sabato, novembre 29, 2008

PETITE CHANSON DE GESTE


Sarò sciocca  e forse ingenua, ma secondo me una notizia come questa ne vale cento delle più pessime: chè a me il mare fa paura in assoluto, ma credo che ci voglia un gran coraggio per uscire fra onde di dieci metri per salvare delle persone, e proprio quelle persone di cui le massime autoritrà dello Stato stanno dicendo peste e corna da mesi, e che stanno cercando di far odiare da tutti. E uscire, e poi tornare in porto, e poi uscire di nuovo, che c'è un altro barcone. 
Altro che sciapò... io ho scritto a republikit palermo, che almeno gli facciano arrivare tutta l'ammirazione di cui sono capace. Fatelo anche voi, se vi pare: a me sembra il minimo.
 A volte il Paese che ha bisogno di eroi ne può essere orgoglioso.

SPOTPOST


se, come me, siete sempre stati poco attratti dal Giappone ma al tempo stesso incuriositi, andate a leggervi un parere freschissimo dell'Amicaritrovata, sul suo blog, con tanto di foto. Minimo, dà nanetti da raccontare alle cene, ma conoscendo l'Amicaritrovata e il suo generale entusiasmo per il mondo credo che, massimo, dia anche elementi di riflessione.

venerdì, novembre 28, 2008

PAGELLINA


Sempre da republikit: bravi tutti, ma macerata si becca il voto creatività e bolzano - come potrebbe essere altrimenti? - la serietà:

Macerata. Occupazione lampo del Rettorato e 'acquisto' cash dell'Università di Macerata da parte di due emissari della 'Fondazione Onda anomala', muniti di due valigette di finte banconote. E' l'ultima performance del Movimento No 133, che stamani (assente il rettore) ha occupato simbolicamente per un'ora gli uffici del Rettorato, srotolando dalla finestra uno striscione di otto metri con la scritta 'La pagate voi la vostra crisi, reddito per tutti - Onda anomala verso il 12 dicembre'.

Bolzano. Gli studenti di Bolzano hanno organizzato una forma alternativa di protesta e, approfittando dell'apertura del mercatino di Natale del capoluogo di provincia, verranno distribuiti 6000 volantini nella sola area del centro storico con tema la protesta studentesca, le motivazioni e gli obiettivi.

VIKEND POST

Le ha scoperte anche republikit e se n'erano già viste un po', chi le vuol vedere tutte le trova qui

Le mie preferite sono quelle con le mani in più

però questa con la mano femminile dell'ultramacho non è male:


e lo string cheese, avete visto che ignobile prodotto ? un formaggio - be'no, un cheese, che mica è la stessa cosa - che emula una banana! sfido che poi ti viene una mano da king kong...

COSì COM'E'


Un giorno aiutai una tipa a portare delle pentole. State attenti, che sembra un po' una favola africana.
Io uscivo da yoga, lei trascinava - letteralmente- quattro sacconi. "Vuoi una mano?" "Oh, grazie, non speravo più che qualcuno me lo chiedesse...." I quattro sacconi contenevano, appunto, pentole.
Pentole in pietra, bellissime. Non le portammo lontano, ma in due era comunque un'altra cosa.

A distanza di un annetto e attraverso giri improbabili che comprendono un contadino biologico molto ordinato - svizzero, potrebbe essere: porta tutto bel pulito, ben allineato, il bigliettino del conto che prenderebbe un "bravo! " dalla maestra - la mia fatica muscolare viene ripagata con consigli su come sfruttare al massimo le proprietà vitamiche e antiossidanti dei vegetali, inispecie ovviamente biologici.
Chè io ne so, di biologico, ma sulla pratica sono scarsina e mi limito a mangiare, preferibilmente crudo. E, soprattutto d'inverno, crudo è ben più difficile.
Così, la Tipa delle Pentole - lo so
, il nick non è carino ma immediatamente comprensibile - mi ha suggerito di fare centrifughe con ogni sorta di vegetali, come insalata e mela, pies. E fin lì, ok, magari ci potevo arrivare.
Poi mi ha insegnato a cuocere a vapore - tanto vapore caldissimo, la verdura dentro coperta, due o tre sbollentate e stop: così dovrebbe mantenere tutte le proprietà.
Poi mi ha detto che, sempre pies, se unisco una verdura tipo bietoline tagliate fini fini fini al riso quando è quasi cotto, loro si cuociono subito e il riso viene più buono. Ma mi ha anche detto che il miglio rinforza ben più del riso (ma questo lo sapevo) e il miglio fresco ancor più.
E, infine, mi ha dato i consigli "per osmosi": rideva anche lei, chè aveva paura la prendessi un po' in giro, ma mi ha detto che lei prova ogni sorta di impacchi con le verdure ridotte in poltiglia su viso e capelli. Prima fa le prove, e poi vede quelle che vanno meglio.
E, ha aggiunto, dopo le cure micidiali perchè non ti fai un bel bagno nel cavolo? Che i cavoli, tutti, abbiano proprietà fortemente depurative e risananti anche per contatto - venivano usati per asciugare le piaghe - è tesi sostenuta da millenni e da tutti i naturopati. Secondo la Tipa, io potrei tritare fine fine una grossa verza, buttarla nell'acqua del bagno molto calda e lasciare che là esprima tutta se stessa prima di buttarmici anch'io. E, già che ci sono, usare la polpa sparsa nell'acqua come uno scrub delicato.
E perchè no, dopotutto? Lush senza l'intervento di Lush, in fondo.
E senza, giurin giurella, mascheroni o formule rituali.
Vi farò sapere com'è andata, promesso.

giovedì, novembre 27, 2008

TAR-PATO IL POSTEGGIO!


