giovedì, novembre 26, 2009

FRA LE TANTE PORCHERIE...


Ricevo per mail, e copincollo. i commenti sono inutili.


SE LA CAMERA DICE SI, LA MAFIA SI RIPRENDERA' IL MALTOLTO CON UN GHIGNO DI TRIONFO
(Tuesday 24 November 2009) - Inviato da Nando dalla Chiesa - Ultimo aggiornamento (Tuesday 24 November 2009)
(Il fatto quotidiano, 24 novembre 2009)

Con l'emendamento sulla vendita all'asta dei beni confiscati, i boss sarebbero in grado di riprendere tutti i loro beni.
Hanno sempre chiesto tre cose. La fine del carcere duro, l’affossamento della legge sui collaboratori di giustizia, la riduzione a burla della confisca dei beni. A ogni interlocutore politico, da quindici anni, ossessivamente, i mafiosi hanno presentato questo menù.
E il potere vero, quello che mescola ribalta e penombra, non ha mai detto no evangelici. Ha biascicato, talora consigliato. Ha messo la faccia feroce solo sul carcere duro, tanto ci hanno pensato i giudici di sorveglianza e i professionisti dell’ingiustizia clandestina a farne polpette.

Sulla confisca è stata lotta strisciante. Si tratta di un meccanismo che fa letteralmente impazzire mafia, camorra e ‘ndrangheta . Basta non sapere dimostrare l’origine lecita dei beni perché possa scattare l’iter del provvedimento. Pio La Torre, che inventò la legge, venne ucciso per avere osato tanto. E nemmeno dopo la sua morte la legge (firmata anche da Virginio Rognoni) passò. Ci volle la morte del prefetto dalla Chiesa, anche lui fautore convinto di quella misura, perché la legge venisse finalmente approvata. Per essere attuata con difficoltà, tra mille ritardi, inerzie, ostacoli burocratici. Ma attuata. Con i boss che vedevano svanire come in un incubo i frutti dei loro crimini. Fatto l’impero a prezzo di sangue (magari di famiglia), l’impero poteva sparire d’incanto per decisione di magistrati che guadagnavano meno di un killer.
Il secondo affronto giunse con la legge approvata nel ’96, forte del milione di firme raccolte da Libera di don Ciotti in tutta Italia. I beni confiscati potevano addirittura essere destinati a usi sociali, dati in gestione a quei giovani straccioni senza lavoro che si erano schierati negli anni dalla parte dell’antimafia.

Per questo la mafia insorse.
Intimidì, cercò di isolare le cooperative. Per i primi lavori di trebbiatura ci vollero le precettazioni prefettizie dei tecnici e il presidio dei carabinieri. Una specie di agricoltura di guerra. Quando vide che la volontà di questi “abusivi” non era facilmente domabile, la mafia fece sentire il suo fiato nelle stanze del potere e alitò in sintonia con le secolari pigrizie delle burocrazie. Lottò vittoriosamente contro l’idea di una specifica agenzia che potesse occuparsi in modo snello, rapido ed efficiente di assegnare i beni confiscati. E proseguì le intimidazioni: il taglio delle viti, gli incendi, i vandalismi. E perfino, in diversi casi, l’occupazione manu militari dei terreni confiscati, perché nessuno si azzardasse a entrarci. Insomma, una partita dura, un vero braccio di ferro tra l’Italia della legalità e l’Italia del sopruso e delle criminalità. Pochi giorni fa, per chissà quali percorsi, qualcuno ha deciso che in questo braccio di ferro il parlamento ci dovesse mettere, come dicono in Sicilia, “la sua mano d’aiuto” per indebolire l’Italia della legalità.
Un bell’emendamento in Finanziaria, al Senato. Per mandare i beni dei mafiosi all’asta. Per fare cassa subito, accidenti, non lo vedete in che situazione siamo? Certo che si vede, anche troppo.
Perché chiunque abbia coscienza limpida capisce che si tratta di un incalcolabile favore; che mentre si accendono le prime lampadine di Natale arriva il regalo atteso da tanti anni.
La mafia si presenterà alle aste con i suoi mediatori o prestanome. Lei con la sua immensa liquidità da crimine, a cui nessuno può tenere testa. Intimidirà eventuali concorrenti e organizzerà delle finte competizioni, come le organizzavano (senza kalashnikov a disposizione) gli imprenditori di Tangentopoli. E si riprenderà il maltolto con un ghigno di trionfo, lo stesso con cui brindava dal carcere (non duro) all’assassinio dei suoi nemici.
Lo Stato incasserà in moneta sporca quello che perderà rinunciando a trasformare in scuole, caserme o pensionati studenteschi una parte degli immobili confiscati. E lacassa civile e morale del Paese sarà ancora più vuota. Se alla Camera esiste un’Italia della legalità che ricorda la storia dei suoi eroi e le proprie più solenni promesse, cancelli questa vergogna.


