martedì, aprile 29, 2008

E SE...


... una volta tanto lo costruissimo noi, un muro? Ci chiudiamo dentro qui, quatti quatti, senza dir niente a nessuno.
Ci chiudiamo dentro anche con la Marta, che d'ora in poi fare gli schizzinosi diventa più difficile e nell'isolamento sarà più facile per l'amicae. darle qualche consiglio in fatto di camicie e capelli. Ci chiudiamo dentro anche con chi, qui, ha votato lega: che la maggior parte, qui, sono confusi nella mente e mica poco, ma forse con un bel muro intorno riusciamo a salvarli dal peggio.
All'inizio, sì, all'inizio magari possiamo chiuderci dentro con tutti quanti, facciamo che siamo zeneizi e basta, nè sampdoriani nè rifonda, così ci cascano tutti: mugugnando, ma ci cascano. Chè se qualcosa dà fastidio ai genovesi sono i foresti, si sa. Qualcuno che ci piace, gli amicici nostri di provata fede, li facciamo entrare di straforo e ci organizziamo così, magari con qualche sortita ogni tanto, ma discreta, senza dirlo a nessuno.
E poi, pian piano, quando i zeneizi si saranno abituati - e non ci vorrà molto, la chiusura ce l'hanno nel dna - casualmente qualcuno rotolerà fuori dal muro: il genialebeppegrillo, per dire uno degli artefici nascosti di questo gran successone politico. Il cardinaldellavergogna, per dirne un altro idem.
E scommetto che se ci mettiamo in casa della nessie con ognuno un
bigliettino quella ventina di nomi ciascuno li tiriamo fuori, anche senza volersi far trascinare dalle questioni personali chè poi un pansa non ci abbia da dire fra cinquant'anni. Eh, sì, anche noi i nostri guai ce li abbiamo, neh? Ma con un bel muro, tutto bello sforacchiato di feritoie, ecco che i nostri guai potrebbero scivolare fuori discretamente, senza troppo rumore, magari durante un concerto così se il guaio strilla nessuno lo sente.
E voglio vedere chi riuscirebbe a rientrare, a farsi aprire la porta dalla famosa ospitalità genovese.

Ecco, ognuno può immaginarsi il particolare che gli piace di più: gli sberleffi dall'alto delle mura, la porticina segreta per accogliere i fuoriusciti romani, i tunnel nascosti di comunicazione con i resistenti di altre città... E noi dentro che pensiamo alle aiuole, a trasformare il Carmine in Montmartre, che cantiamo Bella ciao al ponte monumentale, che compriamo gli aromi arabi nella più vecchia drogheria dei vicoli. La Stalingrado d'Italia: un po' acciaccata anche lei, già, ma - come dicono quelli che i muri gli piacciono - con un bel muro si limitano i danni, no?

NON CI VOGLIO NEANCHE PENSARE

Lo so, prima o poi mi toccherà farlo lo stesso, ma per ora non ho neanche letto l'articolo linkato dal titolo di questo post, mi è bastato il suo sommario. che mi fa senso, e non esagero.

lunedì, aprile 28, 2008

THREE FOR ME




Eccola, è arrivata per il 25 aprile.
E' femmina, lo si vede subito: se civetta o gufo, però, temo che lo sappia solo il Riccardo Biavati che le fa.
Io so che quella luna lì, proprio in mezzo ai pensieri, è assolutamente mia, adesso; e infatti ci ha pensato anche l'uomo barbuto che l'ha portata a casa. Benvenuta, gufo-civetta di luna!


E così in tutto sono in tre, eccoli:

PROF, SONO ESONERATO


Come se il disastro ormai avvenuto non avesse più bisogno di commento, come se rabbia e tristezza avessero voluto una pausa, come se l'attesa del peggio ci giustificasse, come se il mondo che vorremmo si potesse concentrare in un solo punto e in un solo giorno, questo 25 aprile, alla fine, noi ci siamo esonerati. niente napolitani nè grillismi, niente cortei dei pcohi ma buoni e men che meno quelli dei tanti.
Noi eravamo qui a prendere il sole, a tirarci la mucca volante e a farla rimanere impigliata fra i rami, a suonare, a far rotolare il pallone fino in fondo alla valle, a mangiare torta di zucchine e rose e a non parlare mai, neppure una volta, di politica. Chè ogni discorso possibile sarebbe stato troppo breve o troppo lungo.
Con la coscienza a posto, neh? chè le Valli Unite sono biologiche e antifasciste, e c'erano i canti e lo spettacolo sulla Resistenza: ma, ecco, diciamo che questo 25 aprile il nostro resistere è stato molto zen.
E, come tale, ha portato con sè molte meditazioni che man mano emergeranno. Oltre a una giornata molto da amicici, che non c'era solo il divertirsi, ma proprio lo stare insieme che era bello.

giovedì, aprile 24, 2008

COMPAGNI, SERRATE L'OSMOSI


Ve ne copio anch'io un pezzo, qui sotto:

Oggi noi viviamo esperienze esistenziali e lavorative diverse, abbiamo altri valori, ben precisi e condivisi all’interno della nostra cerchia relazionale. Abbiamo una cultura diversa, siamo una sorta di minoranza etnica ed etica.
E questo e’ veramente affascinante perche’ e’ il meglio che tu possa vivere oggi su questo pianeta.
E’ qualcosa che se arrivi a vederlo ti viene spontaneamente voglia di imitarlo.
Poco tempo fa mi e’ arrivato un messaggio che diceva, mi chiamo Tizio, sono un agente di polizia in pensione volevo far sapere a te e ai tuoi genitori che ho cambiato modo di vedere il mondo a furia di ascoltare le vostre telefonate. Ero addetto al controllo del vostro telefono.
Cioe’, cazzo, questo si e’ ascoltato per anni tutte le storie, le litigate, i sogni, le confessioni. Tutti i giorni otto ore al giorno e alla fine ha deciso che il nostro modo di vivere era piu’ sensato.
Ecco, io credo che la propaganda politica progressista veramente possa funzionare solo cosi’. Le idee si trasmettono per osmosi, sulla base di comportamenti concreti. Lo stesso succede facendo la spesa collettiva: ti cambia la testa. Devi ragionare con il NOI e vedi che ti conviene proprio sui soldi e sulla qualita’ dei cibi. Il biologico vero e’ piu’ saporito.
Questo nostro vivere diversamente e’ la nostra vera forza, ma non ne facciamo la nostra bandiera perche’ siamo restati condizionati dall’idea ottocentesca che il progresso marci sulle gambe della politica dei partiti, delle elezioni e dei cortei. Balle.
La storia che avanza sono i nuovi modi di vivere che uomini e donne inventano.
Questo cambia il mondo: le persone che decidono che non vogliono piu’ vivere in un certo modo e se ne inventano uno nuovo e riescono a viverlo.

Perchè Jacopo Fo mi batte di brutto, quando si tratta di post lunghi: e allora vi ho copincollato un pezzetto più sul fondo che magari non ci siete arrivati.
Però in questo caso la sintesi mi pare impossibile: i temi che Jacopo cerca di affrontare, offrendo parziali risposte ai dubbi di questi giorni, sono tanti e tutti intricati.
Val la pena di leggerlo, sì, come già consigliano la nessie e l'amicae. . Ma, se posso permettermi, forse ancor più val la pena di leggere i commenti: e poi se ne parla.

domenica, aprile 20, 2008

HAPPY BIRTHDAY TO ME


C'è questo compleanno il 25 di cui vado orgogliosa manco fosse merito mio e che spesso è festeggiato in piazza, in corteo. Quest'anno non farà eccezione, e speriamo che la manifestazione nella "città più democratica d'Italia" come l'ha definita il suo sindaco - e che culo, noi che siamo qui a vergognarci di quei voti operai andati alla Lega, ma almeno - non sia troppo, troppo istituzionale, pur con il napolitano che viene e che va.
Epperò, dopo, e qui vi volevo o voi lettori vicini, si va a cercare tutti insieme un ricco aperitivo e poi una cena all'uopo approntata, forse al circolo Zenzero o comunque in un posto dove sian gradite le chitarre chè qualcuno le porta, vero brother?
E quindi: chi viene?

COMPAGNI, SERRATE I CORDONI.


Con il ritorno della Talpa - ehi! - in veste di Bianconiglio ("sono in ritardo, sono in ritardo, non posso fermarmi!") non posso più esimermi dal completare lo streganocciolpensiero, ammesso che riesca a chiarirlo a me stessa.
In varie sfumature e gradi di partecipazione emotiva, la comune-ty che si esprime ha voglia di muover, se non di menar, le mani: questo dicono commenti e post, ma il problema - e non è da poco - è il come il chi e l'universo e tutto quanto.
E io, pur apprezzando assai lo spirito combattivo e autocritico al tempo stesso, pur essendo d'accordo con la politica "dell'ascolto e del parlo", pur pensando che qualcosa di meglio salterà fuori e non ci metterà neanche molto, credo che si debba andare oltre queste petizioni di principio. Anche se non sono affatto vuote: c'è chi menerà le mani in valle e chi ce la metterà tutta a ragionare e far ragionare, chi punterà sulla nuova generazione e chi coglierà ogni spunto per fare il suo come si deve e non come sarebbe conveniente.

Ma, ci si chiede un po' tutti, come andare oltre? Ecco, neanche le streghe hanno risposte magiche, però io credo siano percorribili due strade, non incompatibili fra loro se non nei termini del tempo che ognuno ha, sempre poco per definizione.
La prima è darsi alla militanza: mai come ora la necessità di gente che "prenda sul serio le cose" è stata grande, mai come ora nelle forze di sinistra e ambientaliste è stata avvertibile la necessità di sangue fresco, di voglie giovani - realmente e figuratamente - che non siano imbrigliate dentro la logica perdente dello scontro parlamentar/istituzionale.
L'amicae. propone l'iscrizione in massa ai Verdi e questa la casso, come casserei
qualunque altro partito: chè non ci credevo manco prima ai partiti, figuriamoci ora. E la discussione sul cambiare- le-cose-da-dentro ha una trentina d'anni o giù di lì e non pochi fra i compagni che oggi si sono/sono stati messi in discussione dal voto e dalla realtà sono esattamente quelli che avevano cercato di cambiare-le-cose-da-dentro.
Abbastanza diverso è il discorso per le associazioni ambientaliste o umanitarie: troppo spesso associate a confuse con il volontariato di stampo cattolico (chè comunque vede spazi stimabili che dovremmo stare attenti a non far massacrare), troppo e troppo spesso prese per il culo per un catastrofismo che ohinoi si sta rivelando corretto, troppo lasciate a sole a battersi per valori che sono anche della sinistra, le associazioni sono un ottimo spazio di militanza. Con molti distinguo, ovviamente, chè agli ardimentosi può piacere arrampicarsi sulle torri con Greenpeace e ai teneri di cuore andare nelle scuole a parlare di Emergency, ma lì spazio ce n'è un casino. E bisogno, appunto, ancora di più, senza contare che parecchi fanno anche belle cose.

