venerdì, novembre 30, 2007

TRE PASSI DA GAMBERO


Visto che spesso mi scaglio contro republikit e, in genere, contro il modo di fare informazione oggi, pare giusto anche segnalare questo pezzo , civile e abbastanza equilibrato, sul "femminile" di republikit. Insiste un po' troppo, è vero, sulla dimensione "virtuale" del nuovo femminismo, ma insomma i contenuti sono piuttosto corretti, compresi quelli sulla discussa questione del separatismo, che già trent'anni fa sollevava aspre polemiche e feroci dibattiti.
Io non sono mai stata a favore di un separatismo smaccato e senza concessioni: mi è sempre sembrato un modo per allontanare da sè gli eventuali o possibili alleati, per rimarcare barriere invece di provare a superarle, per non riconoscere che alcuni aspetti della battaglia sono comuni. Chè , d'accordo, Virginia Woolf e le sue "Tre ghinee" saranno datate e anche piuttosto pesantucce da leggere, ma non credo sia veterofemminismo sottolineare - come già diceva lei alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale - che la violenza sulle donne riesplode (con un andamento progressivo e non improvviso, n.b.) nel momento in cui sugli scenari mondiali i venti di guerra tornano ad essere in qualche modo "normali". E se la manìf - peraltro pubblicizzata male e, ciononostante, riuscita piuttosto bene - del 24 novembre è confortante, non solo in sè ma anche per il suo rivelare un lavorìo che continua ad esistere, bisogna tuttavia ammettere che molti passi indietro si sono fatti e accettati, proprio sul fronte della violenza e della scarsa dignità che sono tornate ad essere anche loro, appunto "normali" per molte donne. E che forse in questo caso il separatismo - che pure ha fornito i soliti spunti stupidi alla stampa per fare del colore a spese dei contenuti - era un po' più giustificato che in altri, dal momento che ormai si sa che violenza e machismo non sono, purtroppo, esclusivo appannaggio dei maschi di destra.
Ecco, arrivata fin qui mi sono accorta che il seguito del post era la mia incredula reazione a due commenti lasciati all'articolo: solita roba, neanche eccezionali. Insulti e sgrammatica, state a casa e pensate ai figli, insomma, davvero niente di nuovo. E mi sono detta: ma ancora ti stupisci? Eppure, sì, è così: ancora oggi non riesco a immaginare persone così tristi da vivere le donne in questi termini. Chè perfino il machismo ha connotati e sfumature diverse, e alcuni subdoli sono forse più perniciosi di quelle plateali, ma insomma coem avere ancora la faccia, oggi, di sostenere pubblicamente e beceramente certe posizioni? Ma forse ha ragione Umberto Eco, che ha già avanzato il dubbio che questo tempo sia un tempo da gamberi.

mercoledì, novembre 28, 2007

MA SIAMO SICURI ?

"In quanto al lavoro (...) io non saprei cosa dirti /perchè io ò preso lavoro il 1°Maggio/pero un lavoro ignorante che mi toca sciabolare come un mato/ e Curadi anche a preso lavoro in un altra mina e anche lui dopera /la sciabola ti dico la verita che/non va niente bene sene abusano/del tempo che siamo perche anche /qui questi giorni fiocava/ e se andasse bel tempo forse che /lavori ne cominciano ma/vedi che le mine che lavorano /sono due soli in questo campo/ e gente cene anche qui a spaso/e non saprei cosa dirti di /venire o no/perche se tu dovesi far miseria mi dispia/cerebe perche anche tu ai famiglia vedi che tu se tu sei a spaso/ti costa più che li perche /bisogna pagare un scudo al giorno.(...) Come ti dico se posio fare un mese/scapo anche me di qua perche non è più Camp Bird come una volta (...)" Da "La via delle Americhe", epistolario Rosa del 1908.

Ecco, mette male.
Mette male, sempre e comunque, difendere la Svizzera stando al di qua delle Alpi: chè anche qui in Liguria c'erano due paesi vicini i cui abitanti si chiamavano, a vicenda, i Tonni e i Nesci (Gli Stupidi e Gli Idioti, per i non-udenti zeneize) e insomma fra noi e la Svizzera è sempre andata così.

E se capita che qualche zuccone laghè di confine, qual io rimango nonostante, si affanni a difendere almeno un po' i polentoni del ciculàt, parte un coro di "scemo scemo" e si può solo abbozzare. Che da parte loro, anche se a conoscerli meglio secondo me si rivelano migliori, bisogna dire che fra tante cose che gli svizzeri sanno vendere la loro immagine non c'è.

E non sempre, per di più, è solo questione di immagine: che, tocca ammettere anche questo, di rosso in Svizzera non c'è molto oltre al campo della bandiera.

Epperò, pur detto tutto ciò, nella vicenda del
filmato shock "anti-immigrazione" ciò che mi urta di più è il facile e provinciale sensazionalismo dell'articolo di republikit.

Proviamo a smontare la notizia: lo spot va in onda sulle tv pubbliche dei paesi africani interessati - per ora uno, ma ne sono già previsti altri - si immagina in accordo con i governi stessi. Che, lungi dall'incazzarsi, sono evidentemente contenti se qualcuno dice alla loro gente di non andarsene.
Nel filmato, infatti, si vede un ragazzo che telefona da una cabina in una notte di pioggia e vento e un padre che risponde da una casa africana: sia la casa che il papà denotano quello che si potrebbe definire un moderato benessere. E infatti il papà chiede al figlio se si è iscritto all'Università, se l'alloggio è buono, com'è il lavoro, eccetera: e il figlio snocciola una balla dietro l'altra. Perchè la verità è che non ha trovato lavoro, è oggetto di attacchi razzisti e non ha un posto dove stare, ma al suo papà - che si presume abbia fatto sacrifici per farlo arrivare fino in Svizzera, un po' di più di quelli che facciamo anche noi per mandare un figlio a studiare all'estero, ma insomma - non glielo vuole ovviamente dire e si bulla di come sta bene.
Il video si conclude con una scritta che dice: "Non credete a tutto ciò che sentite."


Degli albanesi si disse che arrivavano in massa in Italia perchè, vedendo la finta italietta televisiva, si convincevano che qui fosse un bengodi. Io, se fossi una ragazza albanese che ha creduto alla nostra tv o alle balle che qualcuno raccontava al telefono, preferirei che qualcun altro mi avesse fatto vedere un video come quello svizzero. Che lo shock di finire a fare la puttana - o lo spacciatore, o il generico criminale - credo sia peggio.

L'ipocrisia sta forse in quella casa africana confortevole, in quel papà dignitosamente tranquillo sulle sorti di suo figlio, non un migrante ma uno studente. (Salvo che per essere studente deve lavorare, e lavoro non ce n'è. Io, se fossi quel papà, preferirei vedere un video così: e farei altri sacrifici per andarmelo a riprendere, quel figlio.)
Senza dubbio, molti migranti non hanno una situazione di partenza così favorevole. Ma altri sì: a chi non capita di rifiutare il libro, ma anche l'ombrello, che il dottore africano ci sta offrendo? e davvero la vita che fa e potrà fare qui è migliore di quella che farebbe dove c'è una famiglia e una società che, comunque, gli hanno permesso di studiare? E il video, a quanto pare, si rivolge a loro: perfino agli svizzeri sembra evidente l'inutilità di un spot se l'alternativa è la miseria nera, la fame, la persecuzione. Il video si rivolge a chi può scegliere - in primis perchè sarà lui a vedere il video stesso, e non i disperati.