http://www.nandodallachiesa.it/public

lunedì, novembre 23, 2009

ANOTHER ONE



L'ultimo dei Vikènd In-Scatola ha prodotto la scomparsa di: tutti i fumetti rimasti ancora liberi, i piatti di rappresentanza, la chiavetta per inserire l'antifurto e tutti, ma tutti, i rumoriferi, le lenti "come vede una mosca", la bussola di Topolino, la pompetta del DDT, i burattini a dito dei mostri, le parole incrociate da bagno, le bambole del secolo scorso, i robottini, il domino di vetro, il memory di foto nostre... tutte le robe utili e fondamentali, insomma.
Larò e Compagnamber hanno alleviato il nostro sabato, e domenica è stata Giornata Senior, con le amiche Anna e Patrizia a cui si è agg
iunta, un giorno dopo, anche l'amica Miri. E, naturalmente, l'Amicodel cuore, giunto apposta da nebbiosi lidi.


Il Moment
o Zedda Piras è stato intenso, le pizze ce le siamo svanite, e il miracolo "Mannaggia, a Maro'!" (notare la virgola, please) non è riuscito, come talvolta capita anche a sangennaro.
Bisognerà aspettare il prossimo trasloco.
(O qualcuno che ci spieghi come si fa a far comparire l'immagine della madonna sul toast con l'apposito timbro, da noi comprato in un'irresistibile confezione che declamava "Holy Toast!").
Abbiamo provato anche sulla torta, come da foto, ma è venuta peggio della sindone.


le altre foto del vikènd sono qui:
http://www.facebook.com/album.php?aid=2034821&id=1586486434&ref=nf

giovedì, novembre 19, 2009

GENIALI

segnala il solito Iacopo Fo:


I regali di Natale piu' inutili

La prima recensione spetta a Renewable Energy Experiment Kit, un gioco americano studiato per insegnare ai piu' piccini il funzionamento e il valore delle energie rinnovabili.
C'ha il pannellino solare, l'elichina eolica, una celletta idrolitica, il tutto alimentato a batterie AA!
Il particolare dev'essere sfuggito agli ideatori.
(Fonte: Ecologiae.com)

ANCORA UNO


La Casa nel Parco procede, nonostante gli intoppi inevitabili e gli scazzi fra maestranze anarchiche. Una camera è quasi finita, Mastromarcofalegname si è portato via il tavolo per render bellissimo anch'esso, perfino i gabinetti splendono di nuovo splendore, e insomma va avanti.
Nella casa qui, invece, si procede un po' a rilento, presi fra mille incombenze diverse e tutte urgenti: ma c'è chi si guadagna una grande Mostrinaball fornendo un enorme rotolo di Millebolleblu con cui faremo tic-tic per tutto il Vikènd, nel corso dell'Imballo di Gala.
Grazie all'Amicodelcuore, che festeggia il compleanno giusto a faggiuolo, il Vikènd sarà partenopeo come lui: pizza, musicanova, casino. Senza dimenticare lo Zedda Piras, che ha da essere finito.

