martedì, luglio 29, 2008

E SI RIPARTE


... per poco, ma si va.
Fra dieci giorni siamo di nuovo qui, chi più chi meno, ma nel frattempo staremo in un paese dove - checchè ne dicano i molti detrattori - i soldati la divisa la tengono nell'armadio e non si sognano di andarci in giro per le
città.

SI TORNA


Che mi piaceva di fare una bella recensionciona, tanto il concerto è stato grande e l'uomo ancor più, nella sua gentilezza e bravura.
Ma forse sarebbe stata inutile, chè le emozioni non si possono raccontare e il resto sarebbe stato colore. Dalla pessima organizzazione dei biglietti, che ha fatto rumoreggiare il pubblico metà fuori e metà dentro fino alla terza canzone, a questa band che si avvia decisamente alla terza età con mani e fiati da virtuosi, facce patibolari e giacca e cravatta completata da vari gradi e modi di sformare un borsalino.

E a questo punto, però, non si riesce a non raccontare di come lui, Leonard Cohen, costruisca tutto attorno al proprio, di borsalino: che si toglie per ringraziare, per cantare in ginocchio, per portarselo sul cuore, scoprendo la testa bianca con gesti da antico aristrocratico.

Accenna qualche movimento di danza con quella rigidità tutta ebraica in cui le gambe paiono disarticolate, ma nel suo caso l'ebraismo è passato attraverso il buddismo e il buddismo attraverso l'autoironia, e si vede.
Una ventina d'anni fa, a Milano, non ancora il mito di oggi, la sua presenza sul palco era severa, la coscienza di sè visibile. Se sia stato il prendersi cura del suo maestro Roshi o
semplicemente lo scorrere del tempo ad ammorbidire questo "grande del '900" come lo ha definito l'amica Triz, non so: ma l'impressione che dà è quella di voler sfuggire per primo al proprio mito. Come già diceva moltissimi anni fa, dopotutto "in Canada, un poeta è qualcuno che si invita in tivù per far ridere". Ora sembra aver compiuto il giro attorno a quella frase, e sembra provare a guardarsi da solo in quella luce, pur sapendo che lui l'ha smentita del tutto.
Ecco, forse fin qui si può raccontare, ma oltre... come rendere l'effetto dal vivo della canzone multiorgasmica fra i canti sacri, Hallelujah, o la tenerezza del gioco di sguardi con la vocalist di sempre, Sharon Robinson, o come piglia al cuore la "solita" Suzanne?

Impossibile, già. Contentatevi delle foto impressioniste.

domenica, luglio 27, 2008

SI VA

.. in patire internescional.
Da Israele, il mio cognato che parla italiano come Moni Ovadia ed è comunque meglio di noi che parliamo ebraico come un gefilte fish, dice, all'annuncio che andremo al concerto: "Tu sai che lui piace me molto molto?"
No, non lo sapevamo. "Sì, lui bastardo. Lui anche ebreo, ebreo di Canada, e una volta lui detto che veniva a cantare a Tel Aviv. Io comprato bilietti e aspettato e aspettato e poi lui... tirato pacco, non venuto. E ora canta in bella piazza di Lucca...molto bella cosa."

Già, fratellino: lo ascoltiamo anche per te, d'accordo? Ma, come sempre, ci piacerebbe di più se tu fossi qui.

venerdì, luglio 25, 2008

COLOURS


i miei nuovi occhiali
(si prega di notare l'interno verde)










e la mia nuova testa

(se l'interno è verde, per ora non si vede)












Quello che si chiama aggiungere colore alla propria vita.

E SE LO DICE LUI....



Come ben sappiamo noi genovesi, di Scarrjola ci si può fidare, sissì.

E se dice che gli incidenti nucleari in Francia sono ben poca cosa, sicuramente dirà il vero.