L'altra strada è provare a combinare qualcosa insieme: noi che una volta eravamo definiti "cani sciolti", noi un po' riluttanti a troppa organizzazione, noi che questo gnek e quell'altro ni.
Noi della comune-ty, ad esempio, ma magari la riflessione per noi serve anche ad
altri. Chè noi fino a ieri ci si pensava al massimo in corteo quando che c'era il corteo da fare. E oggi sembra tragicamente evidente che il corteo non basta più (e, anzi, io sono ancor più critica, al riguardo) e non basta più neanche a noi, pare. Che nonostante tutto si cresce, e quando la vita si fa dura si cresce più in fretta e vien più facile capire che un po' di costanza probabilmente serve di più che molta eclatanza.
Di cose da fare ce n'è un sacco e una sporta, solo in italia rimaniamo tenacemente attaccati allo sciopero (anche quando ci tagliamo le vene da soli, vedi quelli dei mezzi pubblici), al corteo sempre e comunque, alla protesta "di massa" anche quando rischia di essere un boomerang e diventa sempre più difficile distinguere come, quando e perchè. In altri Paesi già da tempo si organizzano piccole azioni più costruttive che presentano forse altrettanti rischi ideologici, ma che in genere riscuotono almeno la simpatia e la comprensione di almeno un po' di quella gente che ora è portata a fare di ogni erba un fascio - e non è un gioco di parole divertente, lo so.

E allora che cosa, appunto, e come e quando? Mah, io credo che si possa/debba ri/cominciare dalla comune-ty: che in un paio d'anni si è espansa e consolidata, che sembra in grado di reggere tensioni ed assenze e accogliere altre presenze, vuoi ondivaghe vuoi più stabili.
E che ha avuto uno dei suoi momenti più di soddisfa, a mio parere, nelle iniziative in difesa della 194. E, sulle stesse cose, ha mostrato i suoi limiti: chè una comune-ty di affetti e simpatie non è un'organismo politico, si sa.
Ma se l'esigenza di fare politica - nell'accezione più ampia, più bella e meno consueta del termine - è presente nella comune-ty, io propongo di confrontarci ,
di parlarne. Di portare proposte, di provare prima di tutto su noi stessi quella "socialità" che il compagno pastore mette giustamente (ma forse un po' troppo evangelicamente per questa banda di ateacci) al primo posto: di costruire un po' più realmente e pur avvalendoci assai del virtuale, una "comunità" che cominci a mettere in atto pratiche di vita diverse. Niente di trascendentale, magari, ma il gruppino d'acquisto o la palestrainproprio o il baratto, tanto per dire varie cose finora solo tentate, hanno tre requisiti: sono dotate di "peso ideologico", possono tirar dentro altri "cani sciolti" e possono semplificare a noi la vita in modo da avere un po' più di tempo per altri impegni, magari più politicamente rilevanti. E questi altri "impegni più politicamente rilevanti" sono quelli che si possono decidere, prima di tutto fissando un paio di regole affinchè nessuno debba sentirsi l'unico-cretino-che... in niente, poi prendendoci un po' più sul serio di quanto non abbiamo fatto finora e contemporaneamente, non sembri in contraddizione, con un po' più di senso della misura, rispetto soprattutto alla nostra importanza. Che è grande, e grandemente relativa: chè imparare a camminare è fondamentale, ma imparare a camminare con gli altri è questione di scelta.

venerdì, aprile 18, 2008

NOTTURNO


Sono passate le due, e finora sono stata a scrivere i post della piccola ecologia che stasera mi pigliavano, forse come forma di sublimazione dell'incazzo elettorale, ma non chiedetemi come che è troppo tardi per essere razionali. Allora io rimando la risposta ai nutriti e densi commenti qui sotto, chè altrettanto dovrebbe essere la risposta stessa e mica ce la faccio, ora. Ma non sembri disinteresse o smemoratezza: ho davanti un intero uikènd per inflazionare i miei pensieri buttandone una forte quantità qui dentro.

mercoledì, aprile 16, 2008

'AMO DELIBBERATO...


Ci ho pensato molto. Ho letto tutti i blog della comune-ty e dintorni, ho letto anche quelli che non dicono nulla dei Rovinosi Eventi, quelli che si sono fermati a "prima" o che forse sorvolano. Ho ascoltato quello che dice la gente, quel poco che ne incontro io, ho letto cosa ne scrive nei blog, pescandoli a caso.
E dopo tutto ciò, ancora non so che dire.
Chè, compagnamber, lo spirito di Resistenza è altamente stimabile pur se espresso in tutto il crudo slang generazionale, e in cuor suo ognuno di noi la pensa come te, ma.
Chè, amicae., la tua proposta dell'iscrizione di massa ai Verdi mi piace un sacco, soprattutto se fuor di metafora significa occuparsi seriamente di ambiente, ma.
Chè, gipunto, scendere in piazza e reagire sarà, più che giusto da fare, impossibile da non fare: ma.
Chè, gabbianogrigio, sono arrivata per altra strada alle tue stesse conclusioni sulla spagna però tu sei pur la stessa persona che come prima
risposta ha citato la bandiera rossa. ma.
Chè, lanessie, l'argentina e le paure e il non riuscire a crederci, e chi può darti torto, ma.
Chè, compagno pastore, il grande Martin Luther ci può insegnare molto, ma?