E lo so, pare brutto comunque dire "stai a casa tua", soprattutto perchè da casa loro noi abbiamo rubato quasi tutto il rubabile: ma se parliamo di risarcimenti, allora i discorsi sono tutti diversi. E di risarcimenti non parla nessun governo di paese occidentale, mica solo gli svizzeri.

Le motivazioni del video svizzero non sono nobili, no: tra le altre - pare abbiano fatto notare con accenti da Rezzonico - provando a convincere qualcuno a starsene a casa sua, si risparmiano i soldi del budget immigrazione. Ciurbis, sun danè!

Ma ciò non toglie che l'emigrazione aggiunga una piaga a Stati già sfigati, che ci metteranno un bel po' a riprendersi dalla fuga di cervelli e di braccia - come noi ben sappiamo: alla lunga ma neanche poi tanto, non si fa un gran favore a nessuno nascondendosi dietro a motivazioni che istintivamente sembrano più umane ma che finiscono per favorire solo l'abbondanza di manodopera non sindacalizzata o del tutto clandestina.
A me pare che scandalizzarsi per il video svizzero sia un po' come arrabbiarsi con quel padrone di ristorante che ci avvisa che prima di due ore non ci sarà nessun tavolo libero e preferire invece quell'altro, quello così bonaccione, simpatico, che si affanna a fare tutto il possibile... e ci fa aspettare due ore in piedi, senza neanche un aperitivo.
Mi pare che non sia sbagliato se anche l'informazione "ufficiale" diventa pragmatica e dice alla gente come stanno le cose, senza inzuccherarle o ignorarle, invece di lasciare che i vari Bepi del passato o i Biko di oggi se le scambino fra loro come possono e vogliono: e trovo disdicevole e increscioso che republikit si scagli contro l'iniziativa senza neppure un accenno di discussione, di dubbio.

Che la notizia accanto riporta il dato secondo cui l'Italia è 24° su 175 Paesi - tra cui Burkina Faso e molti altri simili - per il livello di alfabetizzazione, ma vivaddio du' risate su 'sti stronzi de svizzeri se ponno fà, almeno.

Perchè, sicuramente, gli italiani - brava gente, sempre - 'ste cose non le fanno: che anche qui negli anni '50 era il governo stesso (DC, democrazia cristiana, neh?) che si interessava degli emigranti. E aveva siglato un accordo con il governo belga: tot emigranti italiani a lavorare nelle miniere - e a vivere nelle baracche, eccetera eccetera, chè il razzismo non è mai mancato da nessuna parte - contro tot carbone per la nascente industria italiana. Vuoi mettere, ahò?


Insomma: non sto con gli svizzeri, ma anche meno sto con republikit. Che sempre più spesso non è detto che un po' di sano cinismo non faccia meno danni di uno smaccato - e spesso ipocrita - sentimentalismo.

martedì, novembre 20, 2007

COSA DICEVANO, DELLA SIBERIA ?


...nonchè dei bambini?

Come si racconta qui, pare che un buon numero - buono abbastanza per collezionare un gran numero di vittime in più generazioni successive - di preti pedofili sia stato inviato nelle "missioni" in Alaska. Sperduti villaggi sarebbero così stati allietati da violenze ed abusi sistematici sui bambini delle comunità, per una trentina d'anni.
E qualcosa di vero ci dev'essere se oggi, prima di un processo che avrebbe portato sul banco degli imputati i buoni massionari, la Compagnia del Gesù ha offerto mezzo milione di dollari a chi ha presentato le denunce, in cambio della rinuncia al processo stesso.

La notizia non desta troppo stupore - anzi, proprio poco, infatti viene tolta da republikit dopo solo qualche ora di permanenza sul video - ma non è curioso che due fra i principali "argomenti" contro i comunisti (ghiacci e bambini) si rivelino ben più rischiosi proprio per quei cattolici che da lungo tempo ne fanno cavallo di battaglia?

lunedì, novembre 19, 2007

17, CITTA' ASSURDA, CITTA' STRANA


Be', che è andata bene strabene ormai lo sanno tutti, e che faceva un freddo che solo il solito vecchio dioreazionario poteva pensare di mandarlo giù proprio il giorno della manifestazione lo sanno tutti quelli che c'erano, in vari stadi di ibernazione. Ed è bello continuare a scoprire, fra chi c'era, anche persone che mai avresti detto, e invece erano lì, a gelare anche loro in questa Stalingrado d'Italia, come da complimento che ci aveva fatto Il Giornale qualche anno fa.

giovedì, novembre 15, 2007

PARTIGIANI DI STAGNO


Partigiani su FIAT Topolino: sono al Museo del Figurino Storico di Calenzano, in Toscana. Grandiosi, no?

UN SEVERO SERVIZIO D'ORDINE


Comunicato del PCdI, Comitato Regionale Ligure, sulla manifestazione di sabato 17:

Vesco: dalla destra schiamazzi importuni e inopportuni.


“Mentre le forze di sinistra si stanno impegnando nell’organizzazione di una vasta manifestazione nel segno della democrazia e della partecipazione popolare, dalla destra si sentono solo schiamazzi importuni e inopportuni.
Certi esponenti dovrebbero smetterla di gracchiare nefaste profezie perché non è di questo che abbiamo bisogno.

Associazioni e partiti organizzatori stanno invece lavorando per far sì che chi sarà sabato a Genova lo faccia in modo assolutamente sereno e controllato visto che è nel nostro interesse dimostrare di non avere alcuna contiguità con frange violente che riteniamo distanti ed estranee.

I Comunisti Italiani, che aderiscono con convinzione a questa iniziativa, chiedono verità e giustizia su quanto accaduto nelle giornate del G8 del 2001 e accusano una gestione dell’ordine pubblico che sembrava diretta dall’esterno e si è rivelata incapace di colpire i veri responsabili della guerriglia urbana perché impegnata a reprimere i manifestanti pacifici.


Ciò di cui non abbiamo certamente bisogno alla vigilia di un evento come questo, importante e simbolico non solo per la sinistra ma per tutta la città di Genova, sono le sparate di Casarini. Le sue esternazioni, che si prestano a facili strumentalizzazioni, non fanno altro che incutere timore nei residenti e dissuadere molti dal partecipare al corteo.


Mi preme quindi rassicurare i genovesi e i manifestanti sul fatto che organizzeremo un severo servizio d’ordine che avrà il compito di isolare eventuali infiltrati e impedire qualsiasi tipo di scontro.

