venerdì, maggio 27, 2011

mercoledì, maggio 25, 2011

INTERVALLO




Il gabbianino è vivo e vispo, le rose sono sfiorite per il gran caldo, gli ulivi invece si sono tutti fiorellinati di beige, rondini e pipistrelli stridono e svolazzano mentre noi ci prendiamo l'aperitivo sul balcone - una gradevole new entry. 
Io torno presto, intanto voi che non siete sul facciabuco guardatevi questo Intervallo Rai sull'amena località di Sucate (se ancora non sapete la storia, leggete e ghignate qui)

giovedì, maggio 19, 2011

E ALTRI ANIMALI

Di ritorno dal qi-gong - di ritorno dal ritorno al qi-gong, dovrei dire, visto che mi sono presa una meditativa pausa con la complicità di una caviglia slogata giocando a pallavolo sul prato - chi ho trovato ad aspettarmi sul portone? Il mio amico Il Geco Grasso. E quando dico "sul" portone vuol dire proprio "sul", come si può vedere dalla foto che, no, non è stata postata verticale per sbaglio. 
Il Geco Grasso vive, credo, nel cassone della mia tapparella e un paio di volte l'ho trovato sulla zanzariera, ovviamente sul lato interno, bello rilassato in questa sua vita adesa, a spiccare contro la luce lunare: il tempo di guardarlo e fra sgusci e salti è sparito. 
Da quel momento facciamo molta attenzione quando abbassiamo la tapparella, che non ci rimanga sotto come è già successo a un suo collega meno fortunato. In verità non so se quello sul portone era proprio lui o suo cugino, quel che è certo è che i gechi prosperano, quassù. 
Così come le rose, che il caldo anticipato ha fatto esplodere in una fioritura contemporanea, mandando a pallino le puntuali alchimie di colori studiate da chi ha progettato il giardino, che l'anno scorso avevano invece funzionato con precisione ammirevole: ma anche così, con quel tanto di esuberanza pacchiana, affacciarsi al balcone è una fortuna, per non parlare di quando si passa accanto alle siepi di gelsomino che, quelle sì, quest'anno sono fiorite in tempi diversi, profumando l'aere in punti diversi.

E la Stevia sul balcone si è ripigliata e sta buttando rigogliossime foglie dolcificanti (fra un paio di settimane credo che potrò postare un resoconto completo del primo raccolto da mettere nei dolci), la calla in vaso produce con costanza un paio di fiori formato mignon per il mio tavolino, le piante in casa crescono vigorose, beandosi della luce che qui non manca. 
In questa natura addomesticata ma non del tutto domestica, che comprende il ritorno dell'upupa e gli appostamenti del gatto Ugo, i duetti da operetta dei merli, gli improvvisi lampi verdissimi dei pappagalli che si inseguono e il ciuffo di fiori violetti spuntati da soli là, contro il muro giallo, lo sciocco gabbianello che anche stasera pigolava stridulo a reclamare il suo cibo ha il suo senso. 
Chè animali ne abbiamo avuti in casa, ma ogni esperienza è stata più frustrante dell'altra: dal coniglio alle rane, dalle tartarughe al cane rissoso, dal criceto ai diamantini che mi è toccato nutrire goccia a goccia, qualcosa finiva per non funzionare. Non so bene perchè: sono contenta e confortata dai commenti carini che mi dicono che il gabbianello se la caverà e  che non sono  l'unica ad entrare in empatia con le presenze animali e vegetali... eppure, ecco, finchè la Natura, perfino se è urbanizzata, sta "fuori" mi sembra che ognuno, in effetti, stia al proprio posto. E se poi chiamo i pompieri per il gabbiano è solo perchè noi umani siamo pieni di contraddizioni, no?

mercoledì, maggio 18, 2011

FUOR DI METAFORA...