L'Acquasola, per ora, ha vinto. Il Tar ha accolto il ricorso contro la costruzione del parcheggio, sostenuta anche con pernottamenti sotto le tende, soprattutto da Legambiente genovese in alleanza con Verdi e ambientalisti. Non che proprio ci ho voglia di raccontarvi l'intera storia, ma insomma è bello che almeno un parcheggio - per di più abbastanza inutile anche in una logica perversa - sia stato bloccato. Chè già oggi, solo perchè stavano asfaltando due pezzi di strada lontanissimi fra loro, c'erano due corrispondenti code lunghissime. C'ero dentro anch'io, sì - non succede spesso, ma oggi ero in macchina - ma ciò non mi impedisce di deprecare e detestare le quantità di auto in circolazione. Car sharing, bici, piste ciclabili e buone, vecchie soluzioni come le funicolari e gli ascensori sono senza dubbio migliori, e non richiedono di buttare all'aria parchi.
Banalità le mie, certo: ma per quanta gente non lo sono ancora, o per niente affatto?

MANIMAN...


E va bene, lasciatemela raccontare. Non vi sembri vanagloria, chè se posso essere un pochino giustamente orgogliosa del riconoscimento, il contesto è abbastanza assurdo da farlo passare in secondo piano.
Perchè io, lui, l'ho sempre difeso. Non l'ho sempre letto - ma non leggo sempre nessuno che scriva sui giornali, anzi - ma solo poche volte ho trovato sbagliato ciò che scrive. In mezzo a una spiccata aria di commiserazione, ero sempre l'unica a sostenere che è giustissimo occuparsi, e indignarsi quando è il caso, delle suonerie becere e fastidiose dei cellulari, della buona educazione dei funzionari pubblici, della mala educazione di conversazioni intime urlate ai quattro venti. O dei semafori che non funzionano come dovrebbero, o degli uffici in cui si sprecano stupidamente soldi pubblici e via andare di questo passo. Quasi tutti mi facevano notare, increduli e derisori quel tanto, che ci sono problemi più seri di cui occuparsi. Come no? Ma se c'è qualcuno che si occupa anche di questi non mi pare insensato, chè la vita quotidiana da poco non è.

Così, forse per una gratitudine che ha seguito misteriose vie, il commento di PieroOttone, incontrato sulle csale dall'uomobarbuto e da lui ragguagliato sul motivo della propria espressione bastonata, è stato il seguente: " Tua moglie me la ricovdo, è una che scrive bene. E , sì, c'è un'alta incidenza di questa malattia fra i giovnalisti che scrivono bene. E, pvopvio per quello, c' è un dio apposta per lovo."
Non credo al dio di Ottone come a nessun altro, ma se proprio mi venisse la tentazione di contare su qualcuno, un dio della buona scrittura non sarebbe male, no?

mercoledì, novembre 26, 2008

UN BIECO BOOOMERANG


Certo che sono anche, oltretutto, davvero idioti.
Chè non ci vuol molto a capire che negare le cure mediche a chi vive accanto a noi significa far correre maggiori rischi a tutti, e questo a prescindere da ogni considerazione di minima umanità. Ma pare che la Lega Nord non arrivi neanche fin lì e perciò ha presentato una legge per abolire le prestazioni sanitarie agli stranieri, in più con l'obbligo di denunciarli se non sono in regola.

Firmate l'appello dei Pediatri e diffondetelo, che qua tocca fare gli stopper in servizio permanente; e ci arrivate anche da Prospettiva Ranocchio che da lì io l'ho imparato.

lunedì, novembre 24, 2008

BELL'IDEA

Se vi piacciono le illusioni ottiche, le trasformazioni o anche solo l'arte figurativa, merita:

DOMENICA


Lavorato. Tanto. Stanca. Influenza. Amici arrivati con sacco di film assurdi e  libro atipicamente molto invogliante. Amici carini molto, cane perfino evitato  trappole per topi. Cane più attento del brother, che ieri non ha evitato trappole. Cane più attento di me quando pulisco pavimento, appiccico scopa su trappola, sempre la stessa. Sarà ora di togliere trappole, speriamo. E quasi ora di fare casetta di pandizenzero natalizia, altro dono di amica carina molto. Non proprio ora, però c'è albero già illuminato in casa qui intorno. 