I premi della lotteria (Olio, Grappa, Caffè e gli splendidi Tranci di Vita, un premio per ogni numero, siori!) sono in attesa al loro posto, e sono l'unica cosa ad avere ancora un suo posto.

martedì, novembre 17, 2009

DI COSE E DI TEMPO


Se la Rivoluzione è difficile da organizzare quanto i Vikènd In-Scatola, comincio a capire perchè essa non arriva mai: intere folle che svaniscono in un attimo con le più strane e fondate ragioni, mille presenze che si materializzano nei punti e momenti più impensati con le più carine motivazioni. Di più non dico, se non che il bello di questi Vikènd è anche esattamente la loro imprevedibilità.

E, come sempre quando una casa prende forma - ricordo che questo è il nono trasloco che io e l'uomobarbuto affrontiamo - la cosa più divertente e bella è proprio la Programmazione Imprevedibile. Come progettare tutta la seriosa cucina per poi svegliarsi il mattino dopo pensando che ah, la scarpiera, ecco, è quello che ci vuole in cucina, altro che colonna attrezzata, e scoprire che nelle abilissime mani di Mastromarcofalegname quello che noi abbiamo usato per otto anni come scarpiera è tornato ad essere un mobile bellissimo. O come uscire di casa per trovar sedie e tornare con due sedie ottime, ma soprattutto con l'incredibile oggetto che vedete nella foto, che farà un figurone in bagno, e con un tot di bicchieri del tutto a gratis.

Presi perchè i bicchieri di tutti i giorni sono finiti, rotti, kaputti, e al Mercatino di via Trento ci sono tre cestoni pieni di robine che il mercatino regala. Tra cui i bicchieri spaiati, il che mi ha fatto pensare: ma chi mai usa bicchieri uguali fra loro, tutti i giorni? E allora, che differenza fa, prenderli già spaiati invece di aspettare che si spaino da sè?

E pensando così, mi dicevo che davvero si dovrebbe cambiare la logica che ci muove, e riflettevo sul surplus di oggetti, arrivato a un punto tale che ognuno di noi si difende dai regali, invece di desiderarne. E su questa nostra vita dominata dai soldi anche quando i soldi hanno ormai perso la loro finalità primaria di garantire la sopravvivenza e anche il poco di più: che ormai ci si sente poveri a un livello sempre più alto, sempre più pieno di roba. La quantità infierisce di prepotenza sulla qualità, e viene accettata e giustificata e inseguita: dai cinesi costa tre euri, ne prendi quattro invece di uno. Ma perchè?


E pensando a tutto questo, che è come dire i massimi sistemi in quella che per noi gufi è la prima mattina nonostante si cerchi di andare a nanna presto, to' che ti arriva anche l'illuminazione sull'arredamento del bagno: una billy bassa senza il dorso ad incorniciare il calorifero piazzato, dall'Architetto Demente che progettò la casa, in mezzo all'unica parete utile. Ma, se funzionano le misure, ne tireremo fuori un bello scaldasciugamani senza spendere una lira in più.

E così, di tassello in tassello, le cose vanno a posto con naturalezza, senza ansia: se la billy non andrà bene, si proverà un ivar che da tempo giace in garage, o magari arriverà un'idea ancora migliore.

Come fare le parole incrociate, come girare per Venezia: quando si deve riempire tutto lo schema, quando ci si mette in testa una meta precisa, non si arriva da nessuna parte.
Spesso bisogna distrarsi e perdersi per arrivare dove si vuole.
Lasciare che la vita entri nella nostra vita senza affannarsi a cercarne i segnali riconoscibili, la parola giusta di otto lettere, la calle a sinistra della piazzetta.


