lunedì, gennaio 31, 2011

LA NEVE E LE ROSE

Ieri sera, con la neve ancora per terra che stava diventando ghiaccio melmoso, il vento gelido che picchiava duro, e buio che solo le giornate davvero brutte  producono quel buio lì, indovinate chi c'era in giro? Io! Ormai in preda alla camminata maniacale, ho fatto tre fermate a piedi prima di prendere l'autobus, e me la sono goduta - tanto è bello camminare con il freddo quanto è odioso farlo con il caldo, neh?
Ma anche alla bellezza del freddo c'è un limite. Soprattutto se vieni dal Marocco o giù di lì e dovresti vendere rose per tutta la notte, fuori e dentro da locali e discoteche. 
Questa storia qui me l'ha raccontata una granitica signora bielorussa, che chiameremo Vera, che lavora come colf senza problemi di orari, giornate e distanze. E nonostante ciò, la domenica pomeriggio ha ancora l'energia per andare a ballare, ma questa è un'altra storia. 
In quella che mi ha raccontato, lei va a servire la cena in una famiglia che ha invitato dieci persone: ci va sabato sera, con la neve e il vento e il ghiaccio per strada, ma nessuno le paga un taxi per tornare a casa quando la cena è finita. Così lei aspetta mezz'ora l'autobus, che quando arriva è pieno, soprattutto di ragazzi: la notte in discoteca o in giro è stata spaventata dal freddo, si torna a casa. In fondo al bus c'è un ragazzo, arabo, con le sue rose: "molto belle rose, molto", dice Vera. Ma con il freddo si rovinano, e del resto a chi venderle, se tutti tornano a casa presto? 
Così, il ragazzo torna a casa anche lui, ma piange. Senza scene, piange in fondo all'autobus, e  già sembra un film di Frank Capra. E lo diventa del tutto quando un ragazzo italiano chiede al ragazzo arabo perchè piange, e l'altro fa segno le rose, il suo guadagno perso, il freddo... E allora prima uno e poi un altro, e un altro ancora, comprano le rose: le regalano alle fidanzate, alle ragazze che sono con loro, ma anche "alla nonna", dice Vera ridendo. E qualcuno, che ha la scorta contro la fame chimica e reale,  offre anche un panino al ragazzo arabo, che si rinfranca.
"Meno male che ci sono questi ragazzi...", commenta Vera, perchè lei la vede come una questione generazionale. O così preferisce pensare, confortata anche lei da quelle rose comprate sull'autobus, piuttosto che evocare quella parola di merda "razzismo", che in questa città ancora stenta a trovare lo spazio che ha trovato altrove.

domenica, gennaio 30, 2011

PENSIERINO DOMENICALE

     Uno dei sintomi dell'arrivo di un esaurimento nervoso e' la convinzione che il proprio lavoro sia tremendamente importante.
La frase è di Bertrand Russel,  scritta quando il liberismo non cercava ancora di convincerci che non esiste vita dopo (e oltre) il lavoro. La ripropongo sul finir della domenica, a mo' di "Ascolta, si fa sera", in quel crepuscolo che è buono per pensare. Non si sa mai.

venerdì, gennaio 28, 2011

IN FILA PER TRE COL RESTO DI DUE


Non è riuscita a battere il record della manifestazione più al freddo della storia, ma se l'è giocata bene. 
Tra folate improvvise di tramontana e gelo strisciante nelle ossa, il corteo della Fiom si è mosso bene per la città, occupandola tutta in ragione del numero e di una gestione rilassata degli spazi. La manifestazione, verso cui si poteva sentire la solidarietà della città, sottotono ma presente, è risultato  molto partecipato da lavoratori non solo metalmeccanici e studenti: "Più del doppio di quello che ci aspettavamo", dice la CGIL, e ne siamo tutti lieti. 
Solo la vocina del pessimista che è in me si chiede cos'altro ci voglia perchè la gente scenda in piazza: chè eravamo tanti, certo, e per fortuna non "i soliti", ma nonostante gli slogan e la rabbia spirava una certa qual rassegnazione, un ripiegarsi come nel timore di... Di che cosa? 
Non so: come fa notare il KGgB, i cortei che non prevedono comizio finale non si sa mai come farli finire, e questa mancanza non già di leader, ma di rappresentatività a cui guardare con un pochino di fiducia condivisa, è sempre più palpabile. 
Poi, è vero, qui nella Stalingrado d'Italia (per quanto ancora?) non manca la gioia quando i diversi cortei si incontrano e creano l'ingorgo, quando le strade brillano di nuovo di rosso bandiera, quando vedi le facce dei ragazzi o la durezza del servizio d'ordine  - ma ora si chiama "organizzazione" - della Fiom in testa al corteo. Si lancia la parola d'ordine dello sciopero generale mentre più in là i soliti, stupidi ragazzotti e/o provocatori danno fuoco ai cassonetti, e i cordoni dell' "organizzazione" si fanno di colpo tesi, preoccupati. 
Si avanza "solo con lo striscione! solo lo striscione, compagni!", a fronteggiare la polizia perchè non succeda più niente, perchè non ci siano scontri. Intanto, dietro, la manifestazione si è infine slabbrata: la chiudono in cinque portando lo striscione dell'Acqua Pubblica, a un buon centinaio di metri dagli ultimi, a loro volta un cordone di due persone con due bandiere. E avanzano con calma, chiacchierando fra loro, mentre il traffico aspetta paziente di ripartire e già vola qualche sasso laggiù, nel mezzo invisibile del corteo. Che, quando si ricompatta tagliando fuori chi "fa casino" , appare ormai ben stanco e mostra tutta la sua miracolosa frammentarietà arrivata fin lì. 
E vien da pensare, sperando, che i movimenti della Storia sono sempre stati esattamente questo: un sacco di gente che prima riesce a stare insieme solo per qualche straordinario attimo e poi, senza che un perchè sia migliore di altri, riesce finalmente ad agire compatta per uno scopo comune. 
Il tempo che ha da passare fra l'una e l'altra cosa, ovviamente, non ci è dato di sapere: meglio godersi il cielo terso su cui spicca un'antica falce e martello e pensare che anche oggi il problema della passeggiata quotidiana è stato brillantemente risolto.


