mercoledì, gennaio 31, 2007

COSE URGENTI E SINTETICHE


- Che quando la sinistra arriva davvero, l'amicae. la facciamo "Ministro dei vespai", così esplica la sua immensa capacità in un ambito più vasto, chè lo merita.
- Che la talpae., invece, mi ha beccato sulle paranoie più profonde, invocando la destra sia pure con sarcasmo: per il momento, lo perdòno, ma lui sa come vanno le cose fra noi trafficanti d'organi, neh?
- Che, no, amicae. non ho fatto la rivoluzione per te e non l'ho persa. nè uno nè l'altro, nè io nè altri. e non ci sono rimasta così male, credo, di come sono andate poi le cose (parentesi: oggi il KGgb mi diceva che " i prof, se sono gay in genere a scuola lo dicono, così possono essere punto di riferimento per gli studenti che sentono di aver bisogno di un confronto": forse a voi vi sembra normale, e vivaddio se lo è, ma non è che proprio sia sempre stato così, neh?) Ma, soprattutto, non l'ho persa per te: può darsi che siamo un po' ingombranti e certamente non ci piace l'idea di rimanere sulla sedia a rotelle quando - se - verrà l'ora di finire il cominciato, ma ci accontentiamo volentieri della seconda fila. terza, quarta, decima ancora meglio.
- che la rivoluzione che passa dallo stomaco è un'intuizione geniale, finora teorizzata solo sugli stomaci vuoti mentre il bello è scoprire cosa possono fare quelli pieni. e chi più di me può essere d'accordo?
- che, e lo dico a scanso di ogni equivoco e fraintendimento, sono d'accordo con tutto ciò che dice l'amicae. - i linguaggi, i vertici, le strutture e le sovrastrutture, gli esperimenti, il dissentire ecc. . Epperò dissento ancora sulla conclusione: non in assoluto, forse, ma in questo momento specifico ancora sì.
- nonostante la candidata con la camicia, che è francamente difficile da sostenere: ci ho qui il suo programmino e poi me lo rileggo bene, ma per adesso che ho dato una veloce scorsa... mah.
- che organizzo, in data settimana prox o giù di lì, una visione collettiva di Via col Vento, con mangiarini televisivi sennò non ce la facciamo. Perchè rhettbutler non ha mai visto rhettbutler e urge porre rimedio, e non è mica l'unico.
E soprattutto perchè il finale mi sembra particolarmente adatto al nostro dibattito.

MI TOCCA DI CHIEDERE SCUSA

a Saramago, prima di tutto, che è lui che dice che si scrive con la gomma. ma io di saramago ho letto un libro solo e lui non legge il mio blog, perciò forse è più utile che io chieda scusa alla nessie, che traduce saramago con "sei prolissa." e io dico, sì c'hai ragione, e poi scrivo ancora più di prima. perchè la gomma elettronica è più comoda ma più evanescente, e poi se uno la sua grafomania non la sfoga nel blog, dove altro può? e, non bastasse tutto ciò, l'amicae. fa la bieca provocatrice, e almeno in tre abbiamo abboccato subito, e con dovizia di parole ed argomenti.
per farmi perdonare, una vignetta sintetica di Gary Larson:

GIORNO VERRA', PER IL PUFFO MIETITORE

Collegamentoe oggi era una giornata un po' così, che non ci avevo voglia di cose serie, e già mi è toccato dire ai quattro che leggono la mia rubrica su mentelocale.it di sentirsi proprio in colpa per la loro settimana bianca, che per fare la neve artificiale ci consumano tutta l'acqua da bere. ma pazienza, è uno sporco lavoro ecc.
Però di rispondere all'amicae. - con cui stasera c'è stato uno scambio altamente sospetto di sacchetti con dentro robe tipo pani e avanzi di carne per la cana e libri e cavolfiori - mica ci avevo voglia, perchè delle volte mi sembra di essere un po' sola a fare la parte della scema contenta. Quando poi contenta non sono mica neanch'io, neh?, di questa sinistra qui.
E invece è arrivato il post della nessie, qui http://ilblogdellanessie.blogspot.com/, con le sue serissime argomentazioni e allora ho pensato che mi tocca anche me. Anche se non riuscirò a trovare argomenti altrettanto buoni, ma ci provo.
Un saaaacco di tempo fa, ero nel direttivo. di cosa non lo dico che non si è mai prudenti abbastanza, ma era un direttivo di sinistra. sinistra vera, come c'era allora. siccome nessie dice che sono prolissa e anche qui ci ha ragione, tralascio tutta la parte che dice perchè proprio io nel direttivo, ma figurati, eggiànon c'era nessun altro e via di seguito, per dire il succo di ciò. Che è che io, insieme ad altri tre o quattro, direttivavo ... mah, trenta persone? venti nei momenti di stanca e cinquanta in quelli di incazzo, più un tot variabile di simpatizzanti che mai sapevi se il giorno dopo li trovavi ancora. Insomma, tanti non eravamo. E le decisioni da prendere, le cose da fare erano invece tante, ma mica eravamo da soli - chè qui a genova si era una specie di filiale, e delle più piccole - e poi ci avevamo La Linea, e la Scuola Quadri, e l'Analisi Internazionale, Nazionale e Locale (dice: ma cosa facevate, d'altro? niente, ovvio) e Lettura Singola e Collettiva dei Principali Quotidiani. Insomma, eravamo ben attrezzati. E io, da militante qual ero stata per un bel po', sempre mi chiedevo come facessero quelli del direttivo a essere così zucconi. e anche lo dicevo a loro, nelle Riunioni. Perchè a me, e anche agli altri militanti, certe volte le decisioni del direttivo mi sembravano giuste, ma certe volte no: e quando no, mi sembrava così semplice fare diverso che non capivo perchè no. Tre mesi, forse sei, sono stata nel direttivo: e lì, in quel microdirettivo dalle microdecisioni, mi sono accorta di quanto sia complicato decidere e fare di conseguenza. Chè le cose più semplici in quei posti lì si complicano, e mica si può far finta di no, si può solo cercare di fare il possibile.
Sto giustificando la candidata, e l'intera sinistra-che-tanto-sinistra-non-è? No. Però quando sento la gente - qualunque gente - che dice che il Comune (il governo, il direttore, il capo dei vigili, il sindacato dei verdurai) dovrebbe fare così e cosà, mi ricordo che non è così semplice.
Cazzo c'entra con il non-votare? Mettiamola così: può capitare che arrivi uno Zapatero, ma mica è facile. e anche lui ci ha le sue difficoltà e le sue defaillances. per lui come per noi, come per tutti ovunque, Fare Una Cosa di Sinistra non è così semplice, oggi. Visto da qui sembra di sì, che lui Zapatero le faccia: ma forse, se fossimo spagnoli, adesso gli daremmo la colpa delle - guarda caso "provvidenziali" - bombe dell'Eta. o magari che la tassa della rumenta è aumentata, o che la nonna ha pagato il ticket che prima non pagava, o che la flotta mercantile non vale più una cicca, chissà. Perchè adesso, oltretutto, non è tanto facile decidere e sapere cos'è una Cosa di Sinistra, e soprattutto farla in modo che rimanga Una Cosa di Sinistra.
Per esempio: a me i sinistri che adesso stanno spuntando qua e là in America Latina mi ci piacciono, e lo considero un buon segno che riescano ad arrivare e soprattutto a rimanere al governo dei loro Paesi. Ma si comincia a dire che dietro di loro ci sono Russia e Cina che li appoggiano, in funzione ovviamente anti-Usa. E io non so immaginare cosa sia meno di sinistra di Russia e Cina, in questo momento, che perfino Bush ci va più piano, nello sfruttamento e nell'illiberalità. Allora, se è vero, devo ammettere che me mi toglie molta della poesia delle maniche di camicia di Chavez. Che, tuttavia, sta facendo Cose di Sinistra, eccome.
Forse questo post vi sembra confuso. Anche a me, però sono convinta che sia lineare, in confronto alla Situazione Politica. Perchè da qualche tempo c'è una grande assente nella Politica, ed è La Linea. Mica soltanto da parte nostra: anche i destri son niente messi bene, lì sono i manager delle multinazionali a dirgli cosa fare, e sono messi anche peggio di noi ma gliene frega di meno.
Noi invece ci patiamo e ci arrovelliamo, e vediamo che le Cose di Sinistra son proprio lì, e nessuno le fa. Ma ecco che perfino nella comune-ty non è che proprio siamo così d'accordo, su qual è la Cosa di Sinistra da fare: l'economia alternativa, per esempio, che già la facciamo solo io e l'amicae., e perfino in due ci avevamo due idee diverse su come farla. Perchè il buon Carletto, che io non penso sia tutto da buttar via proprio no, ma la moneta locale mica se l'era mai sognata, p. es, e neanche teorizzava il baratto. E non si era immaginato neppure i contadini ogiemmizzati, o che l'acqua te la vendono a peso d'oro; e quando si diceva il sol dell'avvenire non veniva in mente quello che scioglie le calotte polari.
Così, io credo che adesso di segnali buoni in giro ce ne siano, un po' per intelligenza e un po' per forza, e che come sempre chi della Politica ha fatto la sua vita e la sua professione sia fra i più restii a coglierli e a capirli, come minimo per ovvia autodifesa. Credo che per noi si tratti di aspettare, non passivamente, ma tenendo aperti tutti gli spazi che riusciamo a tenere aperti, per poterli allargare un po' per volta e soprattutto quando sarà Il Momento Giusto, quando le cose appariranno più chiare e forse dalla confusione emergeranno le priorità, magari perfino un abbozzo di Linea. o, vivaddio, un minimo di ideologia, che ci hanno abituato a considerare roba brutta, ma invece è essenziale per non vedere le cose come le rane di Terry Pratchett ("uno...miip, e poi uno...miip"). Credo che gli spazi vadano aperti e tenuti spalancati in tanti modi: con le manìf, gli appelli, il sostegno ai parlamentari e alle iniziative più degne, la critica, gli esperimenti personali e collettivi, ma anche con il voto. perchè partire da più indietro, quando ci sarà la vera battaglia? non è paura, amicae., è guerra di trincea: e mica si vince venendosene fuori e buttando lì il fucile al nemico, no?

martedì, gennaio 30, 2007

WOWWOWWOW!