Enrico Vesco

Segretario regionale PdCI

15 novembre 2007

BRAVI SOLDATINI

Non mi è mai piaciuta, la storia del soldatino di stagno. quello monco, fatto con gli scarti, che gliene capitano di tutti i colori e lui rimane sull'attenti. e si innamora della svenevole ballerina - perfino da piccola vedevo tutto il patetico freudiano di uno che gli manca una gamba e fra tutti i possibili viene accoppiato con una che balla - e muoiono felici insieme. si sciolgono nel fuoco, aargh, fatto angoscioso e truculento. Me da piccola mi sembrava che avrebbero potuto ribellarsi, scappare, far qualcosa, insomma. Invece, il dato che la fiaba mette in rilievo in positivo, è proprio la capacità dei personaggi di rimanere al proprio posto, che viene chiamata "tenacia". A me la fiaba non piaceva, la tenacia mi piace ancora oggi. Mi piace chi, mettendo in conto con lucidità vantaggi e svantaggi, cerca di raggiungere o realizzare le proprie aspirazioni anche quando sono difficili o inconsuete, mi piace chi cerca di mantenersi coerente con una sua etica, chi pur accorgendosi di errori e limiti non smentisce la propria vita, chi di fronte a batoste vere o soggettive prova, testardo, a reagire. Credo ancora che questo sia un tipo positivo di tenacia e che se non dà i risultati sognati e sperati ci siano ragioni che val la pena di analizzare e, spesso, di accettare per quello che sono. E, a volte, di non accettare: non ancora, ancora un tentativo, dài. Che è quello che il soldatino non fa: lui infatti non grida, non piange, non scappa, non si arrabbia nemmeno. Sta lì, col suo fucilino ben stretto, e questo è il suo merito. Ci educavano così, forse: o soldatino, o ballerina, ma tutti e due "tenaci". Le differenze di genere - il soldatino che corre ogni genere di pericoli, la ballerina che sta lì ad aspettarlo - erano un punto importante, ma fondamentale era l'altro, la capacità di rimanere saldi al proprio posto. senza gridare, piangere o arrabbiarsi: chè sono tutte cose che "non sta bene".
Venne facile ribellarsi allo stare sull'attenti, e parecchi di noi lo fecero. Meno facile fu - ed è ancora - capire che anche il rimanere al proprio posto, faccia imperturbabile e fucilino ben stretto, non sempre è un merito.

PROGRAMMI, PER SABATO POMERIGGIO?


Copio il titolo al postdellanessie e aggiungo elementi che mi sono arrivati per mail, anche se forse li avrete già visti.

INVITO ALLA MOBILITAZIONE PER IL 17 NOVEMBRE 2007

*LA STORIA SIAMO NOI* Perché un evento storico come la mobilitazione contro il G8 del 2001, di straordinaria potenza e di innovazione delle forme di partecipazione politica, non venga riscritto nelle aule di tribunale. Per impedire che 25 persone a Genova e 13 a Cosenza paghino, con secoli di carcere e milioni di euro, la volontà di rivalsa sul fatto che 300.000 persone scesero in piazza nel 2001 contro i padroni del mondo. Perché questi processi con imputazioni assurde e anacronistiche come il reato di "devastazione e saccheggio" e con le loro prossime sentenze, non diventino un'ipoteca sulla libertà di manifestare di tutti i movimenti. Perché Genova, come nel 2001, si faccia portatrice di un mondo senza frontiere, contro ogni forma di razzismo, contro politiche securitarie ed espulsioni di massa che mettono a rischio le libertà di tutti.


"Ritengo assurdo tenere il vertice del G8 in Sardegna, a La Maddalena, per vari motivi." È quanto dichiara il senatore di Rifondazione Comunista eletto in Sardegna, Francesco Martone, che incalza "Sono contrario a questo evento ed ai 30 milioni stanziati in Finanziaria per la sua organizzazione, come ho avuto occasione di sottolineare in Aula. Vorrei rilevare come la formula del G8 sia oramai vetusta, obsoleta e non risponda più a quegli obiettivi di democratizzazione della governance globale che pure il nostro Governo vuole sostenere a livello di Nazioni Unite." "Credo sia giunto il momento di pensare veramente a qualcosa di diverso da una vecchia formula, non democratica, che tra l'altro si esaurisce sempre con dichiarazioni di principio mai seguite da atti concreti: ad una formula maggiormente inclusiva che rientri nell'alveo delle Nazioni Unite e permetta veramente la costruzione di un sistema di governance globale democratico e multipolare". Conclude il parlamentare di Rifondazione. Infine Martone annuncia la sua adesione alla manifestazione che si terrà a Genova sabato 17 novembre, contro chi sta tentando di riscrivere la storia stravolgendone i fatti e le testimonianze, quelle di 300.000 persone che scesero in piazza nel 2001 contro i padroni del mondo.

Verità e giustizia per Genova.
Commissione d'inchiesta subito

A Genova, nel 2001, abbiamo vissuto quella che Amnesty international ha definito "la più grave violazione dei diritti democratici in un paese occidentale dopo la seconda guerra mondiale". Migliaia di persone, pacifiche ed inermi, umiliate ed oggetto di
abusi e violenze da parte di coloro che avrebbero dovuto garantire la sicurezza, anche la loro. Carlo Giuliani, un ragazzo di 22 anni, ucciso. Non vogliamo dimenticare che l'elaborazione politica e culturale espressa in quei giorni dal movimento ha fatto irrompere nell'agenda del dibattito pubblico, e sopratutto nel senso comune delle persone, il bisogno di giustizia sociale globale. E' questo per noi il valore indelebile di quell'esperienza. La storia di quelle vicende non può essere ricostruita solo in sede processuale, ma vanno indagate le responsabilità politiche di quanto accaduto, e la reale catena di comando che ha portato alle scelte fallimentari e quelle sì - devastanti - in merito all'ordine pubblico. Sono troppi i lati inquietanti ed oscuri che ancora costellano quelle giornate. Per questa ragione continuiamo a chiedere l'istituzione della Commissione parlamentare d'inchiesta, presente nel programma di governo; la sua bocciatura è una ferita aperta per Genova, e ben ha fatto la Sindaco Marta Vincenzi a farsi interprete del sentimento di delusione che questa bocciatura provoca nella città. Nei processi contro gli agenti e i dirigenti di polizia responsabili delle torture alla caserma di San Giuliano e Bolzaneto, e dell'assalto alla scuola Diaz, la prescrizione interverrà prima della sentenza definitiva; molti dei dirigenti responsabili della disastrosa gestione dell'ordine pubblico e della "macelleria messicana" sono stati nel frattempo promossi ad incarichi elevati e prestigiosi. L'archiviazione del percorso giudiziario per la morte di Carlo Giuliani, che ad oggi rimane senza responsabili, offende tutti coloro, cittadini, associazioni, la stessa famiglia di Carlo, che da 6 anni chiedono "verità e giustizia". Nelle nostre coscienze la morte di Carlo non può essere "archiviata". Nel processo contro 25 persone accusate per i fatti di piazza la fattispecie del reato contestato:"devastazione e saccheggio", non è mai stata applicata, prima del G8 di Genova a manifestazioni pubbliche, e si presta a creare, in prospettiva, un dispositivo giuridico che può prestarsi a sanzionare con estrema e sproporzionata durezza ogni forma di mobilitazione sociale e politica collettiva. Da troppe parti e da troppo tempo, nel nostro Paese, la Magistratura, specialmente quando essa è in prima linea nella lotta contro le mafie, è oggetto di attacchi politici che stigmatizziamo con fermezza. Proprio per questo ci sentiamo pienamente legittimati ad esprimere perplessità e preoccupazione rispetto ad impianti accusatori la cui portata può avere conseguenze imprevedibili nella vita democratica del Paese. Tutti e tutte noi, anche chi in quei giorni non c'era, continuiamo a chiedere la costituzione subito della Commissione parlamentare d'inchiesta, "Verità e giustizia" per quelle giornate, e molti di noi saranno in piazza, a titolo individuale o insieme alle loro organizzazioni, nella manifestazione del 17 novembre che pensiamo come un grande evento democratico e nonviolento: per queste ragioni invitiamo la città a parteciparvi; ed invitiamo tutti e tutte ad essere presenti al dibattito che sarà organizzato al mattino presso l'auditorium di Piazza Sarzano. Questi temi devono essere oggetto di un confronto reale, che travalichi le nostre appartenenze e diventi patrimonio di tutti: per questo ci appelliamo a giornalisti, intellettuali, “opinion makers” affinchè contribuiscano a diffondere la consapevolezza circa la gravità dei fatti accaduti nel luglio 2001 a Genova: proprio per questo la decisione di negare la commissione di inchiesta rappresenta uno schiaffo alla coscienza democratica del Paese e della nostra città. E' necessario creare, nella società civile, una "massa critica" che sappia interrogarsi ed attivarsi, anche dopo il 17 novembre, su questi temi. Ciò che è in gioco è la riscrittura di un pezzo della storia recente del nostro Paese: la storia siamo tutte e tutti noi.