... il gabbianino non può andare nessuno a salvarlo. Ho chiamato il pronto soccorso animali selvatici, i pompieri distretto levante, i pompieri pronto intervento, la lipu, di nuovo il pronto soccorso e infine la nostra veterinaria (ebbene sì, "abbiamo" una veterinaria senza avere animali). E tutti mi hanno detto che non possono intervenire: il piccolo scemo è sul cornicione di una casa privata, circondata da un giardino. Per raggiungerlo si dovrebbe camminare sul tetto o arrampicarsi su una scala altissima, con il rischio di farsi attaccare dai parenti gabbiani. Che non ci pensano due volte:  sono uscita sul balcone proprio mentre un elicottero passava lassù e mal me ne incolse, chè per mamma gabbiana la mia figura e quel molesto rombo erano tutt'uno, come ha dimostrato scendendo verso di me in picchiata per ben tre volte. Il piccolo quindi lo difendono, e a giudicare da come è vispo credo che riescano anche a nutrirlo. 
Magari, ci è venuto il dubbio dopo esserci occupati invano di lui tutta la mattina, il piccolo non è affatto in pericolo e va avanti e indietro sul cornicione perchè gli piace così, da quello sciocco adolescente che è. Ma ora è di nuovo notte e lo si sente pigolare lassù, quindi non è probabile. 
Ora che ho fatto tutto il possibile, anche se è niente, spero che domani non mi venga il magone,  come è successo questa mattina quando l'ho visto fermo, come un mucchietto di piume inerte.  Quanto ci mette un gabbianino a volare?

martedì, maggio 17, 2011

SUSPENCE


Oggi era una giornata così, con questo sole che si vede perfino nelle foto, il cielo azzurro e terso, il mare davvero blu e turchese. 

Ciononon, è stata una giornata di suspence.
Dopo il primo "intention poll" ho alzato gli occhi sul tetto di fronte e proprio lì, sul cornicione, c'era un piccolo.  
Sono nati senza che li vedessimo mai, quest'anno, e tutt' a un tratto ecco questo qui, già grandicello, che spara i suoi "piiip" tutt'intorno. Mamma e papà gabbiano gli rispondono "sckreech", ma di più sembra che non facciano. E lui è lì, un fagotto di piume dello stesso colore del muro - e il muro è color degli scogli, già - che si staglia contro il cielo sporgendosi sull'angolo del tetto, il becco nero già perfettamente riconoscibile per la forma adunca. Cammina, scivola, torna al sicuro, "piiip!"
Non che io non ne abbia già di mie, di ansie e proprio perciò sposto e pulisco, svuoto e modifico, riorganizzo ed elimino: il sano lavoro fisico val più di un sonnifero e in una cucina da fare si trova sempre. E intanto che l'intention poll - ma esiste davvero quest'orrida espressione? - si trasforma nelle prime proiezioni, il gabbianino sta quieto, un po' schiscio, sempre sul suo angolo. Forse dorme, forse sogna, chissà. Ma, man mano, cammina un po' di più, prende coraggio. E il pomeriggio va via così: ci si rinfranca, si osa sperare, si cammina lungo il cornicione. Arriva perfino il sostentamento: mamma gabbiano raggiunge il piccolo sul bordo del tetto e c'è una confusione di piume, poi lei vola via e lui torna sull'angolo, masticando vistosamente, soddisfatto. Però la suspence continua, "piiip, piip", come finirà?