A prezzo di grandi sacrifici (non solo suoi, neh, pacefortissima?) Silvia è definitivamente uscita di scena: al suo posto subentra il Dottor Brother, con grande soddisfa di tutti. A lui una sola esortazione: relax, relax, relax. Le unghie e i denti, almeno per un po', usali solo per cose piacevoli.

domenica, gennaio 28, 2007

BOBBY, RECENSIONE VIVO-LIVE

Dunque: Bobby era bello. sì, quel suo brutto naso e i dentoni, ma il ciuffo li riscattava, e le pieghine intorno agli occhi, e quella sua aria da bravo ragazzo ma mica tanto. Bobby aveva 11 figli e una moglie non bella: le immagini "non ufficiali" che arrivavano di lui comprendevano quasi sempre qualche bambino, e lui che rideva con loro. Bobby era semplice: ricco, sì, ovvio, ma nulla a che fare con la spocchia di Jacqueline. Bobby era giovane: non solo perchè era il "fratello piccolo" di John, ma perchè del fratello grande non aveva ereditato la compassata americanità, l'aria dei terribili anni '50. Bobby, soprattutto, era "dalla parte giusta": contro la guerra del Vietnam, con i neri e la battaglia per i diritti civili, contro la corruzione e l'egoismo, con i poveri del suo paese.
Avevo 12 anni quando lo uccisero, e mi ricordo gli originali televisivi di quelle cucine sporche di sangue, ovunque sangue e casino e terrore, e lui, Bobby, in mezzo, a terra. Avevano da poco ucciso Martin Luther King e anche da qui, anche a 12 anni, era chiaro che si voleva fermare qualcosa. poco importava, e in fondo importa ancora meno oggi, se ci fosse un effettivo complotto (se vi interessa, una teoria del complotto la trovate qui:http://www.filmfilm.it/articolo.asp?idarticolo=1962) o se semplicemente le "forze della reazione" si fossero mosse per bloccare tutto finchè erano in tempo. Si parlò di "sogno interrotto", e lo fu. non sarebbe stato certamente l'ultimo: cinque anni dopo, quegli Stati Uniti (e che non erano, non sono tutti gli Stati Uniti) che anche allora incarnavano il male, avrebbero devastato anche il sogno di Allende. Cinque anni dopo, anch'io mettevo in discussione - non che se ne parlasse, ma fosse capitato... - Bob Kennedy: con il suo passato nella commissione Mc Carthy, con le ombre che si tirava dietro in quanto ricco, americano, cattolico. e poi, forse, era stato proprio lui a spingere Marilyn al suicidio - non che di questo mi fregasse molto, all'epoca. e neppure adesso, se posso dirlo. La sua figura, e il ruolo che aveva assunto, vennero demoliti da destra e da sinistra, l'intera enorme famiglia Kennedy sembrava mettercela tutta per apparire assai meno stimabile di quanto era sembrata. Il fratellino scemo che fa morire la segretaria-amante, Jacqueline e Onassis, uno dei figli di Bob che muore per overdose (e so adesso, da Wikipedia - http://it.wikipedia.org/wiki/Robert_Kennedy - che era quello che aveva visto in tv la morte del padre, e non fu più lo stesso di prima) e poi, ancora, John-John che muore sul suo elicottero e forse era scemo lui, anche se forse è sempre il complotto. e per finire la moglie di Schwarzy, pur sempre una Kennedy anche se secondaria, che appoggia la candidatura del marito. A ricordare Bob Kennedy per ciò che fu, rimane solo Walter Veltroni, e "veltroniano" sembra riassumere, ovviamente da noi, tutto ciò che i duri e i puri di sinistra disdegnano: il sentimentalismo, la facile pietas, l'eccessiva tolleranza anche verso i nemici di classe, insomma il buonismo senza grande intelligenza.
Così, usciamo dal cinema e l'uomo barbuto - che per vezzo ama confondere le cause con gli effetti - definisce "Bobby" un film veltroniano. Anche i due amici, e coetanei, che sono con noi, prendono le distanze. E' vero, il film non è grandioso, come "opera cinematografica": in qualsiasi tipo di arte, un messaggio troppo preciso e voluto danneggia l'espressione artistica, e qui non si fa eccezione. Ci sono belle cose: la ricostruzione storica del periodo attraverso le vicende degli oscuri che erano all'Ambassador e intorno a Kennedy quella sera, è fatta bene. A parte l'hippy, peraltro credibile, che però cerca la "comunicazione con dio": e io non mi ricordo hippies che parlassero di dio, "energia cosmica" o "il tutto" o altre strampalate definizioni, ma non dio. E le altre due cose che mi sono sembrate sbavature storiche sono forse volute: l'oppressione subita e sentita dai messicani, nonchè la logica efficientista del bastardo di turno che non vuole neppure informarli del loro diritto di votare sembrano infatti preconizzare l'America del dopo, cioè dell'adesso. Che non è la stessa del razzismo contro i neri, non esattamente. Ma, in questa ricostruzione, sono belli i due ragazzini che provano l' LSD e soprattutto la cameriera che li sgama e li aiuta ("crederete mica di essere gli unici, eh?") a uscire dal trip, e soprattutto la ragazza che sposa il coetaneo sconosciuto per salvarlo dal Vietnam: quest'ultima è una storia reale, e dà veramente il senso di come l'opposizione alla guerra fosse ormai arrivata alle coscienze, anche a livello individuale. E la colonna sonora, con the sound of silence che parte sull'assassinio, è davvero bella.
Ma il fim è costruito sui discorsi e le immagini di Bobby in campagna elettorale: non c'è attore a interpretarlo - scelta sacrosanta - e a noi gnuranti ci hanno sottotitolato i discorsi, così si sentono da lui. E quelli sono il messaggio del film, che non si tenta neppure per un attimo di nascondere: perchè Bobbvy parla di un Paese "compassionevole", un Paese che rispetta e aiuta i più sfigati invece di emarginarli, un Paese in cui ognuno sa qual è la cosa giusta da fare e comincia a farla. E ne parla per ricordare agli americani che gli Stati Uniti sono tutto questo, non la potenza militare che incendia i villaggi altrui e reprime i suoi cittadini. Quale messaggio più chiaro, adesso come allora? La guerra del Vietnam fu fermata dal popolo degli Stati Uniti, a cui si unirono gli altri popoli, in tutto il mondo: questo è un dato storico, non una ricostruzione di parte. Questo riuscimmo a farlo, forse per la prima volta nella storia dell'umanità le sorti di una guerra furono decise non dalla potenza militare, ma dalla forza civile. E poi, il gipunto fa una bella domanda (http://puntog.blog.kataweb.it/ho_la_testa_tutta_piena_d/): poi, dove siete andati tutti? Lo chiede a chi ha votato schwarzy, ma vale per tutti noi, anche se di anni ne avevamo 12 e non 20 o 30. Me lo sono sempre chiesta anch'io, di fronte alle non poche aberrazioni che la mia generazione ha accettato man mano che, stanca, smetteva di lottare. Di fronte a figli educati come se noi non fossimo "la generazione del '68" o come se del '68 non avessimo mai sentito neppure parlare, di fronte alle rimozioni, alla sfiducia e alla spocchia del "tutto è inutile", di fronte a chi si è venduto ben oltre la necessità e la delusione. Me lo chiedo di nuovo di fronte al distacco degli amici su questo film: magari hanno ragione, magari io sono la solita ingenua. Ma mi viene il sospetto che ci faccia male, semplicemente, sentirci degli sconfitti. Sapere, rivedere dopo tanti anni, che i fucili, i cannoni e la coperte al vaiolo del consumismo - per non parlare delle bombe, qui - hanno fernato anche noi, che ci sentivamo invincibili, che il rosso sol dell'avvenire era lì dietro l'angolo. E invece siamo qui ad arrabattarci per difendere la pensione. Càpita, sì. Càpita che ciò che per te è ricordo per altri sia Storia. E si guarda indietro e ci si infastidisce nel vedere la propria giovane ingenuità, e fiducia, e speranza. Ma io non penso che abbiamo perso, non l'ho mai pensato: solo chi non sa com'era il mondo prima del '68 può pensarlo. Non abbiamo neanche vinto, cazzo, e cannoni e bombe sono ancora lì, e sparano: ma, in fondo, non eravamo così tanto tanto ingenui da pensare che sarebbero spariti davvero, no? Allora, credo che sia giusto riconoscere alla mia generazione, a quella che sostenne Bob Kennedy, il diritto di essere stanca, il diritto di essere sfiduciata, il diritto di pensarsi come individuo e non solo come soggetto politico. di pensare un po' ai cazzi nostri, detta chiara. E credo che però sia ancora più giusto riconoscere che siamo ancora in molti a non esercitare questo diritto. vince schwarzy, ma joan baez si arrampica ancora sugli alberi per difenderli. E, a guardare indietro, ci si accorge che è sempre così, la Storia procede a salti - come dice un altro uomo barbuto, più famoso - e ora siamo nella fase "a terra". Ci sarà un altro salto e noi forse lo vedremo - e se sì, cazzo, chi ci tiene più, quando avremo ottant'anni
e, da perdere, solo la nostra lombaggine? - e forse no: ma stupirsi o sentirsi a disagio perchè noi, come molti altri prima di noi, ci siamo fermati davanti ai cannoni puntati ( e non prima che sparassero, ma dopo) be', amico gipunto e amici coetanei, forse è ancora più ingenuo che continuare a sperare.