Post telegrafico, nel caso vi chiedeste cosacazzo.  

sabato, novembre 22, 2008

SALDA LEGGEREZZA






Sabato di famiglia e amici, uno più bello dell'altro, con giri in vespa e godurie gastronomiche e discorsi intelligenti e risate
. Perciò rimane giusto il tempo per postare quest'albero, visto nelle sue belle, salde, ma anche aeree radici: come tutte le radici dovrebbero essere.

QUANDO LO STRANIERO ERA BIONDA


Be', gli spot erano costituiti da infermiere gentili e carine che venivano a portarmi il tè con i biscotti o cambiarmi la flebo, ma certo non glielo potevo dire che non s'interrompe un'emozione.  
Chè lo so che siete tutti pronti a prendermi in giro per le mie recensioni in tempo reale, ma il primo film della cineforumterapia inventata da ness e sponsorizzata dal gipunto era davvero avvincente: "Testimone d'accusa", tratto da una piece teatrale di Agata Christie e sceneggiato da Billy Wilder e Herry Kurnitz. Credo sia famoso, se non altro perchè ne hanno fatto un remake -  pare bruttarello - ma famoso per chi e quanti non lo so mai, quindi ne parlo come se l'avessimo visto solo io e l'uomobarbuto seduto lì sulla sedia a farmi compagnia. 

E' in bianco e nero, of course, con uno straordinario protagonista - Charles Laughton - e i due coprotagonisti che sono il bello per definizione Tyrone Power (che se lo guardi negli occhi, al di là del personaggio, capisci perchè gli è venuta fuori una figlia come Romina: belli sì, ma questo è tutto) e l'algidissima Marlene Dietrich. Bellissima anche lei, non si può negare, seben che le si veda una sola gamba per circa trenta secondi e in tutto il resto del film sia castigastissima in tailleur anni'50. 
Perchè, appunto, il film è del '52: ed è un bel giallo giudiziario con un buon dosaggio tra suspence e battute divertenti e spesso caustiche, una trama che regge anche se il finale, per noi smaliziati di mezzo secolo dopo, si capisce un po' prima del dovuto. Ma l'aspetto straordinario, per chi ha voglia di vedercelo, è il suo giocare in doppia e tripla battuta sui pregiudizi contro gli stranieri. La Dietrich è infatti la sposa tedesca di un inglese: si sono conosciuti nell'immediato dopoguerra in Germania dove lui era di stanza, lui l'ha sposata e portata via da un paese distrutto, dalla miseria e dall'abbruttimento. 
Lei è l'unica testimone a favore del marito in un caso di omicidio: solo lei, infatti, può testimoniare che lui era con lei. Entrambi dichiarano alla polizia di amarsi, e lei racconta perbene come e quando il marito era con lei all'ora in cui un' "anziana signora" (56 anni, n.d.r.) che il marito frequentava da un po' "per farle compagnia, era una persona molto sola" è stata uccisa. 
L'avvocato che deve difendere Tyrone Power, nel sentire che la moglie dell'accusato è straniera, ordina al suo assistente di preparare i sali, di tenere a portata di mano una poltrona, di non scandalizzarsi o spaventarsi di fronte a scene emotive. E viene interrotto in queste raccomandazioni dalla Dietrich in persona, che appare sulla porta in tutta la sua fredda compostezza. Primo luogo comune messo in ridicolo, tanto più che quando lei se ne va, dopo aver seminato abilmente dubbi sul suo amore per il marito senza tuttavia affermare nulla di preciso, è l'avvocato a lasciarsi andare a un crisi di nervi. 
Nel colloquio, però, la Dietrich ha fatto in tempo a sottolineare come la polizia non abbia creduto alla sua testimonianza: "forse l'ho detto nel modo sbagliato, forse è perchè sono straniera." E anche allo spettatore appare evidente che una sana ragazzona inglese, magari con la faccia un po' equina e i sentimenti un po' più in evidenza, avrebbe ricevuto migliore accoglienza della raffinata e composta bionda tedesca. 
Da quel momento, tutto si gioca su quest'elemento, che la trama sfrutta abilmente: anche se il film è del '52 non mi par bello lo stesso raccontare trama e finale, ma la sostanza è che il pregiudizio contro gli stranieri (e ancora più contro le mogli straniere che, come fa notare l'infermiera, vengono qui a portare via gli uomini alle ragazze inglesi, come se ce ne fossero poche!) viene abilmente sfruttato proprio per condizionare la "sana e patriottica" mentalità autoctona. La straniera è la fonte di ogni guaio, o almeno così appare, e la sua freddezza è l'elemento che più gioca a suo sfavore.  Ma infine, quando pur viene rivelato il gioco e avvocato e spettatore non possono che ammirare la donna anche in virtù di quella stessa odiosa freddezza e capacità di sfruttare l'ingenuità umana, ecco che che è lei a rivelarsi non meno ingenua e tutt'altro che fredda: sconvolgendo così, una volta di più, i pregiudizi.  E con la piena assoluzione nella battuta finale. 
Ecco, non c'è bisogno di aggiungere nessun pistolotto su quanto ci sarebbe bisogno anche ora di film come questi, ma chissà se poi sono io a voler pensare che a volte i messaggi sottili rodono dentro di più di quelli smaccati (bel dibattito, se volete). Ma, insomma, la cineforumterapia ha dato un buon risultato, e questo è ciò che conta.  