mercoledì, gennaio 26, 2011

E ORA QUALCOSA DI COMPLETAMENTE PERVERSO



Credo che il furto del mikebongiornomorto sia un grande pezzo di cinema: dai Fratelli Marx a Helzapoppin' passando per i Monty Python ma raggiungendo, che so,  Mel Brooks o Donne Amazzoni sulla Luna... ecco, non stonerebbe da nessuna parte. 
 E arriva al grandioso con il commento di quella mente eccelsa della politica che è l'ombrettacolli, che spera pubblicamente che l'atroce gesto non sia "un dispetto al premier". 
Da molto tempo siamo già dentro l'incommentabile, chè dire incredibile ormai non sfiora neppure la sostanza dell'allegro (per loro) marciume in cui ci stanno facendo sguazzare: nella danse macabre altrimenti detta bungabunga mancava solo il cadavere vero, ma anche l'esplicito richiamo alla "carne fresca" dà il suo bel contributo in termini di trash.

Possiamo quindi solo rifugiarci nella vera saggezza dell'assurdo - come per tutte le cose meno la tivvù, anche l'assurdo può essere utlizzato bene oppure male - rimettendoci alle parole del grande Douglas Adams nella sua Guida Galattica per Autostoppisti. 
"Il presidente, in particolare, è soltanto un prestanome: non esercita in effetti il benchè minimo potere. (...) La sua qualità fondamentale è saper provocare scandali. Per questa ragione scegliere un  presidente non è facile: bisogna poter scegliere una persona che sappia provocare il furore della gente, ma che sia anche in grado di affascinarla. Il suo compito non è esercitare il potere, ma stornare l'attenzione della gente dal potere stesso. In questo senso Zaphod Beeblebrox è uno dei migliori presidenti che la Galassia abbia mai avuto: ha già passato in carcere per truffa due dei dieci anni della presidenza."
Bisogna però aggiungere che Zaphod non un è delinquente, nè un pedofilo, nè un gran corruttore: vero che il senso morale non è il suo forte, ma neppure l'immaginazione di Adams era arrivata a concepire la quantità di mancanza di senso morale che si può avere.


 Comunque, ecco, non è che gli italiani non reagiscano perchè sono mollaccioni: è perchè, unici in tutta la galassia, hanno capito. Hanno capito che anche fermando il maleficonano bisognerà vedersela uguale con la lobby del nucleare e quella degli OGM, che mica si fermeranno se fermiamo il loro motorino d'avviamento, nonnò, troppo tardi. Per non parlare delle cosche,  delle poltrone comprate e vendute, del cemento, della munnezza.... basta, continuate voi.
E così, confortati da questo pensiero, andiamo spensierati per saldi - nulla riuscirà a distruggere il momento in cui una donna può prendersi un vestito nuovo, e lo dico io che mi sono comprata una gonna da veterofemminista: ma la foto di oggi  non può che essere... be', vi sembra forse un po' distorta, quella realtà là dietro lo specchio? 

domenica, gennaio 23, 2011

DIAVOLERIE MODERNE


Io credo che se a tutti i congegni elettrici ed elettronici e aggiungessero un bandierina che automaticamente schizza su per avvisare quando non c'è più vita lì dentro, l'umanità sarebbe più rilassata.  
Va bene, mi avete sgamato subito, lo so: la macchina fotografica era di nuovo scarica, lo ammetto. E me ne sono accorta solo quando ho cercato di accenderla per una bellissima installazione di canniccio e sedile marcio di sdraio , giù alla solita spiaggetta. C'erano anche una vela rossa sul mare, un affascinante tubo arrugginito, un grande e bianco tronco spolpato dalle onde, un groviglio di fili verdi e blu che facevano finta di essere i fiori dei rametti portati a riva, le prime gemme ancora tutte chiuse sulla peonia, tanti coriandoli grossi e tondi che rotolavano sulla loro unica dimensione, in mulinelli frenetici e allegri. E poi c'erano cani e bambini, e ragazzi con il mare come unica compagnia, un libro o la musica a servire da giustificazione per quello starsene lì da soli, la domenica; e donne - donne con pelliccia, donne con amiche, donne con bimbi, donne con cani, donne con scarpe da ginnastica - perchè i maschietti, forse, hanno sempre la partita a far da concorrente al sole.  E frasi e dialoghi e risate e diatribe in questa giornata che pur nel gelo - e quanto fa freddo, neh?  - annuncia la primavera. 
Una batteria carica non avrebbe catturato tutto questo, lo so, in fondo si tratta sempre di una stupida macchina. Ma, insisto, metteteci una bandierina, dài.