Vale per lo specchio del bagno e vale per cose più serie: far rientrare tutto in un qualche schema, in un disegno precostruito, in un tempo che dev'essere quello, in uno scenario che ci convinciamo essere oggettivo mentre è solo la nostra testa a pensarlo tale, spesso provoca dolore e confusione e delusione, a volte anche disastri veri.
Lasciare che il tempo scorra piano rimanendo presenti a noi stessi, a tutti quelli a cui vogliamo bene, alle cose a i fatti senza tuttavia dover per forza essere al centro di ognuna di queste cose, senza lasciarcene schiacciare o doverle ficcare ognuna in una sua casella.
Lasciare che il tempo a volte ci prenda invece di incaponirsi sul contrario, per poi esclamare trionfanti "ho trovato il tempo per farmi una maschera, la manicure, la palestra, il giochino su facciabuco!", contenti di essere riusciti a ficcare altre cose in un tempo già pieno.


E' difficile spiegare lo "slow time" (c'è un bel libretto con questo titolo, se però volete approfondire, della scrittrice rurale Sonia Savioli) senza far pensare ad approcci fricchettoni o attendisti, senza dare l'impressione di un lusso per pochi, senza far rabbrividire chi lo confonde con un vuoto di cui avere orrore e paura. Ma poco fa, in mezzo agli scatoloni e alla scrittura di questo post, sono andata sul balcone e sono rimasta lì, a respirare l'aria d' autunno e di pioggia, lasciando che il giallo delle foglie e il grigio del mare mi entrassero negli occhi, senza intervento da parte mia. Non l'ho fatto per prendermi una pausa, non ho neppure pensato di farlo. Semplicemente, ho lasciato che accadesse.
E adesso dentro di me c'ìè un giorno in più, un profumo di autunno e di foglie e di mare. Così come altri giorni hanno profumo di latte e talco per bambini, di cloro e di caldo termale, di inchiostro e di asfalto, di spezie e di macchina, di lenzuola e croissant, di sangue e di paura. Trovateli anche voi, i profumi delle vostre giornate, i colori, i suoni, i sapori - quello del fazzoletto ormai pieno di lacrime che si preme sulle labbra, per esempio, altro che madeleines. E' un buon modo per scoprire cosa rimane, e cosa davvero abbiamo in questa vita che, come ci si accorge sempre troppo tardi, va già troppo veloce per conto suo, senza bisogno che ci si affanni a sveltirla.


E' così, amicae., che per ora raccolgo il tuo invito a raccontare un anno, con queste cose che mi ronzano in testa in ordine sparso, con queste cose che ho sempre pensato ma che ora so di avere ragioni per pensare.
Di più, non so, forse anche no: non è ancora tempo di bilanci, magari neppure di chiarimenti fra noi. Continua ad essere un tempo difficile e irto per la comune-ty, ma pian piano ci si prendono nuove misure, ci si pensano addosso idee diverse, ci si dicono altre cose, e se ne tacciono altre ancora. Credo che questa sorta di distanza, provocata dall'oggettivo e dal soggettivo, la patiamo tutti: chi se n'è andato, chi è stato cacciato, chi non c'è davvero e chi fa finta di non esserci, chi chiude il blog e chi lo lascia vuoto. Ci sono sofferenze ancora soffrenti, veleni non smaltiti, occhiate guardinghe e brontolii soffocati: tornare indietro non si può, lo sappiamo tutti. A che pro, quindi, un'operazione di memoria collettiva destinata non essere del tutto sincera? Io sceglierei di dire solo le cose belle - la presenza di voi tutti, l'importanza di amicizie nuove e rinnovate, per non parlare di quelle antiche, l'attenzione che ho ricevuto e ricevo e, non ultimo, il vostro aiuto giocoso al trasloco, adesso - in un anno pieno di momenti che dire brutti sarebbe un eufemismo penoso.
Tempo al tempo, amicae. : ci saranno momenti e modi, davanti alle castagne o dietro una fetta d'anguria, in cui il racconto arriverà leggero o sarà bagnato di lacrime, in cui parleremo tutti insieme o ascolteremo in un silenzio raro quell'unico di noi che avrà voglia di narrare. Io credo che lo faremo, che non ci disperderemo al punto di non saperlo più fare: stando attenti, magari, a non calpestare il momento quando si presenterà.

