venerdì, dicembre 28, 2007

COMUNICAZIONE (QUASI) PERSONALE


non prendetevela, se non ho risposto a una vostra mail. non sono io, è l'ineffabile telecom. che, dopo aver deciso d'autorità che io avevo richiesto i vventimegayeah, me ne sta dando cinque scarsi. con la piacevole zonta di un bel po' di casini. inutile dire che nessuno, al call center, sa quali nè perchè. epperciò, ecco: chi vuole venire stasera alle 9 all'appunta con il formaggio puzzone e i suoi amici? a qualcuno l'ho già detto, ad altri, tipo il gipunto e la sua colombina, lo dico qui ed ora: ma chi viene non me lo dica per mail, mi mandi un sms. e dopo il dessert, un voodoo collettivo andrà ad arricchire fin d'ora il prossimo calendario dell'amicae.: indovinate chi sarà la vittima? se avete qualche pezzo di cavo telefonico, meglio se adsl, portatelo.

sabato, dicembre 22, 2007

A CHI SOSTIENE...


... che per avere questa "sinistra" tanto vale avere la destra: no, la destra è sempre peggio. il che non giustifica niente e blabla ecc., ok, lo sappiamo. Però la sindaco moratti caccia fuori i bambini migranti dalle scuole, e il fatto è incommentabile. Rosy Bindi più la sinistra rispondono, ad esempio con le parole del segretario confederale della Cgil, Morena Piccinini, che riassume bene i concetti espressi anche dagli altri : "'Quando il livore xenofobo di alcune realtà del nord del paese arriva a vietare il diritto alla scuola per i bambini migranti, le coscienze di tutta la società civile devono sentirsi scosse. Quando le pubbliche istituzioni arrivano a scaricare sui più piccoli le tensioni della politica, negando loro il diritto alla accoglienza e all'integrazione, non si deve tacere perché l'accoglienza, l'inserimento e l'integrazione, che sono presupposti per l'apprendimento, la formazione e la cultura, sono diritti primari".

venerdì, dicembre 21, 2007

IERI OGGI DOMANI


ieri
non potevo cucinare o attaccare la lavatrice perchè l'impianto elettrico protestava fumosamente ad ogni carico superiore alle due lampadine
e così
sono andata dal parrucchiere, che mi ha sbagliato tutto, ma proprio tutto.
per tirarmi su il morale ho iniziato a fare pacchetti natalizi

oggi
sono andata a rimediare il parrucchiere
ma è saltata la connessione internet
subito prima che l'elettricista aggiustasse l'impianto.
i pacchetti non li ho finiti.

domani,
sapendo che:
la mia testa (fuori) è a posto
l'impianto elettrico è a posto
la connessione è a posto
i pacchetti forse stanotte saranno a posto
me ne vado per due giorni insieme all'uomo barbuto

giovedì, dicembre 20, 2007

STORIE D'ALBERO


A me piacciono le cose che crescono. Mi piace quando nelle robe, o persone, ci puoi vedere dentro l'ieri e l'altroieri e pensare a come ci starà il domani. Mi piace quando le persone, o robe, sono una specie di puzzle e sotto il disegno, se li conosci bene, ci vedi i segni e le forme dei pezzi: epperò l'insieme sempre ti stupisce. E mi piace quando le cose, e le persone, fanno da filo lungo la loro storia, una storia piccina di persone e di cose epperò una storia unica, che mai si ripeterà uguale.
E così, l'altra sera facevamo l'albero di Natale, che quest'anno è venuto su in frettaefuria chè il natale ci piomba addosso sempre più all'improvviso; ma insomma c'era Bing Crosby con "venite adoreimus" che andava per la terza volta di seguito e c'era il groviglio dei fili d'argento e c'erano i suonatori di legno che hanno perso le gambe e sono perciò finiti a far parte del collettivo Bosch del presepe. Tutto normale, ecco: il KGgB e la sua mente archivistica hanno voluto tutti i Pippi vicini e, attenta, il maiale sugli sci va per ultimo sennò cade, ma per ultimo ultimo va il pavone di vetro ormai senza più coda, che arriva da quello che fu l'albero dei nonni. Ed ecco Babbo Dalì, appena comprato in Spagna, e Alice a traforo che arrivò da Eurodisney e l'unico uovo decorato superstite, giunto ancor prima dalla Boemia. "Ma questi devi proprio tenerli, eh?" brontola il KGgB, ma per finta: sono tre Babbi multietnici - uno con la faccia rosa, uno marrone e uno verde - fatti con i ponpon di stoffa, e indovinate chi li ha fatti, e quando.
Ma... sì, si tengono. Come si tiene il mascherone formato mignon, che di natalizio ha solo il cartoncino rosso incollato dietro e che tuttavia ogni anno è lì, pronto a prendere il suo posto: fu tra le prime decorazioni, racconto al KGgB, del primo "albero". Che albero non fu: era un cartoncino verniciato di rosso avvolto a cono, chè fino a quel momento il tempo per il natale proprio nostro non c'era stato. E non ci venne in mente, o forse era ormai troppo tardi, di comprare davvero un albero: l'anno dopo, il tempo lo si sarebbe trovato, lì per lì andava bene un " molto fatto in casa".  E le decorazioni - oltre al mascherone c'era un pendaglio indiano, qualche pezzo di collana e forse piccoli animalini, e di un piccolo uovo azzurro con nastro  e piumetta sono certa  - furono fissate con le puntine. 
Dopo ventisei anni, quasi ogni decorazione del nostro albero racconta un'idea, un viaggio, un riciclo, un regalo, una giornata, un'età delle figlie...  è impossibile guardarlo senza ricordare qualcosa e, se capita di parlarne, si scopre che c'è sempre una storia che ancora non si è raccontata, un pezzetto di qualcosa che qualcuno ancora non sa. 
Allora magari l'albero a tema che propone lanessie, e che mi piace un sacco - l'albero alieno, come lo vedete? - lo facciamo, ma in più.  