Tra parentesi, nessuno dei temuti effetti negativi si è finora verificato, come appare ovvio dal fatto che ho scritto il post.  

venerdì, novembre 21, 2008

L'ALBERO DI OGGI



Così, solo per quel suo giallo luminoso lassù.

REXIST TO EXIST


Pare che si chiami "sindrome di Munchausen" quella in cui uno provoca casini per poi avere il gusto e il merito di risolverli. Mi sembra ingiusto, o perlomeno dovrebbe esserci anche una contrapposta "dote di Munchausen", che prevede il riuscire a non precipitare tenendosi su per il bavero della giacca. E' quello che mi è toccato fare in questi giorni, ma a dire il vero non l'ho fatto da sola - anche se la sensazione di star sospesi finchè la legge di gravità non se ne accorge è forte. Mi sono state dette, e dimostrate con coccole reali, telefoniche e scritte, tutta una serie di frasi geniali che mi hanno aiutato a riacchiappare il bavero, momentaneamente sfuggito dalle dita: una è il titolo di questo post, e sta nel nuovo blog dell'Amicaritrovata. Certo, la si è vista anche qua, ma quale momento migliore di adesso per ricordarmela? Altre sarebbero lunghe da citare o incomprensibili senza l'episodio ad esse collegato, ma va menzionato almeno il brother. Il quale mi ha fatto un'utilissima divulgazia medica al cellulare, esortandomi a riorganizzare qupì una vita normale e anzi più divertente e varia possibile, e così ha concluso: "Se fai il finto morto e poi muori, sei morto prima del tuo tempo; se invece non muori hai buttato via un anno." Geniale.
E dato sì che una vita più varia rientrava fra i miei progetti anche del "prima" la sfida mi pare affascinante, anche se la si dovrà conciliare con doveri tipici e atipici: e ci si prova, neh?

martedì, novembre 18, 2008

FANGO DA FONTE FANGOSA


Pomeriggio in autogestione nella scuola del KGgB, un bravo prof di inglese si occupa, a nostro vantaggio, di poesia e ribellione. Mi piacerebbe intervenire, qua e là, ma questa voce più che rauca mi penalizza, e non posso aggiungere neppure un paio di nanetti di quelli che piacciono a me. Ma, com'è ovvio, sono lì soprattutto per ascoltare e quindi non me la prendo più tanto, è già bello sentir parlare di poeti e di storia, di miserie e rivolte, in modo informale e appassionato come piace a me.
E, così senza tanto parere, il prof butta lì "England in 1819" di Percy Bysshe Shelley - peraltro sottolineando che la scrisse quando era, più o meno in esilio, in Italia: chè in patria avrebbe avuto i suoi guai.
S
e è già bella l'invettiva contro il re e la sua genìa, è il pezzo centrale che colpisce: anche a voi ricorda qualcosa?

An old, mad, blind, despised, and dying king,--
Princes, the dregs of their dull race, who flow
Through public scorn,--mud from a muddy spring,--
Rulers who neither see, nor feel, nor know,
But leech-like to their fainting country cling,
Till they drop, blind in blood, without a blow,--
A people starved and stabbed in the untilled field,--
An army, which liberticide and prey
Makes as a two-edged sword to all who wield,--
Golden and sanguine laws which tempt and slay;
Religion Christless, Godless--a book sealed;
A Senate,--Time's worst statute unrepealed,--
Are graves, from which a glorious Phantom may
Burst, to illumine our tempestous day.



se qualcuno vuole aggiungere una traduzione, gliene sarò grata: io ho controllato quella scelta oggi in autogestione con l'unica onlain e le ho trovate parzialmente diverse. il senso non cambia e quella sul web non mi sembra azzeccata - oltre a mancare degli ultimi versi - ma non so così bene l'inglese da sbilanciarmi e sono andata in palla. qualcuno rimedia?

Due giorni dopo, eccola arrivata da kiri, la trovate anche nei commenti ma è più comodo leggerla qui. grazie, kiri!

Un re vecchio, pazzo, cieco, disprezzato, morente
Principi, la feccia della loro razza ottusa, che fuggono
Nel pubblico ludibrio – fango dalla loro fonte fangosa
Governanti che non vedono, non sentono, non sanno
Ma si aggrappano come sanguisughe al loro paese esangue
Finché cadono, accecati nel sangue, senza un colpo
Un popolo affamato e ferito in un campo lasciato incolto
Un esercito, che uccide la libertà e devasta
È come una spada affilata per coloro che la brandiscono
Leggi dorate e sanguinose che tentano e uccidono
Religione senza Cristo, senza Dio – un libro sigillato
Un Senato –il peggiore irrevocato statuto del mondo –
Sono tombe, da cui un glorioso fantasma potrebbe
Esplodere, per illuminare il nostro giorno tempestoso

lunedì, novembre 17, 2008

ONDA SU ONDA


L'Amicodelcuore segnala una pregevole opera degli studenti universitari
Cliccate sui link - in particolare quello al "sito gemello" - per divertirvi (be', la Settimana Enigmistica le chiamerebbe "Risate a denti stretti", ma l'ironia è tanta) e per aggionarvi, nel caso vi foste persi qualcosa.