Perchè fu lui, il ministro del G8. il ministro di Bolzaneto e nella Diaz, a pronunciare questa frase:«Ci vuole una Maastricht per la giustizia contro la Babele che vede l' Italia al livello più basso nella tutela dei diritti fondamentali del cittadino». Ovviamente prima di essere ministro, quando il garantismo lo invocava per sè e i suoi amici.

E fu sempre lui che, dice Wikipedia, affermò "...fui costretto a dare ordine di sparare..." riferendosi naturalmente ai fatti del G8 e quando Agnoletto ne chiese le dimissioni in seguito a questa frase compromettente, la smentì dicendo
che la dichiarazione non era "non del tutto propria sotto il profilo giuridico e approssimativa se estrapolata dal contesto" .

Un uomo, una coerenza, una garanzia di veridicità.

giovedì, luglio 24, 2008

SOLO L'INIZIO

sì, a volte tocca ingoiare. e il disgusto cresce.

mercoledì, luglio 23, 2008

CARTOLINE 4

After a two year visit to the United States , Michelangelo's David is returning to Italy ......





His Proud Sponsors were:

lunedì, luglio 21, 2008

MA PRIMA DI TUTTO...



GRAZIE



sapere che ci siete, tutti, è... bof, non fatemi diventar melensa

VACANZE!



PRIMA DELLA CONTA













E DOPO LA CONTA, ESEGUITA IN COLLETTIVO COME DA TRADIZIONE.

ORA NON RESTA CHE PORTARLI A QUALCUNO DI PAZIENTE E FIDUCIOSO.

E AGGIUNGERNE UN CONGRUO TOT.


(mica potevate crederci così previdenti da averli tutti nel salvadanaio, no? )

domenica, luglio 20, 2008

20 LUGLIO


ci si vede lì, come ogni anno dal 2001.
qui il programma delle iniziative anche dei prossimi giorni. Fra tutte, quella organizzata dall'Arci e circolo Zenzero per i ragazzi, chi era cioè troppo piccolo per esserci e l'ha solo sentito raccontare, mi sembra intelligente assai.

venerdì, luglio 18, 2008

QUESTIONE DI PROSPETTIVA


"Rabbino, non ce la faccio di più: la mia suocera ha detto che verrà a stare da noi, nella nostre piccole stanzette dove già stiamo stretti con i cinqve figli e la sorella del povero tate, senza contare la servetta che sta in cucina. Ohi ohi, come faremo?"
"Tranquillo, Shmul, dove stanno in sette c'è posto anche per otto, dove otto anche nove ci sta." Scrollando la testa, Shmul se ne va, ma torna dopo qualche mese: "Ohiohi, rabbi, la cugina della mia moglie è rimasta vedova e senza la casa e sta arrivando da noi! In qvella casa già così piena, che bambini tocca stare tutti in un unico letto. Che fare?"
"Prendi due capre, Shmul."
"Tu sei matto, rabbi? Io dove metto due capre???"
"In casa, Shmul, e dove, sennò? Fa' come ti dico, sennò cosa tu vieni a chiedere a tuo rabbi?" Brontolando, Shmul compra le capre e dopo qualche settimana è di ritorno: "Ah, rabbi, io divento matto in qvella casa! Ogni volta che muovo un piede inciampo in qvalcuno, e il rumore... il rumore è impossibile, fa male a orecchie!"
"Hai ragione, Shmul. Dà pur via le due capre."
Shmul corre via tutto contento e non si fa più vedere, tanto che il rabbi incontrandolo dopo due mesi si sente in dovere di chiedergli "Come va?"
"Ah, rabbi, va benone! Senza le capre, c'è un sacco di spazio, adesso."

Ecco, per motivi tutti miei adesso mi sento così, e spero che duri.

NONNO'


Questo non è un Orribile, amicae., che me lo mandi per le mie cartoline.
La Scimmia Volante Urlatrice, gadget per la casa e per l'ufficio, mi piace assai assai.