mercoledì, dicembre 19, 2007

MADDAI...!


Non so se abbiamo ancora diritto alla definizione di "distratte", chè mi sa che questa volta abbiamo un po' sforato.
Io e il KGgB , ben decise a rimpinguare le decorazioni natalizie - si era perso uno scatolone nel marasma del garage, fortunosamente ritrovato solo in serata, e palline e ghirlande e robini sembravano assolutamente troppo pochi - siamo partite per una spendizione all'Ikea.
Dove, com'è ovvio, ci siamo subito entusiasmate di fronte a cose che con il natale non c'entravano nulla e ci siamo altresì boicottate a vicenda acquisti improbabili. E mentre così avanzavamo nel dantesco piano superiore, notavamo qua e là appena qualche ghirlanda in esposizione, qualche pacchettino a mo' di esempio... e basta! Ohibò!
Fiduciose, ci dicevamo "Be', saranno al piano di sotto", ma a un certo punto siamo sbottate: c'ero uno spazio cintato - di quelli "lavori in corso" dell'ikea - con dentro un uomo lavorante fra le decorazioni. "Vedi, li stanno allestendo ora, gli stand natalizi!" ci siamo dette. E poi, vagamente indignate per quello che sembrava senz'ombra di dubbio una debacle degli svedesi"...be', potevano aspettare ancora un po'!" Cammina e cammina, siamo arrivate al piano di sotto e anche lì, solo presenze spurie: qualche tovagliolo più festoso, qualche candela dorata e nient'altro... mah. Finalmente, subito prima dell'uscita, eccole, le decorazioni. Ed è stato solo guardando i prezzi, ribassati dell'80%, che abbiamo realizzato: non è vero che non c'erano ancora, è che non c'erano più.

Aaah, hai capito?
E prima che qualcuno pensi che siamo rimaste in balìa di sequestratori durante gli ultimi due mesi, dirò che sempre io e il KGgB medesimi avevamo commentato, all'inizio di novembre, la follia di cominciare a vendere già a quella data le robe natalizie. Poi, ecco, forse ci siamo appunto distratte, e sinceramente giravamo per i corridoi straordinariamente vuoti indignandoci per lo scarso senso commerciale del signor ikea.
In compenso, abbiamo le decorazioni più assurde a euri 0,99 cad.

lunedì, dicembre 17, 2007

SEGNALAZIONE LOCALE


... e non ci si può esimere, infatti, dal segnalare:

IL CORO DANEO CANTA PER EMERGENCY
A sostegno del centro di maternità di Anabah, Afghanistan


Mercoledì 19 dicembre 07 alle ore 21 a Villa Piantelli (Marassi, zona stadio) concerto di solidarietà
In programma canzoni d'autore degli anni '60 e '70 (Lennon, Battisti, Springsteen, De Andrè e molti altri) arrangiate per coro e dirette da Gianni Martini
Ti aspettiamo!!!
E ti invitiamo caldamente a far circolare il più possibile questo messaggio!!!!!
Ingresso libero con offerta.


"Nei conflitti contemporanei il 90% delle vittime sono civili.
Ogni anno la guerra distrugge la vita di milioni di persone nel mondo.

Emergency è un'associazione italiana indipendente e neutrale, nata per offrire assistenza medico-chirurgica gratuita e di elevata qualità alle vittime civili delle guerre, delle mine antiuomo e della povertà.

Emergency promuove una cultura di solidarietà, di pace e di rispetto dei diritti umani.

L'impegno umanitario di Emergency è possibile grazie al contribuito di migliaia di volontari e di sostenitori."


Se vuoi saperne di piu':
www.emergency.it
www.peacereporter.net

....AGLI UOMINI DI BUONA VOLONTA'

QUALCUNO CI AMA

Anche se, è triste ammetterlo ma è così, solo in modo prezzolato. Per l'esattezza, 3.95 sterline è ciò che chiedono qui per avere pensato a noi distratti, creando il nostro regale ideale, quello che ci eviterà un tot di brutte figure. Eccolo qui:







E' geniale, no? Sì, fa un po' venire in mente il ciclostilato di Comma 22 ("egregio signor/signora/signorina , ci duole comunicarLe che suo figlio/marito/padre è caduto in missione....), ma.... i puntini!!!! Come resistere ai puntini?
Ecco, non giurerei su un buon risultato per S.Valentino, soprattutto se lei/lui compra la Settimana Enigmistica fin da quando aveva cinque anni, ma quel che conta è l'intenzione, come amiamo ripetere noi della categoria. il giorno dopo lo diciamo, di solito.