METTI, UN GIORNO DI SOLE


Una giornata di sole fra molo e scogli, quel paio d'ore che in tutta la nostra vita saremo riusciti a strappare sì e no quattro volte a incombenze e doveri veri e immaginari. Bambini che giocano in canottiera e mutandine, la vecchietta in maglietta e costume, la barca che passa e dà un passaggio a due ragazze purchè accettino di bagnarsi i piedi. Un bimbo così piccolo che un piccolissimo calzino sarebbe più adatto del piccolissimo cappello che lo copre quasi fino al naso. Due ragazzi che scopano, nella spiaggetta più riparata, dietro altri scogli. O almeno così pare a uno sguardo frettoloso, chè subito pudicamente ce ne torniamo nella zona famiglie: così invece non fanno i bambini in canottiera, che vanno e vengono dalla spiaggetta, non si capisce se per malizia o se per la completa assenza della stessa. E poi arrivano un ragazzo nero - americano, pare - con una ragazza italiana vestita come se stesse per andare in discoteca, e pranzano sul muretto con cibi comprati al basko. e arriva l'amica della vecchia in maglietta, e due amiche per conto loro con i cani, che discutono pregi e difetti di "Santa", signora mia, è bellissima ma..., accidenti, il difetto non l'ho capito, si è alzato un po' di vento a portarsi via le parole. Ce ne andiamo anche noi, in un tramonto color ocra e oro. E ce ne fottiamo di trarne una morale, del resto troppo facile, neh?

STORMIR DI GENTE


Una volta avevo scritto una cosa - be', se volete una definizione era un romanzo per ragazzi - che era poi tornata indietro da un paio di posti con le classiche letterine di rifiuto con cui non so più che autore si tappezzava la stanza. Ma a me piaceva abbastanza, perchè in quella cosa lì gli alberi parlavano e raccontavano se stessi e il mondo dal loro punto di vista di alberi: immagino sia esattamente per quello che me lo hanno rimandato indietro, ma continuo a pensare che era una bella cosa da scrivere, e pazienza se forse non lo era da leggere.

Che per me gli alberi, da tutta la vita, sono presenze vere, non accessorie: sono "gente". E poi ci sono, naturalmente, tutta una serie di metafore positive sugli alberi - e l'Amicaritrovata ne ha coniato una fantastica, con dentro una putenza come la sequoia - che non possono che farmi bene. Così ho pensato che in questo periodo, quando scrivere mi diventa magari difficile, potrei postare foto di alberi, mie o altrui.
E comincio con un involontario ma bel confronto della stessa Amicaritrovata: la prima è la foresta di bamboo a Sagano, Kioto, la seconda l'entroterra di Ponente.

domenica, novembre 16, 2008

PAROLE SANTE


Dire le cose giuste è quasi sempre difficile. Dire le cose giuste nel modo giusto è essere intelligenti. Dire le cose giuste nel modo giusto, ma nel momento "sbagliato" è avere coraggio.
Questo fa Ascanio Celestini, e io ho sempre ammirato quel particolare tipo di coraggio: quello di chi, da solo su un palco, non ha paura di dire - oggi - "la rivoluzione non è un pranzo di gala". Riuscendo a dirlo senza retorica e senza sciocchi rimpianti, con quel tanto di ironia e amarezza che fanno sì che il colpo arrivi a fondo, dove deve arrivare. A ricordarci che il momento è brutto e forse peggio, ma che ci siamo: anche se siamo in teatro e non in piazza, come ha detto lui stesso ascanio.
Raccontare lo spettacolo è ovviamente impossibile: le storie di celestini sfiorano il surreale e rimangono in bilico sull'assurdo finchè non tornano bruscamente a terra e lui, con i suoi piedi tenuti storti e il suo pizzetto sempre più strambo, è bravissimo ad affidare tutto alla voce, al racconto.
Immobile dietro il leggio, con quell'uso fantastico della ripetizione, del tormentone, degli incisi a cui riesce a dare l'esatto valore, a me fa sempre venire in mente un personaggio medioevale: un menestrello fra i più sfigati, che come apre bocca conquista l'intera corte.
E che infine, sorridendo appena, si avvia verso l'uscita ripetendo che il re è nudo e la tigre è di carta: e al suo passaggio molti nascondono il piatto di lenticchie dietro la schiena.

sabato, novembre 15, 2008

ORPO...