sabato, gennaio 22, 2011

ARAMIS VENDOLA

Con gran gioia delle mimose che sono già fitte di puntolini gialli, è tornato un freddo polare. E oggi, in una giornata in cui il clima genovese riesce a dare davvero il peggio di sè - vento tagliente che ti aspetta a tradimento girato l'angolo, l'occhiata di sole che subito se ne va, spifferi che si infiltrano ovunque - di andare in giro per diporto, come si diceva un tempo, neanche a parlarne. 
Però i due passi di dovere sono stati fatti, svelti svelti anche perchè in tardo pomeriggio c'era Nichi Vendola. Che ha parlato, con bel senso storico e disponibilità della CULMV ("... che ha concesso l'uso di questa sala gratuitamente..." e sull'ultima parola c'è stato l'applauso tutto genovese) alla Sala Chiamata del Porto, la grande sala dove veniva effettuata appunto la "chiamata" al lavoro e dove per anni si sono tenute tutte le importanti iniziative politiche di base della città.
Da tanto, però, non ci si andava più - sono un po' mancate le occasioni, mettiamola così - e vedere tutta quella gente che affluiva verso la vecchia sala credo che abbia fatto un po' effetto ai più grandi fra noi - e non eravamo pochi ma, una volta tanto, c'erano anche parecchi ragazzi o comunque nati dopo. 
Quanto al Nichi, indubbiamente è bravo: politicamente è ineccepibile, scenicamente è trascinante, umanamente è simpatico, ironico e soprattutto colto. Fa ragionamenti quasi sempre "alti", ma con l'esperimento delle Fabbriche sta dimostrando che vuole e sa anche scendere sul terreno dela pratica. 
Sa che il suo partito non è immune da difetti di per sè e soprattutto dal rischio di diventare ricettacolo di trasformisti e arrivisti: ma ha l'intelligenza di dirlo a priori, dichiarando che chiudersi nel proprio orticello sarebbe ancora peggio. E, sia pure a denti stretti non si può che essere d'accordo. In più, si dimostra leale, corretto anche in ciò che dice, e nel modo di dirlo: con avversari che incarnano qualsiasi bassezza, la tentazione del gioco facile non dev'essere da poco, ma lui si concede solo un paio di battute, evitando accuratamente di scendere sul terreno della volgarità o anche solo della pesantezza. E risulta credibile, quindi, quando a mo' di commiato lancia la sua esortazione a "combattere con eleganza".
Che, in effetti, in mezzo al marciume attuale, è forse il programma più attraente che si potesse concepire: dopotutto, il fioretto di Aramis non colpiva meno pericolosamente di quello degli altri moschettieri, no? E speriamo che sia la volta buona per... mah, per qualsiasi cosa, in effetti.

venerdì, gennaio 21, 2011

TRE PASSI DA GAMBERO

Temerari e pronti a ogni nuova esperienza, gli aficionados dei Giochi Senza Frontiera del Circolo dell'Anima si sono presentati anche questa volta più o meno al completo per Ec- Citazioni, il gioco per smaltire gli stravizi delle feste con un po' di sano movimento. A rischio della vita, e con un alto costo in dignità come ha ben sintetizzato uno dei partecipanti, l' incipit di Orgoglio e Pregiudizio è stato indovinato insieme alle strofe dei Puffi, Mae West è andata in gara con Emilio Salgari e Renato Zero stava per essere scambiato con Arto Pasilinna: il miscuglio fra "Il Musichiere" e "Mamma mamma quanti passi devo fare?" ha funzionato bene e ha prodotto momenti esilaranti.


Se avete il dubbio di come può essere partecipare, o voi lettori lontani, potete farvi un'idea guardando la foto dei vincitori. Ecco, già, appunto.

mercoledì, gennaio 19, 2011

EGGIA'

 Come i lettori di questo blog sicuramente sanno, è iniziata la campagna sui media a favore del nucleare, con interventi più o meno, ma soprattutto più, subdoli. 
Greenpeace risponde ironicamente. Chi è contro il nucleare riprenda questo video e lo faccia girare, chè questa è una delle cose che probabilmente non si fermeranno, ormai, con la semplice caduta del governo - ammesso che ci si arrivi.


http://tv.repubblica.it/tecno-e-scienze/nucleare-il-contro-spot-di-greenpeace-usa-l-ironia/60087?video


GIRA LA CARTA

Sì, ecco, insomma, anche oggi abbiamo scarpinato tutto il giorno. Ma per saldi - wow, le scarpe! - e quindi quello che posso offrirvi è la foto del bagagliaio della Kangoo. In cui, tanto perchè abbiate un'idea sennò la foto non rende, ci sta una moto. Nel senso che ci è già stata, una volta. E due Billy Ikea, già montate. E otto sedie più il tavolino. E via così. 

Da un po', diciamo da dopo Natale, nel bagagliaio si accumula carta da avviare al dovuto riciclo. E se la carta da riciclare fosse considerata homeless, la Kangoo sarebbe la Caritas, ampia e accogliente. Io penso che dovrebbero premiarci, gli Stakanov del riciclaggio. Ma se non vogliono premiarci per la quantità, che ci riconoscano la bontà di cuore: perchè  la carta, i giri che si fa con noi, con nessun altro, neh?