Il sito su cui il KGgB ha scovato questo dono che io mi dimenticherò di volere appena avrò
finito di scrivere questo post, offre oggetti di varia improbabilità - come l'asse da stiro con belloccione, il braciere da terrazzo, il padiglione da giardino e il metal detector - ma soprattutto offre Esperienze. E non è certo l'unico, chè io avevo trovato un altro sito simile, italiano, il giorno prima. E non credo siano cosa nuova, in sè, nè uno nè l'altro, ma natale mi pare un buon momento per ragionarci un pochino, pur senza troppe pretese.
In Italia le esperienze offerte vanno da Taglio e Tinta dal parrucchiere al Giro del Mondo in 24 ore su jet privato, ma sul sito inglese si può anche prenotare mezza giornata a guidare un mezzo militare o una battaglia (simulata, per ora) a bordo di un carrarmato.

Una Giornata da James Bond - dove gli spunti più trasgressivi sono fruibili, guarda caso, in Russia - se la gioca con il Corso da Spie, lo champagne personalizzato con le letterine altrettanto per Babbo Natale, il personale coach con la giornata con le tigri, e si potrebbe continuare. Non tutto è esecrabile, anche se per disgustarci quel tanto può bastare l'idea di un demente che in 24 ore fa il giro del mondo - e poi? - spendendo gli stessi soldi con cui potrebbe vederne un bel pezzetto, ma trovo interessante soprattutto l'esasperazione del concetto che già trionfa nell'acquisto di suonerie per cellulari, ad esempio, è cioè che sempre più si compra il Niente.
Comprare una Cosa Da Fare... è strano, no? Eppur comprensibile, a suo modo: il tempo è sempre meno e, potendo, perchè sbattersi se qualcun altro ci offre tutto già pronto e predisposto?

Il mio calvinismo interiore nonchè la mia vena badenpauell si ribellano entrambe a questa visione della vita - senza contare, naturalmente, il mio irriducibile marxismo e dintorni - epperò sono perplessa, magari pecco di rigidità mentale: e voi?

sabato, dicembre 15, 2007

QUIZ

Almeno tre fra i miei lettori riconosceranno la citazione, ma io spero che la riconosca anche qualche cinefilo e mi dica il titolo del film. che è natalizio e carino, ma chissà come si chiama.

giovedì, dicembre 13, 2007

QUESTO PAZZO ECCETERA




Da Republikit, i primi classificati per i cartelli e le avvertenze più assurde e questa non è la più sorprendente, chè c'è anche la penna magica che avverte "non firmate assegni o documenti con questa!", o il cartello che sconsigli di morire sul posto.







Da un'altra
galleria, quelle delle foto "esteri" dell'anno, fra tante normali assurdità come muri, violenze, carestie ed esplosioni, mi pare che la "manifestazione di avvocati"
(pakistani) tutti con il loro vestitino blu, meriti la palma de "le monde au contraire", no? O è solo che l'espressione esterrefatta di quello a terra in imminenza di manganello ci ricorda qualcosa?

mercoledì, dicembre 12, 2007

MA GUARDA TE...


Che Engels mi perdoni, ma domattina prenderanno l'aereo per tornare a casa loro e stasera non posso che pensare che, se famiglia dev'essere, meglio assai sarebbe averla vicina. o perlomeno parlante la stessa lingua. chè a sentirsi spuntare le lacrime in inglese non c'è nessun gusto.

COSA NE PENSA DI JEAN GENET?


Da troppo tempo la Colonna Silenziosa è del tutto silente, un po' per colpa mia un po' per colpa degli editori. Per leggere, è vero, ho letto - non si sfugge così facilmente al morbo - ma solo ciò che io considero "rilassante" e senza trovarvi, per di più, granchè da segnalare. Però qualcosa c'era e si farà ammenda nei prossimi post, chè questo è dedicato a una chicca: "La sovrana lettrice" (ed. Adelphi) è la traduzione italiana del suo titolo, anche se quello originale era più carino - The Uncommon reader - perchè giocava sulla famosa rubrica di Virginia Woolf, appunto The common reader.
E perchè il lettore non sia comune lo si capisce fin dalla copertina, su cui campeggia uno straordinario primo piano di una stravolta Regina Elisabetta.
Il libro è agile e veloce, non arriva a cento pagine; l'autore è Alan Bennet, uno di quegli scrittori di cui finora si diceva "ah, sì, ne ho letto qualcosa, ma... cos'era, più?" ; e lo spunto, semplicissimo, è solo la Regina che scopre la lettura.
E, confermando ciò che già si diceva su questo blog, viene appunto colpita in modo subdolo ma irreversibile dal morbo. Inutile anticipare cosa succede, a partire dalla domanda rivolta all'ambasciatore francese che si riporta nel titolo di questo post, nel discreto crescendo che caratterizza la storia: gli anglofili in particolar modo apprezzeranno la sottile perfidia della scelta degli autori compiuta da una Regina pressochè analfabeta in fatto di letteratura, e tutti gli altri ghigneranno sommessamente nel seguire l'evoluzione della patologia reale. Nonchè le reazioni del suo entourage.
E' raro che un libro semplicemente leggero - non comico, cioè, e neanche metaforico, o di fantasy, satirico ecc., ma semplicemente un libro divertente - meriti davvero una convinta segnalazione: parlare di umorismo intelligente e sommesso ormai rischia di attirarsi mille accuse di snobismo, ma questo è esattamente ciò che "La sovrana lettrice" ci dà, in cambio di 12 euri.