Chè, o voi comune-tary che non (ne) avete scritto, a me piacerebbe sapere come state, cosa pensate. Ma.

Ma, per esempio, la spagna la spagna la spagna ha la più grande
estensione di territorio europeo coltivato a OGM. E, poniamo che io sia paranoica, ma guarda caso la "sinistra" italiana - a parte Veronesi e Binetti, ma compreso veltroni - è in gran parte contraria agli OGM. E c'è stata una concomitanza temporale fra le elezioni e due campagne di opinione che sicuramente fanno capo a potenti lobbies economiche, quella del nucleare e quella appunto degli OGM - la seconda è tutta 'sta preoccupazione per la fame nel mondo , se qualcuno era troppo preso dal contingente per notarla.

Ma, per esempio, che la partita si gioca sull'ambiente se n'è accorta anche la destra, anche voi-sapete-chi. no, non il nano maledetto in persona bionica, ma i suoi scherani: non vi linko il sito che mi fa schifo, ma mi sono spinta fin là per leggere una dichiarazione d'intenti che dice "non possiamo regalare i temi sull'ambiente alla sinistra". Per fortuna capiscono come sempre meno di un cazzo, e non si sono accorti che la sinistra non li ha mai avuti nel suo calendario, i temi sull'ambiente. E se pecorino schinio è finito impallinato insieme ai rouges è solo perchè finora, in italia, il "progresso sociale" si è identificato con la sinistra per tradizione, più che per realtà. E il panorama fa in frettissima a cambiare, chè già da tempo anche i fasci si muovono su alcune questioni, riuscendo spesso a renderle ancora più complicate e d'elite di quanto già non siano.
Io penso, perciò, e mi rendo conto di quanto poco esaltante sia il mio
pensiero - però mi conforto, che anche il bertinotti, nel suo, la pensa come me - che anche la lotta sull'ambiente vada attentamente valutata, non solo caso per caso ma anche sui grandi temi: non credo, del resto, che investire un po' di tempo nel capire sia sbagliato, chè anzi andava fatto prima.

E anche perciò, per esempio, io non credo che sia adesso il tempo degli eroismi: non abbiamo forze per opporci davvero, a nulla, e soprattutto non
abbiamo nulla da opporre. Chè se l'avessimo avuto ora non saremmo in questa situazione. Sarà impossibile non provarci nemmeno, ad opporsi: ma, rendiamocene conto, stanno aspettando solo un passo falso. Ed è abbastanza facile farci inciampare, basta che quello che porta le molotov questa volta sia un po' più furbo e non le lasci in giro.
Già l'Unità, oggi - l'Unità, non Libero! - nel fondo sul 25 aprile che quanto a retorica batte il KGgB, non perde l'occasione per affermare che il momento è grigio e che occorre andare in piazza, ma, attenzione, "la violenza è come il fascismo". E la violenza di cui parla non è quella della repressione borghese: non occorre commentare, vero?

Ecco, io lo so che non è bello pensarsi mazziati e cornuti, ma così stiamo: e capirlo non vuol dire rinunciare - chè anche Lenin e perfino De Gaulle si fermarono e aspettarono un attimo, quando era il caso di farlo - ma vuol dire davvero provare a reinventarsi. Con le prove di sopravvivenza che dice la nessie, anche, perchè no? Con ciò che sostiene il compagno pastore e che non ho capito cos'è, ma son sicura che ci sta, con la comune-ty applicata come si era un pochino cominciato a fare. E non vi sto a fare tutto l'elenco delle mille cose che mi vengono in mente, però sono sicura che ricomincia tutto da lì, dal piccolo, dall'apparentemente sciocco,
perfino dal frivolo. Le calze colorate del '66, i capelli lunghi, le chitarre, e non cito le cose più sceme che pur furono un sacco e una sporta: eppure da lì venne fuori il '68, con quelle cose sceme lo si preparò, spesso senza neppure saperlo. E poi, magari, in un altro post proverò a raccontare perchè quelle cose frivole non erano sceme affatto, e come riuscirono a far girare il vento, e come approfittarono del vento per girare ancor più. Potrei contarvelo anche della rivoluzione francese, ma insomma i ricordi personali non arrivano fin lì: e però io ci credo , che la Storia ci dice le cose, se le vogliamo ascoltare. L'unica sfiga è che non ci dice il quando, già.






martedì, aprile 15, 2008

ORMAI A RISCHIO DI QUERELA...

...si dia il via almeno a una reazione emotiva, stupida, virtuale, inutile eccetera: ma, come si dice, la differenza fra rabbia e depressione è che la prima è più sana.

Se vedete questo testo ci sono problemi con la visualizzazione del BerlusPunchball

If you see this text there are troubles to view BerlusPunchball

INNO


chè anche per noi ci vuole: lo ha trovato compagnamber e forse non è originalissimo, ma è puntuale e adatto a tornarci in mente nei momenti giusti, vero?