QUESTE SONO PER NESSIE


... ma anche per me, e per chiunque abbia voglia di intenerirsi. purtroppo sono scattate in uno zoo, e specialmente gli oranghi non dovrebbero stare negli zoo. ma ci tocca dire meglio lì che da nessuna parte.
sono foto reuters, pubblicate su repubblica.it

sabato, gennaio 27, 2007

IL SENSO

Ecco, io credo che a volte noi lo perdiamo, il senso. noi sinistri, noi compagni. che, non certo per la prima volta nella Storia, ci dissociamo da ciò che fanno i "sinistri" che abbiamo abbiamo mandato al governo, o che potremmo mandarci, o che in qualche modo ci rappresentano. perchè noi siamo più sinistri di loro. perchè fanno delle indiscutibili cazzate. perchè non sono davvero sinistri. perchè non si riesce a capire cosa fanno. perchè fanno compromessi. perchè fanno cose di destra. perchè, se il governo è di destra, quando fa cose di destra tu scendi in piazza. e anche quando non è vero, quando le cose di destra ti passano sotto il naso e provocano disastri ovunque, anche nell'anima della gente, almeno noi ci possiamo indignare senza conflitti interiori, senza vergogne. però succede anche, un po' per ridere e un po' no, che ci dissociamo perchè il "nostro" candidato ha scelto quella camicia lì, per la foto sui manifesti. è una camicia borghese, giusto. sotto una faccia abbastanza borghese, giusto. e quella camicia e quella faccia sembrano riassumere tutto ciò che non ci piace, nella "sinistra" di adesso. che tanto sinistra non è, giusto.
Ma poi arriva il Giorno della Memoria. E i lager, le deportazioni, gli orrori, la guerra, i pestaggi, gli assassinii. noi le sappiamo, queste cose. ed è giusto che qualcuno le dica a chi non le sa più, e quanti ce n'è, ma insomma è una specie di ricorrenza. noi le sappiamo. E invece, straordinariamente, arriva un pezzo su Repubblica.it che dice qualcosa che noi potevamo
anche immaginare, ma che anche noi sappiamo ancora poco. E che va oltre la scontata banalità del male per diventare la quotidianità del male.
Parla di emigranti, due generazioni fa: nonni o genitori, secondo la nostra età. quelli che non diventarono genitori o nonni, non ne ebbero la possibilità. perchè emigrarono in germania, nella germania dell'allora amico fuhrer, dove la paga di un operaio era il triplo di quella dell'italia di mussolini. dove furono incoraggiati ad andare, prima dell'occupazione nazista, per concorrere all'allestimento della macchina bellica. dove molti di loro - e ancora non si sa quanti - furono giudicati non abbastanza efficienti. o forse teste di cazzo di italiani, che magari brontolavano e si incazzavano, quel tanto che può incazzarsi un emigrato in terra straniera. e finirono nei campi. subito, prima che l'orrenda macchina dei campi si mettesse davvero in moto. ma funzionava già abbastanza per farli morire in modo atroce. leggete il pezzo, è qui:
http://www.repubblica.it/2007/01/sezioni/esteri/italiano-dachau
/italiano-dachau/italiano-dachau.html
Ecco, allora a me viene in mente ciò che sottovalutiamo, quando giustamente ci indigniamo e dissociamo per le cose di destra, o perchè quelle di sinistra sono troppo, troppo poche. quando abbiamo la forte tentazione di concludere che allora tanto vale non andare a votare. tanto vale, diciamo o pensiamo, che la destra vinca perchè così almeno l'avversario è chiaro. ma ciò che sottovalutiamo è la straordinaria capacità della destra (e non solo del fascismo dichiarato, non solo dell'abietto nazismo) di far sembrare "normale" il male, di far sentire nel giusto chi disprezza gli altri e le loro vite. Come se, in fondo, anche noi fossimo convinti che "certe cose" non possono più accadere. e forse, per fortuna, è vero che non possono più accadere nello stesso modo, forse. ma è la sostanza che conta, quella che ogni giorno autorizza e assolve
i tanti piccini di spirito della terra quando pensano di poter giudicare la vita di un altro, o di molti altri, una Ballast-Existenzen, un'esistenza insignificante.

LELE LUZZATI

Arriviamo a casa, squilla il telefono. sono nell'altra stanza, ma se l'uomo barbuto non ride e non scherza, è successo qualcosa. è morto Lele Luzzati. per chi leggerà questo post domani, o lunedì, la notizia non sarà più tale, nè vuole esserlo. ma l'uomo barbuto gli voleva bene, a Lele: l'aveva intervistato martedì, avrebbe dovuto presentarlo domani nel corso dell'iniziativa per il Giorno della Memoria. e lui va a morire il giorno prima, dopo averci fatto ridere, a tavola, con il racconto - riportato dall'uomo barbuto - delle sinanoghe a Ferrara. una di rito ashkenazita, una di rito sefardita; "e voi dove andavate?" chiede l'uomo barbuto che sa l'intricata provenienza di luzzati, nè ashkenazita nè sefardita. "Nella terza, ovviamente". e sembra la storiella di moni ovadia, solo che è vera. Io non lo conoscevo tanto, Luzzati: aveva illustrato un mio libro, una guida di Genova per bambini, ma in tutto l'avrò incontrato una decina di volte. Si diranno un sacco di cose su di lui, ma quello che viene in mente a me era la sua gentilezza, un po' avulsa come capita agli artisti, ma sempre presente. Una delle cose che non si diranno sarà quella che finchè era vivo è stata detta spesso, che deprezzava le sue opere facendo un po' tutto: dalle tazze premio per i punti del latte alle campagne pubblicitarie. credo che nessuno gli facesse il torto di pensare che lo facesse per avidità, si sapeva invece che "non sapeva dir di no". e che si divertiva a fare il suo mestiere, nè gli veniva in mente che potesse essere fatto diversamente, risparmiandosi. così, questa sera, considerando quanto fosse amato da questa difficile città, quello che mi viene in mente è che la scelta migliore era la sua. e che nel "mondo che verrà" a lui nessuno potrà rimproverare di non essere stato Lele Luzzati.

mercoledì, gennaio 24, 2007

E PER COMPLETARE IL QUADRO...

... ecco una dichiarazione di naomi campbell, che passa per "buongustaia":
" Adoro il cibo tradizionale inglese, non c'e' nulla di meglio di un buon piatto di pasta."

lunedì, gennaio 22, 2007

ASSOLUTAMENTE DA GUARDARE

se nutrite insani complessi sulla vs.bellezza o avvenenza, anche momentanei: la galleria fotografica delle star senza trucco (o trucchi, chè non è solo maquillage) convince più di mille discorsi. qui un esempio: prima come siamo abituati a vederla, dopo com'è o'veramente.
http://www.repubblica.it/2006/08/gallerie/gente/star-senza-trucco/1.html

domenica, gennaio 21, 2007

SECONDO L'ONU, PERO'...

... mr. dannyseo non avrà tutto questo gran tempo per organizzare i suoi parties. Il rapporto delle Nazioni Unite, che ci ha messo 6 anni per essere completato e sarà presentato il 2 febbraio raccolto in 4 volumi, ha una sola sintesi: se non ci svegliamo più che prima, ce l'abbiamo nel culo. Il rapporto è anticipato da Repubblica. it (http://www.repubblica.it/2007/01/sezioni/ambiente/
rapporto-onu/rapporto-onu/rapporto-onu.html ) che notoriamente ama il catastrofismo, quindi aspettiamo pure il 2 per angosciarci davvero, ma la sostanza pare che sia che il riscaldamento globale è davvero opera dell'uomo: il che vuol dire che non diminuirà, ma anzi andrà aumentando vertiginosamente. a meno, ovviamente, di non cambiare un sacco di cose. non vi pare una notizia? neanche a me, in effetti, ma molte cose un po' più furbe sono state bloccate usando come pretesto l'inesistenza di un cambiamento climatico in atto, dovuto alle attività umane. Certo, purtroppo anche i rapporti onu lasciano spesso il tempo che trovano - uah uah - ma, chissà, forse questo arriva al momento giusto, dopo questa eterna mezza stagione e vari tipi di disastri.
Più o meno contemporaneamente, Giorgio Bocca scrive sul venerdì che la catastrofe ambientale è a sua volta usata come pretesto per distogliere la mente da ciò che è più strettamente politica, lasciando chi la fa indisturbato come al solito. Bocca, che ho ciriticato e vilipeso nella mia gioventù e con cui ora mi trovo quasi sempre d'accordo, questa volta secondo me sbaglia almeno in parte: il punto, infatti, dovrebbe essere esattamente questo, che la catastrofe ambientale in arrivo serva per non lasciar più in pace chi questa catastrofe la sta provocando. E' esattamente quello che dovremmo chiedere al nuovo sindaco, qui nel nostro piccolissimo, è quello che dovremmo chiedere a prodi, e coincide con altre richieste, non meno importanti o meno politiche: privatizzare, per esempo, vuol dire dare mano libera a chi per risparmiare due lire inquina, oltre a massacrare i lavoratori in vario modo. Tuttociònononon, da quel che vedo in giro, io sono ottimista: nei momenti di crisi, la gente di solito capisce. Putroppo sarebbe ancora meglio non arrivarci proprio, alla crisi.