martedì, dicembre 11, 2007

LA RIVINCITA DEGLI SVAGATI


Da quella fonte di notizie inestimabilmente divergenti che è la newsletter quotidiana di Cacao Elefante di Iacopo Fo, ecco una notizia che mi ripaga del milione circa di "non mi ricordo" pronunciati nella mia vita:

"Uno studio svedese pubblicato su "Nature Neuroscience" ha rilevato che nel nostro cervello esiste un "filtro dell'irrilevanza" che elimina le informazioni superflue ed e' essenziale per una buona memoria. Per i ricercatori svedesi i risultati ottenuti dimostrano che una buona memoria dipende dalla capacita' di filtrare le informazioni e non solo da quanto si e' capaci di immagazzinare.
Quindi se vi ricordate tutte le parole di Piccola Ketty ma non la formula del pi greco vuol dire che dovete far pulire il filtro. "

MASOCHISMO A COLAZIONE


Un bel boicottaggio natalizio finora mancava, e ci pensa Greenpeace a segnalarlo. Non da oggi, in verità, però il problema creato dalla repentina valorizzazione dell'olio di palma sta diventando sempre più grave: intere foreste vengono bruciate con il fine ultimo di far posto alle palme da olio. In Indonesia, ci dice Greenpeace, "compagnie come Unilever, Nestlè e Procter&Gamble stanno distruggendo le torbiere per soddisfare la crescente domanda di olio di palma nei settori dell'agroalimentare, della cosmesi e dei biocarburanti"
Il rapporto di Greenpeace continua:

"Le foreste torbiere indonesiane immagazzinano quantità di carbonio di un terzo superiori a quelle trattenute nell'atmosfera a livello globale. Se non verranno applicati dei drastici tagli alle emissioni dei gas serra globali - causati in parte dalla deforestazione – il risultato atteso è un aumento della temperatura che, oltre a risultare distruttivo per gli ecosistemi, provocherebbe ulteriori emissioni nell'atmosfera. Avremo così perso preziosi depositi di carbonio convertendoli in fonti di emissione di gas serra nell'atmosfera.

A queste stesse conclusioni sono arrivati gli scienziati del Comitato Intergovernativo sul Cambiamento Climatico (IPCC) dimostrando che drastici tagli nelle emissioni dei gas serra sono necessari in tempi brevissimi. L'espansione delle piantagioni di palma da olio nelle foreste torbiere indonesiane viene praticata drenando il terreno con un reticolo di canali. Questi vengono inizialmente impiegati come via per il trasporto dei tronchi di valore commerciale rimossi dalla foresta, quindi vengono svuotati per far defluire l'acqua e prosciugare il terreno. Malgrado questa pratica sia vietata, la biomassa residua viene normalmente rimossa con il fuoco immettendo nell'atmosfera immani quantità di CO2. L'Indonesia ha già perso più di 28 milioni di ettari di foresta dal 1990. Prevalentemente in nome della riconversione delle foreste in piantagioni e mentre le foreste bruciano va in fumo il futuro del clima globale."

Come sempre in queste casi, verrebbe spontaneo aggiungere più notizie per sostenere il boicottaggio: per esempio, che fra gli animali minacciati di estinzione a causa della distruzione delle foreste indonesiane ci sono gli umanissimi oranghi, che già non se la passano bene neanche ora; o che una squadra di Greenpeace di 30 persone sta già lavorando contro questa ennesima follia, costruendo dighe per impedire il transito dei tronchi nei canali. Ma chi vuol saperne di più può andare sul sito di Greenpeace o leggere questo pezzo dell'Espresso, corretto e riassuntivo.

Qui preme invitare appunto al boicottaggio: evitate i prodotti che contengono olio di palma e, in Italia, quelli della Ferrero che risulta fra i maggiori utilizzatori dell'olio indonesiano.

domenica, dicembre 09, 2007

HORRIBILE VISU. IL MIO.


kafka, ne sono certa, aveva avuto un ascesso. svegliandosi la mattina orribilmente sfigurato - immaginatevi una guancia gonfia con le orecchie di cui già era generosamente provvisto! - aveva, con ardito capovolgimento sul piano tridimensionale, portato i suoi gonfiori in orizzontale e, voilà, ecco nello specchio lo scarafaggio che l'avrebbe reso famoso.
Altri scrittori dichiarano che l'insonnia da mal di denti fu la causa della nascita di opere famose e non posso che invidiarli, ma li sospetto di menzogna se le loro opere sono diverse da deliri e maledizioni, gli unici prodotti del mal di denti oltre ai sostanziosi onorari dei dentisti.