(Va bene, lo so che il Paese tutto è impegnato chi a esecrare, chi a difendere e soprattutto chi a cercare la fidanzata: io, a tutto ciò, dedico solo il titolo di questo post. E già mi ripugna e mi inquieta il dover fare anche solo questo, chè siam finiti a un mano a un pazzo e ancora facciamo finta che non sia così.)

martedì, gennaio 18, 2011

ADDIO, E GRAZIE PER TUTTO IL PESCE ?

Ecco, anche oggi niente foto di passi e passeggiate, ma domani torna. 
Nell'intanto, mi aggiorno un po' su fatti e fatterelli, sempre più disgustantemente e incredulmente come direbbe Cetto La Qualunque - il quale è arrivato a sfondare perfino il mio isolamento televisivo. 
Ma, insomma almeno le vergognose vergogne del premier (no, non "nostro", che mio non è mai stato) hanno avuto il relativo vantaggio di farmi leggere un bell'articolo della grande Natalia Aspesi, che riesce a mettere un sorriso nella squallida vicenda.  Disgustantemente, ma sorriso. 
E, non bastasse, ho appurato che le norme che puniscono la sosfisticazione, adulterazione ecc. alimentare si sono salvate: per il rotto della cuffia, diceva l'articolo, ma insomma ci sono ancora. 
Ah, be', un sorriso e un sollievo... non male, no?  Ma poi sono arrivata su Facebook: dove, tra video sbeffeggianti e commenti alle note vicende, ce n'è anche una meno nota: ve la riporto da qui, a voi che non avete o anche avete il facciabuco ove tutto scorre:

"L’assessore alla cultura della provincia di Venezia, l’ex-missino-oggi-berlusconiano Speranzon, ha accolto il suggerimento di un suo collega di partito e intimerà alle biblioteche del veneziano di:
1) rimuovere dagli scaffali i libri di tutti gli autori che nel 2004 firmarono un appello dove si chiedeva la scarcerazione di Cesare Battisti;
2) rinunciare a organizzare iniziative con tali scrittori (vanno dichiarati “persone sgradite”, dice).
Il bibliotecario che non accetterà il diktat “se ne assumerà la responsabilità”.
Si allude forse al congelamento di fondi, al mancato patrocinio delle iniziative, al mobbing, a campagne stampa ostili?
La proposta ha avuto il plauso del COISP, un sindacato di polizia. Così il bibliotecario ci pensa due volte, prima di mettersi contro l’ente locale e le forze dell’ordine.
Una cricca di “sinceri democratici” si sta già muovendo per estendere la cosa a tutto il Veneto, ed è probabile che l’iniziativa venga emulata oltre i confini regionali."

Ci si chiede, come già altri prima di noi: Che fare? oltre a sperare che abbia ragione il taxista, sconfortantemente.

Ma senza, in verità, metterci su il cuore. Perchè, se avete voglia di guardare ancora un dato, andate a vedervi i commenti a questo articolo  di Rossanda su Fiat e dintorni. 
Se non ne avete voglia, ve lo riassumo così: Rossanda dice, prevedibilmente, che alla Fiat non abbiamo perso, nonostante i numeri. E' una tesi che si può sostenere, tanto più se conclude:
"Salutiamo con rispetto, noi che non riusciamo a fare granché, quel 46% di Cipputi che a Torino, dopo Pomigliano, permette di dire che non proprio tutto il paese è nella merda."
 Insomma, Rossanda scrive sul Manifesto, non sul Sole 24ore, no?
No: nei commenti uno su due le dà addosso, in un modo o nell'altro. Allora uno (io) pensa: ma mettici anche i soliti troll che scrivono per dare fastidio, mettici il consueto squilibrato che non manca mai... ma gli altri? Che non è che scrivono al Manifesto per dire "compagna Rossanda, evviva gli operai ma secondo me ti sbagli su questo e quest'altro..." No, scrivono per dire che c'ha ragione Marchionne, o almeno il 54%, o che comunque va rispettato, bandiera molla capitalismo trionferà. 
Mi chiedo: ma chi sono, ma perchè? Compagni che sbagliano? Margheriti residuali lasciati in secca sulle rive del Manifesto? Elettori di destra che non c'hanno un tubo da fare tutto il giorno?
Vien  da pensare, però, che siano tanti piccoli Fassini. Ed è l'ipotesi peggiore.

Soprattutto se ha ragione il guru degli oroscopi di sinistra, che per questa settimana prevede che ai Tori verrà fatto lo scherzetto di fargli passare sotto il naso qualcosa che non si aspettano mentre sono concentrati su qualcos'altro. Se il video in cui viene illustrato il borghezipensiero  è verace e veritiero, per esempio... mmmm, forse in Italia siamo nati tutti sotto il segno del Toro, eh?


