giovedì, gennaio 31, 2008

MERCOLEDI'

Per adesso, vado alle mie lezioni di yoga - due ore la settimana di cui ho già un pochino parlato qui da quasi totale ignorante.
Nel senso che qualcosa ne so e ne ho saputo negli anni - be', sì, c'è anche quella "cultura d'accumulo" di cui spesso non si sa bene che fare, ma c'è - ma insomma non ho mai subito granchè il fascino delle discipline orientali.

Che, non per dire, ma sono state a volte responsabili anche di imperdonabili defezioni dal mondo, vedi il caso di Leonard Cohen: si chiuse in un monastero buddhista per anni, buttando via la chitarra e tacendo. poi ne uscì, dicendo "oh, be', sì, okkei, facciamo che ho cambiato idea." E intanto ha smesso di scriver canzoni, ma guarda te. E così, ecco, la mia idea è che questo tipo di cose offrano visioni del mondo in parte corrette - l'equilibrio, il rifiuto dell'"a tutti costi", l'armonia ecc. - ma in parte anche troppo belle per essere vere, no? Ecco, però non voglio imbarcarmi in polemiche che sarebbero necessariamente superficiali, era solo per dire che ogni volta mi stupisco di quanto mi facciano davvero bene le due ore di corso, di quanto le cose apparentemente semplici e leggere che si fanno riescano davvero a creare un canale di comunicazione con me stessa, passando per strade finora ignote.
E c'è un momento che mi piace molto, che è quello finale - no, non perchè posso finalmente andare a farmi una birretta, maligni.
La lezione ("la pratica" è il termine corretto) si conclude infatti con tre ringraziamenti rituali, l'ultimo dei quali viene così espresso dall'Insegnante Gentile: "... e, infine, rivolgiamo un pensiero di gratitudine a noi stessi". E tutte le volte mi colpisce, questa logica così diversa dal pretendere sempre qualcosa da noi stessi, e mi sorrido un po'.

martedì, gennaio 29, 2008

TORME DI TARME


E' lei, la Bastardissima Tarma.
Neanche tanto repellente, a dire il vero, una farfallina che quando se ne vedono due o tre per casa ci si fa caso appena appena, o anche no. E qui è l'errore: che nel giro di sei mesi le due o tre insignificanti farfalline hanno figliato e larvato sui vostri vestiti - ah, non solo di lana, no, anche se la lana è il piatto forte del banchetto - che improvvisamente vi si sbriciolano fra le dita. Roba che uno si può immaginare di essere un archeologo che ha appena fatto il ritrovamento del secolo e, nooo, lo stupido assistente lo sta portando all'aria, aaargh, si è dissolto.
però se avete qualche anno in più di otto e questi voli di fantasia vi lascano freddini, tutto quello che vi ritrovate è una bella serie di maglioni bucati. Solo maglioni? nonnò: fra le vittime si contano un cappotto, una felpa, un cappello, due federe... che mettendoli tutti vicini uno può anche tirarci fuori un bel Mostra e Dimostra con i diversi stadi dell'insetto, dalle uova traslucide al vermettino, dal verme più grande alla farfalla, dalla singola farfalla al condominio.
Che fare??? Il sito degli importatori di tappeti consiglia di disinfettare e disinfestare anche le fughe tra le piastrelle del pavimento (dopo tutto il resto, ovviamente), la mia amica che pure vende vestiti ritiene, al contrario, che le tarme siano piuttosto in basso nella hit degli ospiti indesiderati. E siccome questo post fa già abbastanza schifo così, non vi dico chi c'è nelle pole positions, e passo senz'altro a raccontarvi le due conseguenze dell'invasione tarmica. Oltre, naturalmente, alla pulizia scrutante di tutti gli armadi, che man mano vengono riempiti di chiodi di garofano e alloro: se in futuro la mia famiglia & altri animali avremo un profumo a metà tra il dentista e l'arrosto, saprete perchè.
La prima imprevista conseguenza, dunque, è stata l'acquisto del congelatore da balcone: le larve di tarma, infatti, che resistono anche ai lavaggi, muoiono a - 18°. E dato sì che il congelatore è pieno, giocoforza se n'è dovuto comprare un altro (scherzo, l'acquisto era già previsto per le spese bio e le autoproduzioni, lo si è solo affrettato).
La seconda conseguenza è che potrò inaugurare il mio "secondo blog" con un argomento - questo - ad alta partecipazione emotiva - dopo quello che sto passando...! Il sito di mentelocale, infatti, ospiterà la nuova versione de "La betonica", il blog di tip & tricks ecofurbi che subito dopo la sua partenza si è appunto arenato in attesa di migliore collocazione. Partirà verso la fine della settimana prossima e se ne daranno notizie più precise q.p., se sopravvivo alle Bastardissime Tarme.

lunedì, gennaio 28, 2008

INTERVALLO ESOTICO

Aderendo all'invito di Vauro (" Prodi non c'è più, Berlusconi non c'è ancora. Godiamoci il momento magico!", per chi non avesse visto la vignetta) mi dedico alla risata grassa e fors'anco un po' becera. ma, sta di fatto, il momento clou del filmato, mi ha fatto ridere pur se annunciato nel titolo, e l'ho raccomandato al KGgB.
Che dopo averlo visto è venuta da me e mi ha detto, seria e sconcertata:" Ma perchè ti fa ridere?" Oddio, è vero, di solito non è il tipo di umorismo che prediligo, mi starà andando in pappa il cervello? O, come potrebbe insinuare l'amicae., sono le tette a scatenare le mie malignità, di solito scarse come la mia seconda?
E va detto, come dice republikit da cui il filmato, che la tipa non si è fatta niente, sennò la malignità appare tutt'altro che scarsa.
Ma, insomma, magari ditemi che effetto fa a voi, così saprò se assecondare la mia ipocondria o il mio sense of humor.