In ogni caso anch'io, nel mio piccolo, ho scelto una fonte di raccapriccio atta ad esternare il mio malanimo nei confronti della Sorte Ria, ed è la

Ricetta del Salmone in Lavastoviglie.
Chi l'ha già sentita narrata vivo-live ha sfoderato una bella gamma di espressioni orripilate, perciò sono certa si presti allo scopo: si tratta, detto in poche parole, di comprare una confezione sottovuoto di trancio di salmone e infilarla così com'è nella lavastoviglie mentre essa fa il suo lavoro (senza prelavaggio, specificato) ritirandola alla fine come fosse uscita dal forno. Solo a quel punto, è ovvio, si toglierà la plastica, procedendo al consumo del salmone nelle stoviglie testè contemporaneamente pulite.

Questa ricetta - utilissima come minimo a dare il via a bizzarre conversazioni - è stata inserita qui, sul blog di una sorta di clone. Chè non è per copiare la Nessie sui plagi, creando così un'esponenzialità di copiature e metaplagi, ma nel mio quasiclone ci ho sbattuto dentro e non ho potuto fare a meno di notare le quasi coincidenze. Marinella, si chiama, le nostre età paiono più o meno coincidere e ha anche lei un calderone in cui finiscono tutti i trucchi e le ecologie minime più improbabili, dai cosmetici naturali fai-da te alle sperimentazioni con le erbe. Però è anche un po' un clone dell'amicae. perchè ci ha anche le ricette - non tutte come quella del salmone - e i linki ad altri ricettofili. Insomma, siamo più fortunate della Nessie, chè la nostra clone è lungi dall'essere un'anima nera, al massimo un delicato color malva. Andate a darle un'occhiata, va', chè a scegliere notizie utili mi pare bravina.

mercoledì, dicembre 05, 2007

17!!!!!!!!!!!!!!


Buon compleanno al dolce KGgB!
che, ne sono certa, capirà perchè questa foto. anche se io non lo saprei spiegare.

martedì, dicembre 04, 2007

lunedì, dicembre 03, 2007

IL MONDO E' GRANDE E ALIENO



Un giorno, un po' di anni fa, in un museo svizzero adottammo questa creatura meccanica: vive su una mensola curva in cucina insieme a rumoriferi, dadi rotondi ed equilibristi di latta, ogni tanto fa un giro sui suoi molti piedi avanzando con passo lento e tenace.
Un altro giorno, un po' di giorni fa,
scoprimmo molti fratelli della nostra creatura alla Città del Sole, la catena di giocattoli didattici che finalmente ha aperto anche chez nous, in via Luccoli. E, ovviamente, non potevamo esimerci dall'adottare questo. Per simpatia, ma non molto di più. Però il nuovo arrivato
ci ha conquistato, muovendosi con frenetici saltelli sulle zampette sottili: insieme, i due fratellini meccanici sono belli da vedere.
Insieme al Nuovo c'era un cataloghino, da cui abbiamo appreso che la
prima creatura si chiama Bonga! e l'altra Cranky. Entrambe hanno una loro storia, ma la privacy ci impone di non svelarla qui, mentre non ci si può astenere dal dichiarare, nell'imminenza del santonatal, che speriamo in Babbonatale per ingrandire la famiglia meccanica. Che, per esempio, ci sono Pintacuda, Sparklz e Awika! con cui c'è già un netto feeling, ma anche gli altri non ci dispiacciono per niente, e quanti ce n'è!
Chi li fa è un tipo do brasil che si chiama Chico Bicalho. E anche abbiamo scoperto che un insetto saltante adottato un altro giorno, qualche anno fa, durante un'altra vacanza in un altro posto, si chiama Leopold ed è stato creato dalla moglie
di Chico, Isabella Torquato. Stiamo andando forte con l'improbabilità, in questo periodo.

E non potrebbe esserci occasione migliore per inaugurare la nuova categoria del Giringiro: negozi carini e frasi colte al volo, faccine e segnalazioni, scovati in città per i lettori di questo blog. Il che, come può arguire chiunque conosca il mio teso rapporto con questa città, è vertiginosamente improbabile.

domenica, dicembre 02, 2007

OPS...

Nella mia imperizia tecnica, chè le istruzioni me le dimentico da una volta all'altra, da sempre mi piace fotografare i personaggi che popolano colonne e pulpiti, fregi e grondaie, facciate e capitelli. Perciò l'altro giorno ho approfittato di un giretto a Diagon Alley per scovare questi genti-quiz (il quiz, per genovesi e non è: dove sono tutti loro?). Trovo che il mezzo cervo abbia un sorriso stupendo, e il cane consumato non c'è anche al Museo di Sant'Agostino? E quel grottesco, sarà davvero una faccia o lo sembra soltanto?
Ma è stato solo scaricando le foto che mi sono accorta, dopo due anni, che la mia fotocamera realizza anche filmati. Ecco cos'era quel segnino che assomiglia a una pellicola...