lunedì, gennaio 17, 2011

VOX TAXI VOX DEI


 Con una macchina e tre patenti, ogni tanto qui da noi si prende il taxi. Questo è l'antefatto.
Ed è stato così che una tarda sera di queste, tornando dal centro, ci è capitato per la seconda volta il Lenny Bruce dei taxisti. La sua vis comica è assolutamente grandiosa: con pesantissimo accento dell'entroterra ( i foresti si immaginino un genovese ancor più strascicato e cadenzato), inframmezzato da schiocchi con lingua e simulate esitazioni - "mbeeeeehh", con la "e"  stretta - dà dell'imbecille all'umanità intera, senza scomporsi nè inveire. " Dixan che ciove, mbeeeh...  Ma, io sto in campagna e non me ne importa (schiocco) , però nella mia ignoransa basta alsare un po' il naso, no? Che se c'è nuvole che son spesse mezzo metro... cosa vuoi che ciove, scemmu? Diverso è quando le nubi sono spesse, mbeeeh, dieci metri, per dire. Allora (schiocco) allora può anche darsi che venga a piovere." "Che c'è scritto, sui tabelloni, mbeeh, c'è scritto: dopo il sorpasso rientra sulla destra, come se io non lo sapevo, scemmu di scemmi." Scuote appena la testa nella sua tristezza filosofica, e ci ricorda (chè la complicata storia ce l'ha già raccontata la volta scorsa, e c'entravano un'ascia e una cantina) che lui "figuriamoci, sono anni che tra fratello e parenti vado avanti indietro dal Tribunale, dov'è il problema, per me?"
Facciamo tutta la strada dentro la Rocca ridendo di gusto. Non alle sue spalle, sia chiaro, ma perchè è uno straordinario interprete della genovesità più testarda ("Mi ha telefonato mia moglie che ci stava mettendo le mani addosso. Sono corso subito, e poi lì dal giudice mi han detto cosa avevo fatto. Perchè, mbeeeh... se lei vede uno che ci mette le mani in faccia a sua moglie, ci dice ciao bello daghene un po' anche per me? Io non credo, no?). Meglio del cinema, e più economico.

Questa sera, invece, era il turno di un ragazzotto vispo e dinamico che, saputo il mestiere dell'uomobarbuto. ha detto tutto gioviale e soddisfatto:" Ma pensi, che la Repubblica è stato l'unico giornale che leggevo!" Quel passato, un capolavoro.

E, infine, la profezia del taxista: con gli italiani, dice, non si sa mai. Anche Craxi, c'era ancora gente che lo votava e che ci credeva: poi gli han tirato le monetine e da un momento all'altro è finito. Anche il mascelluto, uguale: chi non stava in montagna mica lo sapeva che ormai era bell'e che fritto. E quindi, ecco, non si sa mai...

Avesse ragione, gli pago una corsa a vuoto.

Per la foto vi dovete accontentare di una dei giorni scorsi, perchè oggi è stata giornata di saldi. Però anche oggi c'era il sole, quindi baro solo un pochino.


sabato, gennaio 15, 2011

UNA SCORPACCIATA DI MOZZARELLE. BLU



Dalla passeggiata di oggi, sole splendente-caldo da aprile, il KGgB ed io abbiamo ricavato:
rispettivamente, una crèpe al pesto e una bruschetta alle acciughe
una bella scarpinata a ritmo sostenuto, come consigliano le riviste
un'oretta di chiacchiere
la foto odierna, che ci è piaciuta per il tono colloquiale.


Fra le deprimenti notizie di oggi, invece, salto sia le minori corrotte sia l'altrettanto sconfortante risultato fiat,  e ne privilegio invece una che rischia di sfuggire: pare infatti che da qui a quando qualcuno avrà voglia e intenzione di rimediare, chi produce, vende, serve cibi adulterati, guasti, tossici non rischia più proprio un bel niente. E' uno degli effetti dell'entrata in vigore del procedimento "taglia-leggi", ci dice il Corriere, e non si sa se è dovuto a distrazione o volontà. In ogni caso, vien da pensare che rimediare a quest'errore non sarà in cima alle preoccupazioni del governo, no? Attenti, quindi, a cosa mangiate...

venerdì, gennaio 14, 2011

IL LEGITTIMO TRAMONTO


Siamo di fronte a un dilemma. Se esco, faccio foto. Se faccio foto, esco. Se esco e faccio foto, mi piace postarne almeno una. Se scarico e valuto le foto per decidere quale postare... be', ecco, adesso per esempio sono le undici passate. 

Ma il tramonto era così bello che si mangia perfino la notizia del legittimo impedimento semi-affossato,
senza che ci si debba sentire in colpa.
Che poi, diciamolo: ormai prende lo strizzone di stomaco solo a guardare i titoli dei giornali, per non parlare di quando ci si trova davanti la faccia del nano malefico. Allora, non so voi, ma io evito ancor più di pria e la considero legittima difesa:  e se per caso c'è una buona notizia - buona per noi - stento a crederci, nè mi aiuta a capire la caratteristica ambiguità del giornalismo italiano quando si tratta di gioire se il re è nudo. Sarebbe bello e semplice, ormai, se invece di tanti discorsi si desse - nel titolo, in fondo al pezzo, dove sembra più carino e immediato - il punteggio: noi 1-nanomalefico 0.  Non fosse mai che il linguaggio calcistico ottiene come risultato una qual certa partecipazione di chi finora se n'è fottuto... perchè noi, sia detto con possibilità di smentita come va sempre a finire, avremmo proprio bisogno di un cambioturno, neh?


