giovedì, maggio 28, 2009

SE LA FEBBRE E' DEL MERCOLEDì POM


Il malefico virus ci colpì: prima me e poi il KGgB. Dura poco, dicono, e infatti io son già risanata e il KGgB si spera domani. 
Ma 'tanto già che c'eravamo, lì nel far niente della mente obnubilata, ne abbiamo profittato per portare il Terribile Repulisti che già da un po' imperversa in queste lande e di cui presto vi parlerò, nella Biblioteca dell'Infanzia. 
La cernita è stata accurata: in caso di dubbio, toccava leggerli, naturalmente.
 "I coniglietti tontoloni"rimangono in cima alle mie preferenze, ma anche "Stupido più stupido" si è confermato stimabile.  Amelia ragazza sveglia è carino senza essere grandioso, ma ci sembra un buon libro per la Ragazza Fuori Moda - che quando è che fa su un blog tutto suo, eh??? - e la Principessa Prunella è da portare alla Cena delle Principesse, che siam qui che l'aspettiamo
 già da un po'. 
Invece la Mucca Moka ce la teniamo e, per straordinaria fortuna, dei "Brutti mostri nell'armadio"ne abbiamo due copie e una può tornare dalla sua legittima Nessie. Questi sono solo i libri di oggi, più qualcuno che non ci ricordiamo. E' perchè il lavoro va un po' a rilento: bisogna rendersi conto di quanto è tenero il mostro alto e stretto che cerca casa, constatare una volta di più che i disegni degli Amiciamici non ci piacciono perchè sno ad acquarello, leggere le frasi più belle di Pizzicamì Pizzicamè prima di abbandonarlo al suo destino e non saltare neanche una battuta del Libro degli Elefanti. Ridere di qua e interenerirsi di là, che insomma è un duro lavoro ma qualcuno deve pur farlo. Mica finita, no: chè sopra l'armadio c'è uno scatolone azzurro con un bel biglietto:"Libri in tasca". Io lo so, e lo curo.

domenica, maggio 24, 2009

PIUTTOSTO CHE IL GOSSIP NAZIONALE, LO SCIAìNI


Lo confesso, me mi piacciono di molto quelli che al gùgol ci raccontano la loro vita per chiedergli qualcosa. Chissà se sono gli stessi che quando gli chiedi "Scusi, sa mica dov'è...?" finiscono per raccontarti che hanno i calcoli alla cistifellea e di colore è il gatto del vicino? Forse no, forse sono solo persone molto precise e didascaliche o, al contrario, sono come quelli che con gli stranieri parlano italiano, ma più forte.
Me lo chiedo ogni volta che guardo lo sciaìni, e fantastico su di loro. Per esempio su quello/a che al gùgol ci spiega bene " una tarma ha bucato un maglione" e il suo amico/a che aggiunge "le saponette da viso possono essere usate come antitarme?", entrambi battuti da "perchè si mettono le mutande rosse a capodanno?" ( ehi, è maggio!) . Ma vince "cosa significa la parola tusce", anche se rivela un onorevole desiderio di cultura.
"Bambino biafro" speriamo sia un errore di stumpa, e poi c'è il solito enigma: questa volta è "tappo ginnastica bardot brigitte". Quella finezza del cognome prima del nome aggiunge mistero al mistero, non vi pare?

venerdì, maggio 22, 2009

PER ORA


Se per caso a qualcuno venisse un dubbio sulle ultime, vergognose vicende, le cose stanno così:

(...) per quanto riguarda la scuola, la legislazione in vigore prevede all’art 45, comma 1, del Testo Unico sull'immigrazione, senza lasciare spazio a dubbi, che “i minori stranieri presenti sul territorio nazionale abbiano diritto all’istruzione indipendentemente dalla regolarità della posizione in ordine al loro soggiorno, nelle forme e nei modi previsti per i cittadini italiani. L’iscrizione dei minori stranieri nelle scuote italiane di ogni ordine e grado avviene nei modi e alle condizioni previsti per i minori italiani. Essa può essere richiesta in qualunque periodo dell’anno scolastico. I minori stranieri privi di documentazione anagrafica ovvero in possesso di documentazione irregolare o incompleta sono iscritti con riserva”. E al comma 2 specifica che “l’iscrizione con riserva non pregiudica il conseguimento dei titoli conclusivi dei corsi di studio delle scuole di ogni ordine e grado”