E' una fionda, come si può vedere dalle foto, cammuffata da peluche: e immagino che emetta un forte sibilo quando viene lanciata su uno sventurato compagno di stanza - di casa o d'ufficio, dipende da quale si vuole farsi odiare di più. Ma io la lancerei anche così, a muzzo, senza voler colpire nessuno, per il solo gusto di. Chi me la regala a Natale?
Anche se poi, orchecipenso, dovrei vedermela con l'Ente Protezione Peluches, che ha sede in casa mia e che di sicuro non approverebbe questa  forma rivisitata del lancio del nano.
Vabbe', lasciate stare, allora, meglio le marmellate. Ma peccato, neh?

giovedì, luglio 17, 2008

CARTOLINE 3


L'amicae. , in cerca di Biciclette Impossibili, si è imbattuta nel telo mare Leopard di Playboy. Eccolo qui, in tutta la sua perversione mentale.

mercoledì, luglio 16, 2008

CARTOLINE 2


Da Napoli, scattata in un supermercato: ed è stata acchiappata da due napoletani - l'Amicodelcuore, sempre lui, e il suo geniale fratello - perciò si può postare senza tema di apparir razzisti. chè i napoletani, come fra loro gli ebrei, possono. 

INSOMMA, PARE CHE...


... ci si sbagli. Non del tutto, ma almeno un po'.  Che delle sentenza su Bolzaneto si possa non essere furibondi: lo dice Giuliano Giuliani, lo dice Agnoletto, lo dice Amnesty. Mi pare che il parere più articolato e corretto sia quello di Agnoletto, che giustamente individua due punti importanti della sentenza: il primo è l'ammissione che quanto dichiarato dalle vittime è vero, il secondo è la responsabilità dei ministri di allora, cioè dei governi. Che, per carità , non sono due dati da sottovalutare. Ma mi sembra che abbia ragione Haidi Giuliani  sottolineando che, in sostanza, riducendo i fatti a singoli episodi perpetrati dai singoli si rende in qualche modo possibile il ripetersi di quella aberrante scelta politica ( e dis-umana, chè poi parlano del "branco" solo quando si tratta degli altri) che c'era dietro. 
La storia appare strana, come se dovessimo essere contenti di qualcosa che non quadra, o come se non si potesse essere scontenti di qualcosa che poteva essere anche - e, in effetti è così - molto peggio. Sarà solo un altro segno della confusione della sinistra?

martedì, luglio 15, 2008

OF COURSE


Si potevano avere dubbi e speranze di vera, piena giustizia?
Alla vergogna non c'è limite e, a quanto pare, dovremo accontentarci che sia stato riconosciuto che a Bolzaneto "qualcosa di grave è successo."
Si prepara forse il prossimo G8 del cavbanana?

lunedì, luglio 14, 2008

DA NON PERDERE!




o, se non lo acchiappate diretto, qui c'è il link

domenica, luglio 13, 2008

CARTOLINE


Prima ancora che io lanciassi la Grande Iniziativa delle Cartoline da parte di lettori ed amici, l'Amicodelcuore mi ha mandato il suo grandioso primo contributo, la foto dell'Oggetto più Brutto del Mondo.
Era stato preceduto da una descrizione, ma vivolive rende assai: si discuteva con il KGgB se ciò che lo fa assurgere da Orribile a Nefando siano le catenelle ai lati o i più vistosi fioroni, benchè non sia da sottovalutare neppure l'apparentemente anonimo piedistallo, che rivela l'alta considerazione in cui è stato tenuto l'Oggetto al momento della sua fabbricazione.

Il dibattito rimane aperto, e così le Cartoline: mandate oggetti, cartelli e assurdità a piacere della vostra estate, saranno ospitati volentieri.

venerdì, luglio 11, 2008

SGHEI 2


Con poco costrutto e altrettanta poca razionalità, le mie riflessioni economiche giravano, in questi giorni, intorno al concetto cardine del gioco.
E già da ciò potete ben capire come il presente post, benchè collegato al precedente dal titolo e dall'argomento, non voglia avere nulla di scientifico.