BELLE PAROLE

Il tenero Geko or ora entrato nella comune-ty (http://lasirecity.splinder.com/) mette fra i suoi link Radio Popolare. Il fansone di Radiopop, chez nous, è il KGgb, ma quando tollero che qualcosa oltre a ciò che è inevitabile mi entri nelle orecchie (il che è piuttosto raro), anche a me piace parecchio. Quindi clicco, ed ecco che ritrovo Toubab, una doppia trasmissione che si occupa di parole e musiche di altri popoli. Io non l'ho mai sentita - la parte sulle parole va in onde alle 11 del mattino, ora antelucana per una gufo per essere già attaccata al mac, chè qui Radiopop si prende solo in streaming - ma on-line c'è un bel vocabolarietto, ancorchè troppo smilzo.
Fra i termini e i modi di dire che elenca, a me piace moltissimo "N'Yin Wan Nou We: (pronuncia Ignu A Nue), espressione in lingua fon (Benin)
Significa "ti amo", ma tradotto letteralmente suona come "mi piace il tuo odore". "
Per uno afflitto da iperosmia - cioè il sentire "troppo" gli odori, cioè io - è un riassunto perfetto. Ma bella e molto più semplice è anche "Zuzzu: avverbio di tempo. Secondo la lingua Kurda (Kurmangi) significa "in fretta e furia". Ne propongo l'adozione nella comune-ty, se non sarò io la prima a dimenticarmene.

ECO-MINIMAL-RADICAL-CHIC????

Lancio in tutto il mondo, benchè non sia ancora stato tradotto, di un libro che si chiama "Simply Green" e insegna (?) come organizzare feste "verdi" in casa. Fa notizia perchè l'autore è Danny Seo, definito il "fondatore del brand Simply Green". Repubblica Donna scrive di lui - riportando il comunicato, che appare molto simile anche in rete - "famoso come maestro di un personalissimo stile minimal-chic-ecologista", anche se la sua vera dimensione pare essere quella di "consulente mediatico" - e forse il brother ne saprà di più, chè gli altri suoi libri hanno titoli incomprensibili ai più. Questo Donna Letizia dell'avvenir ci dice dunque come essere raffinati ambientalisti invece di puzzoni ecologisti: per esempio, servendo al party di cui sopra dei dolcetti a base di ricotta, cocco, zucchero e uovo (crudo!). Quelle palline, insomma, che se vai a una festa delle medie e vuoi portare qualcosa di tuo sono l'unica cosa che non devi cuocere, salvo che almeno le fai col cioccolato. Vabbe', certo, la ricotta è molto trendy, ma la sfumatura "eco-chic" non è qui, bensì nel fatto che ogni pallina viene servita su un frammento di vaso di terracotta (accuratamente lavato, si precisa). Perciò risponde al progetto "riciclare cocci di vaso rotti". Giuro.
Dopo la festa, immagino che i cocci vengano ordinatamente riposti nell'apposito armadio dei cocci, pronti a tagliare le dita di chiunque li sfiori, in attesa di poter figurare al loro meglio come piattino di un singolo... mah, candito?...foglia di salvia impanata? Fare un passato di verdura e lasciare a disposizione degli ospiti appetitosi optional(s) come prezzemolo, basilico, menta, maggiorana ecc. risponde invece al progetto "offrire agli ospiti la possibilità di personalizzare un piatto."
Tralascio le cupolette di riso ai petali di rosa (indovinate il progetto? "utilizzare i fiori del giardino", azzeccato! che sennò cosa stan lì a fare, perbacco?) che contiene l'indicazione carina ma non certo straordinaria di usare le scatole vuote del tè per metterci mazzettini di fiori (da guardare, questa volta, sempre con lo stesso principio che al loro posto non ce li lasciamo, no, anche se la festa si suppone sia nel giardino istesso) e riprendo l'unica idea che mi pare da provare, l'acqua aromatizzata.
Il nostro danny dice di metterci dentro, in bottiglie diverse: cetriolo con buccia e foglie di menta; mela a spicchi con buccia e cannella; lime e limone; arancia e un pezzetto di zenzero fresco; dopodic lasciar riposare 4 ore in frigo. E' anche l'unica indicazione che risponda a un progetto serio, quello di rivalutare l'acqua al posto delle bibite: anche se, non so come, ma io non ce li vedo tanto gli eco-minimal-chic a bere un buon sorso d'acqua alla cannella dopo la pallina di ricotta e andarsene via entusiasti.
Amicae., fondiamo un brand? all'ecominimalchic ci aggiungiamo il trasgressivetrash, e nella tua borsa rosa, per esempio, ci serviamo due palline di gelato al limone per il contrasto cromatico, sormontate da una foto di albano e aromatizzate al "sospetto di fumo". Progetto: rivalutare regali orribili e utilizzare giornali vecchi. Il sospetto di fumo come c'entra? ma è il presupposto del progetto, of course.

venerdì, gennaio 19, 2007

ANCORA RICETTE + UN ETIMO (FALSO)

Non mi piacciono molto i libri che mischiano ricette ed altro, perchè in genere non riescono a raccontare bene nè una cosa nè l'altra. Ma ci casco sempre, perchè se per caso qualcuno ci riesce... be', merita. Anche questa volta, però, non posso dire di aver trovato la perla rara: il libro si chiama "La cucina impudica", autore anonimo che è poi un'autrice. Che dovrebbe essere una "cocotte" - usiamo il termine leggero - della Parigi degli anni degli anni'20. Si dice, dopo la prefazione di Veronelli - sì, non è proprio un'ultima uscita, 'sto librino - che fu ritrovato sotto forma di quaderno in un mercatino di Vienna. Gli spunti sono spesso arditi, si citano nomi per noi leggendari come compagni di bevute o di passeggiate, i dialoghi, quelli sì, sono del tutto impudichi. Ma, insomma, leggendolo al massimo si può dire "oh, to'..." e questo è più o meno tutto. Le ricette sono più affascinanti: arrivano del tutto a muzzo, attaccate a qualche episodio piccante senza che però ci sia sempre un vero collegamento, ma la loro attuale irrealizzabilità le rende un documento più verace degli episodi stessi. Per esempio il "Pollo alle vipere", cioè un pollo farcito con bisce d'acqua. O, se proprio bisogna adattarsi, con le anguille. Ecco, non mi invoglia granchè. Soprattutto se lo penso come cibo afrodisiaco. Chè, bisogna dire, forse una volta eran fatti diversi, dentro: perchè buona parte delle ricette prevede dosi pantagrueliche di carni pesanti condite con salse robustamente all'aglio innaffiati da litri di vini tosti: e non sembra che mangiassero dopo, ma prima. Anche una cosa che si chiama "Lingue di montone con le lenticchie" (prendete sei lingue di montone, lasciatele spurgare...) o il "Cavolo farcito con salsiccia e marroni" - sì, amicae. , te la porto, ma poi non ti lamentare del Chimico, neh?
Peccato, non è proprio la mia idea di mangiarini sfiziosi...
Ma, l'etimo, ecco: fra le tante notizie non degne di nota, l'autrice dice anche di aver conosciuto un tipo che fa collezione di "mutini" (sing. mutinus). Che erano sgabelli con un fallo di legno sopra, su cui le fanciulle romane si dovevano sedere prima di sposarsi. E che "ammutinarsi" deriva dal rifiuto delle fanciulle. Il Devoto-Oli dà tutt'altra spiegazione - da "muovere" - però i mutini esistevano davvero, e il gesto era un rito magico in onore del dio Tutinus Mutinus, in sostanza Priapo. Era un atto magico-rituale e non credo molto erotico, che preludeva l'ingresso nella famiglia delle nuove spose: il suo significato immagino fosse un riconoscimento del principio maschile, della patriarcalità e insieme della fecondità (sempre al mschile). Vista con i nostri occhi, l'ammutinamento appare perciò giustificato e anzi doveroso, ma a pensarci bene perchè invece una fanciulla romana avrebbe dovuto - e forse più ancora potuto - farlo? Quindi, KGgB, non te la spendere a scuola, neh?

giovedì, gennaio 18, 2007

E anche questo è un post personale, chè l'amicae. ci facciamo le nostre belle discussioni in pubblico, anche se il pubblico è distratto. Così, quando ci vediamo, io e l'amicae. ci possiamo fare i chiacchieri personali nostri, che qua ideologichiamo. Allora, io sono in difficoltà sulla carne: perchè buoni motivi per non mangiarne ce n'è per così - ci ho mica voglia di andare a vedere i numeri precisi, ma con quello che mangia un bue o un maiale ci mangia un sacco di gente, se in tre non si mangiano il bue o il maiale. E questo è uno, e il secondo è che gli animali sono gente come noi, ma questo mi acchiappa di meno. Tutti gli altri motivi, per quello che mi viene in mente, sono legati al modo di produrre la carne. Però il modo quello è, adesso: che si può comprare un animalo trattato bene su internet e quando è pronto ti mandano il tuo pacco con la carne dentro e neanche ti dicono come si chiamava così non ci hai sensi di colpa. Che poi, i contadini (anche il mio amico Ennio), gli animali da carne li chiamano tutti con lo stesso nome (quello di Ennio è sempre Bull) così è un po' come se non li ammazzassero mai: ingegnoso, no? Ma, tornando a internet e all'azienda bio che proponeva 'sta cosa, per farla bisogna avere i soldi punto primo (no, domani non ci vediamo, questo mese mi iberno chè ho comprato la carne per tutto l'anno) e un enorme freezer punto secondo. Quindi è un po' un casino. Poi la carne ci ha di sfiga che non basta che sia di animalo felice, bisogna anche che sia macellata bene: sennò ti ritrovi con una carne sanissima, ma altrettanto dura e incucinabile. Quindi, insomma, io questa cosa della carne poca ma buona non l'ho risolta ancora e sarò lieta di qualunque dritta in merito. Perchè poi mica dev'essere per forza di bovino: io ho cercato l'oca, p. es. che mi fa voglia assai e nessuno ci ha ancora pensato a rinchiuderle nelle gabbie 0,50x0,50 le oche, ma mica nessuno sa dove si compra un'oca. E quando posso mangio li pecuri, senza farmi intenerire dai discorsi sugli agnellini (perchè, il vitello, invece?) e financo i cavalli, che però non sono del tutto sicuri come sanità per motivi complessi che non spiego qui. Perchè il punto dolente mio è quello che spiega assai bene l'amicae., e cioè che io la carne non la posso nonmangiare: chè è falso che sono allergica ai carboidrati, ma pensate a un qualsiasi carboidrato senza nè olio, nè burro, nè formaggi, nè pesce, e mica sempre il pomodoro, chè solo quello bio mi fa un po' meno male se lo mangio una volta tanto. ecco, ora piango: ma in realtà mi sono abituata e sopravvivo. Però con la carne, chè se tolgo anche quella...
Ma insomma, tutto ciò per dire, amicae., che in effetti siamo d'accordo: che anche ideologicamente a me mi sembra un po' eccessivo che uno la carne non la debba mangiare mai senza farsi venire un magollo nello stomaco (e un sacco di vegetariani mangiano pesce, il che secondo me è un retaggio cattolico un po' ipocrita). Però è importante riuscire a ridurla, questo sì: anche se per me fra la teoria e la prassi ci sono le intolleranze. Quindi, attiviamoci per trovarla buona, dài.