sabato, gennaio 26, 2008

FANTA(SMA)POLITICA

Non ho avuto, non avrò, il tempo e la voglia di leggermi un sacco di analisi e pareri sulla caduta di prodi: ma qualcuna l'ho letta, qualcuna l'ho sentita. E, tutto sommato, fa sempre piacere vedere che a un uomo che, comunque la si giri, si è speso in un tentativo generoso viene riconosciuto l'onore delle armi. o, per dirla in un linguaggio che ci piace di più, fa piacere aver votato e perfino sostenuto una persona che ha saputo comportarsi dignitosamente. Anche se, personalmente, ritengo che a volte si dovrebbe essere un po'meno dignitosi e un po' più tosti, o furbi, o realistici.
Detto ciò, mi pare che il nodo non sia questo nè, tanmeno, la debolezza del governo appena caduto, su cui ora tutti insistono. "eh, sì, l'avevo visto giù, in questi ultimi giorni... " "sissì, si era così smagrito...": come nei discorsi che si sentono ai funerali, ognuno può rivendicare a buon diritto l'aver detto che la coalizione era debole. Da due anni lo si diceva, o sbaglio? Da quando era nato, cioè, e già tutti ripetevano il pronostico della fatacattiva dai capelli trapiantati e i denti pure: "crolleeeràà, ahahah, non ce la faraaaà maaai!" E tutti vuol dire tutti, a sinistra e a destra. Quindi, che analisi politica è, dire che il governo prodi ha pagato la sua debolezza?

Non ho visto, finora, qualcuno che provi a riflettere su quelli che - stanti le cose come stavano anche prima -possono essere stati elementi nuovi che in questo ultimissimo periodo hanno provocato un precipitare della situazione. Da quel che leggo sembra che non ce ne siano: sembra che il governo si sia sfaldato, come una mummia esposta di colpo all'aria. E com'è che allora quello precedente, con ben peggiori risse e contraddizioni al suo interno, ha retto per cinque anni? Com'è che, comunque, anche questo è riuscito a reggere per due anni? Perchè per due anni sì e e per due anni e otto mesi, poniamo, no? Sono questioni speciose? 
Io non credo: come ci insegnavano a scuola, ci sono le ragioni immediate e le ragioni remote, le une non escludono le altre.
Polo sul manifesto indica, è vero, l'emergere di Veltroni come ulteriore elemento di debolezza del premier e può darsi che nel gioco di correnti e schieramenti un po' di ragione ce l'abbia: ma siamo sicuri che il tema ci interessi? ha un senso il ragionare a partire da una visione politica così angusta e limitata da crollare per un (finora più potenziale che reale) scontro fra due leader?  che maximi non son di sicuro, poi: e la nota non sembri peregrina chè, insomma, non si parla certo di Stalin e Trotsky, per dire.
No, la banale verità è che ci piace essere masochisti, ma proprio del tutto: e nemmeno di fronte alla disfatta riusciamo a dare la colpa a qualcun altro. perchè, sì, dini e mastella vergogna e bene ha fatto prodi a sputtanarli dimostrando che sono loro a far cadere il governo, ma certo nonpotevacheandarecosì. Anche, o forse soprattutto, a sinistra si insiste su sbagli e debolezze, si tramanda perfino ai posteri la visione di prodi come quella di un "onesto cazzaro", che è poi esattamente anche la visione della destra.
E allora, forse solo perchè mi irrita questo cattolicesimo insàid - padre perdonali perchè non sanno quello che fanno 'sta minchia - mi viene da pensare: ma mi sbaglio io o l'arroganza ricattatoria di mastella ha coinciso, nei tempi e nei modi, con l'offensiva a tutto campo del noto pastore tedesco? in un'escalation di cui mastella era certamente uno degli aspetti e degli agenti minori, ma minore non vuol dire nullo.
Io non sono molto brava con date e periodi, ma insomma a me pare che dopo un periodo iniziale di valutazione, in cui si è per esempio giocato il destino dei Pacs non a caso finiti così nel niente, i nostri angelicustodi di sempre abbiano deciso che con noi amicici del demonio non si può giocare nè ora nè mai, neppure se il premier va a messa tutte le domeniche. E questo, per esempio, sarebbe un fattore politico che non esclude, com'è ovvio, la paura della riforma elettorale di mastella, ma che forse dà un senso più ampio alle sue apparentemente illogiche azioni.
E la rumenta, ormai per tutti munnezza? Confesso, non ci capisco granchè e sono però convinta che nessuno, ma proprio nessuno a parte forse qualche testacchione di Legambiente, ci capisca davvero: ma contro il governo Allende furono sobillate le casalinghe, che andarono in piazza picchiando sulle casseroles nonchè, vi ricorda quaccheccosa? i camionisti che bloccarono i rifornimenti nel Paese. E io ci credo che la gente esasperata faccia strane cose, ma non pare un po' razzista (di quel bel vecchio razzismo di sempre, quello contro i meridionali) credere che in Campania non si rendano conto che bruciare i rifiuti vuol dire respirarli? Allora, ecco che si parla di camorra e dintorni e non solo di gente esasperata, e sarà sicuramente un caso se tutto 'sto po' po' di casino su un problema che dura da almeno un decennio ha preceduto di poco la caduta del governo, no?
E non vado più avanti di così, col pensare a muzzo, visto che comunque l'esercizio non appare molto utile, ormai: ma insomma queste due cose sono quelle che sono venute in mente a me, magari qualcun altro potrebbe avere strumenti migliori, a volerli usare.
Chè non si tratta di complotti e congiure, ma che forse è l'ora che ci ricordiamo che la politica non è certo quella che si fa sputazzandosi fra i banchi: non è quella nè in positivo - che, certo, indicare questa debolezza autoreferenziale del governo prodi non è sbagliato, ma non è tutto qui - nè in negativo, che gli interessi veri dietro la politica sono sempre stati ben altri dalla manciatina di voti o di potere.

Moni Ovadia nel suo ultimo spettacolo racconta quali nefandezze e boicottaggi furono compiuti ai danni dell'Unione Sovietica ad opera degli stati capitalisti: è buffo, ma neanche i "più compagni" fra noi sapevano le cose che lui racconta. E' un vizio antico, il nostro, evidentemente.
Ma magari mi sbaglio, neh, e sono già
pronte fior fiore di analisi politiche, ma politiche davvero, invece di martellate sui coglioni: se le avvistate, ditemelo.

A DIMOSTRAZIONE...

... che non è un mio problema personale riporto una conversazione avvenuta oggi fra l'uomobarbuto e uno stimato compagno che fu anche assessore anni fa, noto per il coraggio delle sue scelte e della sua politica. Lo chiameremo X, come nei peggiori gialli.
X:"... che depressione, essere depressi per un governo che neanche ci piaceva...
UB: concorda
X: "... ma quelle foto dei fascisti per le strade, brrr..."
UB: "anche tu! già mia moglie, ieri sera...."
X: " ah, vedi? e non le è venuto in mente che forse non era il caso di non andare a dormire?"