martedì, novembre 10, 2009

ALBUM PANINI

Lo so, parlo troppo del trasloco.
Ma faccio subito ammenda: invece di parlarne, vi mostro quello che vi aspetta se parteciperete ai Vikènd In-Scatola. Scommetto che ne siete felici, vero?



1° figurina: Il Bachecone.
Dove c'è tutto quello che abbandoniamo o cerchiamo. Mobili e suppellettili, chi se li prende?
E se chi li vuole lasciasse in cambio una libera e segreta sottoscrizione al Circolo Arci Belleville, che sta nascendo ora? Sarà un posto per suonare, cantare, giocare eccetera, e qaulche soldino per rimetterlo a posto non guasterebbe. Che ne dite, mettiamo un salvadanaio finalizzato?

Sul bachecone, però, anche i convenuti possono mettere i loro Cerco/Offro, sappiatelo.


2° figurina: gli scaffali dell'abbandono.
Così, senza neanche passare dal Bachecone, oggetti in libera offerta: un modem ADSL, i giochi da nerd, i libri per bambini, un leggìo e altre meraviglie.




3° figurina: i libri.
Una famosa critica letteraria raccontava che poteva lasciare la macchina aperta con dentro sacchi di libri appena acquistati, chè tanto in Italia nessuno ruba libri. A giduicare dalla pila che si alza sempre più, a quanto pare nessuno li vuole neppure in regalo: o questa maldicenza verrà sfatata nei prossimi Vikènd?





4°figurina: il medagliere dei ruoli
Santo subito chi, dopo la partecipazione ai Vikènd, verrà anche al trasloco vero e proprio, il 5 e 6 dicembre - ma anche il 7 e l'8, che c'è ponte.
Per riconoscenza anticipata viene data ad ognuno la possibilità di scegliersi il ruolo preferito durante il trasloco: Buffalo Billy o Billy Elliot monteranno le librerie, Black and Decker le mensole, Il Grande Timoniere guiderà furgone o macchina e via di seguito.

5° figurina, ta-daaam, I Premi!
Della Grande Lotteria del Ringraziamento, naturalmente, i cui biglietti vengono distribuiti durante i tre Vikènd.
Eccoli qui:

Primo premio, l'olio Buono in copiosa tanica
Secondo Premio, le due Grappe di barolo
Terzo Premio, il Pacco Giga di Caffè da macinare
Dal Quarto Premio in poi, tenetevi forte, i Favolosi Premi Tranci di Vita: chi coglie coglie. Ma non temete, o malfidenti.

INTERMEZZO POETICO

L'avevo trascritta, poi riposta, poi persa e infine ritrovata, e di nuovo persa. ora spunta fuori dal mucchio cartaceo che va scemando dalla scrivania e la copio qui, come volevo fare fin dall'inizio.
Viene dallo spettacolo "I giorni cantati" di cui si parlò già, e se non ricordo male è un madrigale còrso di qualche secolo fa, raccolto da Xavier Rebut.
Io lo trovo di una dolcezza naif infinita.



Eravamu in campu

Dill'amore traiti
Dove tra i fiori
Cercammu più bello
E io senteva
Un falsu gridu
Che mi sembrava
Che fussi un aucello.

lunedì, novembre 09, 2009

STRAORDINARIO!


e lo so che mi troverete un po' monotematica, in questo periodo. e lo so anche che i traslochi altrui, come le pene d'amour, non sono molto interessanti per gli altri.

ma bensì tuttavia, per chi c'era e per chi non c'era e per chi quel giorno lì inseguiva una sua chimera, il fedele resoconto del Primo Vikènd In-Scatola va fatto.