Primi firmatari:
Arci Associazione Unione a Sinistra Centro Ligure Documentazione per la Pace Comitato Verita' e Giustizia per Genova Federazione Partito dei Comunisti Italiani Federazione Giovanile Comunisti Italiani Forum per la Sinistra Europea Forum Ambientalista Forum Sociale del Ponente genovese Giovani Comunisti Giuliano Giuliani Legambiente Partito della Rifondazione Comunista di Genova Rete Contro i G8 per la Globalizzazione dei Diritti Sinistra Democratica Genova Sinistra Giovanile Genova Trade Watch Uisp Liguria Uisp Nazionale Verdi.

domenica, novembre 11, 2007

NO NEWS

... e niente affatto good news: quelle che seguono sono infatti "notizie dal fronte del No", ma anche notizie "inesistenti", a cui i media generalmente non danno risalto o addirittura non riportano. Perciò provengono tutte da fonti "di parte", ma bisogna sottolineare che non hanno ricevuto smentite. Riguardano, come annunciato, l'attuale indirizzo dell'industria nucleare.

* febbraio 2007, da Greenpeace: un rapporto sulla prima strada da seguire se davvero si vuol parlare seriamente di energia, l'efficienza energetica. Il Rapporto tutto intero, in pdf, è qui
"Il Rapporto, commissionato da Greenpeace al gruppo ERG del Politecnico di Milano, rappresenta un vero e proprio studio di fattibilità dell’obiettivo del 20% di aumento dell’efficienza per quanto riguarda gli usi finali dell’elettricità in Italia. Lo studio è basato su ipotesi ampiamente cautelative sul potenziale di efficienza.
Secondo il Rapporto,
esiste in Italia un potenziale di efficienza ampiamente ottenibile entro il 2020 e superiore al 20% che, se realizzato, produrrebbe benefici economici netti. E’ possibile tagliare 50 milioni di tonnellate di CO2 rispetto allo scenario tendenziale con un vantaggio economico per la società e aumentando l’occupazione di circa 60.000 posti di lavoro in una quindicina d'anni."

Altre news sempre da Greenpeace, l'organizzazione che insieme a Legambiente è più attiva nella lotta per l'energia da fonti rinnovabili:


*maggio 2007: "Greenpeace denuncia, da tempo, l'assurdità del piano di investimenti Enel sul nucleare slovacco: è in gioco un investimento colossale di 1,8 miliardi di euro su una tecnologia obsoleta - si tratta di reattori sovietici di seconda generazione - che non rispetta gli standard di sicurezza occidentali.
In Germania, dopo la riunificazione, tutti i reattori di tipo sovietico - compreso uno appena entrato in funzione identico a quelli previsti a Mochovce - furono bloccati perché non era possibile adeguare la sicurezza degli impianti agli standard occidentali. In Finlandia, invece, la centrale finlandese di Loviisa fu riprogettata, aggiungendo un sistema di contenimento statunitense e un sistema di controllo di produzione tedesca.
Nel caso Mochovce non esiste un vero e proprio sistema di contenimento e, più in generale, il sistema di protezione per gli incidenti non è stato mai testato. Questo è il nodo più problematico sul piano della sicurezza. E l'esempio finlandese non può essere d'aiuto, perché la costruzione degli impianti slovacchi – la documentazione fotografica lo dimostra chiaramente – è in stato molto avanzato: non si può aggiungere, a questo punto, una struttura davvero robusta senza demolire e ricostruire ex novo ampie parti dell'impianto."

* giugno 2007: "La BNP Paribas - BNL in Italia – intende finanziare la costruzione dell'impianto nucleare di Belene, in Bulgaria. Un impianto basato su una tecnologia russa mai sperimentata al mondo. Nella Giornata Mondiale dell'Ambiente partono le proteste in 15 Paesi europei. (...) Lo scorso ottobre i volontari di Greenpeace avevano già protestato presso le filiali di Unicredit per la stessa ragione. Dopo una settimana il gruppo bancario informava di ritirarsi dal progetto. A causa degli alti rischi, ben altri dieci gruppi bancari internazionali, tra cui Deutsche Bank, Commerzbank, Société Géneral, Citibank e Credit Suisse, si sono rifiutati di finanziare Belene. Sarebbe una decisione saggia per la BNL tirarsi fuori dal nucleare.
Per i reattori VVER 1000/466B di Belene non esiste alcuna garanzia di sicurezza. Per di più la zona dove realizzare il sito si trova nel bel mezzo di un'area sismica lungo il Danubio, al confine con la Romania. Nel 1977 un terremoto provocò la morte di 120 persone nel raggio di 14 Km dal sito."
Se i progetti di Mochovce e Belene saranno realizzati, costeranno più di tutti gli investimenti di ENEL sulle fonti rinnovabili. Un primato imbarazzante!

* luglio 2007:
"Ieri pomeriggio il terremoto in Giappone ha provocato un incendio nella centrale nucleare di Kashiwazaki-Kariwa. Un litro e mezzo di acqua radioattiva fuoriesce dai reattori e finisce in mare. Le catastrofi naturali e gli errori umani sono difficilmente controllabili. (...)

L'industria nucleare giapponese, la TEPCO, ha taciuto l'incidente per cinque ore, poi ha sminuito le sue conseguenze. Non è la prima volta. Altro esempio recente di mancata trasparenza è l'incidente alla centrale nucleare di Kummel, in Germania, lo scorso giugno. In quel caso i responsabili hanno negato i problemi causati dall'incendio, mentre l'autorità nucleare tedesca ha ammesso i malfunzionamenti che hanno messo il reattore a serio rischio."

* maggio 2007, sul sito nucleare in costruzione di Olkiluoto, Finlandia:
"
Questa centrale presenta oltre mille violazioni degli standard di sicurezza. Portare a termine la costruzione sarebbe un vero e proprio disastro.
Il reattore di tipo Epr Olkiluoto 3 - il quinto reattore nucleare finlandese - avrebbe dovuto essere più sicuro rispetto agli altri esistenti dello stesso sito. Le promesse della TVO, la compagnia che ha commissionato l'impianto, si sono rivelate vane.
La TVO aveva stimato che un reattore di 1600MW sarebbe costato 2,5 miliardi di euro e che ci sarebbero voluti pochi anni per costruirlo. Al momento
i costi stanno superando i 4 miliardi di euro e per finire il progetto ci vorranno almeno 6 anni. Per il progetto non erano previsti finanziamenti pubblici. Ma in realtà i finanziamenti provengono dai contribuenti francesi e svedesi e da prestiti a basso tasso di banche pubbliche." Per sapere i particolari di questa affascinante storia, andate qua