mercoledì, gennaio 12, 2011

MELTING ZENA


Note veloci dopo otto ore di non-shopping. Be', quasi non: all'Ikea e a Lush non si può resistere. 
L'Ikea perchè è in corso la RazionaleRiorganizzazione della Casa nella Rocca, a un anno dal trasloco: giusto il tempo che serve per capire davvero spazi e possibilità di un nuovo appartamento, sappiatelo voi lettori casuali che magari state traslocando. Quassù si sono eliminate ben tre cassettiere, per esempio: una a favore di un'altra più grande e più nera, due a favore di certi contenitori geniali che si appendono alla sbarra dell'armadio (la Casa nella Rocca è piena di armadi a muro, ancorchè vetusti) e tengono maglie e maglioni in bell'ordine verticale e subito visibile. Geniali. 
Lush, invece, perchè le offerte promozionali più dementi le inventano apposta per noi, e non abbiamo saputo resistere alla Busta-sorpresa piena di prodotti da smaltire: ne abbiamo conquistate ben due. 
Ma poi, praticamente basta: siamo entrati e usciti dai negozi di Sestrip. come segugi smorfiosi, annusando e poi scartando. 
In compenso, lungo la strada abbiamo ricevuto la conferma che la globalizzazione è ancora piuttosto lontana: "La clinica dell'accendino" vive tuttora dietro una vetrina grigia, "Il Mondo del Ferro" espone sbarre e testiere di letti nel portone di un vecchio palazzo, un improbabile Negozio delle Pile o giù di lì "aggiusta qualsiasi tipo di caricatore", e una sguarnita vetrina di drogheria intima ai passanti, con un foglietto sotto improbabili megabottiglie, "regalatevi un profumo a soli euro 5,60".  In compenso, sulla porta della macelleria halal si chiacchiera in genovese, e nell'isola pedonale il dialetto degli anziani si mischia con quattro o cinque lingue diverse, ma turisti non ce n'è.
E' un mondo in cui, ci avvisa un cuore disegnato nel cesso del bar, si amano "Pasquale e Jessica", per gli amici Pa e Je.




lunedì, gennaio 10, 2011

LE CHAT NOIR O IL GATTO NERO?


Credo che i blog siano spesso, come le quinte di un teatro o le cucine di un grande ristorante, luoghi in cui il lavoro è sempre, per definizione "in progress". O, per dirla in italiano che è più bello, "in divenire": grazie alla sua immediatezza, il blog può registrare propositi e  rinunce, intenzioni e progetti, scoperte e riluttanze. Grazie al fatto di essere pubblico, però, fa sentire comunque impegnato  chi lo scrive a tenere e dar conto di rinunce, intenzioni,  scoperte, eccetera. 
Così registro qui l'evoluzione della foto quotidiana, che con progetto ancora impreciso va a trasformarsi nella Caccia al Particolare. Il progetto potrebbe chiamarsi Il Gatto Nero o Le Chat Noir, come da titolo anch'esso in divenire, riprendendo Matrix (avete presente il gatto-dejà vu che segnala un cambiamento improvviso nel sistema? ) e ai suoi fini dovrebbero valere solo quelle cose che in genere non si notano - incredibile quante ce n'è, se invece si comincia a notarle.
Cosa ne farò del Gatto Nero è ancora tutto da inventare, magari rimarrà solo qui, magari no. Ma sarebbe bello se, anche in questa sua forma ancora larvale, fornisse spunti a miei aff.tissimi lettori per mettere in moto curiosità e fantasia, che non fanno mai male.
Guardate la prima, inquietante,  foto della serie, per esempio: come non chiedersi quale terribile storia- di vendette di cugini, di odio per babbonatale, di partenze improvvise, di triste dimenticanza -  c'è dietro?


domenica, gennaio 09, 2011

CERCANDO L'AFRICA IN GIARDINO

 
Oggi le foto non sono scattate da me, ma questo non vuol dire che io sia rimasta in casa, nonnò. Che una volta tanto abbiamo fatto una domenica domenicale, con l'uomobarbuto che ha spazzato via i resti del Natale come il sol uomo che era, e poi siamo andati a profittare dell'offerta brunch+mostra al Palazzo Ducale. 
Il brunch di Mentelocale, sia detto, merita tutti i 14 euri che costa (16 per gl'ignurantotti che non vanno a vedere le mostre, ed è giusto punirli): buono e tanto e variato. Unico neo, a voler essere pignoli qual io sono, l'aria un po' viziata che fa un pochino mensa.   

 Ben satolli, comunque, siamo scesi a vedere "L'Africa delle meraviglie", e il titolo è ben trovato. Una scelta pulita, di giusta misura qualitativa e quantitativa, un allestimento curato nella totale semplicità che si adatta alle opere esposte e, appunto, la meraviglia. Perchè le maschere, i sostegni da colonna, i simboli rituali, le bandiere sono testimonianza di arte viva e di vita, e  vien da sorridere guardandole, o anche un pochino da commuoversi. Vien da chiedersi cosa fu, nella vita dell'artigiano che ne fece il motivo per la sua bandiera, il passaggio di quell'aeroplano all'inizio del secolo, si rimane colpiti dalle suggestive maschere nere delle società segrete e sacre delle donne, si riconosce la sbruffoneria magica dell'esagerazione di attributi maschili e femminili, e quel piccolissimo bambino aggrappato al seno di legno scuro e lucidato fa proprio tenerezza. La curiosità verso un modo diverso dal nostro fa venire voglia di sapere la storia di ogni scultura, di ogni espressione dei visi lignei, di ogni combinazione di genti e oggetti fossati per sempre sostenere una colonna o a formare un copricapo rituale, ma è una  curiosità partecipe, che si fa strada tra l'apprezzamento estetico.