DEDICATO AL G.PUNTO

Che lo so che è facile facile, ma ci ho l'ispiratore occulto, il KGgb che mi ha detto "mettila, mettila!" E siccome non si può lasciare nei commenti....

SE SAPESSI CUCINARE MEGLIO

mi divertirei anche di più, ma fatto sta che a me piace leggere le ricette. Le guardo, valuto subito dagli ingredienti se possono ispirarmi o no, dopodic le leggo tutte fino in fondo e penso "mmm, sì, si potrebbe anche fare". poi, di solito, me ne dimentico. Ma non sempre: ci sono volte che mi innamoro di qualcosa - ma dev'essere svelto da fare e prestarsi a una preparazione che contempli anche il freezer, sennò finisce subito ecchestress - e allora lo incorporo nelle quattro o cinque cose che faccio in cucina. Ma non sempre: a volte lo faccio per quattro o cinque volte poi basta. Ma non sempre: a volte me lo ricordo dopo anni e riprendo a farlo. Insomma, ecco, la cucina non è esattamente il mio regno. Però ho scovato per la comune-ty di gourmet i seguenti siti/blog:
http://www.sustainabletable.org/kitchen/recipes/
index.php?view=viewrecipe&rnum=36
che dovrebbe essere di cucina sostenibile e quasi lo è, ma spesso il problema della sostenibilità è risolto con "prendete un pollo sostenibile...", chè così son buoni tutti, no? Ma insomma, un po' di ricette alternative alla carne o curiose ci sono, p. es. quella che si chiama "I Can't Believe It's Not Crab Cakes". Be', se qualcuno ne prova qualcuna, che mi sappia dire (solo veloci e da freezer, please)
Nella stessa linea, http://www.meatlessmonday.com/site/PageServer?pagename=a_index
una campagna per aiutare gli americani a mangiare come si deve. Raffinatino e colorato, ci sono dentro le info nutrizionali oltre alla ricette, ma non l'ho guardato tanto.
Invece, molto più simpa anche se meno politically correct, è il blog
http://gwyllion.blog.kataweb.it/lacucinadellastrega/
che sono andata subito a vedere per evidente colleganza. E parla di cucina medioevale! che è uno dei miei pallini: intanto perchè mischia il dolce, il salato e le spezie, poi perchè non adopera quasi mai latte che ci ho i miei problemi, poi perchè viene definita in base al colore del piatto e, infine, perchè le ricette sono le più belle da leggere. così la gwyllion mi ha postato subito per me la salsa camelina, che farò prima o poi, e dopo ha pure aggiunto il panforte, ma ci sono anche una minestra e due torte. be', andatevelo a vedere, va'. Anche perchè, a ben pensarci, a parte quella strage di ogni tipo di animale cacciabile (che però ce n'erano millemila, allora) non sono sicura che la cucina medievale non sia politically correct: più sostenibile di quella, dopotutto...

mercoledì, gennaio 17, 2007

L'ELETTO E' UN MAIALINO

che questa comune-ty non ha bisogno di essere incoraggiata a non mangiare carne, però "The Meatrix" è carino, pur nel suo essere didattico. e lo potete far conoscere agli amici carnivori. è qui:
http://www.themeatrix.com/getinvolved/forum/index.html
con i suoi seguiti e il resto, compresa una homepage in italiano, con video sottotitolato ( http://www.themeatrix.com/intl/italy/subtitled/). E' già un cult e perdòno se lo conoscete già, ma me mi era sfuggito nei buchi della rete: e sarà che Matrix mi è piaciuto assai, ma trovo bello questo "processo contrario", cioè usarlo per svelare l'idea di partenza dei fratellini. Il video è stato fatto da un'organizzazione che si chiama GRACE e che fa opera didattica a favore dell'alimentazione sostenibile: non sono riuscita a saperne/capirne di più, ma le cose che dice sono giuste, anche se molto riferite alla realtà del mondo anglosassone. Che, a noi che siamo ancora fortunelli, ci fa venire un po' i brividi per quanto è ormai deviata sul piano alimentare. Così risulta che noi rimanendo indietro siamo adesso un po' più avanti: per esempio, non solo sappiamo che i tacos non sono un piatto della tradizione nazionale (molti giovani inglesi, invece, sono convinti che lo sia, della loro, insieme alla pizza e alle altre schifezze pronte da microonde), ma abbiamo anche il numero più alto di piccole fattorie. che resistono, testardamente. e la loro è una vera resistenza, ormai. Perchè anche qui si cerca andare avanti, che avanti non è: e le piccole fattorie sono comunque diminuite dall'anno scorso, e le organizzazioni dei contadini cercano di indirizzare i loro soci verso la "competitività", e gli ipermercati impazzano ed ecc. ecc. , non la faccio lunga chè poi vi stufo.
Ma quello che ci piace soprattutto a me e l'amicae. - nonostante le nostre cadute su truccosetti e profumini - è che anche questa cosa del mangiare meno carne è dentro a una più ampia che si chiama "decrescita" e c'è un sacco di gente in rete che se ne occupa, con un sacco di idee e consigli, utili non solo per risparmiare. Me, quelli che mi piacciono più di tutti da tempo, si chiamano I Beati Costruttori di Pace, che il nome è un po' evangelico (e forse anche loro) e diffidavo, invece sono anni che fanno questa cosa intelligente dei Bilanci di Giustizia, che aiutano la gente di buona volontà a consumare in modo più intelligente e critico. andateli a vedere, quando che c'avete il tempo:
http://www.bilancidigiustizia.it/index.php

PLIN PLON PUBBLICITA'


Tripla, la pubblicità. La prima, fortemente convinta, è per la libreria L'albero delle Lettere. Che magari chi frequanta Diagon Alley (leggi Canneto il Lungo, 38 r) ben più di me la sa già, ma è una bellissima libreria. Per bambini e ragazzi, in teoria: ma tutti gli adulti dovrebbero continuare a leggere, o almeno a sfogliare, i libri da bambini. Perchè è lì in mezzo che si annidano tutti quegli autori che sono troppo geniali, troppo divertenti o troppo poetici per i grandi. Però, se anche non avete voglia di leggerli, i libri, fate un giro all'Alberodellelettere e sfogliatevi - con calma, chè nessuno vi mette fretta - quelli grafici, nel piano rialzato. Ce ne sono alcuni esaltanti, come "Moi, c'est Blop!!. Ma forse non c'è più, perchè me lo sono portato via.

La seconda pubblicità, col beneficio di un po' di dubbi, è per Lush, che siamo andati a troavre oltre le colonne d'ercole, a Sestri P. Ne avevo accennato nel post su Body Shop, chè c'eravamo già stati a Losanna, ma non sapevo molto di più di questa catena di cosmetici di quello che si vede. E che tenta tre volte tanto il tuo portafoglio. Ma tanto non eravano andati a Parigi, così io e l'uomo barbuto ci siamo sbizzarriti e abbiamo comprato un tot di balle da bagno, un tot di siampiedetergenti e un tot di coccole. Chè così si chiamano gli olii solidi da massaggio, tipo alla cioccolata e vaniglia, per dirne uno, ma ce n'è anche di più adulti. Finora abbiamo provato "Maledetta primavera" (sì, perchè anche i nomi e le scritte sono divertenti, pur nelle loro insistite strizzatine d'occhio), che riempie la vasca di fiori veri - e lo scarico non ne è felice, però è cosa bellina. E lì per lì dici: "E allora?" Ma poi dopo, dopo che ti sei asciugato e dopo e dopo, ti vien fuori tutto un buon profumo sulla pelle, che dura parecchio. E la pelle è bella morbida. Sugli siampi non vi so ancora dire, mi pare vadano bene ma è presto, perciò la mia esperienza finisce qui. In compenso, ho trovato sul web il rapportino di quanto Lush sia "corretta" e, insomma, sembra passare l'esame: con la furbata di rendere solido ciò che è liquido ha eliminato buona parte dei conservanti, distingue in colori diversi di stampa gli ingredienti naturali da quelli sintetici e i primi sono ben di più, per scelta aziendale impiega il 90% di donne e tutte a contratto - non a progetto o interinali - compra l'olio d'oliva da Libera e altri prodotti dall'equosolidale e dalle popolazioni di minoranza che sfruttano risorse indigene rinnovabili, elimina gli imballaggi inutili, sostiene la Lav (e la Lav sostiene loro), ha la certificazione aiab per ciò che è biologico... insomma, l'unico neo pare quella filosofia aziendale del tipo "siamo forti" che a noi italiani per fortuna continua a non piacerci no. I dubbi, quindi, sono sui prezzi - accettabili, un po' meno del Body Shop, ma ciò non vuol dire economici - e l'effettiva validità e praticità dei prodotti: ma, insomma, se ci si vuole regalare il pizzico di follia, lo si può fare con la coscienza abbastanza a posto.
Per saperne di più, nel caso: http://www.premioinnovazione.legambiente.org/edizioni/
2005/moduli/scheda.php?id=277