Ho fatto la mia, e scusate se anche questa volta sono un po' monotematica. Ma fatto sta che mi ha telefonato la dottoressa per farmi scegliere la gradevole cura - sì, quella che immaginate, of course, in cui ci sono più cocktails possibili - e mi ha detto che il tempo di somministrazione si misura in ore. Mai più l'avrei pensato, e una sola domanda mi è venuta alle labbra:"Ma si può leggere?" La tipa è rimasta tanto sconcertata che ho dovuto spiegarle il senso della question: sa, i libri, quelle cose lì. Quando ha capito è scoppiata a ridere, ma certo che si può. Solo dopo aver messo giù il telefono mi sono venute in mente le domande peggiori e forse più classiche, ma ormai era andata. Immagino di aver aggiunto un'altra figura da alieno alla mia collezione.

E, in ogni caso, la Nessie ha avuto un'idea migliore: quella del cineforum privato, come quelli che l'amicae. si faceva nel suo lavoro solingo. ma io solinga non sarò, mi si dice con mio grande conforto, però il mio povero accompagnatore dovrà sorbirsi i miei gusti perversi in fatto di cinema: commedie anni'40, film in costume tratti dai classici (Jane Austen è il top, ma li ho visti tutti), qualche punta di demenziale, e il comico quando fa ridere davvero. Senza escludere un po' di trash, ma a vedere quello non riesco mai a convincere nessuno - "Donne amazzoni sulla luna"giace da anni lì sullo scaffale. Insomma, si aspettano proposte e prestiti, direi. e in cambio avrete piccole recensioni, se riesco.

venerdì, novembre 14, 2008

MONSONI E DEGRADO


Anche se fossi dell'umore, avevo già smesso nel Prima di commentare l'incommentabile , e francamente ora non ho voglia di altre tristezze da voltastomaco.
Però, siccome non si può parlare sempre della stessa cosa, dopo i topi la Natura ha offerto un altro diversivo a questo blog: mentre io e l'uomobarbuto stavamo qui bel belli nel mio studio silenzioso, come una coppia vittoriana che lui legge e lei si dedica alla corrispondenza, un rombo cupo ha rotto il silenzio.
E ci sarebbe da chiedersi perchè l'abbiamo riconosciuto subito come rumor di frana, noi e i vicini, visto che credo che pochi di noi abbiano mai sentito una frana, ma fatto sta che avevamo ragione. La collina di fronte, brooumm, si è sgretolata via di tutto un pezzo per la pioggia di questi giorni: e tutti noi lì a guardare, e a tirare un sospiro di sollievo perchè non era il nostro tetto.
Sempre più, questi "quartieri alti" assomigliano ai rioni di cui denunciavo i problemi quando facevo il collaboratore di cronaca minuta: "Via hamelin invasa dai topi", "Crollano massi in via franetti".
Poi, vista di giorno, la frana non sembra neppure granchè -nè risultano interventi in proposito, devo dire - ma se io fossi nella case sulla collina tanto tranquillo non sarei.

Però tanto tranquilla non sono neanche così, perciò chi sono io per giudicare? Il verdetto di possibile cura si precisa sempre di più, e dato sì che piacevole non è le lacrime scorrono abbundanti e vengono interrotte dal benedetto umorismo macabro (ma anche da abbracci, o poesie o dolcezze).
Gli amici, in compenso, ormai non si contano più: sono ben due le amiche ritrovate dopo anni di silenzio reciproco, ed entrambe preziose. Il topopalla manda commenti genialmente nonsense e quiz che occupano la mente, la talpa belle immagini di mostre (il palloncino dice di più di mille parole, sì) e gidibì mi lascia libri aperti a canzoni importanti e commenti una volta tanto senza ironia; e poi c'è la polemica su tolkien, e aleks, e l'amicae. e compagnamber che si preoccupano di fare commenti intelligenti: bacchettate, ragazze, non riuscireste a esere stupide neanche volendo. Ecco, non so, forse è noioso, per chi legge, ogni volta questo elenco: ma non ho altro modo per dirvi che vi voglio un sacco di bene. e che la collina frani pure, se deve, voi siete ben più importanti

lunedì, novembre 10, 2008

GRIFONDORO


Se il Bastardo è uno, è un Occulto. Una roba da Harry Potter, insomma, e già mi era venuto in mente sul post dell'amicae. che col cavolo abbiamo come patronus la Fata Smemorina, anche se sembrerebbe di sì: la nostra è Hermione. Hermione un po' supponente, un po' secchiona, un po' tutto quello che volete, ma ben tosta, neh? e che ragiona, ma non solo con la testa.

La mia "stranezza", di cui io non ho mai capito nè origine nè connotati ("strana, io? perchè?" e mi guardano come se fossi strana..) viene fuori anche ora, vien fuori perfino qui, da dati che non concordano ed esami che non esamano: e pazienza se magari è peggio, almeno so di essere ancora io.
Ma non proprio di ciò volevo parlare, anche se l'idea di scovare l'Expelliamus giusto mi affascina: però sto tirando in lungo per non scrivere un post lacrimevole.