E infine, ciò che ci riguarda ancor più direttamente:
* maggio 2007:
"Accordo tra la Sogin e la francese Areva per la gestione delle scorie nucleari italiane.
La Sogin - una società a capitale pubblico che si occupa in esclusiva della gestione di tutto il nucleare italiano - ha siglato un accordo con la società francese Areva per il riprocessamento di 235 tonnellate di scorie, in gran parte provenienti da Caorso.
Riprocessare le scorie vuol dire estrarre il plutonio dalla barre di combustibile irraggiato. Si tratta di un processo pericoloso. E pericolosi sono – sia per l'ambiente che per la sicurezza dei cittadini – i trasporti speciali di materiale radioattivo dai siti originari agli impianti di riprocessamento. Troppi rischi inutili per un pugno di plutonio in più, destinato peraltro a usi militari.
Nel 1999 il Governo Prodi aveva deciso di chiudere la stagione del riprocessamento e puntare sullo stoccaggio a secco, una prassi meno pericolosa e, per questo motivo, molto diffusa in tutto il mondo. L'accordo siglato oggi rappresenta un pericolosissimo passo indietro. I tempi di rientro del materiale radioattivo in Italia sono già fissati, perché la normativa francese non consente l'importazione di scorie: è un inutile viaggio di andata e ritorno, al modico costo - per la collettività - di
250 milioni di euro."
Alla giusta denuncia di Greenpeace - Pecorino Schinio, cazzo fai? - si può aggiungere, giusto perchè qualcuno non pensi che si stava meglio quando si stava peggio, che la direttiva alla Sogin in favore di questo accordo arrivò dal governo berlusca, e precisamente dall'allora ministro Claudio Scajola.
E, completamento di questa notizia, riporto da qui il corollario "chi paga?" . Se avevate dei dubbi, ecco:
"... saranno le famiglie italiane con l'aumento della loro
bolletta elettrica.
Già
dal primo gennaio 2007, infatti, la quota della componente A2, i cosidetti oneri nucleari, sono triplicati. Questo addizionale sulle bollette, ai più sconosciuto, è in vigore dal 1989, destinato inizialmente “a compensare l'Enel e le altre società collegate per le perdite conseguenti alla dismissione delle centrali”.
Dal 2001 questi oneri vanno invece alla Sogin per la messa in sicurezza delle scorie radioattive. Forse però la Sogin non ha idee molto chiare riguardo al termine sicurezza. Dopo le proteste degli abitanti di Scanzano Jonico che non ne volevano sapere di ospitare il Deposito Nazionale di scorie radioattive, il 65% di queste giacciono ancora in una conca alluvionale in riva alla Dora Baltea, nella cittadina di Saluggia, non solo indifendibile ma assolutamente non sicura per lo stoccaggio."
Come denunciato da più parti, per esempio qui su Blogeko, i pozzi del sito che ospita le scorie hanno già cominciato a perdere e la situazione per ora si limita ad essere "tenuta sotto controllo".

Ancora da Greenpeace, le news degli utlimi giorni: "Nei mercati liberalizzati il nucleare è infatti in forte crisi. Per evitare il crollo del settore, il governo USA ha ad esempio introdotto, nel 2005, forti incentivi economici. Ma secondo l'agenzia di rating Moody's, questi incentivi non basteranno se non per una o forse due centrali da costruire entro il 2015."
E non tutti sono d'accordo, guardate qua:



Dopo tutto ciò - e ovviamente, non è tutto - penso che non si possa più parlare di posizioni aprioristiche: l'opposizione al nucleare non si connota come un rifiuto di una specifica fonte energetica di per sè, ma come una lotta politica contro chi vuole usare questa fonte energetica senza tener conto dei rischi e dei costi di cui la collettività è finora chiamata a farsi carico in cambio di benefici discutibili. Mentre non sono discutibili gli enormi giri di denaro che la costruzione di una centrale nucleare mette in atto, e che non riguardano certo la collettività.
Purtroppo, nel dibattito e nell'opposizione politica non si ha il tempo di fare tutti i distinguo che sarebbero necessari: ma un giro per i siti ambientalisti potrebbe facilmente dimostrare che un futuribile (come realizzazione, se non come concetto) "nucleare pulito" non è osteggiato ma, al massimo, guardato con una legittima diffidenza.
Scienziati e forse soprattutto scientisti potrebbero contribuire a smussare questa diffidenza dissociandosi dalle operazioni in favore della ripresa di un nucleare obsoleto e problematico per sostenere invece le fonti di energie rinnovabili e il "nucleare pulito", che non sono affatto in contrasto fra loro. E chiedendo, o facendo in modo che, ricerca e innovazione tecnica vadano davvero a caratterizzare il loro lavoro futuro: sicuramente i modi fin qui escogitati per sfruttare le energie rinnovabili sono potenzialmente assai migliorabili, così come credo che anche sul nucleare ci siano possibilità di ulteriori sviluppi.
Perchè perdere tempo a difendere robe vecchie, quindi? Perchè prestarsi a un gioco che sembra pulito quanto il tipo di sfruttamento del nucleare che difende, cioè assai poco? Perchè agire in favore di contrapposizioni, demonizzando l'opposizione al nucleare, quando proprio dalla ricerca e dal lavoro scientifico possono arrivare soluzioni migliori di quelle praticate fin qui? Sinceramente, trovo difficile capirlo.


sabato, novembre 10, 2007

CON-FUSIONE

Un dibattito nei toni pacati proposti dal brother è un piacere, ancorchè chez nous si faccia fatica a trovare altrettanto tempo e concentrazione per rispondere a tutto-proprio-tutto. Ma ci si prova sui nodi fondamentali.
Senza por tempo in mezzo, dunque: sul Pebble Bed Reactor abbiamo le notizie che ne dà il brother e poco più. Qualcosa su Wikipedia, qualcosa qua e là, ben poco in italiano: il che, a parte le personali idiosincrasie a scoppiarmi roba tecnica in inglese - con il problema supplementare di non sapere se chi me le racconta è Eta Beta o King Kong - significa che qui da noi di ciò se ne parla poco e male. Il che non vuol dire che non ci si fidi dell'ottimismo del brother, che pare fondato e sensato. Ma dobbiamo pur ammettere che ottimismo è. Chè, se il brother ha ragione su tutto (citando dal suo blog: "Non può avere incidenti che rilasciano roba radioattiva nell'ambiente. Non può esplodere. Costa meno di una centrale a carbone. Si costruisce in un paio di anni. Ha scorie facilmente stoccabili. Permette di avere combustibile molto più disponibile di tutte le altre forme di centrali. Non ha bisogno di usare il danubio per raffreddare il nocciolo (che è un impatto ambientale spesso trascurato ma in realtà ben più importante delle menate sul radioattivo)" ) sarebbe davvero irragionevole e insensato opporsi a un utilizzo così allettante di una fonte energetica, anche se pur sempre "nucleare".

Fanatici ce n'è sempre, ovunque, e non bastasse a volte si fa anche fatica a capirsi fra gente che fanatica non è: ma credo che la prospettiva di poter mantenere il mondo grosso modo così com'è, allargandone i vantaggi che oggi abbiamo solo "noi" anche agli "altri" senza doverci sobbarcare sacrifici, ma semplicemente ricorrendo alla soluzione geniale che, oltretutto, è già stata trovata non possa far schifo a nessuno nessuno.
A noi profani, che poco capiamo - nonostante le fatiche dei divulgatori - di discorsi scientificissimi e che ci ripugna andarceli a scoppiare nei minimi particolari, piacerebbe però avere in merito anche l'opinione di ecoloambientalisti, di cui invece non troviamo traccia. E non sappiamo se dare la colpa alla negligenza dello schieramento verde o all'irrilevanza della centrale-che-mette-d'accordo-tutti.