Tanto per saperlo, vi capitasse mai di discuterne, neh?

mercoledì, maggio 20, 2009

DISTOPIA QUOTIDIANA


Sì, ecco. Sarà che ho un forte senso del relativo e uno debole della mia importanza. Ma internet mi si apre sulle notizie del giorno, questo è il problema.
Ieri, tanto per dire un giorno a caso, mi è bastato scorrere i titoli per appurare che per una falsa influenza si rischiano cinque anni di galera, se vuoi fare pipì devi chiedere il permesso al capo, se telefoni a casa dall'ufficio sei pari a uno che prende le mazzette e se attraversi fuori dalle strisce (in Italia!), multa. E tutto ciò per rimanere sulle notizie "leggere", che sennò ci abbiamo le condanne e i vituperi, le nomine al momento giusto, la crisi e le belle notizie del razzismo galoppante. Per non parlare della pubblicità: che l'uomobarbuto mi ha appena mostrato, sul Manifesto, lo stelloncino dell'evento organizzato dalla CGIL per commemorare D'Antona: ospite, il purtroppo nostro Presidente della Camera. Sì, lui.
E poi ci sono le perle di delirio, come questa qui del Nobel per la pace, indovinate a chi?
Allora uno dice, che lo scrivi a fare, il blog? Ti viene addosso subito un senso di impotenza e di schifo che mica fa bene alla salute, così è meglio chiudere web e giornali e via, chè la vita quotidiana può sembrare solo scialba e frivola, in confronto.
Però il blog è un po' come la ginnastica quotidiana, quella che prima di riuscire a farla rimandi il momento. Poi ti decidi ed ecco che il giorno che invece non riesci ti manca moltissimo; ma tempo due o tre giorni e ricominciare diventa difficile.
Quindi si ciurla nel manico come sto facendo io: giusto per dire che ci sono ancora e sono perfino di buonumore, nonostante, ancorchè affannata. Come diceva qualche genio che non so più (Douglas Adams, forse), si fa almeno il rumore che gli umani fanno quando vogliono dirsi a vicenda "ehi, sono vivo".
Anche se, diciamo la verità, ci si sente sempre più come gli orsi bianchi: stretti su banchine di ghiaccio che diventano sempre più piccole e scomode. Ma noi speriamo che arrivi Greenpeace, neh?

sabato, maggio 16, 2009

TUTTI SULL'AVENTINO?


Cena al barrio alto di sinistra, iersera. Non di sinistrissima, ma anche.
Persone colte, informate, fino a ieri attive in politica e nella vita sociale, alcune di loro da sempre.
Su sette, due astensionisti: nel gruppo, persone che è impossibile sospettare di qualunquismo ma sostengono che tanto "i partiti sono tutti uguali" e persone molto ben informate su un sacco di cose ma che confondono le due liste a sinistra del Pd, ed attribuiscono ad entrambe la caduta degli ultimi governi di centrosinistra. La parte femminile della serata sostiene il dovere di votare, ma non c'è verso di smuovere gli astensionisti dalle loro posizioni.


Anche fuori di lì, le elezioni europee sono ancora viste come un surplus, una bagarre piuttosto inutile: è dall'Europa,
invece, che ormai passano le leggi e buona parte delle comunque scarse risorse economiche a cui i cittadini possono accedere. E' in Europa che si decidono questioni fondamentali come tutte quelle sull'ambiente e sui diritti umani, è nel Parlamento Europeo lo spazio per occuparsi di questioni un pochino più "alte" - come la pena di morte, il commercio delle armi, i diritti delle donne e dei bambini, la tutela delle minoranze - che non sempre sono seguite da provvedimenti intelligenti e coraggiosi, ma quanto meno vengono affrontate e a volte si riverberano sull'opinione pubblica.
Dall'Europa, infine, si spera che possa arrivare anche una minima tutela contro le ormai fin troppo evidenti azioni ed intenzioni antidemocratiche di questo governo: non è detto nè che arrivi nè che, nel caso, sia utile. Ma rinunciare a priori sembra un po' demenziale, no?