Vien sera, l'incredibile azzurro diventa un'ancora più incredibile lilla che non tento neanche di catturare con la macchina fotografica, mentre da dietro al palazzo di fronte spunta una larga luna piena. Mamma gabbiano è lì che vigila, tinta di rosa, mentre il piccolo va su e giù lungo il cornicione: ormai sicuro,  cammina un po' curvo ma con passo spedito sulle lunghe zampe. Le proiezioni sono confermate, ma lassù sul cornicione immerso nel buio si sente ancora "piiip..." : magari si riuscirà a volare, chissà, e a tornare dai fratelli.

giovedì, maggio 12, 2011

ORIZZONTI DI BORIA

E mentre sul privato si prende atto delle nubi che improvvisamente si raddensano e richiedono la nostra attenzione, sul pubblico le nubi sono vieppiù tossiche e, sembra, inarrestabili. 
 Mentre noi ci battiamo e sbattiamo - chi più chi meno, ma una volta tanto l'impegno non si può negare - per pubblicizzare i referendum di cui le Tv non parlano e anche i giornali non si occupano poi granchè, il governo di mostri genera appunto mostruosità, di cui le invettive bieche e incredibilmente basse del nano malato non sono che l'aspetto folcloristico. 

Meno folklore c'è, invece, nel far trascinare per terra un signore anziano che ha l'unico torto di chiedere conto al nano delle sue promesse non mantenute, nel portare in questura un altro anziano signore che grida la sua opposizione e il suo sdegno, nel proporre la sospensione per gli insegnanti che "fanno propaganda politica e ideologica" ( e sarà il preside della scuola a dover giudicare cosa è propaganda), nella calunnia che l'agghiacciante candidata milanese  lancia contro l'avversario quando non c'è più possibilità di replica. 
C'è una lucida strategia dietro tutto ciò, e non si tratta solo di vincere le elezioni: mettere il bavaglio, in ogni modo possibile, a qualunque voce di dissenso - dissenso, non solo opposizione - è l'obiettivo perseguito con tenacia e somma arroganza dalla destra nostrana. 

Poi certo, anche noi (ma chi siamo più "noi"? dobbiamo comprendere Sua Beceritudine, il beppegrillo che tanto assomiglia alla parte avversa? Fra "noi" ci sono anche i sostenitori della logica liberista di cui il governo di mostri è la più coerente espressione? ) non siamo privi di pecche: dalla sua postazione sul divano, l'uomobarbuto fa notare come Il Manifesto dedichi mezza pagina sul Salone del Libro agli scrittori del Caucaso,  e un colonnino fra le lettere alla presa di posizione degli editori in favore della scuola pubblica. Vecchi vizi, pellacce che non cambiano, eppure sono pur sempre fra i migliori - in mancanza di meglio.

Forse, come si chiede da più parti senza poi essere capaci di trarne fattive conseguenze, l'unico modo per ottenere qualcosa sarebbe davvero riuscire, per una volta miracolosa, a fare quel giochino che alle sinistre non riesce mai, cioè restare uniti. E accettare fra noi non solo i grillini fra cui c'è tanta brava gente, non solo amministratori e managerini che hanno contratto il virus dell'economia bacata (quella secondo cui ogni cosa deve rispondere al soldo, e solo al soldo),  non solo, ovviamente, gli esperti sfiniti dalla masturbazione iperintellettuale, ma perfino i quasi destri, che ce n'è che rispettano ancora la Costituzione i suoi valori liberali. E, personalmente, sarei tentata di considerare dei nostri anche chi dimostri un po' di buon gusto, che leggere le notizie e rimanere stomacati anche solo dallo stile oggi è un tutt'uno.
Eppure, tutto questo rischia ancora di non bastare: e siamo i primi a credere all'astutissima balla di un popolo acquiescente e passivo. Basta cercare su Youtube le contestazioni al criminalnano per accorgersi che non è così: la storia ultima è costellata di proteste di ogni tipo che sempre più spesso finiscono a manganellate e intimidazioni
Ma, a riprova di teorie oggi considerate obsolete, il popolo senza l'avanguardia non sa dove andare. Non perchè sia bolso e tanardo, ma perchè una forza quanto meno organizzativa, una forza che dica "andiamo avanti" anche quando la prima rabbia sta scemando, una forza che riesca a opporsi sia alla repressione che alle provocazioni ci vuole. Che sia un partito o una rete di bloggers, ci vuole.  E fa male pensare a quel cretino di Bersani che non trova di meglio, all'ennesimo sfregio e dispregio, che sfornare espressioni bizzarre.