'Sendo che no, non mi è venuto in mente, noto che quanto a paranoia generazionale non sono la peggio. e dato il momento non posso esimermi dal rito scaramantico, esprimendo la speranza di continuare a passare per paranoici.

venerdì, gennaio 25, 2008

VELOCEMENTE...

... nello scazzo - prevedibile, forse, e forse superiore a ciò che la realtà di per sè meriterebbe se non ci fosse un'altra realtà ben peggiore in agguato - e nel tedio verso questo tipo di politica e questo paese di lacci e lacciuoli, leggo il fondo di Ezio Mauro su republikit. che non dice cose sbagliate e neppure troppo viziate da partitismi, correntismi e giochinismi: Mauro fa un'analisi tutto sommato lucida e complessiva e dice, fra l'altro:

"I risultati positivi di un governo che ha rovesciato il proverbio, razzolando bene mentre continuava a predicare male, non sono riusciti a fare massa, a orientare un'opinione pubblica ostile per paura delle tasse, spaventata dalle risse interne alla maggioranza, disorientata dalla mancanza di un disegno comune capace di indicare una prospettiva, un paesaggio collettivo, una ragione pubblica per ritrovare il senso di comunità, muoversi insieme, condividere un percorso politico.

Anche le cose migliori che il governo ha fatto, sono state spezzettate, spolpate e azzannate dal famelico gioco d'interdizione dei partiti, incapaci di far coalizione, di sentirsi maggioranza, di indicare un'Italia diversa dopo i cinque anni berlusconiani: ai cittadini, le politiche di centrosinistra sono arrivate ogni volta svalutate, incerte, contraddittorie e soprattutto depotenziate, come se la rissa interna - che è il risultato di una mancanza di cultura comune - avesse succhiato ogni linfa. Ancor più, avesse succhiato via il senso, il significato delle cose. "

Ma è una mia impressione o Mauro non legge il suo giornale? Chi, infatti, in questi mesi ha puntato proprio sulle contraddizioni, gli scandali, le liti, le mancanze, i conflitti? Fanno notizia più delle - poche, carenti e sparse, d'accordo - cose buone, e ciò vale per prodi come per chiunque altro: ma fare ancora la bella fica dopo che prodi cade, dicendo "ai cittadini non è arrivato" .... via, c'era un cosa chiamata decenza, un tempo.

giovedì, gennaio 24, 2008

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Stavo per postare la foto dei fasci festanti, ma non ce l'ho fatta, mi ripugna. e c'è da sbatter via la testa a pensare che prodi gli abbia ridato occasione di festeggiare.
Ma come parlare ancora di 'sto cazzo di paese, che si può dire?

COSE SERIE


Altro che discutere su Prodi, sul governo, sul papa! Da giorni e giorni, o meglio da quando l'Improvviso Benessere l'ha dotata di un forno a microonde, io e l'amicae. siamo immerse in un accesissimo dibattito: peggio la pasta sfoglia surgelata o gli spinaci che si cuociono cacciandoli con tutta la busta nel microonde suddetto? Io sostengo che sono più perniciosi i secondi, l'amicae. dà addosso alla prima. Fra i risultati collaterali del dibattito c'è che ho scoperto che gli spinaci mi piacciono - ero convinta di odiare quasi tutta la verdura verde che va cotta, ma ciò non risponde al vero - e che, comprati senza la busta, amicae., senza la busta! sono bellissimi. tanto che li ho fotografati e li posto, in questa notte di assoluto disimpegno. anche se dal vero sono più belli, neh?

OOOOMMMMM.....

ebbene sì, salutista per salutista, dopo aver smesso di fumare mi sono anche lasciata convincere dall'amicae. ad iniziare il corso di yoga. vincendo una pluridecennale convinzione che ogni movimento è uno spreco di tempo e una perdurante diffidenza verso qulaunque tipo di impegno fisso, abbastanza regolarmente mi inerpico per i gradini di un vecchio palazzo di Diagon Alley (che a un certo punto credo sia stato tagliato in due in verticale) finchè arrivo in questa sala in cui un tatami di morbida plastica verde è incongruamente guardato a vista da busti di gesso sporgenti dalle pareti. e non sono busti orientali, ovviamente, anche se non saprei bene a chi possono appartenere. ma, insomma, l'incenso e la musica fanno del loro meglio per coprire i rumori del vicolo e della misteriosa altra metà del palazzo (forse; forse invece è un altro vicolo; forse è gente rinchiusa in un grande armadio, dietro una tenda che copre un muro) e se non sempre ci riescono, pazienza. Come dice l'insegnante, una persona davvero carina e gentile e niente a che fare nè con l'ascetismo nè con il tirarserla, "proviamo a usare i rumori che sentiamo per liberare la mente": ma questo l'ha detto quando un acquazzone fortissimo rimbombava all'intorno su tettoie e terrazzi. per rumori più misteriosi e inquietanti la tattica è quella di un bell' "ooooommmmm...." prolungato. E, insomma, ogni volta devo portarmi a yoga prendendomi per il colletto, chè non sono tipo nè da senso del dovere nè da amor dell'abitudine, e ogni volta è una scelta tormentata: ma, una volta lì, ci sto proprio bene, e continuo a stare bene nelle ore successive. senza andare troppo in là con spiegazioni e ipotesi, semplicemente mi sembra di aver trovato la cosa giusta per me in questo momento, e ciò è buono.