Perchè io sono - ero - una Figlia di Mezzo: e se il più grande e il più piccolo dei figli ci hanno i loro problemi non da poco, i Figli di Mezzo sono una categoria che peggio non si può. Anche nelle storie di Topolino, infatti, è Paperino a beccarsi tutte le sfighe: "zio paperone è troppo vecchio, quiquoqua sono troppo giovani, vieni tu, papero: tocca a te buttarti dalla rupe/saltar nel pentolone/farti spiumare/eccetera eccetera." Ma non è che uno si lamenti per le sfighe, in fondo: è che cresce convinto di essere invisibile, salvo materializzarsi quando c'è bisogno un capro o una cavia.

Per la maggior parte del tempo, nisba: se impara una poesia a memoria e il più piccolo ne sa due versi in croce, il prodigio è il più piccolo; se ce la mette tutta a fare un lavoro difficile, il più grande l'avrà sicuramente fatto meglio di lui. Non insisto sul concetto: forse sembra assurdo a chi Figlio di Mezzo non è, ma è nel destino dei numeri più ancora che nella (mancanza di) pedagogia.

E non è una sensazione che uno riesca a togliersi mai del tutto, e su quella poi si stratificano altri difetti, ubbìe, mancanze, rabbie, orgogli.
Così, la mia paura di restare sola, di trovarmi sotto il mantello dell'invisibilità senza aver deciso di indossarlo, ha radici ben lontane e ormai incarognite, difficili da scalzare.
Però, se qualcosa può riuscirci, è la sfilza di commenti che avete lasciato al mio post precedente: vorrei rispondere ad ognuno di voi, alla compagnamber che dimostra coraggio e intelligenza, all'anonimo che mi incuriosisce ( e va bene così), al pastore che le parole non mi sono troppe nè ora nè mai, alla gìa che posso dirle solo grazie chè la riluttanza nordica la so anch'io, alla burbera giuli che fa il tifo e alla tenera sire che mi legge da lontano, alla talpa che eccheccazzo, alla simona (sei tu?) che mi fa coraggio, alla figlia lombarda e a quella che trova una magnifica foto, alla casa sul monte, ai macelli e anche al vicolio ancora intero.

E poi ci sono gli altri amici, naturalmente. E sono tanti, sono intelligenti e mi dicono cose bellissime ("la malattia è un condizione che può fare un bene incredibile") e mi accompagnano in clinica, e mi scrivono cazzate per farmi ridere, e mi chiamano e richiamano anche alle ore più improbabili.
A tutti vorrei dire anche più di così, perchè d'ora in poi le mie giornate saranno una scianca tra le cose positive e quelle negative, e quelle positive sono soprattutto queste, compreso - ma fa perfino stupido dirlo, per chi lo conosce - l'uomo barbuto che ha addirittura stravolto i suoi orari kantiani (!) per me, e il mio fratellino che so quanto è dura per lui.
E ancora l'elenco non è completo, nè ve lo faccio tutto:
ma svegliarsi al mattino sapendo che ci sarete, così, semplicemente ci sarete senza obbligo di essere profondi, intelligenti, confortanti o null'altro, è già un buon motivo per svegliarsi.
M
a sappiate che per una Figlia di Mezzo tutto ciò è incredibile. è grandioso. è strabiliante. è un pezzo - grandissimo - dell' incantesimo giusto.

sabato, novembre 08, 2008

GIA'.

Ci sono cose che capitano solo agli altri, e questa volta gli altri sono io.
Jodorowsky non ha funzionato: i topi continuano ad essere una presenza misteriosa, che forse c'è e forse non c'è, ma nel frattempo il Male che avrebbero dovuto incarnare e portarsi via si è palesato dentro di me, e questo è un fatto. Non lo nomino non perchè mi comporti con lui come con Voldemort, ma perchè non voglio essere trovata con quella chiave di ricerca, mi ci manca: e del resto, può anche darsi che praticamente tutti i miei lettori sappiano già la notizia, chè non mi va e non sarei capace di tenerla nascosta perciò stasera gli amici l'hanno già saputa più o meno in diretta.
Ciononostante, questo il post più difficile da quando ho aperto il blog, anche perchè non so bene cosa scrivere, oltre alla notizia pura e semplice. Dovrei metterci tutte quelle cose che fanno capire che ho uno spirito pugnace e un ottimismo a tutta prova, ma di ciò posso solo dire che spero mi vengano nei prossimi giorni, ora è troppo presto per qualsiasi reazione perche la niù è recentissima.
Forse, semplicemente, non sarei capace di scrivere altri post a prescindere da questa realtà, che indubbiamente cambierà la mia prospettiva nonchè, almeno in parte, anche la mia vita: meglio quindi, per gli aff.ssimi lettori, informare che c'è una sorta di spartiacque, un "prima" e un "dopo".
E approfittarne per un bieco ricatto morale, chè gli umani quando stanno male hanno bisogno di sentirsi al centro dell'attenzione: un'attenzione discreta, che immagino ci saranno volte in cui non sarò in grado di rispondere alle attenzioni altrui con il consueto grado di affetto e civiltà, ma quale attenzione discreta migliore di un commento sul blog? So che molti hanno remore a lasciarne, in assoluto, ma se potete superatele, le vostre remore: anche una frase stupida non è mai stupida, chè mi fa sentire di non esser sola. e questa credo sia la cosa più importante, adesso.