Perchè, ed eccoci giunti alla provocazia, di idee e invenzioni geniali, piene di buon senso, di praticabilità e perfino di generosità sociale è piena la storia recente: valga per tutti l'esempio ormai stranoto dell'auto elettrica, affossata più volte dalla strapotenza dell'oligarchia petrolifera. Ma esempi così ce ne sono mille, lo sappiamo tutti. E il fatto che siano in via di realizzazione in alcuni (uno?) luoghi del mondo non significa affatto che potranno essere vincenti.
Nel momento in cui lo fossero, o lo diventassero, credo che anche i più diffidenti potranno confrontarsi con questa realtà, magari avendo a disposizioni maggiori dati e nozioni una volta che i primi modelli di questo tipo saranno stati realizzati.
Fino a quel momento, fino cioè a quando non verrà proposto un piano energetico basato sulla costruzione di due o dieci o cento Pebble Bed Reactor - da collocarsi rigorosamente tutti in Val di Susa, salvo qualcuno a Vicenza, com'è ovvio - chi si batte "contro il nucleare" penso abbia ben chiaro che si sta battendo contro il nucleare attuale, non quello futuribile.

E al nucleare attuale dedico un altro post- florilegio, per non appesantire oltremodo questo, ma anche senza le news in tema, non si può non ammettere che il nucleare attuale (e lo definisco così perchè anch'io continuo a fare confusione fra i vari termini tecnici) non è una soluzione ottima: perchè quello che ora sta facendo la lobby nucleare - e dò per buono che alle persone intelligenti appaia ovvio che una lobby nucleare esiste, così come c'è quella del tabacco, quelle delle armi, quella della chimicazza, quella degli OGM ecc. - è cercare di contrabbandare le stesse, identiche centrali che vent'anni fa sono state pesantemente criticate in tutto il mondo e, di conseguenza, abbandonate, senza aver risolto nè cambiato nulla da allora.
Chè non credeteci, se vi dicono che è l'Italia a essere rimasta indietro, sul nucleare, per colpa del referendum: in tutto il mondo, dopo Chernobyl e Three Mile Island (che non sono stati affatto gli unici incidenti, se ne contano almeno cinque) il nucleare fu di fatto abbandonato, proprio perchè di fatto non risultava così competitivo come sembrava potesse essere all'inizio. E oggi lo è ancor meno, nonostante la situazione energetica, come si può dedurre dalle notizie riportate nell'altro post: o crediamo forse che Paesi come il Belgio e la Germania, nonchè gli investitori privati della patria del capitale, gli Usa, abbandonerebbero una tecnologia promettente solo perchè comporta qualche rischio per la popolazione? Vi pare che dopo Bhopal e Seveso qualcuno abbia parlato di abbandonare la chimica?

Il confronto da cui è sortito questo dibattito, sulla convenienza del nucleare rispetto al carbone, non è opera degli ecologisti che come già dicevo non si sognano di sostenere i combustibili fossili, ma del Dipartimento dell'Energia americano, che ha stimato in un 25% in più i costi del nucleare rispetto al gas e al carbone. Vero, in quello studio non c'è un confronto di costi e ricavi con le fonti rinnovabili, ma se viene citato da Legambiente, Greenpeace & c. immagino che sia perchè nel nostro Paese fra le cose che vengono dette si sottolinea la convenienza del nucleare come fosse assoluta, e non lo è.

Come dice la Talpa, ci vorrebbe un "bilancio naturale" - una cosa che non esiste, in effetti - per poter valutare con scienza e coscienza vantaggi e svantaggi delle varie tecnologie oggi disponibili, senza fanatismi e irrigidimenti da entrambe le parti.
Però nell'appello alla manifestazione che si è tenuta oggi a Roma a favore dell'energia solare si accenna al "nucleare cosiddetto sicuro", pur precisando che non sarà disponibile prima del 2030. Mi pare perciò che da parte degli ambientalisti non ci sia un eccessivo irrigidirsi sulle proprie posizioni, mentre i sostenitori del nucleare, al contrario, non ragionano tutti come il brother ma ben più facilmente sostengono l'irragionevolezza delle paure nei confronti di qualsiasi tipo di nucleare. Sono i sostenitori del nucleare, e non gli avversari, a giocare sulla confusione dei dati, delle possibilità e delle prospettive: chè se ci fosse un reale interesse a sviluppare un "nucleare sicuro" in nome dell'umanità, io credo che ne sentiremmo parlare di più e con ben maggiore chiarezza.
E credo che, come sarebbe logico se l'intento fosse davvero "umanitario" o almeno di interesse condiviso, per allontanare sospetti di speculazione chi fa riferimento e crede nell'energia nucleare si allontanerebbe da ipotesi che si sono già dimostrare rischiose e poco redditizie, puntando invece ogni sforzo sulle ipotesi nuove. Purtroppo non è così, e anzi si cerca di criminalizzare l'opposizione al nucleare tacciandola di sciocco sentimentalismo, come se ci fosse da vergognarsi nel nutrire preoccupazione e orrore di fronte al possibile ripetersi di incidenti e tragedie. Come se il nocciolo della questione fosse una classifica di morti e gravità: ma con lo stesso ragionamento si potrebbero riscoprire i dirigibili, chè in fondo un incidente solo ci fu e i morti anche pochini, no?


Al contrario, proprio un forma elementare di ragionevolezza e buon senso ci dice che sostenere il nucleare, oggi, senza differenziazioni precise - come di fatto avviene ogni volta che si parla di "ritorno al nucleare" - è tanto più sciocco se davvero fra qualche anno avremo a disposizione il "nucleare sicuro": se è così, che senso ha investire danaro italiano nelle centrali in costruzione
nell'est europeo, basate su tecnologie obsolete?
Pur ammettendo che le fonti rinnovabili non siano il massimo dell'efficienza, se servono soprattutto per superare il momento critico, cui seguirà il nucleare sicuro, non val forse tanto più la pena di incentivarle al massimo? Se non altro per differenziare, giacchè mi pare che si stia dimostrando al di là di ogni dubbio che puntare su un solo tipo di energia non sia stata la scelta più furba.

Infine, a me pare che i sostenitori del nucleare - e mi dispiace non se ne possa dare una definizione più precisa, ma insomma chi opera a favore del "ritorno al nucleare" così come oggi lo conosciamo - tenda a sottovalutare, direi non a caso, tutta una serie di discorsi sociali, morali ed economici in senso un po' meno gretto, che invece nel campo avverso sono non solo presenti, ma oggetto di molte riflessioni e dibattiti e tentativi di cambiamento. Quando si discute su come ottenere 500 megawatt/ora e non si discute affatto su come verranno impiegati, e perchè e per chi, quei 500 megawatt, puntando invece tutta la discussione sul ridicolizzare gli sforzi di chi sta cercando strade diverse... ecco, io credo che qualcosa non quadri.
Perchè in generale, la parte "progressista" oggi nel mondo si interroga eticamente sulle proprie scelte e cerca di non comprare i palloni cuciti dai bambini, il caffè prodotto dagli schiavi, il riso Ogm, le fragole che arrivano dall'altra parte del mondo... e via di seguito. Non sempre si riesce ad essere coerenti con un'etica che, come già si accennava è ancora tutta da inventare e spesso pone problemi complessi, ma quanto meno ci si prova: non appartiene a "noi" il fregarsene, il non chiedersi neppure perchè una maglietta o una scatola di pelati possono costare così poco, non ci appartiene il gioire perchè gli sfigati sono gli altri, non ci appartiene il sostenere che le ricchezze vadano divise fra pochi.
Sull'energia, invece, da un po' di tempo in qua va prevalendo questa visione: come se l'oggetto del contendere fosse neutro, come se non sapessimo che l'energia usata per asciugare lo smalto delle unghie o tener curato un campo da golf è tutta energia "rubata" a chi non può contare nemmeno su una lampadina per poter studiare la sera. Come se, proiettandoci in un futuro non troppo lontano, non sapessimo neppure immaginare di rinunciare all'asciugasmalto e al campo da golf. Ma visto che così non è per quella buona parte di popolazione che già non sa che farsene nè dell'uno nè dell'altro, io credo che qualsiasi seria discussione sul nucleare e sull'energia dovrebbe partire da un ridimensionamento della nostre esigenze: a meno di non voler ammettere che le nostre abitudini dispendiose sono tanto più importanti della salute e della sicurezza di tutti gli altri. Salvo imbufalirsi e lottare all'ultimo sangue se poi capiterà, come stava già per succedere con le scorie, che quegli "altri" siamo proprio noi.