Ecco, questa qui non è una pubblicità, ma una segnalazione. Perchè il Mercatino dell'usato di via Alessi, in Carignano, per altri versi non mi piace granchè. Però è relativamente ordinato, che è già una buona cosa, e se la selezione degli oggetti tende piuttosto all'inutile/pittoresco, quella dei vestiti è abbastanza buona. Con il casino che non si può provare (be', se siete contorsionisti o molto disinibiti, potete), ma per giacche gonne e maglioni non è un problema. Non ne avrei scritto qui, però, se oggi non avessi visto là tre bellissimi pigiami in seta da uomo. Che purtroppo erano perelle e perperelle, sennò ce ne avrei preso uno all'uomo barbuto, chè il prezzo è un prezzo da meno del completino da calciatore di Oviesse. E sono nuovi, da negozio: così come da negozio (lo stesso?) sono gli incredibili vestiti da sera, chè se una ci avesse voglia di stupire, ma di stupire o'veramente, lo può fare a ottimo prezzo. Magari di posti di vestiti usati ce n'è di migliori, ma bisogna ammettere che in via Alessi i prezzi sono davvero bassi, non come in certi secondhand che alla fine li paghi di più che ai saldi. Vabbe', e questa era solo a mo' di informazione, chè me mi sembra meglio, potendo, comprare un vestito usato che una maglietta dai cinesi. sia per me che per cinesi.

martedì, gennaio 16, 2007

STAND BY

uomo della lavatrice viene, uomo aggiusta, uomo va. arrosto piccante per il KGgb, non abbastanza piccante, dimenticato il cocco. dieci righe di non so ancora cosa. l'orlo di una gonna verdargento e nera, orlo sì orlo no. orlo no. coccole al/dal KGgb, chiacchieri, petrarcachemuffa-hai ragione io al fumo sono contraria come concetto indovinate quale delle due, divano, ancora chiacchieri. i suoi occhi che son tornati grandi. i sacchettini contro le tarme svelti svelti da fare con urgenza e pazienza, profuno di anice e menta sul tavolo, tornare dal balcone con un brivido di finalmentefreddo. uh, guarda, wikipedia in dialetto, molto più difficile leggere il lombardo del siciliano. un raccontino in dialetto, il mio, sui boschi. bruttello, ma con parole di bosco. il partenone che era biancorossoeblu, domanda "perchè?": perchè gli piaceva così, chiassosso. steodulo, fratelliarnold, chirano,exlibris,collie,curnit- grattis-daphne-freddy-frosty-stupit-ecc. l'inventario dei popipeluches, nome per nome, nei loro condomini sospesi. che si oppongono allo sfratto in nome della Storia. altre tre righe. biologia, le malattie da virus e quelle da batteri. in cambio metti via la roba stirata. tutti si dimenticano del cambio. amici che tornano, la mail di mezzanotte. la rubrica che non ho scritto, e questa è l'Improvvisa Rimembranza della una. tanto rumore per nulla, a volte il mondo la mette giù dura quando in realtà è semplice. speriamo, almeno, che sia semplice. l'uomo barbuto ed io incrociamo le dita, di nascosto l'uno dall'altra. chè magari canniamo anche questa. e che magari non ne abbiamo cannate neanche così tante, e questo inverno del nostro contento ci vede ottimisti. senza ragione, come al solito. con tutte le ragioni, dunque, sennò è troppo facile.

giovedì, gennaio 11, 2007

ANCHE LA LAVATRICE E' ROTTA


e, sì, lo so, la notizia interessa solo chi scrive. ma la foto mi sembra che si adatti perfettamente, ed è simpatica. la trovate, insieme ad altre foto e filmati carini sul sito di Focus, qui
htpp://www.focus.it/Community/cs/blogs/igiamma/
sulla home c'è anche la fotogallery, le notizie, il test per sapere se in coppia sei un superlepegoso o no, e insomma un sacco di robine interessanti.
Chè le malinconie, amicae., ci vogliono pure quelle ed è giusto che ci siano. Ma se superano il limite, ecco pronta una distrazione.
Plin-plon, fine della pubblicità.

IL FESTIVAL, IL FESTIVAL!

Che mica si può lasciar cadere una proposta così bella, anche se il gpunto ci ha il latte di soia (e basta??? capperi? mezzi agli? fondi di cotognata?). Allora, l'amicae. dice che si fa qui da me, che ho alcuni preziosi optional di cucina come ad es. un tavolo. e io dico va bene, solo aspettiamo che il forno resusciti. e che se poi un visitatore occasionale legge solo i miei post di oggi mi sa che pensa che io faccio il panettiere, visto che in tutti e tre si parla di 'sto forno. ma, insomma, è un forno da novanta, e ci sta un sacco di roba tutta insieme. e quindi aspettiamo i pareri della nessie e magari anche della sua moglie, chè soprattutto in cucina è preziosa. ma il chimico sa fare torte anche con i fondi di credenza? ma se no, pazienza: a me gli stufati del marinaio, quelli che ci va dentro tutto compreso il topo morto, mi hanno sempre affascinato.

SUCCEDE


Succede che la notte mi torna la gola che si stringe, e di come passa l'ho già detto, chè poi mica si stringe davvero - spero. e succede che la mattina dopo mi sveglio con un pensiero "oddio ho buttato via i pezzi del forno". chè neanche sono sveglia e mi viene la visione del sacchetto nero della spazzatura dove ho ficcato i pezzi del forno che l'uomo apposito dovrà rimontare settimana prossima, e del sacchetto appoggiato sulla sedia in cucina e di me che dico all'uomo barbuto "domattina, la porti via la rumenta?" . e che non gli dico che nel sacchetto non c'è rumenta, ma mezzo forno. e siccome è una mattina di quelle cosi, neanche sono sveglia che sono già sicura che mi stia venendo l'alzheimer. perchè chi, se non alzy che avanza, metterebbe insieme questa sequenza di distrazioni? e siccome è una mattina così, non è che mi vien da ridere. no, sono già lì che penso di prenotare la visita dal neurologo, oddio come si chiama il neurologo? e chi se lo ricorda, con alzy che avanza? ma nel frattempo il caffè ha avuto il suo effetto, e realizzo che la cosa migliore è guardare. In cucina non c'è, ma... caccio la testa fuori dalla finestra ed eccolo là, il sacco, sul balcone dove avevo detto che l'avrei messo. l'ho detto anche all'uomo del forno, che lo mettevo lì: perchè sennò quando arriva mi metto a cercare i pezzi per tutta la casa. e per il momento mi dimentico di alzy. ma ora mi chiedo: a parte che i pezzi del forno li ho ancora, era peggio se mi dimenticavo di metterli fuori o è peggio che mi sia dimenticata di averlo fatto?

La foto, che mi piace molto, è tratta da "Le Tour de France par les journalistes et photographes qui ont écrit sa légende", un libro fotografico realizzato a sostegno di Reporters sans Frontieres. Non so se ci sia in Italia, ma in ogni caso date un'occhiata al sito, se avete voglia di scoprire che mestiere di merda è diventato fare il reporter: http://www.rsf.org

SORRISI MINIMI UNO, DUE, TRE...


... che è un po' che mancano, neh? e allora ecco qui, in ordine sparso:
una collana che avevo detto chebella e poi mannolasciamostare, dentro la calza delle befana
la faccina bella del KGgb, oggi. e la sua gentilezza dentro, che le fa pensare di far trovare tutto pronto al suo papi che, ahilui, vuol vedere cochierenato
i progetti della nessie e la sua richiesta di un team di cervelli
un film visto al pomeriggio, ma questo lo sapete già
un libro di quel genio fissato di Pastoreau, che si chiama "Blu" ed è ovviamente la storia del colore blu, con riproduzioni bellissime.

la pianta che era un bacchetto stento appena appena vivo e ora è piena di foglie bianche e verdi e ce ne sono un sacco di piccine piccine
l'uomo barbuto che mi abbraccia di notte chè io sto male e così mi passa. e la mattina dopo mi lascia un biglietto cretinettihaifumatopiùdelsolito.
l'uomo che aggiusta il forno che ha lo strabismo di venere. e la maglietta del genoa
e una sorella segreta che in quattro e quattr'otto mi risolve la crisi del primo mattino, con lo straordinario consiglio di pensarmi postuma. bellissimo.