Ma se ne parlo qui è perchè un effetto collaterale è la stanchezza - molto soft, molto relax, ma
c'è - che lo yoga mi lascia e che in questo preciso istante mi fa desiderare un bel piumone caldo invece di seri ragionamenti, ponderate riflessioni e dubitose argomentazioni: allora ho pensato di postare ancora due foto di Acqui, che ovviamente non c'entrano niente con lo yoga.

martedì, gennaio 22, 2008

CIAMBELLA COL BUCO

E allora poi è andata a finire che eravamo in questo posto qua, e perdonatemi se approfitto dell'occasione per fare sfoggio delle tre foto su trenta che riescono a piacermi anche se le ho fatte io.
Chè la sera, affacciati alla finestra dell'albergo, c'era questa luce gialla da nebbia giù nella piazza e il freddo come dev'essere il freddo da inverno. E questa cosa nata come un ripiego per un viaggio mancato, di quelle che dici "ma forse, allora..." e subito ti rispondi "mah, dici? boh..." " massì, ci volevano andare anche l'amicae.il chimico, ti ricordi?" " uhmmm, sì, ma..." "ah, no, tanto io non posso" "vabbè, dài, no, allora niente" . e poi va avanti che qualcuno dice: " mah, forse sì, però ci ho un problema" e qualcun altro di problemi ne anche due o tre e allora fino all'ultimo si va o non si va. E
poi, insomma, si va.
e se la sera è così come nella foto, il mattino il nebiùn (nebbiolina per gli indigeni) è anche peggio, così che io e l'uomobarbuto non riusciamo a resistere e andiamo a cercare la nebbia che nasconde alberi e campanili, che si infila nei cortili protetti da archi, che vien su come un molliccio dai ciottoli della strada antica. Come i teli bianchi sui mobili di una casa lasciata vuota per la stagione, le ragnatele di nebbia tengono chiusi via i pergolati, le sedie di metallo, i vasi con l'edera stenta, le verande
e i tavolini. Epperò l'entropia economica vuole che l'unico negozio aperto sia una libreria chè il kharma è kharma, gh'è nient de fa':  non ci opponiamo, quindi,  ma ci affrettiamo a tornare in albergo prima che il kharma istesso ci arrovini di più.
E qui... ecco, qui devo smettere di barare. 
Perchè questa cosa improvvisata e frettolosa dell'appena passato uìkend, che sto dipingendo come un godimento astratto e intellettuale fu, ebbene sì lo confesso, un tripudio dei sensi. Piscina calda e goduriosi idromassaggi, cascate di acqua termale e fanghi profumati, pietre tiepide e lisci cristalli... senza contare l'infinita colazione e l'incredibile merenda - vassoi su vassoi di salumi e formaggio, spariti alla velocità della luce - che hanno fornito il necessario sostegno alle attività suelencate. Chè la merenda era in un apposito locale da merende, con anziana signora e tovaglie di plastica sui tavoloni, e questo è stato il geniale tocco conclusivo del uìkend all'insegna di Pan e Bacco.
Le terme di Acqui hanno così tenuto a battesimo - laicamente e perfino blasfemamente, dato l'alto tasso di goduria - la nascita del collettivo ludico della comune-ty, i misteriosi Mirri cui accenna l' amicae. Nato da un errore di stumpa che ha accumunato tutto il nostro gruppo, il nome è stato immediatamente adottato, con la ferma intenzione di far crescere il collettivo Mirri in una molto prossima occasione: preparatevi, dunque, a..... tadùm, tadadàm....Il Ritorno dei Mirri!!!!

venerdì, gennaio 18, 2008

PER CHI NE HA ANCORA VOGLIA


...e non è stufo della polemica, peraltro assai montata, ecco un ricco programma uikènd: 
- il link al discorso di Mussi, in cui difende la propria difesa del papaallasapienza. motivazioni intelligenti, tono e argomentazioni ragionevoli, ma sembra sfuggirgli del tutto la dimensione politica dell'accaduto, nonchè del papa stesso....
- l'invito a leggere la divulgazia dell'amicae., con riassunto e commento, di ciò che avrebbe detto il papa se avesse parlato.
- il link alla lettera dei docenti al rettore, in cui si chiedeva di annullare l'invito al papa
- il link alla
lettera originaria di critica all'iniziativa, già segnalato da ros nei commenti (grazie, ros) a questo blog - ma, soprattutto, lo straordinario video che impazza in rete, trionfo della razionalità, della tolleranza e dello spirito scientifico della Chiesa cattolica sotto Ratzy. Purtroppo, il blogger non mi prende il codice, quindi il video lo trovate qui e merita guardarlo fino in fondo, chè lì c'è il meglio.
Ovviamente, non so quanto di vero e quanto di costruito ci sia, nel video: voi prendetelo così, un divertissment per il uikènd. e speriamo che non diventi mai nulla di più.

SE SETTE ORE

eravamo disposti ad alzarci alle cinque. e cioè, per alcuni gufi fra noi, a non dormire affatto. e a prendere un treno, due treni, tre treni, per sette ore per due: un insieme di numeri micidiale. e a dormire nel più piccolo e forse più sfigato hotel del posto, l'unico che non fosse chiuso nei quindici giorni più morti che più morti non si può dell'annata turistica.
eravamo disposti a essere, come ha notato acutamente il mio biondofratello -
chè quasi ognuno di noi, abbiamo scoperto, ha un proprio biondofratello - a essere "l'unica famiglia italiana che si scoppia mille ore di treno per andare a sentire un concerto dei Quilapayun ". E rideva, il biondofratello.

ma ora che siamo venuti a capo di tutti i chilometri e i binari, di tutti gli alberghi e gli imbianchini, ecco che il teatro è pieno. Acc. La prossima data, la più vicina, fa 11 ore di treno. Così io e il KGgB siamo andate a fare shopping, e per favore che nessuno ci veda una metafora di questi tempi aridi e bui: chè siamo state furbissime e ci siamo comprate degli stivali. Metti che ci sian capitati quelli delle sette leghe...

giovedì, gennaio 17, 2008

MA SAI COSA...