Io, poi, non sono brava a fare campagna elettorale: non credo che questa democrazia sia "la Democrazia" e capisco il disgusto e lo scoramento, anche se non ne condivido la conclusione.
Ma mi sembra folle non vedere che il disegno della compagine governativa e le sue scelte ormai senza più pudore nè freno richiedono di utilizzare ogni arma che abbiamo a disposizione, per spuntata che sia.
Il pezzo di Paolo Hutter che riporto qui sotto, dal Manifesto on-line, dice di "litigare aspramente" con chi non vota, perchè l'Italia non ha mai corso tanto quanto adesso il rischio di un regime assolutista. Paolo Hutter era in Cile all'epoca del golpe e finì nello stadio di Santiago: come dire, un parere di chi qualcosa ne sa.

Io, dico la verità, di litigare aspramente non me la sento: però spero che i miei amici capiscano che se qualcuno ti schiaccia la mano fino a farti urlare il rimedio non può essere quello di tagliarsi la testa onde interrompere le connessioni nervose.


Paolo Hutter
 
Elezioni europee: astenersi ha senso?
Bisogna sempre cercare di capire e spiegare ma ci sono atteggiamenti da contrastare apertamente, ponendo una questione morale, o moralista se preferite. E’ quello che associazioni e singoli cercano di fare da anni contro la complicità, l’omertà o l’indifferenza rispetto alla mafia. Oggi, e soprattutto nei prossimi giorni, il tema è il disimpegno il qualunquismo l’astensionismo in campo politico-elettorale da parte delle persone colte o comunque abbastanza scolarizzate da capire i problemi. Se non riusciremo a portare rappresentanti nel Parlamento Europeo lo dovremo non al minoritarismo delle nostre illuminate posizioni, ma alla mancata partecipazione alla campagna elettorale, fin addirittura all’astensionismo, di chi pure queste posizioni condivide. Non discuto in astratto dell’astensionismo, che in certi casi – referendum 21 giugno – può essere addirittura opportuno.

Nel concreto delle elezioni europee ed amministrative di questo giugno 2009 in Italia l’astensionismo di sinistra è però una grave scelta di crumiraggio, soggettivamente autolesionista e
oggettivamente complice delle peggiori politiche populistiche e neo reazionarie, mentre il nostro paese vive per la prima volta nel dopoguerra il rischio di un regime.
Nel rapporto diretto con amici e conoscenti non ci dovrebbe essere tolleranza verso questa scelta.
Per almeno tre motivi: Innanzitutto si farebbero mancare nel Parlamento Europeo le voci e le iniziative di chi davvero è riuscito a difendere ambiente e diritti sociali e civili in questi anni. Se certi atti, o non atti, del governo e delle regioni italiane sono stati costretti a fare i conti con direttive e norme europee, dalla gestione dei migranti a quelle delle grandi opere o dei rifiuti, lo si deve all’attività dei vari Frassoni Fava Musacchio e pochi altri. Se non ci credete informatevi, prima di dire che “tanto non serve a niente”.
In secondo luogo, la cosa più evidente. Se col contributo
dell’astensionismo di sinistra Berlusconi e Lega risultano premiati alle elezioni europee si consolida il nuovo regime italiano. E’ una scelta di cui dovreste rispondere in futuro, per decine di anni. (cfr la lettera del 19 enne Giacomo Ulivi condannato a morte della resistenza.).
In terzo luogo si snobba una vera libertà di scelta per poi trovarsi in futuro di fronte a scelte ridotte e obbligate. Le elezioni europee per un verso, quelle amministrative per un altro offrono all’elettore una vasta libertà di scelta. Si può scegliere la lista (tra molte) e si posson scegliere i candidati (alle europee) o il candidato (alle amministrative). Come è possibile che non troviate nessuno che vi rappresenti? Se viceversa intendete protestare perché c’è troppa scelta e le due sinistre non si sono unite in una sola lista (come anche io avrei voluto) scegliete strade efficaci. Il vostro astensionismo sarebbe indistinguibile da quello qualunquista o settario. E’ chiaro che oggi in Italia abbiamo un problema con un grande elettorato popolare che non è risolvibile con appelli etici.
Ma con alcune centinaia di migliaia di persone informate colte e di sinistra che non stanno facendo campagna elettorale o che addirittura si accingono a non votare – ivi compresi quelli che non intendono fare il piccolo sforzo di tornare a casa per votare – occorre litigare, e aspramente.