In realtà, è ovvio che il dibattito sul nucleare abbia ben poco a che vedere con la scienza, e molto invece a che fare con la politica e l'economia: proprio per questo, e scusate se mi ripeto ma il concetto mi pare importante, ritengo che affidarsi solo a "chi ne sa" dal punto di vista scientifico sia una scelta di comodo, che mette i paraocchi a chi la compie. Chè ben venga il capirci il più possibile, ma la partita non si gioca sulla possibilità teorica di prevenire i guai alla tiroide in caso di incidente nucleare, ma sulla probabilità concreta che questo verrà fatto: la differenza fra le due cose è enorme e chi ha una mente scientifica può divertirsi a elencare quante variabili possono entrare nel calcolo della distanza fra possibilità e probabilità.

Mettere in discussione il nucleare non significa, in questo momento, mettere un qualsiasi stop alla scienza e alla ricerca - tanto è vero che il governo Prodi pare abbia finanziato quest'ultima - ma, al contrario, credere che proprio da una scienza e una ricerca meno asserviti a un potere economico gretto ed egoista possano arrivare le risorse e le capacità per superare quello che in ogni caso si va profilando sempre più come un futuro incerto e probabilmente drammatico da più punti di vista.
Significa pensare che l'umanità sappia e voglia andare oltre una logica che si è già dimostrata perdente, quella dei combustibili fossili, della concentrazione energetica, delle mega-opere, del rischio solo apparentemente sotto controllo eccetera eccetera, per arrivare a qualcosa di meglio, che in molti casi c'è anche già e richiede solo qualche piccolo sforzo per raggiungere un buon livello di efficienza.

Io credo che, se fossi io ad amare la scienza e la ricerca sarei, pur nella preoccupazione per il futuro, entusiasta della sfida che oggi si pone, della possibilità che - sia pure obtorto collo - si offre a chi ha testa e fantasia e magari anche un po' di coraggio: che, certo, di Einstein non ne nasce uno tutti i giorni, ma a puntare sul vecchio, a difendere il già noto, son buoni proprio tutti.

venerdì, novembre 09, 2007

UN COLPO DI VENTO...


... nel sole brillante di questo novembre, e pur seduta alla mia scrivania mi trovo di colpo dentro una palla di vetro, quelle che le rovesci e vengono giù i fiocchi di neve, o i brillantini.
qui sono foglie, lucide foglie gialle con dentro il luccichio del sole, che cadono tutte insieme in improvvise docce di autunno.

giovedì, novembre 08, 2007

BUON ANNIVERSARIO ?


Ecco, la verità è che non ci ho tanta voglia di discutere. E perciò forse ho fatto male a inserire il post sul nucleare che ha scatenato quanto meno i due fisici della comune-ty, il che mi porta a replicare almeno un po'.
E lo faccio, giusto quel po', prendendo spunto da uno sciaìni che dice "suole di cuoio scivolare".

Sì, ricordo di aver parlato della suole in gomma, e di come non si possa chiedere un paio di scarpe con suola in cuoio senza sentirsi magnificare i vantaggi della suola in gomma, escogitata a tutela della nostra sicurezza e del nostro confort.
Ora, io penso che i venditori di scarpe sia "gente che ne sa", di scarpe. Però, da quando imperversano le suole in gomma (che fino a una quindicina di anni fa erano riservate alle scarpe sportive, e basta) non si sente più nessun venditore di scarpe ammettere i vantaggi della suola in cuoio: che non vuol dire negarne gli svantaggi, ma semplicemente ammettere che la suola in gomma non è una panacea. E, nonostante la sapienza in materia, non mi è mai più capitato di sentire dire che alcuni degli svantaggi delle suole in cuoio sono facilmente superabili, e come ( per il lettore dello sciaìni lo dico io: i maggiori rischi si evitano grattando con un po' di carta vetrata le suole prima di indossare le scarpe per la prima volta).

Io non credo che tutti i venditori di scarpe siano perversi mentitori: alcuni forse non capiranno e non sapranno davvero più in là di così dal loro naso - che la sempre più estrema e superficiale frammentazione del sapere è uno dei guai del nostro tempo - altri si saranno dimenticati ciò che pur sapevano, altri ancora troveranno inutile parlarne, o controproducente ammettere i vantaggi di ciò che ormai è merce rara. Insomma, io credo che semplicemente facciano il loro mestiere. Però loro mi guardano lo stesso con fastidio: come oso mettere in dubbio la suola di gomma? E perchè? E quando faccio notare che ci sono pavimentazioni, anche stradali, su cui si scivola molto di più con la gomma che con il cuoio vedo comparire lo sguardo vacuo che si riserva ai rompicoglioni.

Non c'è dubbio che i fisici e ogni altra categoria di gente coinvolta, nella pratica o nella teoria, nel nucleare per uso civile
ne sappia "di più" di un profano. Ma, sulle centrali come su mille altri aspetti, il problema è quello della neutralità della scienza e dei dati: se è vero che nell'acqua minerale c'è più radioattività che nell'uranio impoverito, com'è che i militari venuti in contatto con quest'ultimo sono morti? O forse sono morti anche i bevitori di quell'acqua minerale e nessuno lo sa? Ma, se è così, perchè nessuno lo sa? E, se anche fosse vero, sostenere questo argomento non è come dichiarare che chi abita nel Ponente cittadino, notoriamente più a rischio inquinamento del Levante, tanto vale che si scoppi venti Lucky Strike al giorno? Qual è la pagliuzza che viene rimproverata agli antinucleari e qual è la trave?


Purtroppo è vero, e non riguarda solo le fonti energetiche ma il cibo, l'acqua, l'aria, il tempo libero ecc., che viviamo in un mondo in cui è sempre più difficile fare scelte in cui la nostra salute sia non tanto "tutelata" quanto garantita contro chi se ne strafotte in nome del profitto. Che, se vi piace di più, si può chiamare "libero mercato", "progresso", "sviluppo", "concorrenza" ecc.

Ed è talmente difficile che si è sempre più tentati di credere agli "esperti", dimenticando che ciò che ci ha portato a questo punto è esattamente la combinazione tra un sapere specialistico incapace di valutare l'ampio raggio delle azioni e chi ha voluto e saputo sfruttare a proprio vantaggio questo sapere monco.