...mi piacerebbe?
che, mettiamo, io stasera ho una bella citazione nel mio citarandom qui a fianco e, tac, prendo una freccia - magari fragolosamente rossa, soprattutto se piove così faccio più contenta l'amicae. e lo gnomobarbuto, che guardano il post e lo trovano tutto bel colorato - da un deposito segreto di frecce e la piazzo qui, che parte dal post di oggi e arriva alla citazione. Così chiunque legga qui legge anche lì e dice "uh, che carina!", oppure "mah, chissà..." ecc.
E subito dopo mettiamo che mi viene in mente tipo una ricetta di quelle che non si meritano tutto un post, oppure
ho voglia di dire qui che ieri sera ho mangiato i pizzoccheri, uh che buoni i pizzoccheri pur senza il burro nè il formaggio: e mica lo scrivo così, con un titolo apposta, che sembro scema. Allora mi piacerebbe che ci fosse, sempre nel deposito segreto, tipo un foglietto con una puntina, che ci scrivo dentro due frasi e lo appiccico per un angolo al post. E nel deposito ci sono anche... che so, stelle e palloncini e fumetti che ci faccio parlare chi voglio e insomma disegni che dentro ci puoi scrivere e scritte che dentro ci puoi disegnare - io solo i pois chè non sono capace di disegnare, però certe cose sono più carine se le dici a pois.
E ci sono anche cornici che se quel giorno vuoi che si noti di più la paperasiocca - ultimamente è trascurata, duole ammetterlo - le metti tuttingiro una bella
cornicina, perfino di doro, se vuoi. E magari ogni etichetta per la categoria ha il suo disegnino che fa meno muffa della parola anche quando la parola è divertente, e poi il disegno si capisce più subito. E poi sarebbe bello se i disegni si potessero solo trascinare con il mouse, che già adesso li trascino fuori da dove stanno, ma trascinarli dentro non si può.
Ecco che allora un blog così io lo riempirei di un bel casino grafico, mentre ora devo accontentarmi di metterci i disegni che più si avvicinano a quell'idea lì - a proposito, la giraffa e il cervo sono di valeriaechiara e gli altri sono
qui - e comunque tutto sta lì fermo e rigido. E allora finisce che tocca comprare l'agenda da feltrinelli e i pennarelli colorati, coi glitter e gli appiccichini.
Ma se ci fosse uno - e non faccio nomi - che putacaso avesse voglia di inventare tutto un sito elastico e ricco, con deposito segreto e un sacco di altri trucchi e che poi ci mettiamo anche tutte le nostre comunicazioni tipo ci ho la ricotta in frigo che scade e quattro mici da adottare, chi li vuole? e anche cose che magari un pochino la vita ce la cambiano (be', si può provarci, almeno) ... ecco, se ci fosse uno che vabene che adesso lavora tutto il giorno e perdio si diventa adulti ma insomma ecco se non si diventa così tanto adulti fìdati che si sta più allegri, se ci fosse sarebbe proprio bello. Per esempio, si potrebbe anche inventare la funzione Kamillo Kromo, che certi giorni che ti piglia male puoi mimetizzarti con lo sfondo: però solo un tot di giorni al mese, ovvio. Che a farlo sempre man mano ci si perde.

martedì, gennaio 15, 2008

BRAVI, RAGAZZI!


Ao', avemo vinto!!!!
Ma è una triste vittoria con la sinistra - e mica solo Veltroni, neh? che ormai è pappaeciccia con ratzy - che "si rammarica" perchè il papa ha rinunciato. Ma cosa ti rammarichi cosa?
Capiamoci, Mussi e Fioroni: Voltaire non è un mito nostro, tanto per cominciare (il concetto di democrazia popolare è ben diverso dal concetto di democrazia borghese, anche se oggi si tende a presentare la seconda come unica e indiscutibile). Ma, soprattutto, parlare nell'ambito dell' inaugurazione dell'anno accademico non è certo la stessa cosa che chiedere di pubblicare un pezzo sul giornalino della scuola. E, dunque, in questo caso non si trattava di difendere (garantire, accettare, sostenere) la libertà di parola in astratto, ma di riconoscere un potere, un'autorità, un ruolo che con l'università, la scienza e perfino la democrazia hanno ben poco a che vedere.
E fin qui, però, si tratta di "normale" scontrarsi di posizioni: quello che mi lascia davvero perplessa, invece, è che nessuno ha davvero impedito al papa di parlare.
E' lui che ha scelto di rinunciare, e neppure con il pretesto della sicurezza, ma con la motivazione dichiarata del danno d''immagine: avrebbe fatto brutto vedere in tutto il mondo il papa contestato, ha detto.

Allora, cosa si rimprovera a studenti e docenti? Di "aver creato le condizioni" per cui ratzy si è sentito in dovere di rinunciare: siamo al paradosso, no? Chiaramente, il nostro diritto di parola non vale quanto il suo...
Me, la stupidità mi sconcerta sempre:
ma chi credono di doversi ingraziare, Mussi e compagnia? "Per poter criticare - dice Lorenza Falcone di Sinistra Universitaria - bisogna prima ascoltare. Non si può semplicisticamente azzittire chi non la pensa come noi": urgh, ma siamo di nuovo lì? E forse la tipa non si è accorta che chi vuole sentire questo papa lo può ovunque, continuamente, ossessivamente: e non dice cose tolleranti, no.
Ma la polemica è talmente assurda, vecchia e vuota anche se capace di indignare, che non merita dilungarsi: però
è difficile reprimere il moto spontaneo di rabbia verso la piaggeria di chi dovrebbe difendere la sostanza dell'indipendenza accademica, e non solo la sua forma pretestuosa.

IERI E OGGI


Così si chiamava una trasmissione tv di circa trent'anni fa, e adotto il titolo perchè oggi sono in vena di rimembranze: infatti lanessie mi ha portato in un phone center - sei matta, a chiamare con il cellulare? - per fare un po' di telefonate in Francia. Un posto come tanti, non "bello" come questo nella foto, chè l'idea di fondo è dell'estetica chissenefrega, ma a suo modo fin accogliente.
E mentre son lì che aspetto lanessie, guardo nelle cabine chè a parte noi tutti sono stranieri. due donne non giovanissime che parlano spagnolo, un ragazzo nero che si agita e discute in un velocissimo e strano francese, un papà marroncino con una seria e bella bambina a treccine...
E non posso non pensare a quando da quel tipo di cabine si chiamavano la Zì Cesira, o il Bepi, o Assuntina bbella che oggi è il compleanno. Io ero piccola, ma per tutta la mia infanzia rimase un fatto abbastanza comune chiamare il bar del paese, dove c'era l'unico telefono attorno al quale da due ore tutta la famiglia aspettava la telefonata di chi era al nord, in continente, lavìa. O, insomma, era emigrato, qualunque fosse il modo di dirlo.
I phone center non c'erano, allora, ma c'era l'ufficio della Teti (poi forse Stipel, poi Sip, poi Telecom), in via venti: entrare lì dentro era un'esperienza, percepita come tale. Perchè il telefono era ancora una rarità, e lo rimase ben più a lungo di quanto oggi sembri possibile, ma soprattutto perchè andare alla Teti - o Stipel o Sip che fosse in quel momento - voleva dire avere qualcosa di davvero importante e urgente da comunicare. E, già all'ingresso nel salone, con il bancone scuro là in fondo e le cabine in cui si stava rigorosamente in piedi, si veniva colpiti dal puzzo di fumo rancido (nessun locale pubblico ne era esente, allora) e dalla severità del nero e del marrone: la pretesa era di lusso, ma l'aria era da "facciamolo scuro così non sporcano". Ma, tolte le differenze superficiali, i phone center e chi li frequenta non sono uno spettacolo nuovo e strano, per noi che in qualche modo ci siamo passati stando dall'altra parte: e se bisogna cercare a tutti i costi una differenza... be', allora, chi stava dentro le cabine urlava come un matto dentro l'apparecchio, per coprire la distanza. E non sono gli apparecchi ad essere più avanzati, oggi.