Chè il gioco è una dimensione di vita, ed è una scelta: anzi, è anche una scelta difficile, chè spesso chi gioca fa in fretta a passare per ingenuotto, infantile e peggio.

Se gioca con il sacro argomento degli Sghei, poi... Eppure, qualche giorno fa pensavo a quanto era bello quando io e il barbuto, agli inizi di una convivenza dissociata anzichenò, ci telefonavamo tutti contenti:"Piuma d'oro!" .
L'avevo trovata in un libro anni'40, questa definizione delle entrate inaspettate, e confesso di trovarla bella ancora oggi.
Le Piume D'Oro, ovviamente, si ottengono tanto più facilmente quanto meno si tengono sotto controllo sia le entrate che le uscite, in modo che i soldi che arrivano possano essere una sorpresa. A meno che, naturalmente, non siate abbondantemente forniti di parenti ricchi e morituri, e non è mai stato il nostro caso.
Il metodo ha i suoi svantaggi, com'è intuibile, soprattutto quando la famiglia cresce e le Piume D'Oro no: nel tempo, perciò, queste ultime sono scivolate via, ma le rimpiango. E se mi dimentico un po' di soldi in qualche tasca di cappotto, il che succede abbastanza spesso, sospetto che sia un modo per regalarmi di nuovo una piuma d'oro facendo finta di niente.
Non c'è teoria, in tutto ciò: però io credo che una misura di divertimento, di leggerezza, di sporadico "massì,va' " debba entrare nella vita economica di ognuno.

Forse perchè, quando avevo poco di più dell'età del KGgB, andai in vacanza tre giorni con un amico e la di lui abbastanza nuova fidanzata:
tre giorni di campeggio libero appena fuori città, cibo portato tutto da casa, macchina (500) loro. Al momento di ripartire, dividemmo equamente la spesa della benzina e del cibo: la fidanzata del mio amico protestò che così sarebbe rimasta fuori l'usura della macchina. Non so più come finì la discussione, ma l'amicizia finì lì. Sì, lo so, è un esempio paradossale: eppure è realmente successo.

E da molto tempo non organizziamo più le nostre feste, purtroppo: l'intenzione c'è sempre ma la possibilità vera mai. A una della prime che
organizzammo, qualcuno venne a chiederci "Quanto vi devo?". Gesto carino, ma forse così genovese che io, che sono rimasta pur sempre un'immigrata, sgranai gli occhi e scoppiai a ridere. Si porta il vino, si mandano i fiori, si comprano i dolci... negli anni e nel susseguirsi delle feste, in tanti portarono il vino, i fiori, i dolci. Ma ci fu anche, com'è ovvio, chi non portò niente e mai ricambiò: oggi, e forse neanche allora, saprei dire chi, nè mi interessa farlo. Però, a un certo punto della mia vita, anche questo piccolo fatto mi provocò un po' di tristezza, soprattutto nel vedere che quasi tutti i coetanei nostri, meno dediti a festeggi dispendiosi, avevano accumulato vil metallo, chi in una forma chi in un'altra. Noi avevamo tanti ricordi da ridere, ecco, e capita di sentirsi un po' scemi nel confronto.

Epperò l'altra sera la Ness parlava del suo lavoro, e di una bellissima idea che aveva avuto per organizzare un'attività coi bambini. Senza nulla togliere all'ingegno e alla bravura di Ness, che sono grandi, non per la prima volta nei suoi racconti (che mi fanno anche un po' di invidia proprio perchè mi ci divertirei anch'io con le robe che lei fa fare ai bambini) ci ho sentito l'eco delle nostre feste, i giorni e le serate spesi ad organizzare i giochi più divertenti possibile, le idee da ghigna, le risate degli amici. E, tra il serio e il faceto, ho pensato che in fondo i soldi spesi per gli altri (passatemi l'orrido concetto, visto che di questo si parla) ci stanno ritornando tutti, un po' come chi mette via soldino su soldino la cifra per il master prestigioso. Ma noi, in più, abbiamo il divertimento e la passione di Ness nel suo lavoro, e anche il divertimento nostro e altrui che ci fu all'epoca.


