman, che sarebbe poi stato adottato anche negli ospedali: era un'azione politica, concreta, a favore della
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Non è un storia tragica, questa che racconto: è solo una delle tante storie possibili di ragazzi lasciati soli. Ma quella solitudine, con il suo doppio peso di scelta difficilissima e di illegalità, almeno quella solitudine è stata cacciata via, dopo che le donne italiane hanno chiesto, e finalmente ottenuto, di poter decidere della loro vita e di quella dei loro figli accettati e voluti. Da quando, finalmente, non siamo state più considerate "contenitori". Ma sembrava troppo bello, vero, per durare? E allora arriva Bagnasco, con tutti i suoi ginecologi che guarda caso hanno tutti una coscienza saldissima nel sapere cos'è giusto e cos'è ingiusto. Con tutte le campagne mediatiche, e le canzoni, e i romanzini rosa - quanti ce n'è, in questo periodo - che dicono ah com'è bello avere un figlio da sfigate ah come mi sento meglio ah come questo figlio mi cambierà la vita. E io ripenso alla compagna che stringe i denti, che giù dal vicolo non si senta niente, e al nostro gelo e all'incoscienza obbligata, e al fatto che dopo trent'anni me ne ricordo ancora. Amicae., che hai fatto un un bellissimo post, come potremmo non esserci?
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