Ma così è. E l'unica, non troppo forte, possibilità che si intravede perchè le cose possano forse cambiare un poco, più probabilmente per ottenere almeno uno stop nella folle corsa dei delinquenti al potere è proprio quella dei referendum.

Lì saremo uniti, come accade quando gli obiettivi sono giusti. E pochi non siamo di sicuro, quando gli obiettivi sono giusti.  
Il problema, si sa, è raggiungere il quorum: mettiamocela tutta
Anche chi non è d'accordo con uno degli obiettivi del referendum vada a votare, e porti a votare altri: che si dica chiaramente ai tanti che sono scontenti che i referendum di giugno dovranno essere anche un modo per dire (non solo alla cricca di governo, ma anche alla smidollata opposizione) che non ne possiamo più.

martedì, maggio 10, 2011

BLITZ POSTALE

Ricevo per mail e rilancio: se leggete il post dopo mercoledì, fate lo stesso il blitz. o fatelo anche due volte, magari perfino tre. insomma, proviamoci sul serio. 





Cari tutti,
vi proponiamo di fare un "blitz" via mail: DOMANI MERCOLEDI' 11 MAGGIO inviamo TUTTI contemporaneamente a TUTTI i nostri contatti il testo di questa mail qui sotto:



Cari amici,
ormai manca un mese ai Referendum: il 12 e 13 giugno, in tutta Italia, si vota su acqua, nucleare e legittimo impedimento.
I quesiti sull'acqua sono due:

il primo serve a cancellare la norma che obbliga i comuni a cedere ad aziende private la gestione del servizio idrico;
il secondo chiedere di modificare la legge che garantisce al gestore un profitto, buona o cattiva che sia la gestione.

I giornali e le TV non ne parlano: parliamone noi!
Bisogna andare ai seggi e votare SI' perchè l'ACQUA E' UN DIRITTO!

Attiviamoci, basta poco:

gira questa mail a TUTTI i tuoi contatti, e pubblicala sul tuo blog/sito, e su facebook (iscriviti al gruppo Comitato "2 sì per l'Acqua Bene Comune" Genova)
fai un elenco di persone che conosci: avvisale TUTTE e chiedi loro di spargere la voce
parla coi negozianti che conosci, e chiedi loro di esporre volantini e locandina
lascia un volantino nelle cassette delle lettere del tuo palazzo, e proponi ai tuoi amici di fare altrettanto
Per avere informazioni e materiale (volantini, bandiere, spillette, magliette, adesivi..) contattaci a: gruppoacquagenova@gmail.com, o vieni a riunione il lunedì alle 18.15 in via San Luca 15/7 - tel. 320 2738711

materiale scaricabile:
http://www.acquapubblicagenova.org/materiali-scaricabili/

www.referendumacqua.it - www.acquapubblicagenova.org
Gruppo facebook: Comitato "2 sì per l'Acqua Bene Comune" Genova

Contiamo su di te!
Il Comitato "2 sì per l'Acqua Bene Comune" di Genova
L'acqua è un diritto, NON una merce!

lunedì, maggio 09, 2011

VERI (E IMPORTANTI) HUGS

Pic-nic di compleanno ai Parchi di Nervi, arricchito da molte nuove presenze, tra cui la Gallina (non abbiamo saputo resistere, già).
 Sole, buon cibo, moderato alcool e le scritte dei ragazzi che marinano la scuola (quella in cui andavo anch'io), come quella che non ho potuto fare a meno di immortalare, guardatela bene.
E anche per oggi, quindi, un post soprattutto fotografico: tempo verrà, forse, che si potrà riprendere a fare anche qualche discorso serio. 