giovedì, maggio 14, 2009

E MENOMALE...



A prescindere dal voto prossimo, un discorso sensato, pulito e intelligente. Che va ben oltre la sterile polemica del nuclearesì-nucleare no, giacchè non si parla in astratto di forme di energia possibili, ma di come verrebbero imposte e realizzate.

Nichi Vendola sul suo blog, segnalato da Nessie su facciabuco (il neretto è mio)


Ieri il Senato ha sancito il ritorno del nucleare in Italia, seppellendo la volontà espressa nel 1987 dai cittadini italiani che avevano opposto il loro secco no, attraverso il referendum dell’ 8 novembre.
Ieri il Governo ha commesso l’ennesimo scempio, ha inferto un’ulteriore ferita al corpo martoriato del nostro Stato, cui guardiamo con sempre minore fiducia.
Sono segnali inquietanti quelli di questi giorni. Il ritorno al nucleare fa il paio con il respingimento dei migranti, con la legalizzazione delle ronde, con il reato di clandestinità; ognuna di queste misure è in netto contrasto con la nostra Costituzione e con le leggi internazionali sui diritti dell’uomo.
Sono segnali brutti, che emanano il tanfo di un vecchio decisionismo senza misure e senza limiti. Sembra che lo Stato di Diritto si tramuti improvvisamente in una sorta di sommo diritto dello Stato a soverchiare ed escludere i deboli, a criminalizzare le povertà, a violentare l’etica, ad ammutolire le volontà, a negare i diritti.
In questo modo lo Stato non è più il patto fra cittadini, non è più il respiro di giustizia, di libertà, di pace e di uguaglianza. E’ piuttosto un corpo morto, l’involucro opaco dentro cui si nascondono burocrati e tecnocrati che giocano con le vite a loro piacimento. E questo ritorno al nucleare è tutto questo. E’ violenza alla storia, alla voce e ai territori dell’Italia.

Hanno sei mesi di tempo adesso per decidere i siti più idonei, e la Puglia, la mia terra, sembra essere una delle destinazioni più probabili. Come sembra molto probabile che la scelta dei siti sarà fatta in piena autonomia, senza consultare le comunità locali, sulle quali graveranno i costi di questa operazione di sciacallaggio politico, ambientale ed economico. Il nucleare è inutile, antieconomico, pericoloso.
In Puglia abbiamo tracciato un cammino diverso, virtuoso. Abbiamo deciso di coniugare le ragioni dell’economia con quelle dell’ambiente e dei territori, per questo siamo i primi in Italia nella produzione di energia da eolico e fotovoltaico. In questi quattro anni abbiamo costruito le fondamenta per una crescita ed uno sviluppo sostenibili, abbiamo messo le basi per un futuro a misura d’uomo. Questo vogliamo che accada per tutta l’Italia.
Farò la mia parte: ricorrerò alla Corte Costituzionale contro questa normativa del governo.

GRAZIE, NIMBY


E speriamo che duri, che le Regioni e gli organismi locali eventualmente interessati non si svendano a questo folle progetto nucleare. Le tre regioni "possibili" - almeno sulla carta - per gli insiediamenti delle centrali si sono infatti già pronunciate contro, ancor prima di ogni designazione ufficiale.
Dopo il terremoto in Abruzzo e i "sospetti" sui materiali impiegati per costruire, come si può ancora pensare che in Italia sia possibile, in questo clima di arraffa-arraffa e di il-più- furbo-piglia-tutto, costruire con le dovute norme un impianto ad altissimo rischio come una centrale nucleare? Tanto per afre un esempio, In Giappone, una delle centrali è ferma da due anni per danneggiamenti dovuti a fattori sismici: dov'è il vantaggio economico di questa operazione, in un Paese come il nostro, ad altissima densità abitativa e ad altrettanto rischio sismico? O si pensa che in analoga situazione, qui nessuno si sognerebbe di chiudere una centrale?