domenica, gennaio 13, 2008

GENERAZIONE PARANOIA


Non so se fosse davvero nel '76, quella notte. poteva essere prima, o dopo. io non avevo molti più anni di quelli che ha ora il KGgB ed ero nella mia camera, nel mio letto, mezzo vestita. in un angolo c'era un borsa, mezzo fatta. erano le cinque, forse, e da ore cercavo di immaginare cosa avrebbe voluto dire, al di là della formula,. un golpe in Italia.
Vi avvisiamo subito, ci avevano detto i partigiani: ex- partigiani, naturalmente, quelli che in manifestazione ci prendevano per il culo per il nostro essere studenti ("figli di papà", per loro, automaticamente) e nelle riunioni ci tacciavano di estremismo. In privato, spesso, capitava che ci dessero ragione, ma nessuno di loro l'avrebbe mai ammesso, il Partito non era in discussione e il Partito non era certo sulle nostre posizioni. Ma di fronte all'ipotesi di golpe, un'ipotesi che circolava sempre più spesso, sempre più concreta, sempre più credibile, noi e i partigiani eravamo dalla stessa parte, ein quei giorni l'ipotesi si era fatta più pressante, era diventata qualcosa di più di un'ipotesi, era diventata un rischio concreto, immediato. Sì, ma chi avvisano, stanotte? E immaginavo lo squillo del telefono in ingresso, i miei genitori preoccupati e/o stravolti, chi mi avrebbe chiamato? e io a chi avrei dovuto dirlo? e cosa avrei dovuto fare? si andava sui monti? cazzo, non ho neanche un paio di scarponcini...
Venne l'alba, andai forse a scuola, la borsa preparata a metà - cosa serve, per fare la Resistenza? - fu ficcata in fondo all'armadio. L'allarme non fu mai revocato ma della notte dopo non ho memoria: dormivo, credo.

Quando si spensero tutte le luci, ovunque - credo fosse il 2003 - per l'immenso black-out, la mia paura fu: "Il golpe!". Aaah, che paranoica.... me lo dicevano gli altri, ma io stessa ne ero conscia: eppure, quando la luce tornò, fummo in molti a confessare quella stessa paura.

Come si può leggere qui la nostra paranoia, questa gradevole eredità che ci portiamo dietro, non fu ingiustificata: l'ipotesi di un golpe in Italia era fra le non molte promosse, valutate e discusse nelle riunioni della Nato. Fermare l'avanzata del Pci, questo era l'obiettivo: e se non si poteva fermare prima che andasse al governo, si poteva sempre pensarci dopo. Scusate se semplifico: questo è il succo di ciò che è emerso dai documenti inglesi a cui è stato tolto il Top Secret, e qua e là ci sono frasi e posizioni sul nostro Paese che meritano di essere lette.
non fosse altro che per sentire il profumo di un tempo in cui il Partito Comunista, nonostante il compromesso storico e la faccia triste di Berlinguer, era percepito ancora come un pericolo.

Ma anche per avere - e qui lo dico senza volere aprire una scianca alla Monty Python ("uh, in una baracca...! noi eravamo così poveri che vivevamo in una scatola da scarpe!" ) ma perchè al contrario credo che molto di ciò che la mia generazione ha vissuto vada smitizzato - il senso che non fu un periodo facile, chè il nostro precariato spesso assunse connotati ben vasti. e, spero si capisca, senza nessun eroismo da parte nostra: sono sicura che nella mia mezza borsa il massimo a cui riuscii ad arrivare fu, forse, una torcia elettrica. e, mi sa, anche senza batterie.

martedì, gennaio 08, 2008

PICCOLE/GRANDI DONNE, (PRO)SEGUE DIBATTITO


Be', mettiamola così: i tempi delle sorelle March erano tempi ben più semplici dei nostri (e sarà poi vero? ma facciamo di sì), ma la formula funziona ancora. Finchè ci saranno ragazze a leggere Piccole Donne, ognuna sceglierà la sua figura femminile fra le quattro (cinque, in verità, ma la mamma è doppiata da Meg) che vivono nel romanzo. E la preferita di quasi tutte - non per caso, ma per il fatto stesso di essere lettrici - sarà tendenzialmente Jo. E tutte proveranno una fitta quando il bel Laurie toccherà ad Amy la smorfiosa, la svenevole, la modaiola e che più ne ha più ne metta, con tutto che mai Amy è davvero odiosa o scema. Ma se le si perdona Laurie - a cui è indubbiamente adatta - è anche perchè a Jo tocca di meglio. Non tanto il professor Bauer, che pure non scherza, ma anche e soprattutto la vita che a Jo piace, e che con Laurie probabilmente non avrebbe avuto.

Che c'entra con Harry Potter? (gipunto, gnomodelbalcone, l'avete finito? sennò non leggete neppure da qui in avanti, occhio!)


Be', è la Nessie che si chiede quale sia la sua Jo March in HP e non riesce a trovarla, mentre
l'amicae. ribatte che, essendo HP romanzo corale, è giusto così. Ed entrambe dicono molte cose su cui sono d'accordo, dalla difficoltà di caratterizzare un così gran numero di personaggi al fatto che ogni storia ha il suo destino e non sempre va dove vuole l'autore, anche ammesso che l'autore voglia.
Ecco, io non discuto il valore letterario, nè la bonta della storia nè
la capacità di farla funzionare: su queste cose, mi tengo la mia invidia come qualche altro milione di lettori cui piacerebbe scrivere. E non discuto neppure il fatto che HP sia segno dei tempi, anzi forse il problema è proprio quello.