venerdì, novembre 30, 2007

TRE PASSI DA GAMBERO


Visto che spesso mi scaglio contro republikit e, in genere, contro il modo di fare informazione oggi, pare giusto anche segnalare questo pezzo , civile e abbastanza equilibrato, sul "femminile" di republikit. Insiste un po' troppo, è vero, sulla dimensione "virtuale" del nuovo femminismo, ma insomma i contenuti sono piuttosto corretti, compresi quelli sulla discussa questione del separatismo, che già trent'anni fa sollevava aspre polemiche e feroci dibattiti.
Io non sono mai stata a favore di un separatismo smaccato e senza concessioni: mi è sempre sembrato un modo per allontanare da sè gli eventuali o possibili alleati, per rimarcare barriere invece di provare a superarle, per non riconoscere che alcuni aspetti della battaglia sono comuni. Chè , d'accordo, Virginia Woolf e le sue "Tre ghinee" saranno datate e anche piuttosto pesantucce da leggere, ma non credo sia veterofemminismo sottolineare - come già diceva lei alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale - che la violenza sulle donne riesplode (con un andamento progressivo e non improvviso, n.b.) nel momento in cui sugli scenari mondiali i venti di guerra tornano ad essere in qualche modo "normali". E se la manìf - peraltro pubblicizzata male e, ciononostante, riuscita piuttosto bene - del 24 novembre è confortante, non solo in sè ma anche per il suo rivelare un lavorìo che continua ad esistere, bisogna tuttavia ammettere che molti passi indietro si sono fatti e accettati, proprio sul fronte della violenza e della scarsa dignità che sono tornate ad essere anche loro, appunto "normali" per molte donne. E che forse in questo caso il separatismo - che pure ha fornito i soliti spunti stupidi alla stampa per fare del colore a spese dei contenuti - era un po' più giustificato che in altri, dal momento che ormai si sa che violenza e machismo non sono, purtroppo, esclusivo appannaggio dei maschi di destra.
Ecco, arrivata fin qui mi sono accorta che il seguito del post era la mia incredula reazione a due commenti lasciati all'articolo: solita roba, neanche eccezionali. Insulti e sgrammatica, state a casa e pensate ai figli, insomma, davvero niente di nuovo. E mi sono detta: ma ancora ti stupisci? Eppure, sì, è così: ancora oggi non riesco a immaginare persone così tristi da vivere le donne in questi termini. Chè perfino il machismo ha connotati e sfumature diverse, e alcuni subdoli sono forse più perniciosi di quelle plateali, ma insomma coem avere ancora la faccia, oggi, di sostenere pubblicamente e beceramente certe posizioni? Ma forse ha ragione Umberto Eco, che ha già avanzato il dubbio che questo tempo sia un tempo da gamberi.

mercoledì, novembre 28, 2007

MA SIAMO SICURI ?

"In quanto al lavoro (...) io non saprei cosa dirti /perchè io ò preso lavoro il 1°Maggio/pero un lavoro ignorante che mi toca sciabolare come un mato/ e Curadi anche a preso lavoro in un altra mina e anche lui dopera /la sciabola ti dico la verita che/non va niente bene sene abusano/del tempo che siamo perche anche /qui questi giorni fiocava/ e se andasse bel tempo forse che /lavori ne cominciano ma/vedi che le mine che lavorano /sono due soli in questo campo/ e gente cene anche qui a spaso/e non saprei cosa dirti di /venire o no/perche se tu dovesi far miseria mi dispia/cerebe perche anche tu ai famiglia vedi che tu se tu sei a spaso/ti costa più che li perche /bisogna pagare un scudo al giorno.(...) Come ti dico se posio fare un mese/scapo anche me di qua perche non è più Camp Bird come una volta (...)" Da "La via delle Americhe", epistolario Rosa del 1908.

Ecco, mette male.
Mette male, sempre e comunque, difendere la Svizzera stando al di qua delle Alpi: chè anche qui in Liguria c'erano due paesi vicini i cui abitanti si chiamavano, a vicenda, i Tonni e i Nesci (Gli Stupidi e Gli Idioti, per i non-udenti zeneize) e insomma fra noi e la Svizzera è sempre andata così.

E se capita che qualche zuccone laghè di confine, qual io rimango nonostante, si affanni a difendere almeno un po' i polentoni del ciculàt, parte un coro di "scemo scemo" e si può solo abbozzare. Che da parte loro, anche se a conoscerli meglio secondo me si rivelano migliori, bisogna dire che fra tante cose che gli svizzeri sanno vendere la loro immagine non c'è.

E non sempre, per di più, è solo questione di immagine: che, tocca ammettere anche questo, di rosso in Svizzera non c'è molto oltre al campo della bandiera.

Epperò, pur detto tutto ciò, nella vicenda del
filmato shock "anti-immigrazione" ciò che mi urta di più è il facile e provinciale sensazionalismo dell'articolo di republikit.

Proviamo a smontare la notizia: lo spot va in onda sulle tv pubbliche dei paesi africani interessati - per ora uno, ma ne sono già previsti altri - si immagina in accordo con i governi stessi. Che, lungi dall'incazzarsi, sono evidentemente contenti se qualcuno dice alla loro gente di non andarsene.
Nel filmato, infatti, si vede un ragazzo che telefona da una cabina in una notte di pioggia e vento e un padre che risponde da una casa africana: sia la casa che il papà denotano quello che si potrebbe definire un moderato benessere. E infatti il papà chiede al figlio se si è iscritto all'Università, se l'alloggio è buono, com'è il lavoro, eccetera: e il figlio snocciola una balla dietro l'altra. Perchè la verità è che non ha trovato lavoro, è oggetto di attacchi razzisti e non ha un posto dove stare, ma al suo papà - che si presume abbia fatto sacrifici per farlo arrivare fino in Svizzera, un po' di più di quelli che facciamo anche noi per mandare un figlio a studiare all'estero, ma insomma - non glielo vuole ovviamente dire e si bulla di come sta bene.
Il video si conclude con una scritta che dice: "Non credete a tutto ciò che sentite."