OGNI PAROLA POTRA' ESSERE USATA CONTRO DI NOI


In coincidenza con i risultati definitivi è scoppiato il temporale, come nei peggiori film horror. Tuoni e grandine, mentre si annunciava la stagione politica che riuscirà ad essere la più bieca e la più pericolosa dal dopoguerra ad oggi, contateci.
Non sono l'unica ad aver pensato a the truman show,
ma dov'è la porticina sul fondo?

lunedì, aprile 14, 2008

MAFIA E MUTANDE ROSSE


Io mi ricordo che un tempo, non tanto lontano, nessuno metteva mutande rosse a capodanno. Nessuno ci pensava proprio, alle mutande rosse. Nel giro di un decennio, o giù di lì, l'obbligo delle mutande rosse è diventato come quello delle lenticchie: portano fortuna, con strizzata d'occhio e speranze inconfessate o sguaiate: fa uguale, chè le speranze quelle sono.
E se provate a chiedere a chi se le compra e se le mette, ogni ultimo dell'anno, vi risponderà che "è sempre stato così", "è
tradizione". Anche gente che ha più o meno ampiamente superato quei vent'anni necessari per ricordarsi che "la tradizione" è ben più giovane di lui.

Niente di male, forse: però ho sempre trovato significativo di come ci metta poco a formarsi un pre-giudizio insensato, perfino su cose per cui sarebbe un po' grottesco tirare in ballo Freud o Levi-Strauss.

E siccome in queste elezioni già così agghiacciate dal fiato di molti Dissennatori non poteva mancare l'ultima chicca, a far da ciliegina sulla torta mi è arrivata per mail - in zona Cesarini - l'elenco dei condannati, prescritti, indagati e rinviati a giudizio che verranno eletti in Parlamento.
Indovinate da dove arriva? Giusto, proprio dal beppegrillo che tanto schifo gli fa la politica che è presente con le sue liste: non da noi, per fortuna.


Le premesse da fare prima di obiettare a 'sta cosa, sarebbero mille, ma cerco di riassumerle in una, così ovvia che non sarebbe neppure da dire: a qualunque cittadino normale non può che ripugnare la presenza di personaggi anche solo "dubbi", in parlamento. Tuttavia, di per sè una condanna non fa di una persona un criminale: non ricordo se sia già stato condannato e per quale reato, ma credo che nessuno possa considerare sullo stesso piano il tipo che tirò il cavalletto al cavbanana e un boss mafioso, no? Non solo, ma se lo stesso tipo si fosse presentato alle elezioni, non ci avremmo fatto un pensierino? Proprio per quello che ha fatto e per cui è stato condannato chè la legge, si sa, non può tenere conto dei sentimenti.

Già il presupposto, quindi, è superficiale, a voler essere gentili.

Ma andando avanti arriva il meglio, che già nella mail ci sono i famosi "numeri": partito per partito, quanti "condannati" ci sono dentro.
E, tralasciando tutto il resto che pur è in molti punti discutibile come potrete accorgervi da soli se avete voglia di perdere tempo, ecco che mi fa notizia il numero 3 associato alla Sinistra l'Arcobaleno.
Niente in confronto ai 56 del PDL e neanche paragonati ai 9 dell'UDC - la totalità degli iscritti, praticamente- ma insomma...
Dunque si va a vedere: e si scopre che il primo è Caruso e il secondo è Daniele Farina "più volte fermato ed arrestato per fatti legati alla sua attività politica al Leoncavallo".
Entrambi hanno avuto solo condanne politiche, legate a forme di dissenso: come dire che se oggi viene fermato, e processato e condannato, uno che attacchina un manifesto contro Ferrara o che sussurra Bagnasco vergogna dentro un microfono, quello stesso non avrà mai più il diritto di essere eletto. Ma non solo: si vedrà additato
come un qualsiasi criminale, corrotto, mafioso. E il terzo? Il terzo è Pecoraro Scanio: che è stato recentissimamente (già in campagna elettorale) accusato di una serie di reati che sono ancora tutti da dimostrare: non ha subito nessun processo, nè arresto nè nulla. E, anzi, ha immediatamente rinunciato all'immunità parlamentare.

Ecco, io credo che questo che si trincera dietro "l'antipolitica" sia uno dei modi più beceri e vigliacchi di fare politica, sparando falsità e contando, perchè si diffondano, sulla superficialità di troppa gente.
Che dopo aver ricevuto la mail sarà pronta a giurare che anche la Sinistra l'Arcobaleno è piena di corrotti, già condannati. E che, naturalmente, le mutande rosse a capodanno sono tradizione antichissima.

sabato, aprile 12, 2008

E A QUESTO PUNTO







si sta come d'autunno

eccetera

giovedì, aprile 10, 2008

ARRIDATEME N'ARUSPICE


... che, come lor signori tutti sanno, leggeva il futuro nei fegati dei besti sacrificali e sacrificati.
Io non credo che il nostro fegato starebbe peggio di come sta se noi lo cedessimo in massa all'aruspice invece di continuare a mangiarcelo, e in cambio sapremmo come tirare il dado.
Sarebbe bello, no? e senza scontentare neppure i vegani.

INDOVINA CHI SVIENE A CENA?



mmm... un pizzico di uolter e un cincincinin di sinistra, tolgo lo spettro e metto un po' di incenso - quello vero , mica quello indiano - frullo ben bene in tenuta antisommossa, sull'orlo metto una lacrimuccia, caccio tutto in un reattore nucleare, meglio se obsoleto... mmm, sì, potrebbe funzionare. Per cosa, non chiedetemelo.

mercoledì, aprile 09, 2008

UN PESSIMO SEGNALE, MA DI COSA?