mercoledì, gennaio 10, 2007

IL PILOTA DEL GUNDAM

Io non lo so cos'è il gundam, che mai ho visto un cartone giapponese. però ieri ho visto matrix 3, che un anno ci abbiamo messo io e il KGgB per vederli tutti e tre perchè sono film da pomeriggio e mica è facile trovare un pomeriggio con due ore dentro che non ti senti in colpa a vedere un film invece di essere stupidamente produttivo. che poi a me matrix 1 mi è piaciuto proprio, il 2 un po' meno e il 3 aspettavo. e fino a un certo punto ero scettica: sì vabbè che devi mettercele, le sparatorie il kungpiù e gli effettissimi specialissimi, ma il tutto mi sembrava un po' troppo. E lo psicopatico che non lo è ma lo è, con la faccia piena di sangue, mi faceva senso. Ma poi è arrivata l'epica battaglia di Zion e ho gridato "I transformer!" Chè li ho riconosciuti subito anche se fanno parte di un'infanzia che non è la mia. E quando i transfomer si transformano tutti insieme, claclac pronti combattere, con l'omino dentro che grida banzai senza dire banzai - chè quella sì è la mia infanzia, anche da quelle parti là del tempo chi gridava banzai era sempre lo stronzo, il cattivo, però pieno di onore - ecco, quella scena lì è grandiosa e fa un po' ridere. E così ho pensato al post del gpunto, e ho sentito il perchè della scena: ho capito che effetto deve fare su un immaginario che non è il mio, ma che riesce a essere anche il mio. Perchè poi, cavalli o gundam, io che ero una bambina maschiaccio e volevo fare da grande il moschettiere o il cow-boy, la grande scena eroica ce la siamo sognati tutti. E devo ammettere che il claclac è più suggestivo del nitrito dei cavalli, che loro poi morivano sul più bello. Ma, a parte ciò, mi è piaciuto molto avere avuto in prestito un immaginario altrui, una chiavetta per entrare in un film e vederlo con altri occhi: e capire che gli effettispeciali e il kungpiù e le sparatorie ratatatà sono le figurine che metti al loro posto nell'album della memoria infantile e allora anche loro hanno un senso diverso.

martedì, gennaio 09, 2007

DARWIN AWARDS

C'è chi dice che siamo cinici, a divertirci così. ma siamo tanti: questa è la versione che sta girando per mail, che di solito raccoglie le storie più belle. Quella che mi piace di più è la prima, è straordinario che uno così sia vissuto fino a 41 anni...

I Darwin Awards sono dei premi assegnati a chi ha migliorato il pool genetico umano togliendosi da esso in una maniera particolarmente stupida; sono quindi in genere morti particolarmente idiote, anche se l'atto di rendersi sterili vale per ottenere il premio.

Alcuni candidati di quest'anno:
Un 41enne di Detroit, che è rimasto incastrato ed è annegato in mezzo metro d'acqua dopo aver fatto passare la testa in una grata delle fogne di 45 cm dove aveva perso le le chiavi dell'auto.

Un uomo di 21 anni di Buxton, Nord Carolina, morto quando la buca di 2 metri e mezzo che aveva scavato sulla spiaggia è crollata e l'ha seppellito mentre ci era seduto dentro.

Un uomo di 24 anni è morto in California cadendo di faccia mentre stava rubando di notte in un negozio di biciclette. La morte è stata causata da una lunga torcia elettrica che teneva in bocca per avere le mani libere.

Lo sapevate che le cernie possono pesare fino a 100 kg? E che in America qualche appassionato si lega alle cernie e si lascia trasportare in mare dai pescioni? Pericoloso, no? Lo è anche di più quando non ti porti dietro un coltello per tagliare il filo che ti lega alla cernia, come ha fatto a settembre un ragazzo della Florida..

Sulla scia di Star Wars invece in Inghilterra un 17enne e un 20enne si sono fatti due "spade laser" prendendo due tubi al neon, aprendoli, riempiendoli di benzina e dandogli fuoco.

Menzione d'onore (perchè non si sono tolti dal pool genetico) a un marito e una moglie che sono finiti all'ospedale perchè un pezzo di cadelotto di dinamite è esplodo nella loro macchina. Mentre stavano guidando erano annoiati, e per risollevarsi hanno acceso il candelotto e hanno provato a buttarlo fuori dal finestrino. Che era chiuso.


Il vincitore di quest'anno è un brasiliano, che in agosto ha provato a disassemblare un lanciarazzi guidandoci sopra con la sua auto. Non riuscendoci, ha provato a prendere il lanciarazzi a martellate. Questo secondo tentativo ha funzionato, in un certo senso. L'esplosione si è rivelata fatale per l'uomo, sei auto e l'officina dove stava lavorando.


Purtroppo falsa è la storia del signor Friedrich Riesfeldt di Paderborn, in Germania. Si dice che di lavoro facesse il custode di animali e che avesse un grosso problema: un elefante stitico. Friedrich gli avrebbe fatto irgurgitare 22 dosi di lassativo per animali, prugne e fichi per cercare di aiutarlo. Infine, mentre stava cercando di fargli un clistere di olio d'oliva, il pachiderma avrebbe finalmente defecato, seppellendo Friedrich sotto 80 chili di merda. "La forza dell'inaspettata defecazione ha gettato il sig.Riesfeldt a terra, dove ha perso conoscenza mentre l'elefante continuava a evacuargli addosso" avrebbe detto un poliziotto. Purtroppo, lo ripetiamo, questa storia è falsa.

domenica, gennaio 07, 2007

LA TRISTE STORIA DEL BODY SHOP

Tanti anni fa, andavamo in giro pel mondo e trovavamo le botteghe del Body Shop: qui non c'era ancora, e per qualche anno diventò una nostra tradizione tornare a casa dalle vacanze con una bella scorta di saponi e curiosità cosmetiche. Del Body Shop ci piacevano i prodotti - che tuttora sono validi e spesso inconsueti e divertenti - e soprattutto la filosofia: era, infatti, una delle prime imprese commerciali caratterizzate in senso etico. C'erano, ad esempio, i bottiglioni per la ricarica dei prodotti più comuni: uno arrivava in negozio con la sua bottiglietta e la riempiva, pagando solo il prodotto e non facendo pagare a tutti lo smaltimento di altre, inutili confezioni di plastica. C'era, in generale, l'attenzione per l'ambiente e la dichiarazione di non testare nè i prodotti nè i singoli componenti sugli animali. C'erano ingredienti più "sani" di quelli che allora venivano impiegati da aziende analoghe, c'era un'aria di novità in senso buono. Poi aprirono il Body Shop anche qui, ma nel frattempo erano già sparite le ricariche: e i prezzi non sono mai stati bassissimi, il che sconsiglia una frequentazione assidua e regolare. Però sia la filosofia che i prodotti rimanevano migliori di altri anche se, come succede con le persone che stimi ma di cui non sei davvero amico, la nostra frequentazione si diradò fino a diventare quasi nulla. Ora l'amicae. mi chiede "ma è vero impegno, quello del Body Shop, o è tutto una bossa?" e me lo fa tornare in mente.
Così, profittando delle calze della befana da riempire, ci vado. Ne esco alleggerita in euo, non esattamente in proporzione di ciò che ho comprato - oddio, i veri prodotti di profumeria costano ben di più, lo so, ma quelli non li compro mai. E mentre sono lì, faccio in tempo a vedere che ci sono "prodotti equi" , commissionati da Body Shop ad aziende del terzo mondo che rispettano i diritti dei lavoratori e l'ambiente. e ci credo, perchè nessuno, finora, neanche la più severa organizzazione ecologista o umanitaria, ha trovato appiglio per smentire le dichiarazioni del Body Shop. Però quando torno a casa, vado a vedere sul web (chè la riflessione avrebbe dovuto precedere l'azione, ma insomma..) e trovo due cose: la prima è il Bollino Rosso di Greenpeace, sulla presenza di ftalati e muschi sintetici, pericolosi per la salute. E ciò non ci piace, perchè Body Shop ha detto "sì, sì, li toglieremo", ma non ha detto quando. Il rapporto di Greenpeace - che trovate qui, ci sono un sacco di marchi e prodotti, in pdf che vi potete stampare www.greenpeace.org/italy/ufficiostampa/rapporti - era negativo nel 2005 ed è rimasto tale nel 2006, il che significa che l'impegno di Body Shop non era granchè credibile.
Ma tutto diventa più chiaro quando si sa che nel settembre scorso Body Shop è stato comprato dall'Oreàl, uno dei giganti della cosmesi. Uno di quelli messi sotto accusa dagli ambientalisti - e non potrebbe essere altrimenti - perchè impiegano sostanze testate sugli animali, altre sostanze indicate come dannose agli umani e che di etico non hanno proprio nulla. La fondatrice del Body Shop, colei che fra i primi ebbe la buona idea di fondere etica e affari, ha difeso la sua scelta dicendo che la sua azienda continuerà a seguire comportamenti virtuosi e che spera che ciò possa influenzare anche il resto dell'Oreàl. E questo ragionamento l'abbiamo già sentito, vero? Cambiare il partito da dentro, la rivoluzione si fa prima di tutto nel privato, eccetera eccetera. Tanto per cominciare, anche se i consumatori ignari continuano ovviamente a comprare da Body Shop se se lo possono permettere, le organizzazioni - prime fra tutte quelle animaliste - hanno subito tolto il Body Shop dalle catene "amiche": perchè dare i propri soldi a chi poi può girarli su altri settori dell'Oreàl, quelli che finanziano gli esperimenti sugli animali? Eggià. Ma, in ogni caso: perchè dovremmo sostenere una multinazionale? Quali garanzie ci dà, che continuerà a rispettare ciò che finora Body Shop ha rispettato? La risposta, ovvia, è vicina a zero: la vendita all'Oreàl conclude un percorso di ripiegamento su se steso che il Body Shop aveva già avviato, mantenendo una politica etica in termini sempre più ristretti e defilandosi a poco a poco dalle lotte ambientaliste, a cui nei primi tempi partecipava con l'esporre nei propri negozi petizioni e materiali informativi.
Così come sta già succedendo in altri settori, primo fra tutti quello del cibo, le multinazionali e le grandi aziende vogliono accapparrarsi anche il "settore sensibile" della popolazione, che si va ampliando e fa business. Poi, come è già successo negli Usa con il cibo biologico, tentano di imporre regole nuove, dove l'etico sparisce a favore del business mentre al consumatore ignaro rimane l'etichetta.
E la nostra vita diventa sempre più complicata, il tentativo di non farci impiccionare sempre più difficile. Ora, fra le aziende cosmetiche che paiono stimabili (oltre che divertenti, chè a volte ci vuole) , sembra esserci Lush, che tenta di coniugare prodotti non nocivi - nei limiti della cosmesi - e comportamenti etici con una serie di prodotti nuovi e carini. ma su Lush devo ancora fare indagini approfondite: spero che alla fine non esca che appartiene a Monsanto...