Sarà che il poco che so di arte l'ho imparato dagli articoli di Raffaele De Grada su Fronte Popolare, ma mi piace ancora pensare che l'arte possa fondersi, o perfino  confondersi, con la vita: che vuol dire tutto e niente, detto così, me ne rendo conto, ma basta entrare nelle sale di questa mostra per avere una spiegazione pratica di quel che io non riuscirei mai a spiegare con le parole. Perchè la "meraviglia" che coglie comprende la bellezza dei manufatti esposti, ma anche la loro immediatezza e il loro bagaglio di tradizione e cultura, i sentimenti che ci sono dentro ma anche i sentimenti molto simili e molto basic che, scopriamo appunto con stupore, sono dentro di noi.

In uno dei filmati a corollario della mostra, un esponente di non so quale etnia spiegava che ci sono collezioni di oggetti che vengono tenute in case speciali: sono oggetti conservati per il loro valore, diceva. E il valore, ben lungi dall'essere quello economico, è quello della testimonianza: l'oggetto diventa importante per la qualità e la quantità di avvenimenti a cui ha preso parte. E' un bel concetto, che mi pare esista anche qui ma quasi solo in forma "minima", privata... non so ancora, ma è una bella idea su cui ragionare. 

E, grazie alla gentilezza dei ragazzi che assistono i visitatori e che ci hanno inseguito per darci uno dei ciclostilati con le notizie per accompagnare la mostra, posso anche raccontarvi una le fra le tante possibili notizie: riguarda "gli sposi dell'aldilà", di cui sono esposte un paio di raffigurazioni. Pare infatti che ognuno di noi abbia, prima di nascere, uno sposo/sposa in un qualche "aldilà", che ovviamente si trova a essere abbandonato quando l'individuo nasce.  Non gli fa piacere, a questo coniuge dell'aldilà, di rimanere tutto solo e soletto, tanto meno se il suo consorte si risposa in modo del tutto terrestre: quello che fa, quindi, è di mettere i bastoni fra le ruote alla vita di coppia. Solo grazie a rituali di cui è protagonista il feticcio apposito, il coniuge dell'aldilà si quieta: geniale, no? Se qualcosa va storto, la colpa è sua: il motivo del doppio, presente in un sacco di tradizioni compresa la nostra, qui diventa anche un utile escamotage per portare le colpe della vita di coppia "fuori da sè".


Infine, dopo la mostra, la spesa biologica al mercatino mensile appena fuori da Ducale, che è cresciuto moltissimo in qualità e comprende un buon numero di delizie inconsuete, da ricordare se si vuole organizzare una serata gastronomica. Cosa volere di più da una domenica? 


NIENTE DA DICHIARARE


C'è un bellissimo numero del Venerdì di Repubblica che avrei voglia di commentare, è il numero monografico uscito settimana scorsa sul mestiere del giornalista in vari posti del mondo. Merita un po' di tempo, ma questa sera se n'è andata nella visione del ghignantissimo "Mars Attack", un capolavoro demenziale che mischia la fantasia di un dodicenne (Tim Burton al suo meglio) con un cast eccelso. Così mi tocca rimandare anche stavolta, dal momento che in primo luogo è  il mio programma salutista a togliere parecchio spazio alle mie possibilità espressive. 
Per esempio, ora sto decorando un mio maglione vintage con i ritagli di un sacco di iuta che conteneva caffè, ma ho dovuto interrompermi per il mio giretto. Era ormai quasi sera, ma la spiaggetta era ancora aperta, e non ho mancato di scattare. 
Vi sembra forse un post sconclusionato, questo? Be', non avete mica torto, neh?

sabato, gennaio 08, 2011

OGGI


Be'.... pioveva. E finirò per farmi una nomea da eccentrica, ferma sul bordo della strada a fotografare rami.

mercoledì, gennaio 05, 2011

TRANCHES D'EPIFANIA

Il mio Amicodelcuore partenopeo mi raccontò, un po' di anni fa, che nella notte che precede l'Epifania, in giro per Napoli ci sono le bancarelle di giocattoli. "Nella notte?" chiesi io. "Eh, certo, per i genitori che si sono scordati, o non hanno fatto in tempo, no?" 
Da allora, ogni anno mi vengono in mente questi genitori ritardatari e affannati, o magari invece  solo posapiano e rilassati, che corrono in giro per la città nel bel mezzo della notte, alla ricerca di giochi e dolcetti abusivi. E ogni anno il pensiero mi mette allegria.
Sempre lo stesso Amicodelcuore - che uno ce n'è, al maschile - disse un giorno che in questa città sembra non essere arrivata la globalizzazione: non so esattamente cosa intendeva - eravamo davanti a un negozio di alimentari "Spendibene", sarà stato quello? - ma oggi, verso sera, mi sono trovata in un negozio poco sopra casa mia, una merceria di cui allego la foto della vetrina. 
Ci sono cose splendide, in quel negozio: una borsetta molto vintage e evidentemente secondhand,  senza cartellino nè marca, ma "vera pelle", saldata a 45 euro invece di 69; un servizio bellissimo con caffettiera e quattro tazzine a quasi grandezza naturale, in pura plastica per bambole; scatole su scatole di camicie da notte, calze, vestaglie; animali e portatessere in gomma beige, macchinine, decorazioni autoadesive, carte da regalo; fermagli per capelli, golfini e berretti; imparaticci da ricamo, e naturalmente elastici, fili e bottoni. Ma la merciaia, imperturbabile in mezzo a quello tsunami di articoli improbabilmente voluttuari, ha risposto "Eh, non saprei... specchietti ne ho, ma senza nulla di speciale..." alla signora  che le chiedeva un'idea - forse uno specchietto da borsetta? - per la calza di una ragazzina.