Io penso che sia difficile, oggi, anche fare un qualsiasi mestiere senza dimenticare di avere una coscienza: dal fisico al giornalista, dalla maestra all'impiegato, "nuovi" problemi morali ci aspettano spesso al varco di un'etica ancora in buona parte da costruire. E a volte ci tocca vendere scarpe fingendo di ignorare l'esistenza del cuoio. Però credo che almeno un lusso dobbiamo concedercelo, ed è quello di rifiutarci di credere, acriticamente, a quelle "verità" che ci mettono a posto la coscienza laddove non siamo del tutto certi che a posto possa esserlo. Concediamoci il lusso di pensare, di approfondire, di ipotizzare che possiamo avere torto. Di non nasconderci dietro a paroloni, chè oggi è La Scienza come ieri era La Patria. Di chiederci se avremmo voglia, per esempio, di sentirci corresponsabili di un'altra Chernobyl: chè, per quanto si parli di travi e pagliuzze, nessuno può dire - ovviamente - che un'altra Chernobyl sia impossibile. E se oggi è facile dire "bof, colpa dei russi...", vuoi mettere come sarebbe ancor più facile, domani, dire "bof, colpa dei soliti italiani..."?

E penso che almeno nelle grandi questioni non si possa prescindere da un ragionamento critico che nella sua semplicità è pur sempre valido: dati due schieramenti contrapposti, qual è quello che ci guadagna di più in caso di sconfitta dell'altro? Dove, naturalmente, per guadagno si intendono i banali, sonanti dobloni. Ecco, se fra le due parti ce n'è una che guadagnerebbe di più in modo consistente io, perdonate questo ragionare con la zappa, tenderei a diffidare di quello lì. Il che non vuol dire che lì per forza stia il torto, ma insomma se si parla di pagliuzze e di travi, non dimenticherei il cammello e l'ago.

In ogni caso,
qui chi ne ha voglia può trovare le argomentazioni sulla non convenienza economica del nucleare civile.


Oggi, anniversario del referendum che portò l'Italia a de-nuclearizzarsi, un sit-in davant a Montecitorio ha protestato contro gli investimenti italiani nel nucleare nell'Europa dell'Est: "Un sit in promosso dalla Campagna Stacca la spina per ricordare tale ricorrenza e per dire no agli investimenti dell’ENEL nel nucleare in Bulgaria e Slovacchia. Investimenti pericolosi, che ammontano a circa nove miliardi di euro, e che sono destinati alla costruzione di impianti nucleari basati su una tecnologia sovietica, a forte rischio per la popolazione e per l’ambiente.
Il nucleare non può essere una soluzione, per questo gli attivisti chiederanno al governo (che possiede il 30% dell’ENEL) e alla stessa ENEL di convertire gli investimenti dal nucleare alla ricerca e allo sfruttamento delle energie rinnovabili, per cui attualmente sono previsti fondi nettamente inferiori a quelli programmati per il nucleare."
Chi vuol firmare l'appello contro gli investimenti Enel può farlo
qui.

mercoledì, novembre 07, 2007

E OPPLA'!!!

Ci sono volte in cui mi capita di pensare che Lewis Carrol sarebbe orgoglioso del mondo così com'è diventato, senza nessun bisogno di andare a finire dietro lo specchio.
Per esempio, quando ho letto sul mascara che avevo appena comprato "Effetto ciglia finte."
In onore del buon Carrol sono andata a comprare una pianta, e sono stata attenta a sceglierla bella, così bella da parere di plastica: spero così che qualcuno possa dirmi, convinto che sia un complimento, che sono una "donna coi coglioni".

ARCANE SOMME

Per passione o per dovere anche altri nella comune-ty - oltre alla talpa e me - si stanno interessando ai vari aspetti del nucleare come fonte energetica. Le mie idee in merito ormai sono note, perciò questa volta lascio la parola a Federico Valerio, chimico ricercatore all'Ist e riconosciuta figura dell'ambientalismo genovese, che ha da poco inaugurato un blog di sopravvivenza ecocompatibile, di cui parlerò più diffusamente una prossima volta. 'Tanto dategli un'occhiata: non è leggerissimo, ma contiene sensati conigli.


I veri costi del Nucleare

L’Eco Istituto di Darmstadt (Germania) ha stimato il costo di diversi sistemi di produzione di energia elettrica, dando un peso economico a ciascuna fase del loro ciclo di vita, dalla realizzazione, al trattamento dei combustibili, alla dismissione dell'impianto.


Dal confronto le centrali nucleari non escono bene.
Un chilowattore prodotto con l’uranio costa complessivamente da 4,5 (costo minimo) a 6,5 centesimi (costo massimo).

Costa decisamente meno (circa 3 centesimi ) il chilowattore prodotto da impianti a gas a ciclo combinato e cogenerazione ed è più conveniente del nucleare (per qualche centesimo) investire nell’aumentare l’efficienza dei consumi energetici.
L’uso di biogas in impianti di cogenerazione con motori a combustione interna permette di produrre elettricità a costi confrontabili con quelli del nucleare, ma con impatti ambientali nettamente inferiori (quelli creati dallo stoccaggio delle scorie radioattive).

Molto più economico dell’uranio è anche il carbone che, abbinato alla cogenerazione di calore, produce elettricità ad un costo stimato intorno a 2 centesimi a chilowattore.
Se vi hanno credere che il costo del nucleare è nettamente inferiore a quelli di altre fonti, e quindi abbiamo fatto un errore, sull’onda emotiva di Chernobil, a chiudere con il nucleare, non preoccupatevi, quei conti sono sbagliati!

Il nucleare diventa apparentemente vantaggioso solo grazie ad una non casuale dimenticanza: i costi della dismissione degli impianti e dello stoccaggio perpetuo delle scorie radioattive.
A riguardo, sarebbe interessante un sondaggio per verificare quanti Italiani sono al corrente che con la bolletta della luce stiamo pagando le “attività nucleari residue”, pur non producendo neppure un chilowattore da questa fonte da oltre venti anni.

Si tratta di circa lo 0,1 % di quanto pagato con ogni bolletta.
Questa tassa serve a mettere in sicurezza quei pochi reattori nucleari che abbiamo realizzato negli anni del boom economico (Trino Vercellese, Latina, Garigliano, Caorso, …) e che, anche senza referendum, avremmo dovuto chiudere per vetustà e per gli alti costi di esercizio.

Questa ennesima tassa occulta è una piccola cifra, ma vista la durata di vita attiva delle scorie nucleari è una tassa a vita: quella nostra e quella delle future generazioni. Tutte quelle che si succederanno per i prossimi diecimila anni e passa, e a cui toccherà, per tutto questo tempo, gestire questa scomoda eredità di cui non hanno utilizzato neppure un briciolo di elettricità.

lunedì, novembre 05, 2007

E SONO VERI!


Siamo a Hollywood, ma non è finzione: sono i cartelli che annunciano lo sciopero degli sceneggiatori. L'ultima volta, ci dice republikit, questa categoria scioperò per 22 mesi. Anche adesso partono bene: guardate i manici dei cartelli...

venerdì, novembre 02, 2007

HALLOWEEN, E CHE ALTRO ?

Che se qualcuno però mi dice aaargh, la mia privacy! lo tolgo subito, neh? che apposta non ho scelto le più compromettenti.
e ciò non toglie che la palma vada al travestimento del "Vostro Peggior Incubo: l'amicae. Bionda" ! Con tanto di lucidalabbra, che non si vede nella foto ma c'è.