Ma il rischio vero non è nella costruzione delle centrali, che probabilmente non arriverà a compiersi o ad essere produttiva: come denuncia Legambiente, le centrali sono un pericolo per la democrazia, e qui si capisce di più anche tutto il casino sulla spazzatura di Napoli.
“La competenza delle amministrazioni regionali in materia d’energia è sancita dalla costituzione - insistono le due associazioni ambientaliste -. Ma alla concertazione e alla trasparenza il governo preferisce l’autoritarismo e il segreto militare, con il rischio quasi certo di far piombare il Paese in un ginepraio di conflitti sul territorio: esattamente il contrario di quello che occorre all’Italia per risollevarsi dalla crisi economica e per contrastare il cambiamento climatico. Persino nella nuclearissima Francia sono previste procedure ben più trasparenti e democratiche, mentre quello che si presenta qui con l'approvazione del testo di legge è quasi un "golpe nucleare" con l'idea di militarizzare il territorio per imporre un sistema energetico che - secondo Eurispes - la maggioranza degli italiani non vuole”. Legambiente non lo dice, ma da un "golpe energetico" a un golpe e basta, una volta che il territorio è militarizzato e magari ci hanno anche sbattuti fuori dalla Ue pur di non doversi più sorbire spiritosaggini e balle, il passo è brevissimo.

domenica, maggio 10, 2009

UNA BELLA COSA


E' notizia del week-end, perciò forse poi si perde, mentre invece merita di essere segnalata, per diversi motivi, il primo dei quali è che si tratta di un'iniziativa di "cultura della civiltà" che viene portata dove la gente la vede per forza, invece di rimanere chiusa dove la vedrà solo chi già la pensa nello stesso modo.
A me piace, poi, che sia una mostra in progress, che continuerà registrando le reazioni delle persone, che così si sentiranno ancor più coinvolte.
E, infine, mi fa piacere che all'iniziativa partecipi Roberto Piumini: i suoi libri li leggevamo quando le figlie erano piccole, ma ultimamente l'avevo perso e mi fa piacere ritrovarlo in una bella cosa.
Chissà se si riesce a far arrivare la mostra anche qui...

da Republikit:

Mentre infuria la polemica per le frasi del capogruppo leghista al Comune di Milano, Matteo Salvini, che vuole carrozze della metropolitana riservate soltanto ai milanesi, i mezzi dell'Atm, l'azienda dei trasporti cittadina, si coprono di manifesti dedicati alle storie in positivo dei migranti. L'iniziativa è di una Onlus che si chiama Lettera 27 e che si batte per la reciproca conoscenza e per l'integrazione dei cittadini stranieri in Italia.
E' una "mostra diffusa" quella che i milanesi possono vedere su tram, autobus e convogli della metropolitana con manifesti che non contengono annunci, ma volti e storie di migranti di prima e di seconda generazione. Sono storie raccolte da un gruppo di psicologhe e curate da un editor d'eccezione, lo scrittore Roberto Piumini, scelte fra decine e decine di interviste a uomini e donne arrivati nel capoluogo lombardo da 21 Paesi. La mostra si arricchirà in un secondo momento delle immagini e dei pensieri suscitati fra i passeggeri dalla visione di questi primi scatti. L'iniziativa ha il patrocinio della Provincia di Milano, dell'Atm e di alcuni sponsor privati (Zita Dazzi)
[7 maggio 2009]