Chè, certo, Rowling avrebbe fatto malissimo, come nota l'amicae., ad appiccicare un finale posticcio a un storia solo per farla tornare ideologicamente. Ma proprio questo mi pare il punto: uno degli effetti di questi tempi confusi sembra essere proprio l'incapacità femminile di vedersi con occhi diversi, o anche semplicemente di collocarsi e
riconoscersi. E qui faccio fatica a precisare senza dilungarmi, ma insomma è come se le qualità femminili rimanessero separate in caratterizzazioni che non riescono a fondersi neppure parzialmente, neppure nel finale. Così la Mc Grannit rimane un ottimo luogotenente, Luna si tira dietro il suo tenerissimo edipo, Ginny è piccola benchè tosta, Fleur smentisce solo di poco il suo essere bionda, e molte altre spariscono del tutto, prima fra tutte Madame Maxime. Di Hermione, Bellatrix e Molly si è già detto e forse il personaggio che si comporta in modo più imprevedibile - ed è tutto dire - è Narcissa. Che, d'altro canto, riconferma l'amor materno che trionfa su ogni cosa, confermando anche la grande capacità di Rowling di lavorare sul livello più o meno inconscio affinchè i messaggi arrivino anche ai lettori un poco dummies.

Letterariamente, quindi - e forse senza che Rowling se ne renda conto, così come dev'essere - la quadratura del cerchio intorno al ruolo e al potere materno è grandiosa, anche se apparentemente ben bilanciata dalla presenza
continua di Silente: che d'altronde però è gay, come dichiara Rowling, e ha informato la propria vita alla riparazione di un dovere "materno" che non è riuscito a svolgere.
Se si segue questa linea di pensiero, mi accorgo ora, si può anche arrivare alla conclusione opposta a quella da cui sono partita, e cioè che in HP si possa vedere (ben oltre, credo, le intenzioni di Rowling, come sempre succede ai bravi scrittori) un peana a una Grande Madre di cui tutti sentiamo il bisogno, con i suoi valori di riparazione
e di spinta vitale.
E in questo senso ha ragione l'amicae., il romanzo è corale e solo leggendolo in modo corale si arriva al significato, se si vuole vedere in ogni personaggio femminile che compare nell'ultimo libro un aspetto
diverso del maternage. Se così fosse, anche il successo diventerebbe più comprensibile, no? "Vorrei tornare nell'utero" è pur sempre una diffusa, benchè non sempre individuabile, motivazione per molti fatti.

C'è una bella differenza, però, tra il richiamo più o meno subliminale a una positiva Grande Madre Universale - che è entità astratta, ancorchè radicata nell'inconscio, e tradizionalmente portatrice di valori che oggi sarebbe importantissimo riscoprire - e una generica quanto in fondo retriva valorizzazione del ruolo o dell'amore materno. Forse per questo, perchè cioè non fosse possibile confondere l'uno con l'altro, a me sarebbe piaciuto un più netto disegnare donne "globali", o almeno più imprevedibili e determinanti.


Però qui mi pare di tornare a uno dei giochi preferiti della mia generazione, la Rilettura Marxista dei Puffi o Robinson Crusoe e il Plusvalore: mi fermo, perciò, e lascio il Boccino.

lunedì, gennaio 07, 2008

NE' PUTTANA NE' MADONNA, SOLO DONNA?

ATTENZIONE: Se non avete ancora finito di leggere il libro, sappiate che QUESTO POST CONTIENE NOTIZIE SU HARRY POTTER.


dicevo di qualche perplessità. che non sono quelle dell'amicae. sul livello della prosa, chè non concordo del tutto sul fatto che la prosa dei nostri tempi sia brutta, ma penso che ci sono sempre stati bravissimi narratori che non scrivono benissimo. Balzac, per fare un solo esempio, o Trollope - il vittoriano, non l'attuale - e non proseguo chè il discorso si sposterebbe troppo, ma insomma saper raccontare e saper scrivere non sempre nè necessariamente coincidono.
Quindi la prosa di HP mi va bene così com'è, e tuttavia in quest'ultimo volume è - per cominciare con la prima sbavatura - più frettolosa, più finalizzata, più colloquiale (forse giustamente, data l'età dei personaggi, ma l'effetto che se ne ottiene è anche di minore cura) o gergale. Insomma, io l'ho trovata meno evocativa: forse è comprensibile, la Rowling stessa dev'essersi divertita assai meno che negli altri, e si sente.

E molto si può in ogni caso perdonare a quest'ultimo volume, se non altro per la fatica di tirare le fila con credibilità e senza rinunciare a un "messaggio", a quello che un tempo si chiamava la morale. Perchè Harry Potter è un libro - e d'ora in poi lo chiameremo così anche se sono 7 - fortemente etico, e ci vuole tutta l'ottusità di un certo tipo di cattolicesimo per condannarlo. E qui ci vorrebbe un altro post dedicato al paradosso di una Chiesa che condanna la magia e reintroduce gli esorcisti, ma mi vien troppo il nervoso solo a pensarci, e lascio perdere.

Ma proprio perchè il libro è etico e l'autrice donna, e forse perchè ho letto da poco "Ancora alla parte delle bambine" di L.Lipperini (con cui pure non sono del tutto d'accordo, ben altra cosa era il primo, e anche questi son segni dei tempi) che mi sarei aspettata di più, o di meglio.