Riporto la notizia Ansa, così com'è arrivata nelle redazioni alle cinque del pomeriggio.
Ora è quasi il giorno dopo e, almeno on-line, la notizia non c'è più da nessuna parte, neppure sul sito dell'Ansa stessa, e forse non c'è mai stata.
Dieci contusi, divisi quasi equamente, non sono una gran notizia, giornalisticamente parlando, lo capisco: ma che in campagna elettorale ci siano scontri, e che la polizia ormai carichi disinvoltamente con il pretesto dell'"alleggerimento" non è proprio 'sto bel segnale di democrazia, neh? E forse conta almeno altrettanto delle cazzate di bossi o delle dichiarazioni da brivido di dell'utri.
E invece sparisce.


TAFFERUGLI PRIMA COMIZIO BERLUSCONI, DIECI CONTUSI

(ANSA) - SAVONA, 8 APR - Una decina di persone, sei manifestanti di sinistra e cinque poliziotti, sono rimasti contusi durante lievi tafferugli scoppiati ai margini di piazza Sisto IV a Savona, circa un'ora prima del comizio del leader del Pdl, Silvio Berlusconi. Medicati al pronto soccorso dell'ospedale savonese, gli undici sono stati giudicati guaribili in pochi giorni, al massimo cinque.
Una ventina di manifestanti, che indossavano maschere di carnevale con lunghi nasi alla Pinocchio, contestavano ai margini della piazza sotto i portici del Comune la manifestazione del Popolo della Libertà. Gli agenti di Polizia - ha riferito il questore di Savona, Trimarchi - hanno dapprima invitato i contestatori ad allontanarsi, ma questi hanno resistito scalciando e urlando. E' stata necessaria così una breve carica di alleggerimento che ha sospinto fuori della piazza i manifestanti per assicurare il corretto svolgimento della manifestazione. E' stata in questa occasione che si sono avuti i contusi.
In una nota i candidati della Sinistra Arcobaleno Rita Lavaggi ed Antonio Bruno affermano che "l'immotivata carica della Polizia contro manifestanti antifascisti che esprimevano la propria opposizione al comizio dell'on. Berlusconi in maniera assolutamente pacifica è una brutta anticipazione di cosa potrà succedere, in termini di diritti umani e di espressione democratica, nei prossimi mesi". (ANSA).

MAN-CE
08-APR-08 17:11 NNNN

martedì, aprile 08, 2008

POLITICA ?

In un modo o nell'altro, lungo la mia vita un po' di politica l'ho sempre fatta.
Rigorosamente fuori dalle istituzioni, direi sempre all'opposizione, cercando di aderire a posizioni propositive se appena erano possibili. Ho fatto riunioni, assemblee, cortei, raccolte firme, volantinaggi, delegazioni di massa, delegazioni punto, sit-in, interventi, feste campestri e .... e magari c'è qualcosa ancora che non mi viene in mente.

Niente di che, nonostante l'affollamento di cose e modi, chè mai più dopo gli anni '70 ho voluto che la politica fosse un impegno preponderante nella mia vita: non perchè non mi piacesse, chè anzi il dibattito politico, l'elaborazione e anche i vari tipi di azione mi sono sempre piaciuti assai, ma perchè più di tanto... ecco, non è, non è mai stato, il mio mondo.

L'amicae. mi ha definito una volta "l'ideologa della comune-ty" e il termine è azzeccato: non perchè mi reputi davvero un ideologo, ma perchè questo, al massimo, può essere il mio ruolo. Tra libri e sguardi astratti è l'unica dimensione politica che colgo, quella che viaggia sulle idee, sui movimenti e i sommovimenti di fondo, sulle teorie e sulle "nuove prassi", sui dati da cogliere e gli scenari da analizzare. Oltre non vado, e se mi si mette in condizione di dover valutare se è meglio un duepercento di piume o un chilo di mattoni sono già in tilt.

Chè "la politica" per me non è questa: voti, elezioni, rappresentanze, premi, nomi e cognomi, uscenti e trombati, correnti e frazioni sono esattamente la dimensione che odio con tutto il cuore.
Magari perchè appunto non la capisco e finisce che me ne sento un po' esclusa, ma a me sembra di odiarla soprattutto perchè sono convinta, e non da oggi, che i veri giochi si giochino altrove. Nelle sedi delle multinazionali, per dire il posto più ovvio, ma anche nel giardino notturno creato dall'ultimo degli ecologisti, per citare invece quello meno ovvio.

Trovo difficile spiegare a questo punto - visto che il post è già lungo così - come riesco a non avvertire contraddizione fra questo tipo di visione politica e la convinzione che non si debba rinunciare al diritto/dovere di voto, quindi non lo farò: ma questo è un post di dolore, chè questa volta proprio non mi va giù.

Prima di tutto, infatti, non mi va giù che il voto abbia e possa avere, ben più che altre volte anche se tutte le ultime c'erano già andate vicino, solo la dimensione che aborrisco, quella del conteggio e delle alleanze, quella degli scenari dove ognuno di noi ha l'assoluto diritto di prefigurare quello che teme di più e le sue conseguenze nefaste senza che sia possibile smentirlo, quella che finge di credere che davvero saranno i partiti a cambiare le cose.
E mi tocca di crederci anche io, perchè i partiti in qualche modo qualche cosa cambieranno, però lo squallore di non confrontarsi neanche su un contenuto che non sia la classica promessa elettorale - dall'una e dall'altra parte - e di privilegiare comunque le boutades, fa rimpiangere perfino l'inutilissimo mega-programma di prodi.