giovedì, maggio 07, 2009

ASCOLTA IL SUONO DELL'ARANCIONE



Pur mentre imperversa
la più indecente stupidità lasciate che io sia lirica, solo per un attimo.
Perchè quest'anno il tormentato muraglione di fronte al mio studio si è riempito di fiori bianchi, a nuvola, apparsi sui rami prima delle foglie. Una gioia tutta visiva, in mezzo a cui sfrecciano pappagalli e pappagallini verde mela, grandi gazze bianche e nere e le noiose tortore dal colore così morbido. Oggi un merlo ha preso possesso della nuvola e saltella fin da stamattina lungo i tronchi che scendono dal muro, in equilibrio impossibile, e lungo i rami. E improvvisamente, eccolo comparire al centro di un ramo fiorito: il nero delle piume incorniciato dai fiori bianchi è già una stampa giapponese, ma quando inclina appena la testa appare anche il becco, vivo arancione.

Io sono al telefono, e trattengo un'esclamazione di meraviglia e gratitudine, che quest'effetto mi fanno le cose così belle e inaspettate. Un attimo, e il merlo già è saltato sull'altro ramo, e saltella via con quella sua aria da menestrello strafottente.
A me rimane la voglia di fermare quell'attimo, di poterlo condividere. La voglia di essere pittore, o poeta. Mi accontento di essere blogger
.

mercoledì, maggio 06, 2009

ROSA ROSAE


Ci sono giornate che di colpo diventano belle giornate. Nonostante, è ovvio, ma ciò non toglie. Non toglie nulla, per esempio, ai colori stupendi delle più strane e belle varietà di rose nel roseto di Nervi, ai Parchi: che non è ancora in piena fioritura ma quasi, ed è stupendamente fitto di boccioli. E ci sono due archi coperti di fiori, e la serra misteriosa che la pianta del frutto della passione finirà per ricoprire del tutto, e l'angolino del pensionato con qualche cespo di rosa e qualche panchina protetta dalla tramontana, e i tavoli sotto le tettoie tipo chalet.
E poi gli scoiattoli, i prati, la passeggiata a mare. Io ci ho messo anche il mio ricordo dei punti a strapiombo sulla scogliera dove mio padre ci portava, me e mio fratello, a farci bagnare da capo a piedi dalle onde, quando c'era mareggiata, ma tutto il resto è per tutti.
Così mi è venuta quest'idea che domenica potremmo fare un pic-nic laggiù, magari perfino a tema: un Pic-Nic Rosa? O un Happy Flower? Pensiamoci, orsù.

martedì, maggio 05, 2009

CATTIVE AZIONI


Si dice che l'economia sia una materia difficile e misteriosa, e senza dubbio dev'essere così per Enel, che usa gli introiti di Enel Green Power - la divisione che si occupa di energie rinnovabili e il cui reddito è triplo rispetto alla redditività generale del gruppo - per finanziare, indovinate? il nucleare. Già pesantemente indebitata (e chi paga il debito? ah-ah, giusto!) l'azienda nazionale dell'energia sta studiando di indebitarsi vieppiù, e si parla di miliardi di euro, per costruire i quattro reattori previsti dagli accordi con l'azienda francesa EDF.
E se vi sembra illogico che un'azienda venda la parte che rende per potersi lanciare in un'avventura rischiosa e incerta (come è oggi il nucleare: non è un caso che a capo della nazione capitalistica per eccellenza sia finito un Obama che tifa per le energie rinnovabili) non è perchè l'economia è una materia difficile, è perchè è davvero fortemente illogico. Ma, a suo modo - che non è il nostro - furbo.
Greenpeace ha commissionato uno studio in cui vengono esaminate cifre e possibli rientri dell'avventura nucleare: lo potete leggere in inglese tutt'intero o in sintesi se lo volete tradotto. E se il prof dell'Università di Greenwich che lo ha scritto ha ragione, avete presente quanti sono tren-ta-mi-liar-di di euro? Questa è la cifra che Enel impegnerebbe nei prossimi dieci anni per costruire centrali il cui funzionamento è previsto tra il 2015 e il 2020: come fa notare anche il rapporto, non è però improbabile che i termini di consegna slittino, in Italia. Mentre i soldi comincerebbero ad uscire da domani, in varie forme, ma sostanzialmente dalle nostre tasche.
E, con ironia poco fine e tutta nazionale, da quelle degli azionisti di Enel Green Power che, pur convinti di aver finanziato e incoraggiato il ricorso alle energie rinnovabili, si ritroveranno le loro quote vendute perchè Enel possa costruire le centrali. Peraltro antisismiche, è ovvio. Come l'edilizia dell'Aquila.

