mercoledì, gennaio 11, 2012

EVVAI CHE SI PARTE

Un facile giochino (sostituite i numeri finali dell'immagine con un "1" e un "2", anche un bambino può vincere), tanto per cominciare con il giusto spirito...


domenica, gennaio 08, 2012

ORTOMONDO

Tre piani sotto il mio appartamento, c'è quella che si chiama una "villetta": l'hanno comprata, pare, nell'autunno dell'anno scorso, dopo almeno un anno (io prima non la vedevo) di beata spensieratezza della villetta e dei suoi proprietari: ma poi, basta, i giorni leggeri sono finiti. Che la nuova famiglia  dai capelli biondi e dalle gonne chiare raccolte sul prato, ha riempito sempre più le superfici verticali di sbarre: piombi ai vetri, reti sulle ringhiere, griglie alle finestre, lance inclinate sul corrimano...





Sarà che cibo e aria aperta sono due piaceri che mi sono proibiti in questo periodo - mi sono prescritti, in verità, ma se solo riuscissi ad approfittarne, cosa che non è - ma questo filmato mi ha fatto schiattare di invidia. 

Andate a vederlo subito: purtroppo, tra You Tube a Firefox ultimamente c'è un rapporto teso  e non riesco più a postare direttamente i filmati, ma con un bel copiaincolla risolverete tutto velocemente, se non riuscite a vederlo per conto suo.
Troverete una dolce fricchettona di prammatica, con i piedini appena un po' storti dentro gli stivali di gomma, la giacchina lunga sopra il vestito leggero, e un verace cesto  pieno di verdura freschissima. Aiole e serrette erano altrettanto piene, fino a poco tempo fa, di ogni ben di dio vegetale: realizzate sul ciglio dellestrade, negli spiazzi prima riservati a sciocche rotonde sabbiose, sul retro degli edifici "di rappresentanza" , nei cortili, questi piccoli ed efficienti orti funzionano in base a un principio: "Se è di stagione è di tutti". 
Ora la stagione è finita, ma rimangono foto e video a testimoniare il bel raccolto fatto dagli abitanti di Tordmorden, New Yorkshire, la cittadina dove chi vuole mangiare verdura non ha che da raccoglierla. 
E' uno dei tantissimi esperimenti sociali di condivisione che si stanno diffondendo in questo periodo, secondo me particolamente interessante perchè riesce a coniugare in modo semplicissimo risparmio, soddisfazione, competenze e solidarietà. Ma anche perchè gli intervistati ripetono una frase già sentita in altri esperimenti di questo tipo: "Forse è arrvato il momento di smettere di chiedere allo Stato di pensare a noi" o, tradotto, "Forse è arrivato il momento di cominciare a pensare alla nostra autosufficienza." In senso collettivo, prima di tutto - occupando le fabbriche, chiedendo misure più giuste, intervenendo nella vita collettiva i vari modi: e fin qui c'eravamo - ma non solo. 

La dimensione individuale, quella in cui la solidarietà si esprime spesso superando timori e pudori, non è la meno importante. Apre infatti la dimensione del rapporto personale non mediato nè contaminato da diffidenza, chè anzi può fornire spunti e motivi per ricredersi sulla fondamentale onestà delle genti. E quand'anche la riprova fosse di segno opposto... be', capita senza dubbio anche in uno schema di vita più "normale", più attento alla propria difesa: che forse non merita lo stress di chiedersi ogni volta se questo tipo che ci sta venendo incontro sarà buono o cattivo, non vi pare?

venerdì, gennaio 06, 2012

QUACCHECCOSA DI NUOVO

Toro 20 aprile – 20 maggio
“Siamo tutti dei geni, ma se un pesce viene giudicato in base alla sua capacità di arrampicarsi su un albero, si sentirà uno stupido per tutta la vita”. Corre voce che questa acuta osservazione sia stata pronunciata da Albert Einstein. Te lo racconto, Toro, perché faresti bene a tenerla a mente per tutto il 2012. Secondo la mia analisi degli astri, avrai un’ottima opportunità di individuare, affinare ed esprimere il tuo genio. Perciò è fondamentale che ti liberi da qualsiasi tendenza a vederti come un pesce che deve arrampicarsi su un albero.

Be', così non vale mica tanto, caro Brezsny: chi non è un Toro, in questo modo? Ma  metto lo stessoil tuo oroscopo, prima di tutto perchè mi ci ritrovo (La maestra di seconda elementare: " Ah, e quello sarebbe un serpente? A me sembra la collana che ho trovato nell'uovo di Pasqua! E ricordatevi, bambini, che chi cancella con la gomma prende un brutto voto, zac, all'istante. ) e poi perchè ho appena saputo che questo gradevole ed efficace metodo educativo e didattico viene impiegato ancora oggi, in forme  appena appena più velate.
Quindi lo dedico a tutti noi Torelli frustrati e masticati e mortificati e  perfino un po' vilipesi, sperando che lungo l'arco di tutto l'anno si avveri la profezia finale e che si concluda con una linguaccia. Dopodic, si comincia a ragionare, neh?
Buon anno.

domenica, gennaio 01, 2012

2012

Sul, sotto, intorno, al mio comodino campeggiano quelle letture che qualche tempo fa sarebbero state esaurite: poco o tanto metodicamente, ma in ogni caso smaltite. Di "Breve storia della vita privata" - andatevi a cercare i riferimenti giusti, neh?, che io non ci ho pazienza - di Bill Bryson, ed. Guanda, si può dire che sarebbe un libro bellissimo per chi ha già letto e sa già tutto in tema di evoluzione della vita domestica, mentre rischia di essere  un libro bruttissimo per chi ha già letto e sa già tutto della vita domestica. Bryson mette insieme un sacco di notizie, ricavate per lo più da fonti librarie via via pubblicate negli anni, con gusto delle curiosità e di quelle che un tempo si chiamavano "spigolature", microstoria ancor più frammentata fino a ridursi a piacevole o anche raccapricciante argomento di conversazione. Poi c'è " Verdure", 500 ricette di Emilia Valli, ed. Newton Compton, con dentro qualche segnalibro: la ricetta con le verze non è tanto buona, mentre la torta dolce alla passata di pomodoro e nocciole è favolosa. Indovinate cosa ho in casa? Esatto, verze.  Toccherà aggiungere altri segnalibri, sempre che qualcuno abbia voglia di cucinare, chè io mica tanto. 
Poi c'è "Elizabeth a Rugen", ed. Guanda, della contessa Von Arnim: assai prolifica scrittrice a cavallo tra '800 e '900, raccontò con perfida ironia la vita matrimoniale teutonica dei primi anni del secolo scorso, le delizie di un giardino selvaggio e anche storie drammatiche senza scadere nella retorica strappalacrime

E, proprio prima che la pila crolli, ecco la Natalia Aspesi raccogliere per noi i suoi giustamente famosi pezzi di costume con il titolo di "Festival e funerali" e, vicino, un bel librotto trovato sulle bancarelle un po' di tempo fa, che fa venir fame solo a guardarlo, i " 100 piatti etnici". 
Non che i due libri c'entrino l'uno con l'altro, così come ognuno non c'entra con nessuno degli altri o quasi, ma scommetto che a questo punto vi  piacerebbe sapere com'è andata a finire a Capodanno, ah-ah.
E' finita a Fondue bourguignonne - doppia, chè c'era anche quella di cioccolato fondente - senza nessun bisogno di ricette nè di libri, l'importante era sedersi a tavola e non alzarsi se non per effettive  necessità.  
Ed ecco arrivato il nuovo anno, fra risate, disegni orribili e morbidi pettegolezzi.