martedì, novembre 04, 2008

SUBLIMINALE



Sembra un banale reportage fotografico, ma è probabilmente una campagna di trenitalia per farvi pensare, o pendolari incontentabili, a quanto potreste stare peggio, neh?

lunedì, novembre 03, 2008

PICCOLE RESISTENZE



Non ho tempo nè testa per fare molto altro, però questo posso copincollarlo:

Aggiornamento da Giornalisti contro il razzismo (www.giornalismi.info/mediarom)


E' salito a 93 (più sedici promotori) il numero dei firmatari dell'appello-impegno "Mettiamo al bando la parola clandestino (e non solo quella)". L'obiettivo è spingere i media a un linguaggio più corretto ed obiettivo negli articoli riguardanti i migranti, il popolo rom, le minoranze.

Questa campagna è nata dall'iniziale appello
(maggio 2008) titolato "I media rispettino il popolo rom". Il "razzismo quotidiano" si sta diffondendo nella società e i grandi media fanno ben poco per contrastare questo fenomeno, spesso anzi lo alimentano.

Chi lavora nei media ne è consapevole? E' forse d'accordo?
O magari siamo che noi ci sbagliamo? In ogni caso è urgente discuterne. Sul sito sono disponibili nuovi materiali.

- Un articolo del giornalista israeliano Yonatan Mandel, pubblicato
sul settimanale Internazionale col titolo "Le parole per non dirlo". Mandel fa notare come i media israeliani adottino un linguaggio ad hoc per descrivere le azioni dell'esercito israeliano, in modo da proteggerne la reputazione. La condotta opposta viene seguita a proposito dei palestinesi. Il tutto, secondo Mandel, avviene "spontaneamente" http://www.giornalismi.info/mediarom/articoli/art_1233.html

- Un articolo di John Foot, pubblicato su Internazionale, a proposito di un caso di "zingaro che ruba i bambini" a Catania. Sui giornali sono state pubblicate notizie false, ma rese "credibili" dalla nota leggenda (sulla quale si può leggere un libro appena uscito di Sabrina Tosi Cambini, La zingara rapitrice. Racconti, denunce, sentenze (1986-2007), editore Cisu 2008 http://www.giornalismi.info/mediarom/articoli/art_1231.html

- Un intervento che spiega come gli allievi della scuola di giornalismo di Catania hanno smascherato la bufala. http://www.giornalismi.info/mediarom/articoli/art_1232.html

Il 27 novembre 2008 a Mantova parteciperemo al convegno "Perché un Osservatorio sulle discriminazioni? Problemi, soggetti e pratiche", con un intervento sul tema "Come le parole possono escludere: linguaggio e media". http://www.rintracciarti.org/edizione-2008/giovedi-27-novembre/

PER SOTTOSCRIVERE L'APPELLO
http://www.giornalismi.info/campagne/index.php?id=3&id_topic=10
Giornalisti contro il razzismo, novembre 2008

domenica, novembre 02, 2008

ESORCISMI LAICI


Ci sarebbe Jodorowsky.
Non il padre, il figlio che fa psicomagia, o comunque si chiami la cosa che fa.
Il KGgB, appena è da un parrucchiere o simili, si fionda a cercare la rivista su cui Jodorowsky jr. risponde ai lettori, prescrivendo cure suggestive per i problemi psicologici: banalizzando assai, egli prescrive cose tipo che se sei una persona molto rigida e strutturata, per un mese intero devi girare nudo - per casa o per strada, dipende da quanto è ispirato in quel momento Jodorowsky stesso, secondo me.

E quindi, senza voler sbeffeggiare nessuno, potrebbe essere lui l' orchestratore di una così perfetta proiezione del Male, dall'interno all'esterno.
Chè in contemporanea con l'intensificarsi di quei simpatici accertamenti (una parola che, usata in qualsiasi contesto - giudiziario, fiscale, medico ecc. - non è affatto neutra come sembra, ma apre le porte alle fantasie più angosciose) che dilettano la mia vita da un tre mesi o giù di lì, ecco comparire infatti I Topi.
Non uno, come pareva per comunque improbabile coincidenza - datpo il piano quarto - ma due. Finora.

Matato anche il secondo. Finora.
Ma egli ha scorazzato in giro, lasciando ampie tracce: in un lavacro molto più prosaico che simbolico, l'intera cucina è stata ripulita da me e dall'uomo barbuto, chè la colf, ricorderete, continua a non esserci. Eppur nonostante, anche ora viviamo asserragliati, chiusi ogni volta nelle stanze in cui siamo, con le finestre aperte solo se noi siamo dentro e tutta una serie di bizzarre manovre tese ad evitare paranoie peggiori, cioè il sospetto o la comparsa di nuovi topi.
Accertamenti, si potrebbero chiamare.
E con questo, se il mondo funzionasse secondo una psicomagologica, dovrei aver risolto tutti i miei problemi, dando loro baffi e coda per poi ucciderli.

E poi basta esser certi di averli uccisi tutti, neh?