Io, per dirla in due parole, sono convinta che per il nostro Paese sia arrivato il momento del liberismo: no, non alzate il sopracciglio, finora eravamo quasi riusciti a scamparla. Male, con grosse falle e vistosi strappi, ma niente a che fare con la sanità americana, tanto per dire, o con la povertà strutturale (non solo di soldi, ma di possibilità reali di vita decente) delle aree suburbane inglesi.
L'Italia è sempre stata un "posto di mezzo": non abbastanza povero e arretrato da fare solo da serbatoio di risorse e da spaccio aziendale, non abbastanza ricco per servire a qualcosa. Può permettersi di rimanere nella sua "arretratezza" per un po', magari quasi per sempre: l'industrializzazione è stata quello che è stata, le centrali nucleari si sono arenate, perfino i mac donald's vanno peggio che in altri posti. In compenso cemento e cellulari la fanno da padrone, consumi da parvenus, lussi da poveri che, nel mucchio, vengon bene anche quelli a chi riesce a guadagnarci su.

Arriva un certo punto, però, che da qualche parte le centrali obsolete le
devono pur mandare e magari qualcuno si fa i conti che delocalizzare in Sicilia è un po' più comodo che spedire tutto in Birmania, soprattutto se nel frattempo si costruisce un bel ponte e coi soldi che ci girano su si mettono su tanti bei collsentèr e tanto bel terziario, che costa poco e rende tanto, così come le transizioni monetarie e tutti quei bei giri i cui uffici, mi dicono, riempiono già le città di certi paesi dell'America latina. Tanti, tanti uffici con nessuno dentro.

Non pensatela come una congiura: è l'economia, bellezza, dove il liberismo sembra essere rimasta la sola via "praticabile": ne sono convinti, credo allo stesso modo, sia il cavbana che varterone nostro. L'uno perchè di certo gli conviene e sicuro i bisnèssi sono già pronti lì in caso di vittoria, l'altro perchè (come minimo) la sinistra storica sconta la rinuncia al confronto sui temi economici. O forse perchè, da ben prima del crollo del muro, l'economia era esattamente il punto che faceva acqua nelle teorie
socialiste, e altro la sinistra non riesce ancora a vedere.

Ecco, tutto ciò mi rende invise queste votazioni - chiamarle elezioni è dire troppo: chè se lo scenario reale è quello che penso io (e ovviamente potrei sbagliarmi, e la rivoluzione esser lì dietro l'angolo) quello che conta è solo parare il più possibile la prossima Calata del Liberismo: tutelarsi, tutelarsi, tutelarsi.

Se la battaglia sembra persa, si gioca in difesa, si guadagna tempo: chè tempo verrà, di questo sono altrettanto convinta. I segnali di resistenza, di opposizione, di vivere "altro" si moltiplicano e manca solo chi li sappia coordinare insieme alle teorie che pure non mancano: non è uno scherzo, ma arriverà il momento in cui si riuscirà a farlo.
E quindi io, di mio, voterei secondo coscienza chi, in questa generale poca rappresentatività che distingue ora i partiti italiani, penso potrà rappresentarmi di più.
Mannò, invece, chè mi tocca star qui a pensare, per esempio, se chi mi rappresenta almeno un po' avrà la possibilità di farlo in caso di vittoria-vittoria delle destre. Oppure se invece non conviene giocarsi il tutto per tutto, contando sulla nostra forza contrapposta a quella del pasticciaccio. E, ancora, calcolare se due voti in più potranno fare la differenza e come mi sentirò se magari la faranno davvero.

Ma qualcuno ha calcolato i costi sulla sanità pubblica di questi patè d'animo? Avvisate Padoa-Schioppa, allertate l'Oms, arridatece la guerra fredda e i suoi blocchi belli ordinati... sarò un'inguaribile romantica, ma mi piacerebbe votare ancora una volta un'idea, foss' anche giusto una, e non solo una faccia o, peggio, un'astrazione numerica o un azzardo speculativo.

Cionon, voterò: come si diceva in una discussione con l'Amico del Cuore, l'Aventino non ha dato ottimi risultati, quando fu scelto, e non sembra il caso di ripetere l'esperienza. Ci ho sempre pensato, a come si devono essere sentiti cretini, dopo, quelli lì dell'Aventino: no?

SBAGLI ELETTORALI



Se ne parlava ieri sera con una nessie un po' preoccupata, che le toccherà di dirimere la questione. Mi sono ricordata che
qui Una Strana Strega ne aveva già parlato, perciò sono andata lì e l'ho acchiappato da mettere anche qui.
Per quanto, metà dell'esempio ci sarebbe bastata.

sabato, aprile 05, 2008

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La cassetta della posta tra la casa delle Piccole Donne e quella di Laurie, chi non l'ha invidiata e desiderata?
Un libro di Ursula k. Le Guin, "Sempre la Valle", in cui il metro in base a cui una persona si sente realizzata è l'importanza e la bellezza della "canzone" che le è stata donata dagli altri.
A queste due cose mi ha fatto pensare il gesto del mio Amico Del Cuore, che subito prima di venire a trovarmi mi ha mandato questo brano, che a lui suscita sensazioni belle e profonde. Metto in comune il brano, brevissimo, sperando piaccia anche a voi e lo sentiate come un dono.