Me se ne sono andata nella sera, a fare i miei passi prescritti. 







 lucine di natale, ma sembrano bottoni, forse per simpatia con la merciaia.

CACCIATORI E CACCIATI

Nella città ferragostana, vuota di genti e brillante di sole, gennaio pareva solo uno scherzo, finchè quel bastardo refolo di tramontana non passava via a morderti le orecchie. 
Niente camminata oggi, nè spiaggetta: la Befana è entrata in azione, pur mentre la malura influenzale imperversa e colpisce anche la Nessie e il KGgB. Conciliare la caccia alla calza con quella al cibo ha richiesto, ahimè, la macchina.



In compenso, ci fa buon sangue la giusta rivincita di Greenpeace su altri tipi di cacciatori: quelli di balene, fin più bastardi della tramontana. Che, si è scoperto, corrompevano i 
funzionari giapponesi chiamati a certificare lo "scopo scientifico" della caccia, con tagli di carne di balena del valore di circa 3000 dollari. Questo articolo apparso sulla Stampa illustra bene tutta la questione e le perplessità sollevate dall'insistenza del Giappone sulla caccia alle balene: ma se è vero che ormai nessuno ne mangia più la carne, perchè vale ancora così tanto? 
Non è l'unico dubbio paradossale su merci e risorse: senza sforzarmi troppo, per esempio mi viene in mente
- se il petrolio scarseggia e costa sempre di più, perchè mai aumentano a dismisura i vestiti in fibra sintetica?
- se la lana è stata brutalmente deprezzata - e i pastori sardi ne sanno qualcosa - perchè non si trova più neppure un maglione di lana?
- se l'acqua sta diventando un bene prezioso, com'è che non c'è più un centro estetico senza il suo bell'hammam?


E via di seguito. Ma per adesso contentiamoci di sapere che Greenpeace ha vinto una battaglia.

lunedì, gennaio 03, 2011

D'ISTRAZIONE

Ah, al primo giorno, proposito mantenuto! (e non sorridete sarcastici, quanti propositi dell'anno nuovo non sopravvivono neppure un giorno...) 
In compenso, la distrazione è sempre quella dell'anno vecchio (e oltre: uno dei primi post di questo blog parlava appunto di distrazione, anni fa): così mi sono dimenticata di ricaricare la pila della macchina e le foto sono state un po' limitate da questo inconveniente tecnico. In più c'era il sole, e  gente e cose sono  meno interessanti, con il sole ( a parte i due in costume, con tanto di sdraio, ferocemente ma pigramente attaccati al muretto proteggivento), così accontentatevi.
La notizia del giorno, però, è che ho scoperto (attraverso un disguido di bollette telefoniche) di avere un'omonima in quel di Mantova: e se mi chiedete se sono curiosa di conoscerla rispondo di no, che sarebbe terribile venire a scoprire che pies è una leghista o, quasi peggio, una tronista (categoria a me sconosciuta ma a quanto pare sinonimo di atroce nequizia)
(Oggi, se per caso non lo aveste notato, è il giorno delle parentesi: sempre meglio di quello del punto e virgola, che prima o poi giungerà)


 Tutto chiuso da natale, rose sfiorite e fiocchi sfatti, ma le tende dorate riflettono il sole ...  
 Duro collaudare una tavola se il mare istesso è una tavolablu-ù... eppure.

domenica, gennaio 02, 2011

OTTIME RAGIONI

Il mio medico dice che dovrei camminare un'ora al giorno. Munari, nel senso di Bruno, insegna a mandare agli amici cartoline taroccate con l'acetone (vd. nota 1). E' difficile taroccare con l'acetone le fotografie digitali (vd nota 2) e quindi il proponimento del 2 dell'anno (vedi nota 3) è semplicemente quello di postare  una foto (vd nota 4) al giorno. Prima o poi l'acetone arriva.


 Le monde au contraire, il mare dentro la finestra




Sono entrambi un po' malconci, ma ce l'ha fatta, a salvare il suo piccolo

la lente magica...





















- nota 1: E' uno dei deliziosissimi libretti che si trovano, pies, alla Città del Sole, il negozio di giocattoli, pronti per essere comprati e collezionati: questo si chiama "Saluti e baci" e fa venire voglia di concedersi lunghe vacanze noiose in un qualhe paesino dove sia arrivato ben poco del mondo d'oggi. Così da sedersi lì sul muretto, con la bottiglietta dell'acetone, un batuffolo di ovatta e un mazzetto di cartoline comprate dal tabaccaio: e sentire, la sera, che la giornata è stata produttiva e divertente.

- nota 2: In assoluto sarebbe più facile taroccarle, se si avesse un programma con qualcuna di più delle tre funzioni fondamentali, ma non si ha. per ora

- nota 3: mai capita questa storia dei proponimenti del primo dell'anno, l'unico giorno fra tutti in cui si ha il diritto e il dovere di essere rincoglioniti: sfido che poi non si mantengono...

- nota 4: o più

Nota 5: cari lettori che intanto vi rifaccio gli auguri e vi ringrazio che siete venuti a cercare il mio blog anche durante le (sacro)sante festività, vi è andata bene che mi è venuto in mente di copiare il primo Terry Pratchett, che ha la passione delle note a piè di pagina. C'è di peggio, che Wodehouse una volta ha scritto un libro tutto abbreviazioni. Così, senza una ragione al mondo: cosa che di per sè è spesso un'ottima ragione.