Forse, in fondo, bisogna solo decidere di cosa si vuol essere ricchi.
Che c'era un gioco che avevo da piccola, Carriere, dove ognuno stabiliva gli obiettivi della sua vita: tot soldi, tot successo, tot amore. Nel gioco più o meno si riusciva a raggiungerli, ma nella vita entrano spesso in contraddizione. E a quel punto è un buon paracadute avere chiaro non solo cosa si vuole riuscire ad avere, ma anche cosa e chi si vorrebbe riuscire ad essere.

SGHEI 1


A volte succede, che nella comune-ty si ragioni sugli stessi argomenti pur senza sapere l'uno dell'altro: e la divulgazia del brother in tema di economia giunge a fagiuolo su alcune riflessioni che facevo de par mì.
Devo ammettere, anzi, che per quanto sembri assurdo a chi mi conosce, l'economia in quanto "scienza" non mi è mai dispiaciuta, anche se ovviamente non sono tipo da approfondire l'argomento fin nella minime pieghe e, tanto meno, sono tipo da metterlo in pratica ricavandone un frutto. Diciamo che il mio è un interesse accademico, e soprattutto storico: chè, come si sta cercando di far passare l'attuale "democrazia" (parlamentare, borghese, rappresentativa) per l'unica democrazia possibile, anche per l'economia si tende a presentare l'attaule insieme di prassi e teoria come l'unico modello ovvio e realizzabile. Mentre, basta pensarci, ancora a tutto il secolo scorso erano presenti nel mondo - e, un po' prima ma mica tanto, anche in Europa, pur a prescindere dal modello sovietico - modelli economici differenti ma funzionanti. Economie in cui, per esempio, il valore della moneta non era vincolato alla riserva aurea. Economie che si basavano, per girare, sulla generosità ostentata e dovuta, messa in moto da occasioni ritualizzate come i matrimoni. Economie in cui una moneta aveva il proprio valore intrinseco e veniva morsa per appurarne l'oro, o limata per fare la cresta sul suo valore dichiarato. Economie in cui, lo sappiamo tutti, le monete erano conchiglie o perline, o pellicce o manufatti o bestiame senza che necessariamente vigesse il baratto.

Se a un certo punto questa attuale economia - fortemente vincolata alla classe borghese che ha portato alla formazione degli Stati Nazionali, prima, e al loro dissolvimento di fatto nella globalizzazione, oggi - è diventata prevalente, ciò non significa che sia la migliore, nè l'unica possibile. E neanche che si possa considerare "neutrale", chè molti dei meccanismi su cui basa sono assolutamente collegati a quella che si può considerare l'ideologia borghese.
Già da un po', infatti, uno dei punti cardine di questa economia, che è il concetto di "sviluppo" inteso come un continuo (ed infinito, teoricamente) miglioramento materiale delle condizioni di vita mediante l'accumulo di sempre più oggetti che dovrebbe produrre quindi sempre più ricchezza, si scontra con pulsioni più autentiche che pure esistono nei singoli, come l'aspirazione ad una vita senza troppo stress e più ricca di rapporti umani e sociali o di soddisfazione. E soprattutto si scontra con la semplice constatazione che le risorse per produrre quel tipo di sviluppo non sono affatto infinite. O, anche, con la saturazione del mercato, che ormai sta raschiando il fondo del barile, trasformando i bambini in "consumatori" e istinti basilari come la sessualità in "consumi".
Perciò chi vorrebbe un mondo diverso e un poco migliore sta teorizzando, ad esempio, la "decrescita", un modello di sviluppo che va in senso contrario all'attuale: molte sono ancora le dicussioni in merito e non c'è un'uniformità di pensiero al riguardo, ma anche l' economia attuale ci ha messo un bel po' a diventare un insieme sistematizzato.
Ci sono altre proposte di nuove teorie e soprattutto nuove prassi economiche: ce ne sono di più di quanto non si immagini, e il guaio è che la loro discussione e ancora più la loro pratica è per ora estremamente limitata, come accade a quasi tutte le robe pioneristiche.
Noi, quindi, per ora ci tocca di vivere in questo modello qui, e ben venga la divulgazia se ci spiega come funziona: ma io credo che perfino in un modello dominante ci sia un margine di scelta - basti pensare ai Gruppi d'Acquisto Solidale, in cui molte persone scelgono di sacrificare una parte del loro possibile risparmio a favore di giusti compensi per i produttori - e che questo margine si andrà ampliando nei prossimi anni, con sempre nuovi e più diffusi esperimenti di vita collettiva basata su presupposti diversi dall'accumulo.
Infine, e questo è l'argomento di Sghei 2, io credo che ognuno di noi debba anche scegliere qual è il proprio modello economico, nella vita: e che spesso la scelta possa essere meno scontata di come appare.