Almeno una cosa, però, va segnalata, ed è questo strepitoso salvataggio in mare effettuato al largo di Lampedusa dagli uomini della Guardia Costiera, finanzieri e volontari: non solo perchè sono state salvate più di 500 persone arrivate già stremate in vista dell'isola, ma soprattutto perchè le hanno salvate abbracciandole. Proprio così raccontano, di una catena umana che man mano metteva in salvo i profughi spaventati e  poteva farlo solo dopo che, con un abbraccio e parole tranquillizzanti,  riusciva a sconfiggere il panico. 
E' uno dei racconti più belli di questi ultimi tempi e, questo sì, meriterebbe di essere diffuso nel mondo, per riscattarci almeno un po'.

Foto: Amore - Still life, Natura, Bianco e nero

Foto: Amore - Still life, Natura, Bianco e nero

sabato, maggio 07, 2011

ECCO


Questa è la foto che volevo fare da un po', uno dei prati della Rocca che sembra ricoperto di neve, in evidente contrasto con il verde smagliante dell'erba: sono semi, o forse pollini, che si radunano tutti in quel piccolo prato e fanno un effetto curioso, che la foto rende solo un po'.

Barca posteggiata in piazza. Che a me le barche lasciate in giro così, in un giardino o su uno spiazzo anche a chilometri dal mare, mi fanno sempre ridere e si capisce subito che sono lombarda.

Un'inquietante - ma solo nella foto - Boccadasse notturna...
... e il mare di Bogliasco dall'alto



giovedì, maggio 05, 2011

SI DICE...



... ma non me n'ero mai accorta con tanta evidenza. Che Genova sia la Città Grigia, per i suoi tetti d'ardesia, è una cosa che dal vero colpisce fino a un certo punto: con il sole lucido di primavera, l'occhio è attratto non solo dall''azzurro del mare sullo sfondo, ma anche dai gialli e dai rosa delle facciate, che brillano qua e là.   Ma domenica scorsa, dalla troppo trascurata Villetta Dinegro - che era così carina, un tempo - ho fatto queste foto panoramiche: e la differenza fra la foto a colori e quella in b/n non è molta, no.

MAYBE YES MAYBE NOT



C'è una bella foto che mi attende proprio sotto casa, e ancora non sono riuscita a scendere per scattarla, complici il lavoro, la pressione bassa, la pecundria e le uscite mirate - per esempio per sentire Van De Sfroos.
Che ha fatto un bel concerto con fior di musicisti e, forse, questa volta è stato così prudente da portarsi la claque dopo che il precedente concerto aveva visto un massimo di venti spettatori - quattro, noi. Fatto sta che invece stavolta è venuto giù il teatro - be', quasi - e se lo meritavano - be', quasi.
Il Davide, così lo si chiama, non è uno di quelli che salgono sul palco e via che cantano senza mai infilare una parola. Anzi: lui attacca a parlare e va, e a me sembra di risentire mio nonno e qualcuno dei miei zii. 
Le storie del lago - Il Cimino è un ottimo esempio e io ci credo che al Davide l'abbia raccontata poroprio lui, il Cimino istesso, così come sembra vera "Ciamèl amuur"- sono quelle, più o meno: in quelle dei miei parenti c'erano di solito più morti, ma il gusto dell'iperbole che procede di svarione in svarione, fino a perdere qualsiasi filo logico pur mantenendo la suspence è uguale. E non per la prima volta mi chiedo se le Storie del Lago che mi sono mancate - che i liguri, ecco, hanno tante qualità ma non sono generosi neppure di storie, bisogna dire - hanno lasciato un vuoto proprio lì, dove invece sarebbero andate a fondersi con I Forti di Forte Coraggio, Tre uomini in barca e Mars Attack, e se quel vuoto carsico abbia poi  finito per far implodere la mia capacità e bisogno di narrare. Domanda stupida, lo so: ma ho appena festeggiato il mio compleanno e le domande stupide aumentano con l'età.