Degli albanesi si disse che arrivavano in massa in Italia perchè, vedendo la finta italietta televisiva, si convincevano che qui fosse un bengodi. Io, se fossi una ragazza albanese che ha creduto alla nostra tv o alle balle che qualcuno raccontava al telefono, preferirei che qualcun altro mi avesse fatto vedere un video come quello svizzero. Che lo shock di finire a fare la puttana - o lo spacciatore, o il generico criminale - credo sia peggio.

L'ipocrisia sta forse in quella casa africana confortevole, in quel papà dignitosamente tranquillo sulle sorti di suo figlio, non un migrante ma uno studente. (Salvo che per essere studente deve lavorare, e lavoro non ce n'è. Io, se fossi quel papà, preferirei vedere un video così: e farei altri sacrifici per andarmelo a riprendere, quel figlio.)
Senza dubbio, molti migranti non hanno una situazione di partenza così favorevole. Ma altri sì: a chi non capita di rifiutare il libro, ma anche l'ombrello, che il dottore africano ci sta offrendo? e davvero la vita che fa e potrà fare qui è migliore di quella che farebbe dove c'è una famiglia e una società che, comunque, gli hanno permesso di studiare? E il video, a quanto pare, si rivolge a loro: perfino agli svizzeri sembra evidente l'inutilità di un spot se l'alternativa è la miseria nera, la fame, la persecuzione. Il video si rivolge a chi può scegliere - in primis perchè sarà lui a vedere il video stesso, e non i disperati.

E lo so, pare brutto comunque dire "stai a casa tua", soprattutto perchè da casa loro noi abbiamo rubato quasi tutto il rubabile: ma se parliamo di risarcimenti, allora i discorsi sono tutti diversi. E di risarcimenti non parla nessun governo di paese occidentale, mica solo gli svizzeri.

Le motivazioni del video svizzero non sono nobili, no: tra le altre - pare abbiano fatto notare con accenti da Rezzonico - provando a convincere qualcuno a starsene a casa sua, si risparmiano i soldi del budget immigrazione. Ciurbis, sun danè!

Ma ciò non toglie che l'emigrazione aggiunga una piaga a Stati già sfigati, che ci metteranno un bel po' a riprendersi dalla fuga di cervelli e di braccia - come noi ben sappiamo: alla lunga ma neanche poi tanto, non si fa un gran favore a nessuno nascondendosi dietro a motivazioni che istintivamente sembrano più umane ma che finiscono per favorire solo l'abbondanza di manodopera non sindacalizzata o del tutto clandestina.
A me pare che scandalizzarsi per il video svizzero sia un po' come arrabbiarsi con quel padrone di ristorante che ci avvisa che prima di due ore non ci sarà nessun tavolo libero e preferire invece quell'altro, quello così bonaccione, simpatico, che si affanna a fare tutto il possibile... e ci fa aspettare due ore in piedi, senza neanche un aperitivo.
Mi pare che non sia sbagliato se anche l'informazione "ufficiale" diventa pragmatica e dice alla gente come stanno le cose, senza inzuccherarle o ignorarle, invece di lasciare che i vari Bepi del passato o i Biko di oggi se le scambino fra loro come possono e vogliono: e trovo disdicevole e increscioso che republikit si scagli contro l'iniziativa senza neppure un accenno di discussione, di dubbio.

Che la notizia accanto riporta il dato secondo cui l'Italia è 24° su 175 Paesi - tra cui Burkina Faso e molti altri simili - per il livello di alfabetizzazione, ma vivaddio du' risate su 'sti stronzi de svizzeri se ponno fà, almeno.

Perchè, sicuramente, gli italiani - brava gente, sempre - 'ste cose non le fanno: che anche qui negli anni '50 era il governo stesso (DC, democrazia cristiana, neh?) che si interessava degli emigranti. E aveva siglato un accordo con il governo belga: tot emigranti italiani a lavorare nelle miniere - e a vivere nelle baracche, eccetera eccetera, chè il razzismo non è mai mancato da nessuna parte - contro tot carbone per la nascente industria italiana. Vuoi mettere, ahò?


Insomma: non sto con gli svizzeri, ma anche meno sto con republikit. Che sempre più spesso non è detto che un po' di sano cinismo non faccia meno danni di uno smaccato - e spesso ipocrita - sentimentalismo.

martedì, novembre 20, 2007

COSA DICEVANO, DELLA SIBERIA ?


...nonchè dei bambini?

Come si racconta qui, pare che un buon numero - buono abbastanza per collezionare un gran numero di vittime in più generazioni successive - di preti pedofili sia stato inviato nelle "missioni" in Alaska. Sperduti villaggi sarebbero così stati allietati da violenze ed abusi sistematici sui bambini delle comunità, per una trentina d'anni.
E qualcosa di vero ci dev'essere se oggi, prima di un processo che avrebbe portato sul banco degli imputati i buoni massionari, la Compagnia del Gesù ha offerto mezzo milione di dollari a chi ha presentato le denunce, in cambio della rinuncia al processo stesso.