Be', ecco, fedele no: giacchè gli amicici convenuti sol per un attimo si perdevano in convenevoli&affini, preferendo buttarsi nell'opra all'istante, con spirito encombiabile. E si è dato dunque tutto un turbinio di cartoni e libri, viti e scaffali, cuscini e pennarelli - non mancando neppure l'intervento ludico fine a se stesso (come si può dedurre dalla foto) nè gli assaggi vaganti dei cibi approntati.
Il Vikènd, lo ricordiamo pei distratti, era dedicato all'anniversario della Rivoluzione Russa: ma io non sono comunque riuscita a vedere "Ottobre", che scorreva silenzioso sul Mengaschermo, rimandandomi inquietanti immagini rosse ogni volta che ci passavo davanti.
Il Momento Borscht è stato apprezzato più del previsto, nonostante le perplessità che hanno colto la tavolata - già cosparsa di macinini da caffè ormai imballati - nel vedere la zuppa che ha sostenuto la Rivoluzione, rossa di cavoli e barbabietole ( "Urgh, a merenda?" "ehi, la salsa sembra yogurth! ah, è yogurt? " "Cavolo??? non mi avrete") , che ha però riscosso successi all'assaggio.
Il Momento Vuodka è stato invece tardo - facciamo ammenda con chi era già andato via - onde salvaguaradare l'equilibrio dei partecipanti.
Sono state distribuite le mostrine, i biglietti della Grande Lotteria del Ringraziamento - tutti i particolari qui prossimamente, or che si sanno i premi - i libri in cerca d'adozione, gli oggetti di competenza. E' stata rinvenuta una sciarpa.

Un Dato Saliente della giornata è una vecchia/nuova amicizia che promette assai bene, si spera reciprocamente: una bellissima cosa, no?


L'efficienza e l'abilità mostrata dalle squadre di amicici ci fanno temere per i prossimi Vikènd: avremo abbastanza da imballare, smontare e cosare o ci toccherà invadere l'appartamento dei vicini?

Suvvia, non preoccupiamoci prima del tempo: intanto, da qui a sabato, mi aggirerò ammirando i tasselli cavi nei muri vuoti, i vasi vuoti nei terrazzi sgombri, i mobili smontati e vuoti, i vuoti. Li contemplerò con spirito zen, pensando solo: glazie, molto onolevoli amicici.


Altre foto del Vikènd sono qui:
http://www.facebook.com/album.php?aid=2033576&id=1586486434&ref=nf

martedì, novembre 03, 2009

NO NUKE


L'Urlo antinucleare mi è piaciuto assai, perciò copio paro paro la mail che mi arriva da Greenpeace.

Nel caso si riuscisse a riportare il nucleare in Italia, le bollette che l'Enel ci presenterà nel 2020 avrebbero costi stellari. Perciò – dopo le attività dei nostri volontari in tutta Italia - abbiamo lanciato la protesta anti-nucleare anche sul web, aprendo il gruppo Flickr "La bolletta nucleare non la voglio".
Dato il successo del gruppo, abbiamo deciso di indire un piccolo concorso per premiare le foto più belle ed efficaci. Fino al 20 novembre potrete votare la migliore “faccia anti-nucleare”, cliccando sulla foto prescelta e lasciando un commento per esprimere la vostra preferenza. In palio la maglietta “Nuclear emergency” e il dvd “Terra Reloaded”. Per partecipare al concorso basta scaricare la bolletta nucleare, scattarsi una foto e caricarla sul gruppo. Mettiamoci la faccia per dire NO al nucleare