Perchè, capiamoci: Hermione parte secchiona e secchiona rimane, ma menomale che c'è sennò i maschietti, da soli, col cavolo che risolvevano un sacco di problemi. Loro dan fuori da scemi, se ne vanno, fanno ciò che tutti dicono di non fare, lei invece è sensata e si permette, al massimo, qualche broncio e una crisi isterica - del resto giustificata e pedagogica. E' in gamba, non lo si può negare a meno di essere Draco, ma proprio per questo... cavoli, un pochino di eroismo in più se lo meritava, no? Un momento di visibilità che non fosse solo il piuttosto passivo resistere alle torture, una rivincita vistosa, un gesto che finalmente facesse fare "Oooooh!" ai presenti e agli assenti. Invece no: fino all'ultimo lei lavora sul concreto, provvede a tutto senza troppo apparire, e la rivincita sul lato oscuro femminile - Bellatrix, o La Lascivia, l'unico personaggio di cui si sottolinei la dimensione legata al sesso e alla perversione, anche se i maschi non scherzano mica, a voler vedere - tocca alla signora Winsley. E, narrativamente, certo, funziona: tutti noi siamo con la paciocca e al tempo stesso temibile chioccia, che per l'occasione diventa cigno e difende (vendica) i suoi figli, esplicitamente. Chi non farebbe il tifo per lei?
Ma, e anche questo è segno dei tempi però non ci piace, lo scontro è - inconsciamente? - ancora una volta tra i due estremi dell'immaginato femminile, la schiava sessuale (l'indemoniata, la strega degli inquisitori, la donna sterile che parla "con voce d'amante") e la figura materna, feconda, che nutre e dà casa, la madre di molti figli che diventa una tigre se qualcuno osa toccarli. Niente di male, sono figure pur "vere", soprattutto se di letteratura si parla. Però un pizzico di coscienza/autocoscienza femminile in più me l'aspettavo, lo confesso: e poteva essere un ruolo di Ginny - che invece, dopo aver fatto abbastanza la figura della pirla con il diario, più o meno sparisce e diventa solo la potenziale fidanzata di Harry - poteva essere un ruolo migliore per quel bellissimo personaggio che è Luna Lovegood, poteva essere qualunque cosa andasse a bilanciare questa conclusione in cui le donne si rivelano, dopotutto, classicamente donne. In gamba, sì, ma se il gioco si fa duro la McGrannit al massimo la mettiamo a guidare una carica di banchi.
Ovviamente, rispetto alla generale correttezza della soluzione immaginata - che è di fatto un sollevazione popolare con molti particolari pregevoli - il ruolo femminile non guasta granchè: ma è qualcosa che mi fa dire "be'... peccato."
Chissà, magari nei seguiti annunciati, quelli in cui darà conto della sorte degli altri personaggi, Rowling si riscatta: epperò non sarà proprio la stessa cosa...
O sono io ad essere troppo ideologica? si dia il via al dibattito...

domenica, gennaio 06, 2008

A CONTI FATTI...


... l'ho ovviamente finito. e non l'ho trovato devastante, no. anzi, a mio parere poteva essere peggio, tutto quanto. e, lasciatemi dire chè tanto non rovino nulla a chi lo sta ancora leggendo che, sebbene tutto torni, la pur genialissima Rowlings non riesce a tenere in piedi del tutto il magico mondo creato in sette volumi. Non c'è nessuna sbavatura, direi, ma le figure e le vicende umane (o elfiche o gigantiche, come volete) che rimangono monche sono troppe, a mio parere.
Vero è che per portarle tutte a conclusione ci sarebbero voluti altri due o tre volumi, e vero altrettanto che i punti principali sembrano esserci tutti: ma, insomma, forse una saga che va avanti da anni ha qualche dovere in più di una storia "normale".
Però l'altra notte davanti a Feltrinelli pensavo che anche questa "avventura", la saga del maghetto che ha coinvolto tutto il mondo, è un segno che rimarrà sulle nostra vite, sul nostro tempo, assai più di altri. Non perchè sia tipico o unico: altre generazioni e momenti hanno avuto fenomeni simili. Ma, appunto, chi li ha vissuti li ricorda poi con un sorriso, come faceva mio padre ripensando alla pazzie che si facevano per le figurine del Feroce Saladino
e in qualche modo sembra bello aver partecipato.
E a me pare bello - a prescindere dai significati psicanalitici, sociali o antropologici - che la "follia del nostro tempo" abbia avuto al suo centro un libro.

NOTTI


me ne manca un terzo. la notte prima avevamo fatto le 4, con il KGgB, perse in chiacchieri notturni, la notte dell'acquisto eran le 5, quest'ultima notte idem. ma nella giornata di ieri il vile KGgB ha profittato della mia forzata assenza, e fa sapere di essere devastata
così non so se davvero voglio finirlo: e se lo tenessi in sospeso?

sabato, gennaio 05, 2008

E' USCITO!


Sfidato il vento gelido tra la folla fuori da Feltrinelli - Mondadori, poco più giù, era già aperto, ma è bastata una protesta urlata ("Harry Potter non si compra da Mondadori!") per dirottare i veri compagni davanti alle saracinesche chiuse dell'ottima organizzazione "di sinistra", giuro - e, dicevo dunque, sopportato l'euforico pigia- pigia in cui la minaccia di rito era "se non mi lasci passare ti dico come va a finire", organizzato lo scherzone internazionale per bombardati da sms "Nooo, muore!", tornati infine a casa invidiando quelli che già sull'autobus hanno cominciato, ci attende una lunga notte. Basterà?

giovedì, gennaio 03, 2008

GUARDA INDIETRO A CHI STA PEGGIO DI TE

pensate di aver mangiato troppo in questi giorni? vi sentite un certo peso sullo stomaco? se è così, giusto per consolarvi ecco la radiografia dello stomaco di un pitone che, dice republikit, ha ingoiato quattro palle da golf scambiandole per uova di gallina.

VAGHEZZA


queste feste in sordina, il natale con l'ellessdi nelle fogne , il provider che si inventa la Sfiga Random e qualche mail la inoltra ma la maggior parte, no. L'aria di neve e il terzo appuntamento con lo yoga, l'attesa notturna di harry potter tutti insieme (che a pensarci, era meglio ordinarli nella stessa libreria, neh?) e l'amicae. che si finge innocente vantando la cottura nella plastica degli spinaci già puliti.

I mucchi di piume che aspettano di essere portati dal piumaio per trasformarsi in qualcosa di utile - ho scoperto, dopotutto, che sono piume antiche - le calze della befana, i saldi da andare a scoprire dove ci sono già, le camicie (e i pantaloni, e il resto) che si accumulano nella vicinanze del ferro da stiro, ma di loro sponte non abbastanza vicino, acc. e insomma un periodo di cose così, che non sono belleobrutte, ma minute e sfilacciate. che in fin dei conti il momento è solenne che è l'inizio dell'anno e tutta questa specie di cose, ma non si può sostenere che ci sia qualcosa che merita di essere detto, figuriamoci scritto. E poi i lettori sparsi per il mondo e distratti, e le idee pure. perciò il blog va a rilento, ma non è un problema, no? Chi bazzica qui non sarà, credo, uno che ci piacciono i discorsi tanto per fare.



Equindiperciò profitto
dell'occasione per postare qualche foto d'animale di quelle che mi piacciono a me, tra cui l'elefante incazzato che merita un passaggio fra i personaggi dell'anno appena finito. Giraffa ed elefante sono foto reuters, delle altre ho perso la fonte: e ciò è ingiusto ma ininfluente.