mercoledì, luglio 09, 2008

THE NOCAVDAY AFTER

Segnatevi l'Url e trovate un momento per ascoltarlo tutto. Chè quest'uomo dice cose non solo giuste e sacrosante, ma anche intelligenti. Sempre lui, sì: ed è anche un piacere guardarlo, in più.

Ma anche Ascanio Celestini, quant'è tenero con la sua maglietta?







Quanto al resto, la tristezza impera anche se, invece, l'iniziativa di per sè è stata un buon successo: ma, ovviamente, fanno più notizia le castronerie di guzzanti e beppegrillo che le tante cose giuste dette e chieste dagli altri, e ancora una volta la stampa "democratica" dà una mano a pompare le polemiche invece che puntare decisamente sui dati di protesta e sulle cose positive.
E forse è arrivato il momento di chiedersi cosa ci guadagna, e come, il
beppegrillo a rimestare nel torbido come fa, confondendo pagliuzze e travi per partito preso, continuano inesorabilmente a dare l'idea che tutti sono marci a parte lui stesso, che neanche si scomoda a partecipare di persona.
Io so di aver trovato su internet, ma purtroppo non so più ritrovarlo, un qualche sito in cuis i diceva - mi pare con un certa credibilità - che il beppegrillo è personaggio totalmente costruito da un'agenzia pubblicitaria: forse varrebbe la pena di cominciare a fare della controinformazione su di lui, smettendo di sottovalutare il danno che fa. E da cui, indubbiamente, ha il suo tornaconto.

CHI HA ORECCHIE PER INTENDERE...


Da Republikit nella cronaca della manifestazione di piazza Navona:
19:14 Moni Ovadia infiamma Piazza Navona E' stato l'intervento di Moni Ovadia a infiammare per la prima volta la platea radunata in piazza Navona per partecipare alla manifestazione "per la legalità" organizzata dall'Italia dei Valori. Si sono levati applausi a scena aperta quando l'artista ha urlato alla folla che "non possiamo più lasciare la democrazia in mano ai populisti. Non possiamo dialogare con chi dialoga con i fascisti e offende la memoria dei partigiani".

Evvai!

lunedì, luglio 07, 2008

ZONTE


Da Repubblica, edizione genovese, la lista delle adesioni al presidio dell'8 luglio di cui parlo nel post precedente. Eccola:

(...) Ieri pomeriggio è arrivata l’adesione di tre membri dell’assemblea regionale del Partito Democratico, Paola Bellotti, Carla Olivari e Michela Tassistro che "da libere e democratiche cittadine sostengono le iniziative per far sì che la legge sia davvero uguale per tutti": forse non è superfluo ricordare che, al contrario, il Pd ha deciso di non aderire alla manifestazione nazionale (e quindi alla locale). Alla due organizzazioni che hanno lanciato la manifestazione — Libertà e giustizia e Comitato per lo Stato di Diritto — si sono aggiunti nelle ultime ore il Comitato verità e giustizia per Genova, l’Associazione Giuristi democratici, il Partito dei comunisti italiani, Rifondazione Comunista, il sindacato Cobas, la federazione dei giovani comunisti, il Circolo Bianchini di Rifondazione, il Forum della sinistra europea, il Comitato Piazza Carlo Giuliani, il "Gruppo per il bene comune Liguria", la Rete controg8-Centro di documentazione per la pace, la Comunità di San Benedetto del Porto. E poi, come avviene sempre in occasioni come queste, tante adesioni di personaggi pubblici: ci saranno ad esempio Nando Dalla Chiesa, neo-responsabile comunale dell’immagine della città, e Aleandro Longhi, già senatore per i Ds e ora dirigente nazionale del Pdci. (r.n.)

E domani, nello stesso posto del presidio ma dalle 16, parte la
CAMPAGNA CONTRO LA SCHEDATURA DEI ROM
e qui c'è il comunicato:

La Federazione Giovanile Comunisti Italiani di Genova aderisce alla manifestazione genovese di domani 8 luglio alle ore 18 sotto la prefettura contro le "leggi vergogna" del Governo Berlusconi fra cui la norma "blocca processi" che porterebbe, tra le altre sospensioni, anche a quella di tutti i processi contro i responsabili delle aberranti violenze al G8 di Genova.

La FGCI a partire da domani alle 16 in via Roma davanti alla Prefettura, organizzerà dei banchetti a sostegno della campagna nazionale "Maroni schedaci tutti", in cui verranno raccolte le impronte digitali e le generalità ai cittadini per protestare contro la proposta di stampo razzista del Ministro dell’interno Maroni di schedare tutte le persone di etnia Rom.

OPS!


Forse perchè in periodo di iberno-riflessione, forse perchè l'adesione (in videoconferenza, chè si fa meno fatica) del beppegrillo non mi esalta, ma insomma questa manifestazione nazionale, il "No Cav Day" dell'8 luglio - domani, oppure oggi se leggete il post dall'ufficio - in piazza Navona non mi aveva acchiappato granchè. Nonostante sia stata lanciata da brava gente (il direttore di Micromega Paolo Flores D’Arcais, il deputato del Pd Furio Colombo e dal senatore dell’Idv Pancho Pardi) e abbia trovato adesioni e sostegno anche in una larga fetta della base PD, che è un'ottima cosa. Però poi c'è stata l'adesione di Umberto Eco: ecco, io non scrivo ciò che penso di Eco, chè darei luogo al rarissimo fenomeno di un'attestazione di stima da parte mia tale da rasentare la sbracatura, ma insomma il suo non è un parere trascurabile.
Ed Egli dice ciò:


A Furio Colombo, Paolo Flores d’Arcais, Pancho Pardi

2 luglio 2008

Cari Amici,
mentre esprimo la mia solidarietà per la vostra manifestazione, vorrei che essa servisse a ricordare a tutti due punti che si è sovente tentati di dimenticare: (1) Democrazia non significa che la maggioranza ha ragione. Significa che la maggioranza ha il diritto di governare. (2) Democrazia non significa pertanto che la minoranza ha torto. Significa che, mentre rispetta il governo della maggioranza, essa si esprime a voce altra ogni volta che pensa che la maggioranza abbia torto (o addirittura faccia cose contrarie alla legge, alla morale e ai principi stessi della democrazia), e deve farlo sempre e con la massima energia perché questo è il mandato che ha ricevuto dai cittadini.
Quando la maggioranza sostiene di aver sempre ragione e la minoranza non osa reagire, allora è in pericolo la democrazia.
Umberto Eco


E quindi a piazza navona non ci vado nonnonò, ma un salto in Largo Lanfranco alle 18 cercherò di farlo: chè per chi non va a roma ci sono le manifestazioni locali.