http://www.youtube.com/watch?v=AyRzsQdeakE

spiega:Il re Serse parla ad un albero che gli è caro e dice:
"Ombra mai fu
di vegetabile
cara ed amabile
soave più."
Xerxes, il Largo. Di Georg Friedrich Haendel
Controtenore: Andreas Scholl (non è una donna che canta)

venerdì, aprile 04, 2008

MASCHIO FORTUNATO


Il mio cervello è in vacanza e ciò non vuol dire che si goda il suo bel relax. Nel frattempo, ho pensato di dare nuovi spunti a un burlone dello sciaìni che da un po' è migrato verso altri lidi, quello che cercava notizie sui peni di differente specie, dai messicani ai fenicotteri. Per esempio, caro te, lo sapevi che la forbicina - sì, quell'insettino un po' schifosetto, proprio lui - ha due peni?
Con tipico sadismo umano, due studiosi staccarono una forbicina maschio dalla femmina durante l'accoppiamento e, ops, il pene del forbicino rimase nella forbicina. Ma, cicca cicca, i due sadiconi ne videro subito spuntare un altro, che il forbicino tiene di riserva. Cosa se ne facesse visto che nessuno gli procurò un'altra femmina, non si sa, e neppure si sa che fine fece la femmina: di corsa al Pronto Soccorso delle forbicine?
La notizia arriva da "Il libro dell'ignoranza", tutto pieno di queste utili info (i coccodrilli non possono sopravvivere nelle fogne, com'è l'odore della luna, una passeggiata è efficace quanto un farmaco contro la depressione, cosa c'è in un atomo e via di seguito), ideali da segnalare nei momenti di vuoto cerebrale.
L'illustrazione, invece, è un altro esempio di sadismo, chè la sua dida è "Kamasutra posizione 6", fors'anche detta della capra strabica.

giovedì, aprile 03, 2008

ECCOMI!


Sono lì, ma l'oracolo è come le i ndovine dei mercati, che ti dice quello che sai già e non quello che vorresti sapere, tipo - un dubbio a caso - per chi votare.



Elezioni 2008. Io sono qui. E tu dove sei?

mercoledì, aprile 02, 2008

UN BEL BOTTINO



Questo post dovrebbe essere letto con una voce da "annunciatore del telegiornale", quelli che c'erano nella mia infanzia. rigorosamente non-giornalisti, gli annunciatori (che poi in verità era praticamente solo uno, chè i tiggì eran tre in tutto, e mai seppi il nome di costui) leggevano dalle famose Veline - fogli sottili che crocchiavano appena dentro al microfono - le notizie del giorno. Le leggevano tutte con voce impostata e lievemente triste, viso impassibile e totale assenza di inflessioni ed emozioni, a sottolineare Ambasciator Non Porta Pena.
Dell'uomo del tiggì era l'invenzione di uno dei personaggi misteriosi della mia infanzia, il Presidente Delliri-Petrilli, di cui si parlava moltissimo senza mai dire niente, tanto che solo dopo molti anni riuscii a connettere il nome Petrilli con la carica del presidente dell'Iri, azienda della partecipazioni statali - altre creature misteriose, ma non solo per me.
L'annunciatore del telegiornale non era bravo come l'uomo che ogni giorno verso le due mi leggeva tutto il listino di borsa, quotazione per quotazione di titoli affascinanti come Eridania e Magnetimarelli, ma era la materia a prestarsi meno agli svoli di fantasia. Chè lui, l'ho già detto, era un Marcel Marceau al contrario, un amimico per vocazione e passione, un genio dell'imperturbabilità.
E a lui, perciò, tocca notare in completissima assenza di commento, che er varterone nostro sembra che cce possa perfino azzecca'.
Fra lo sconcerto dei suoi, lo stupore degli altri e l'incredulità dei più, oh, varter ce la sta a ffa'. Macari no, ma macari anche ni. E chi se l'aspettava Celentano, per esempio? sai quanti cattoliconi si tira dietro, da quando è sempre stato contro il divorzio, contro lo sciopero, contro l'intelligenza? Ricordatevi la voce che sta leggendo questo post, please, che l'intervento di celentano su veltroni non lo voglio neanche commentare. Anche se, a prescindere del tutto dal dibattito contingente mi fa piacere che qualcuno, chiunque, lanci un giusto allarme sulla speculazione edilizia, ma questa è una parentesi.
E tornando ar varter, ogni giorno che passa si scopre nuova gente che vota per lui, le sue battute sono migliori di quelle dello psiconano, le sue promesse più nuove, e
non si fa chiudere in trappola neanche sul tema del cugino ricco e fortunato, quel bambi zapatero che gli va sempre tutto bene, mannaggia a lui.
Con voce vieppiù neutra e neutrale, non posso fare a meno di notare che sembra aver imparato - forse unico nella sinistra, ma 'nzomma anche nel centro dove più correttamente ormai sta, come una torre di pisa umana, base da una parte e testa chilometri più in là - le tecniche di comunicazione che hanno favorito il cavbanana fin qui: evitando però astutamente di utilizzare le più vistose, becere e maleducate, di cui la gente è ormai anche stufa -
vox taxista vox dei.
E senza neppure muovere un muscolo noterò ancora che questo... sì, si può perfino definire entusiasmo, che cresce pur nella scaramanzia era cosa che da un po' non si vedeva, chè davvero er varter sembra pescare di qua e di là, e davvero a volte vien quasi voglia di credere che anche il nostro sia un paese governabile: nè più, nè meno, ma almeno quello sì.
Ecco, si sente la sigla, l'ultima velina fruscia nell'appoggiarsi sulla lustra scrivania, l'uomo tiggì guarda fisso nella telecamera senza neanche battere le palpebre, finchè l'immagine svanisce, parapà parapaaaà....