La notizia non desta troppo stupore - anzi, proprio poco, infatti viene tolta da republikit dopo solo qualche ora di permanenza sul video - ma non è curioso che due fra i principali "argomenti" contro i comunisti (ghiacci e bambini) si rivelino ben più rischiosi proprio per quei cattolici che da lungo tempo ne fanno cavallo di battaglia?

lunedì, novembre 19, 2007

17, CITTA' ASSURDA, CITTA' STRANA


Be', che è andata bene strabene ormai lo sanno tutti, e che faceva un freddo che solo il solito vecchio dioreazionario poteva pensare di mandarlo giù proprio il giorno della manifestazione lo sanno tutti quelli che c'erano, in vari stadi di ibernazione. Ed è bello continuare a scoprire, fra chi c'era, anche persone che mai avresti detto, e invece erano lì, a gelare anche loro in questa Stalingrado d'Italia, come da complimento che ci aveva fatto Il Giornale qualche anno fa.

giovedì, novembre 15, 2007

PARTIGIANI DI STAGNO


Partigiani su FIAT Topolino: sono al Museo del Figurino Storico di Calenzano, in Toscana. Grandiosi, no?

UN SEVERO SERVIZIO D'ORDINE


Comunicato del PCdI, Comitato Regionale Ligure, sulla manifestazione di sabato 17:

Vesco: dalla destra schiamazzi importuni e inopportuni.


“Mentre le forze di sinistra si stanno impegnando nell’organizzazione di una vasta manifestazione nel segno della democrazia e della partecipazione popolare, dalla destra si sentono solo schiamazzi importuni e inopportuni.
Certi esponenti dovrebbero smetterla di gracchiare nefaste profezie perché non è di questo che abbiamo bisogno.

Associazioni e partiti organizzatori stanno invece lavorando per far sì che chi sarà sabato a Genova lo faccia in modo assolutamente sereno e controllato visto che è nel nostro interesse dimostrare di non avere alcuna contiguità con frange violente che riteniamo distanti ed estranee.

I Comunisti Italiani, che aderiscono con convinzione a questa iniziativa, chiedono verità e giustizia su quanto accaduto nelle giornate del G8 del 2001 e accusano una gestione dell’ordine pubblico che sembrava diretta dall’esterno e si è rivelata incapace di colpire i veri responsabili della guerriglia urbana perché impegnata a reprimere i manifestanti pacifici.


Ciò di cui non abbiamo certamente bisogno alla vigilia di un evento come questo, importante e simbolico non solo per la sinistra ma per tutta la città di Genova, sono le sparate di Casarini. Le sue esternazioni, che si prestano a facili strumentalizzazioni, non fanno altro che incutere timore nei residenti e dissuadere molti dal partecipare al corteo.


Mi preme quindi rassicurare i genovesi e i manifestanti sul fatto che organizzeremo un severo servizio d’ordine che avrà il compito di isolare eventuali infiltrati e impedire qualsiasi tipo di scontro.

Enrico Vesco

Segretario regionale PdCI

15 novembre 2007

BRAVI SOLDATINI

Non mi è mai piaciuta, la storia del soldatino di stagno. quello monco, fatto con gli scarti, che gliene capitano di tutti i colori e lui rimane sull'attenti. e si innamora della svenevole ballerina - perfino da piccola vedevo tutto il patetico freudiano di uno che gli manca una gamba e fra tutti i possibili viene accoppiato con una che balla - e muoiono felici insieme. si sciolgono nel fuoco, aargh, fatto angoscioso e truculento. Me da piccola mi sembrava che avrebbero potuto ribellarsi, scappare, far qualcosa, insomma. Invece, il dato che la fiaba mette in rilievo in positivo, è proprio la capacità dei personaggi di rimanere al proprio posto, che viene chiamata "tenacia". A me la fiaba non piaceva, la tenacia mi piace ancora oggi. Mi piace chi, mettendo in conto con lucidità vantaggi e svantaggi, cerca di raggiungere o realizzare le proprie aspirazioni anche quando sono difficili o inconsuete, mi piace chi cerca di mantenersi coerente con una sua etica, chi pur accorgendosi di errori e limiti non smentisce la propria vita, chi di fronte a batoste vere o soggettive prova, testardo, a reagire. Credo ancora che questo sia un tipo positivo di tenacia e che se non dà i risultati sognati e sperati ci siano ragioni che val la pena di analizzare e, spesso, di accettare per quello che sono. E, a volte, di non accettare: non ancora, ancora un tentativo, dài. Che è quello che il soldatino non fa: lui infatti non grida, non piange, non scappa, non si arrabbia nemmeno. Sta lì, col suo fucilino ben stretto, e questo è il suo merito. Ci educavano così, forse: o soldatino, o ballerina, ma tutti e due "tenaci". Le differenze di genere - il soldatino che corre ogni genere di pericoli, la ballerina che sta lì ad aspettarlo - erano un punto importante, ma fondamentale era l'altro, la capacità di rimanere saldi al proprio posto. senza gridare, piangere o arrabbiarsi: chè sono tutte cose che "non sta bene".
Venne facile ribellarsi allo stare sull'attenti, e parecchi di noi lo fecero. Meno facile fu - ed è ancora - capire che anche il rimanere al proprio posto, faccia imperturbabile e fucilino ben stretto, non sempre è un merito.