Non fosse bastato Eco, le adesioni alla manifestazione contano una sfilza di bei nomi, tra cui Dario Fo, Camilleri, Oddifreddi, Hack, Moni Ovadia ecc., ed Ascanio Celestini che motiva la sua adesione in modo intelligente e documentato, sostenendo che il Cavbanana sta mettendo in atto punto per punto il piano della P2: val la pena di ascoltarlo, dura pochi minuti.

A prescindere da entusiasmi e stanchezze, quindi, credo che sarebbe giusto e prudente diffondere questo tardivo appello, e cercare di esserci, in Largo Lanfranco.


mercoledì, luglio 02, 2008

TURISTA PER CASA




Qualche anno fa ci avrei sballato: chè, quando le raghelle erano piccole (prima una e poi l'altra, in verità), questo era il periodo del Qualibro. Il nome piuttosto orrendo era un mera descrizione dell'oggetto, un quaderno che man mano, una notte dopo l'altra, diventava un libro della vacanze personale. Con foto, disegni, quiz e giochini ci entrava dentro la meta della vacanze di quell'anno, e ovviamente doveva essere pronto prima della partenza, per poter essere estratto durante il viaggio. Ai periodi morti dei viaggi erano infatti dedicati i giochini e i test, ma anche le storie e le info più curiosi sui posti che avremmo visto: compito della/delle figlie era poi completare con informazioni e materiale di prima mano ciò che io avevo solo potuto anticipare, o suggerire, o ipotizzare.
Io mi divertivo un sacco a preparare il qualibro, lo confesso. Che forse la mia distrazione e la mia memoria che procede a impressioni come un antico dagherrotipo mi portano a sognare una giapponesizzazione delle esperienze, un Fissiamo tutto su carta così son sicura che è successo.
Ma , a prescindere, mi divertivo a cercare a le storie e ad incollare i depliant, a scovare le figurine più strane e a disegnare gli spazi per il biglietto del museo e la scritta sul muro: il qualibro come visione olistica del libro.

E quindi, ecco, in questi giorni in cui abbiamo approfittato della presenza dell'Amicodelcuore per andare in giro qui vicino, non ho potuto che rimpiangere l'assenza di un qualibro in cui mettere le foto del Museo del mare - dove si carica il cannone, ci si traveste, ci si ficca nei ceppi dei rematori e altro ancora - con il relativo e ben fatto foglio di spiega di ogni attività, il passaporto di Angiulina di cui ho già parlato, nonchè il menù della Fattoria del Bosco (che meritava che io stessi meglio) nelle Valli del Latte, e le foto del Museo Passatempo a Rossiglione.
Che è un museo privato, come se incontrano frequentemente all'estero e meno spesso qui: con una sistemazione museale sui generis data la carenza di spazio e l'abbondanza di oggetti, e una spiegazione essenzialmente a voce, fatta dai proprietari/curatori che a metà giro offrono anche da bere, compreso nei 5 euro del biglietto.
Il museo in quanto tale risente dell'ovvia scarsa sistematicità, ma la passione è tanta: chi non dovrebbe lasciarselo sfuggire sono gli appassionati di moto, ma soprattutto della Vespa, chè ci sono alcuni pezzi
d'eccezione. Gli oggetti interessanti, curiosi o kitsch sono comunque molti, e ognuno a a fine giro avrà il suo preferito: il mio è un grande manifesto che annunciava un concerto dei Beatles come uno spettacolo da circo: "suoneranno per voi, vi faranno divertire!"
Ma anche la fioriera a forma
di Vespa non scherza, neh, per non parlare della bambola Mike Bongiorno, prodotta dalla Furga negli anni '60.
Il Museo, ricordatevelo se siete in vene di follie, noleggia oggetti e mezzi di trasporto - tra cui un'apecar con risciò dai sedili imbottiti - per feste, matrimoni o... boh, chissà.