'AN VEDI 'STA MIGNOTTA DE UNA LESBIA,,,


L'afasia blogghica è una brutta bestia. O, se vi piacciono di più le metafore vegetali di quelle animali, un'erba infestante.
Nessuno, come già da tempo sospetto, scrive davvero per se stesso. Così come nessuno si veste davvero solo per se stesso: può capitare di fare entrambe le cose per il proprio piacere, che non necessariamente include o men che meno dipende da quello altrui nel leggerci o nel guardarci: ma un bello scritto o un bel vestito nell'indifferenza muoiono.
Sui blog, raramente si parla dello "strumento blog": è una sorta di convenzione, così come si può parlare di libri in un libro solo se lo si fa con nonchalance o, al contrario, con un qualsiasi ma dichiarato intento.

Però non è la stessa cosa: "parlare di libri", oggi, significa solo parlare dei contenuti dei libri, e non già dello strumento libro (salvo quando si vuole sostenere che è ormai superato), mentre "parlare di blog" è un po' come parlare di cloni, o di modificazioni genetiche, o di staminali. Si parla, infatti, di qualcosa di nuovo, la cui conoscenza è limitata il cui utilizzo ancor più. Al tempo stesso, come avviene per il libro e come non avviene per le innovazioni scientifiche, ad esempio, sia la conoscenza che l'utilizzo di un blog sono teoricamente alla portata di chiunque, e realisticamente alla portata di chiunque abbia alcune conoscenze di base ed un tot di disponibilità di tempo e di soldi.
Avrebbe quindi un senso il parlare, fra bloggers, di cosa può stare o no su un blog: non tanto per una specifica netiquette, quanto per esplorare vantaggi e svantaggi, ma soprattutto modi, di un nuovo mezzo di espressione.
Non che sia facile, però: è difficile, per esempio, rispondere qualcosa a chi, pur essendo lettore di uno o più blog, si sente in qualche modo indiscreto. Perchè per un blog sì e per un diario dato alle stampe no? O, ancor più, perchè le liriche di Catullo non mettono nessuno a disagio e gli amori di Pincopallo sì?
Anche Catullo scrisse, pare, ponendosi come momento di rottura con la tradizione poetica romana e il suo impegno civile o politico: lui parlava di sè e se fosse stato un blogger si sarebbe potuto dire che raccontava i cazzi suoi alla grande, a chiunque.
Certo, non corriamo il rischio di incontrare Catullo per strada, domani, e neanche la sua Lesbia/Clodia: tuttavia non credo che questo sia il motivo principale per cui non ci sentiamo a disagio nel leggere le sue poesie, altrimenti saremmo restii a leggere qualunque opera riporti, dichiaratamente o meno, un qualsiasi vissuto autobiografico. E le poesie in primo luogo, poichè sono per definizione espressioni dell'animo: nessun poeta, se i lettori si sentiessero a disagio nell'apprendere i suoi sentimenti, potrebbe affermarsi come tale finchè è in vita, a meno di non rassegnarsi ad avere un pubblico esclusivamente di voyeurs.

Quale può esser, dunque, la discriminante? Perchè accettiamo come "opera d'arte" o comunque degna di attenzione un pessimo libro, mentre non andiamo alla ricerca di ottimi blog, che pur ci saranno? Eppure, il libro costa dei soldi al lettore e un blog è gratis al navigatore...


A me il tema sembra interessante, dal momento che investe la scrittura e la sua "formablog", perciò non vado oltre con le domande e le possibili risposte, sperando che qualcuno mi lasci commenti su cui avviare riflessioni comuni. Sennò, ad onta di ciò che ho sostenuto in apertura di post, probabilmente ne scriverò lo stesso: ma sperando, è inevitabile, che qualcuno almeno mi legga :-)