lunedì, aprile 14, 2008

MAFIA E MUTANDE ROSSE


Io mi ricordo che un tempo, non tanto lontano, nessuno metteva mutande rosse a capodanno. Nessuno ci pensava proprio, alle mutande rosse. Nel giro di un decennio, o giù di lì, l'obbligo delle mutande rosse è diventato come quello delle lenticchie: portano fortuna, con strizzata d'occhio e speranze inconfessate o sguaiate: fa uguale, chè le speranze quelle sono.
E se provate a chiedere a chi se le compra e se le mette, ogni ultimo dell'anno, vi risponderà che "è sempre stato così", "è
tradizione". Anche gente che ha più o meno ampiamente superato quei vent'anni necessari per ricordarsi che "la tradizione" è ben più giovane di lui.

Niente di male, forse: però ho sempre trovato significativo di come ci metta poco a formarsi un pre-giudizio insensato, perfino su cose per cui sarebbe un po' grottesco tirare in ballo Freud o Levi-Strauss.

E siccome in queste elezioni già così agghiacciate dal fiato di molti Dissennatori non poteva mancare l'ultima chicca, a far da ciliegina sulla torta mi è arrivata per mail - in zona Cesarini - l'elenco dei condannati, prescritti, indagati e rinviati a giudizio che verranno eletti in Parlamento.
Indovinate da dove arriva? Giusto, proprio dal beppegrillo che tanto schifo gli fa la politica che è presente con le sue liste: non da noi, per fortuna.


Le premesse da fare prima di obiettare a 'sta cosa, sarebbero mille, ma cerco di riassumerle in una, così ovvia che non sarebbe neppure da dire: a qualunque cittadino normale non può che ripugnare la presenza di personaggi anche solo "dubbi", in parlamento. Tuttavia, di per sè una condanna non fa di una persona un criminale: non ricordo se sia già stato condannato e per quale reato, ma credo che nessuno possa considerare sullo stesso piano il tipo che tirò il cavalletto al cavbanana e un boss mafioso, no? Non solo, ma se lo stesso tipo si fosse presentato alle elezioni, non ci avremmo fatto un pensierino? Proprio per quello che ha fatto e per cui è stato condannato chè la legge, si sa, non può tenere conto dei sentimenti.

Già il presupposto, quindi, è superficiale, a voler essere gentili.

Ma andando avanti arriva il meglio, che già nella mail ci sono i famosi "numeri": partito per partito, quanti "condannati" ci sono dentro.
E, tralasciando tutto il resto che pur è in molti punti discutibile come potrete accorgervi da soli se avete voglia di perdere tempo, ecco che mi fa notizia il numero 3 associato alla Sinistra l'Arcobaleno.
Niente in confronto ai 56 del PDL e neanche paragonati ai 9 dell'UDC - la totalità degli iscritti, praticamente- ma insomma...
Dunque si va a vedere: e si scopre che il primo è Caruso e il secondo è Daniele Farina "più volte fermato ed arrestato per fatti legati alla sua attività politica al Leoncavallo".
Entrambi hanno avuto solo condanne politiche, legate a forme di dissenso: come dire che se oggi viene fermato, e processato e condannato, uno che attacchina un manifesto contro Ferrara o che sussurra Bagnasco vergogna dentro un microfono, quello stesso non avrà mai più il diritto di essere eletto. Ma non solo: si vedrà additato
come un qualsiasi criminale, corrotto, mafioso. E il terzo? Il terzo è Pecoraro Scanio: che è stato recentissimamente (già in campagna elettorale) accusato di una serie di reati che sono ancora tutti da dimostrare: non ha subito nessun processo, nè arresto nè nulla. E, anzi, ha immediatamente rinunciato all'immunità parlamentare.

Ecco, io credo che questo che si trincera dietro "l'antipolitica" sia uno dei modi più beceri e vigliacchi di fare politica, sparando falsità e contando, perchè si diffondano, sulla superficialità di troppa gente.
Che dopo aver ricevuto la mail sarà pronta a giurare che anche la Sinistra l'Arcobaleno è piena di corrotti, già condannati. E che, naturalmente, le mutande rosse a capodanno sono tradizione antichissima.

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