giovedì, gennaio 04, 2007

UNA COSA BELLA

Ne avevo già detto qui, di una telefonata arrivata dalle nebbie del tempo: che quindici anni non erano, ma una decina più o meno. ed è successo che con questa amica rispuntata ci siamo viste, ed è stato bello. perchè forse abbiamo in comune più cose ora di allora, chè allora soprattutto abbiamo lavorato insieme e ora invece ci siamo viste proprio solo per vederci. E poi è arrivata anche l'amicae. e così abbiamo messo a parte l' amicanico - lei - della nostra microeconomia, che proprio in quel momento prevedeva il passaggio di una quiche di formaggi. E così mi è venuto un bel senso di mondo che si allarga, di vita che ti torna anche quando non ci pensi più, di problemi e risorse comuni, di un sacco di altre cose chè poi divento retorica e allora taccio. Ma insomma, quando la vita fa queste piccole cose, che mai ti aspetteresti... ecco, allora mi piace proprio.

BASTA NON SCORAGGIARSI

Il boicottaggio della cocacola fa parte della mia vita: prima la si boicottava in quanto espressione dell'imperialismo yankee, poi ci abbiamo preso gusto e l'abbiamo boicottata in quanto multinazionale. Io sono avvantaggiata, chè mi fa proprio schifo, quindi non la berrei comunque.
Ma negli ultimi anni, diciamo dalla fine degli anni '80 in poi, i motivi del boicottaggio sono diventati ben più seri: la cocacola uccide i sindacalisti. Lo fa senza neppure preoccuparsi troppo di mistificare la cosa, chè agli yankee l'arroganza ci piace, e tutte le persone un po' sensibili ormai lo sanno.
Ma, ci dice il Reboc - il Comitato promotore del boicottaggio - la lotta dei sindacalisti del Sinaltrainal non è "solo" una lotta sindacale: è la lotta, ormai frequente in America Latina, contro la privatizzazione di tutto. E privatizzare tutto significa che poi non ci sono più diritti, solo soldi. Se hai soldi ti paghi il cibo, l'acqua, la salute, l'istruzione. Se non ce li hai, ciccia: lavora e taci, sennò ti licenziano. O ti ammazzano.
Allora, si diceva un tempo "ogni lotta aiuta un'altra lotta" e il rischio delle privatizzazioni selvagge è ben presente anche qui, chè il Prodi deve ben dimostrare che gli italiani sono mica meno liberisti degli altri europei (gurgh, che nausea...). E in America Latina un po' di lotte le hanno anche vinte, contro le multinazionali e contro i governi che a loro si svendono.
Perciò, mandiamo una foto al sito, così come ci chiedono:
http://www.fotocola.net/index-ita.htm
Oltre, naturalmente, a non comprare cocacola manco per sbaglio, che il chinotto è molto più buono. O i guaraniti solidali.
Perchè, anche a parte la lotta del sindacato dentro la cocacola co. , sul sito c'era anche questo pezzettino qui:
"Le minacce di morte sono state indirizzate anche agli studenti dell’Università dell’Atlantico di Barranquilla. Di tutte le università colombiane, questa è quella con il più alto tasso di studenti ammazzati dai paramilitari di estrema destra. Tra il 1998 e la fine del 2006, sono stati uccisi trentanove studenti e tre professori, per tentare di bloccare le loro campagne in favore di una scuola pubblica accessibile a tutti e per altre attività sociali e politiche, come per esempio il lavoro con le comunità indigene sfollate a causa del conflitto armato in Colombia e come l’educazione alla pace con i bambini in età scolare. L’educazione superiore sta venendo privatizzata lentamente in Colombia. Il campus centrale dell’Università dell’Atlantico è stato chiuso nel Luglio del 2006 e, secondo quanto si dice, sarà presto convertito in un supermercato della catena francese Carrefour."

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SALVA LA VITA AI SINDACALISTI COLOMBIANI
BOICOTTA COCA-COLA

martedì, gennaio 02, 2007

A VOLTE

ci sono state volte nella mia vita, e neanche poche, che ero giù. o preoccupata. o avevo voglia di cambiare qualcosa e non sapevo cosa. o sapevo di dover cambiare e non sapevo come. tutte queste volte qua, di solito, mi stordisco: mica tanto, quel che basta. mi stordisco di lettura, che è il modo migliore di portar via la mente, altro che alcool o ddroga. E se già leggo di tutto normalmente, se sono in crisi leggo più di tutto. La mia già ampia selezione finisce per diventare una non-selezione, e leggo anche brutti libri. Brutti proprio nel senso di brutti, di quelli che se uno pensa "quali libri non dovrebbero essere stampati" ecco, quelli.
E in quei brutti libri lì, almeno un po' di volte ho trovato la risposta che non stavo cercando. Non so perchè più spesso nei brutti libri che in quelli belli. Forse perchè ti colgono a tradimento, pensi che non ci sia dentro niente e tacchète, colpito. E senza nessuna intenzione da parte dell'autore, chè non sono i messaggi profondi quelli che ti sbloccano, ma le piccole cose che in quel momento per te hanno un significato. O forse perchè anche i brutti libri possono avre dentro cose che, isolate, brutte non sono: e ti colpiscono di più proprio perchè non te le aspetti, in quel contesto.
Così, io non sono contraria ai brutti libri, anche se mi innervosisce che ce ne siano così tanti in giro. Devo a loro qualche piccola svolta della mia vita, qualche illuminazione improvvisa, qualcosa che di colpo ho capito, momenti che, come molti altri, mi hanno aiutato a crescere e a saltare di medusa in medusa.
Però rimangono brutti libri: ed è importante, secondo me, sapere che il valore che hanno avuto ce l'hai trovato tu. Perchè, a volersi raccontare che sono buoni libri si fa un torto a se stessi e si regala un onore immeritato a loro.
A volte, e neanche poche, tutto ciò succede anche con le persone: ed è ancora più importante mantenere, almeno in un angolino, la distinzione fra ciò che sono e ciò che noi riusciamo a trarne

lunedì, gennaio 01, 2007

TIRIAMOCI FUORI

Ah, pensavate mica di cominciare l'anno senza una nuova idea, eh? Chè tanto che eravamo qui, tra una fetta di salmone e un tè, tre comune-tari più due zonte - nelle persone dell'uomo barbuto e della pace fortissima - han già messo su l'altraeconomia, quella della comune-ty.

Perchè è vero che si può fare il baratto,ma va detto che esso rischia di non partire mai:e chi ce l'ha proprio un lucchetto a combinazione quando me mi avanzano tre salami di capodanno? Così, chi vuole il salame può venirselo a prendere comunque (dico sul serio, Chimico, se l'amicae. non si oppone), ma insomma.
Allora, abbiamo pensato ai gonglotti
: il nome è provvisorio e si accettano proposte migliori, ma sono LA MONETA DELLA COMUNE-TY.
Un gonglotto ha come base un pane dell'amicae.: una torta, quindi, può valere dai due ai quattro gonglotti a seconda della sua complessità e dei materiali impiegati. E così via.
I gonglotti bisogna fabbricarli, ovviamente, e il brother dice che farà un listino prezzi: inizialmente ne potremmo avere tutti dieci e , come insegna il compagnomatto Chavez, avranno valore limitato nel tempo. Se valgono fino a settembre, p. es. , se non li spendi entro settembre sono fatti tuoi.
Con i gonglotti si possono pagare merci - cibo soprattutto, ma anche usato vario, o robe di artigianato - e servizi - chi mi monta una mensola, p. es.?

Importante è non confondere le istanze morali con quelle commerciali: il brother continuerà a venire qui a mangiarsi i suoi wurstel a gratis, p. es., e noi a tediarlo con i nostri problemi di computer, altrettanto.
L'idea va perfezionata (primo dubbio, per cominciare: i dieci gonglotti iniziali si pagano in soldi veri? chè la risposta sarebbe no, ma se tutti ci crediamo abbastanza potrebbe anche essere sì, così siamo tutti più seri) e poi messa in pratica: chi ci sta?

SONO ANCORA IN TEMPO


Quando fu molto vecchio, Rabbi Zoussya, un celebre maestro del chassidismo, affermò:
"Nel mondo che verrà, la domanda che mi rivolgeranno non sarà perchè non sono stato Mosè. No, la domanda che mi faranno sarà:"Perchè non sei stato Zoussya?"

Questa storiella è citata da Moni Ovadia nel suo "Così giovane e già ebreo", ma esiste in molte altre versioni: alcune sono più belle o toccanti, ma la sostanza è sempre la stessa. E succede che a volte, magari anche a lungo, ci si dimentichi di essere chi si è. Ci sono pezzi che si perdono per strada, obblighi che sembrano incombere, tentazioni che sembrano importare, imperativi che sembra impossibile trascurare. Si entra in conflitto con se stessi, e spesso si perde.
Così, il mio proposito per il nuovo anno, che fa ancora parte dei miei cinquanta - un buon punto di svolta, no? - è quello di essere di più me. Un obiettivo ambizioso, sissì.