TRANCIO DI VITA


Gli scatoli si inerpicano su per una parete, le librerie si svuotano.
Ne escono reperti di ogni tipo - ah, a proposito, se i nerd mi leggono sappiano che c'è fantascienza d'annata e difficilissimi e introvabili giochi in scatola che li attendono in cambio dell'opra prestata, neh? - dagli scandinavi che scrivono di giapani, come ha efficacemente sintetizzato il KGgB, all'opera completa di Hugo Pratt.
Apro uno dei tanti libri senza sovracopertina, giusto per vedere cos'è: nella pagina giusta, nell'angolo giiusto, c'è incollato un mio ex-libris, dell'epoca in cui avevo il tempo di incollarli.
Peccato che la pagina sia giusta e l'angolo pure, ma il verso del libro no, che è al contrario.
Allora lo giro e trovo, nella pagina giusta giusta e nell'angolo giusto, un altro mio ex-libris. Il titolo del libro? "Curar nevrotici con la propria autoanalisi", del buon Siggy. Che di più adatto c'era solo la Psicopatologia della vita Quotidiana.

lunedì, novembre 02, 2009

LA DONNA E IL MOBILE


Domenica di baratto a casa dell'amica Paola, all'insegna della socializzare il cambio di stagione. Come ha sintetizzato una della partecipanti, il motivo del cambio era riassumibile per tutte nella parola "dimensioni", e ci hanno perciò guadagnato le quasi teen presenti.
Ma insomma anche noi over qualcosa abbiamo trovato, e poi si chiacchiera, si mangia e si beve e si vengono a sapere cose interessanti.
Come, ad esempio, che la figlia dell'amica Paola inventa e cuce bellissimi vestiti e accessori partendo da capi smessi: me ne ha fatto vedere qualcuno, tra cui una geniale canottiera/gilet ricavata da un paio di calzoni da bimbo, fra quelli che porterà a fine mese in un mercato di Londra (bella, no, la globalizzazione dell'artigianato?) Ma è da ricordare, femmine della Comune-ty, anche perchè abita a due passi da voi centrocentriche.


Detto ciò, torno subito al mio tema preferito del periodo, il trasloco: questo prossimo Vikènd (7-8 novembre) ci sarà il Bigiorno Rosso, anniversario della Rivoluzione d'Ottobre.

Come già scritto, il Vikènd vedrà:

Colonna sonora a cura del DJ KGgB, canti rivoluzionari e cori

Sul Mengaschermo, a ripetizione: "Ottobre" e "Tamara, la figlia della steppa"

Sulla tavola borscht, cetrioli, vodka. E Zedda Piras in onore di Gramsci

Interazioni sul tema "Che fare?"

Mostrina in dono ai partecipanti di colore Rosso


Il cestone del Ripescaggio Culturale (libri, libri e libri) è già pieno e pronto per un esproprio proletario.

Non picchiatevi che c'è posto e lavoro per tutti, alla faccia della crisi. Chi viene sarà così gentile da dircelo, qui o altrove?

Per riassumere a priori le prossime puntate, ecco:
- da domani comincerete a ricevere per mail lo spam "cerco, offro" che ha lo scopo precipuo di movimentare tutta la mobilia di ognuno di noi

- ci saranno altri due vikènd di PreTrasloco Solidale in cui potrete guadagnarvi gli ambiti biglietti per la Grande Lotteria del Ringraziamento che si terrà nell'ultimo Vikènd di Prestrasloco, il 28/29 novembre. I premi della Lotteria ve li dico nei prossimi giorni, promesso.
- il Trasloco vero e proprio dovrebbe essere, salvo imprevisti, il 5 dicembre - peraltro compleanno del KGgB, con torta vagante all'insegna del cambiamento - e nei giorni successivi.


Chi non vede l'ora di cominciare - eh, lo so che è dura aspettare, vero? - può venire a cena e approfittare, prima e dopo, delle attività già aperte: Imballaggio, Montaggio Scatole, Svuotamento Scaffali. O Caccia allo Scatolo, sgommando sulla Kangoo e urlando "maledetta Amiu, non avrai i miei scatoli!"