venerdì, maggio 30, 2008

E' MICA ESTATE ?



Mezza comune-ty in vacanza, settimana prossima. E mi piacerebbe anche a me: potessi scegliere, andrei in vacanza nel corpo di qualcun altro, preferibilmente single.

mercoledì, maggio 28, 2008

GUFI DI BIBLIOTECA


Non è bellissimo? E' un assiolo, un gufo di piccole dimensioni, trovato per terra nel cortile di una scuola materna. ci dice il Corriere delle Alpi, e "salvato" da bambini e genitori. Che l'hanno rimesso su un ramo e via, non troppo felice della sua esperienza in mezzo agli umani, almeno a giudicare dalla faccia.

Notiziona, eh? Ma era troppo carino l'assiolo per non postarlo, chè qui coi gufi, si
sa, c'è tutta una simpatia.

E approfitto dei gufini per far tornare la colonna silenziosa di cui mi ero ovviamente dimenticata.
L'estate di San Martino, William D. Howells (ed. Fazi): va bene, solo a me può venire in mente di comprarlo, tanto più che sul risguardo c'è pure scritto, che l'autore era nato nel 1837. Voi lasciate stare, neh? che c'è una ragione (come minimo, ma son di più) se, nonostante abbia scritto una quarantina di romanzi e un sacco di altra roba, di Howells non ne sa più nulla nessuno.

La risata del '68, (ed. nottetempo): ecco, a questo invece i suoi otto euri dateglieli volentieri. Che mette insieme qualche paginetta di protagonisti di quegli anni, senza rigore nè scientificità nè altro nesso fra loro: ma proprio per quello la raccoltina che ne esce è fresca, spesso divertente e, soprattutto, in grado di restituirci almeno un pezzetto della straordinaria e allegramente confusa molteplicità di quel periodo.

Il mondo è un teatro, Bill Bryson (ed. Guanda). Bryson è un bravissimo scrittore di resoconti di viaggi, uno dei pochissimi che si lancino in descrizione comiche degli avvenimenti, e gioca soprattutto sulla propria autoironia. Non tutti i suoi libri sono allo stesso livello, anzi, e ce n'è anche uno insopportabilmente serio che si chiama Breve storia di (quasi) tutto: alla decima pagina l'ho restituito, mi è parso di una noia mortale. Insomma, a me Bryson mi ha sempre dato l'idea di uno che, avendo imbroccato una due-tre cose buone poi cerca di mantenere il proprio livello economico e la propria presenza senza andar troppo per il sottile. Magari mi sbaglio, però... Chè anche quest'ultimo titolo è davvero godibile fino a che si avverte il divertimento dello stesso Bryson, poi si comincia a pensare che qualche pagina in meno non avrebbe fatto male. Non che sia davvero noioso, no, è che sono 246 pagine per dire che di Shakespeare non si sa nulla di certo. Però, nel complesso, è un libro che si legge bene, pieno di notizie sul mondo in cui visse il Bardo e soprattutto sul teatro. Chi ne ha la passione non dovrebbe perderselo.

Avanti pop '68 , Riccardo Bertoncelli (ed Rizzoli, Bur). Citato da Guccini, mi si dice, è l'autore e il libro ha un cd allegato di canzoni politiche. Non io lo sto leggendo, come potrà immaginare chi mi conosce, ma l'uomobarbuto: e ogni tanto mi chiede se voglio sapere perchè Franco IV e Franco I si chiamavano così, oppure mi racconta della mitraglietta di Jimmy Fontana (giuro!) Insomma, ha le schede di sessantotto canzonette - senza offesa, neh? - ed è pieno di notizie assurde e totalmente inutili, una goduria per i veri appassionati. Anche se, diciamolo, il libro non manca di segnare un territorio generazionale: chè chi non gli scatta "col bene che ti voglio" alla parola "luglio" se lo gode un po' meno, già.

lunedì, maggio 26, 2008

MIO CUCCINO MIO CUCCINO


Mi è piaciuto un sacco, "Be kind rewind" che abbiamo visto l'altra sera, e spero che qualche altro comune-tario presente ne faccia la recensione, (chè ogni tanto si può anche parlare bene di qualcosa, neh, comune-ty?), chè io lo cito solo perchè uno dei due protagonisti va in giro con un colapasta sulla testa. Come i classici matti, già: infatti è convinto che "loro" ci stiano condizionando il pensiero attraverso le microonde e che si debba almeno provare a schermarle, per resistere alla pressione omologante che esercitano su di noi.

"(...) Queste considerazioni ci offrono una chiave di lettura per comprendere lacrescente pressione esercitata sui media: proprio perchè riveste una così grande importanza, l'opinione pubblica è infatti sottoposta a enormi manipolazioni. Durante la prima Guerra del Golfo (1990-91) si tentò di evitare che si ripetesse la situazione del Vietnam, impedendo ai media di avvicinarsi alle zone d'azione. Questi sforzi non ebbero però successo (...) La volontà di controllare i giornalisti non ha funzionato neppure durante l'ultima guerra in Iraq, così che in futuro la tendenza sarà probabilmente quella di trovare metodi più efficaci, che potrebbero assumere la forma di una supervisione diretta, magari ricorrendo anche, come ultima risorsa, a strumenti di controllo tecnologico; ma, in ogni caso, l'alleanza fra i governi e i proprietari di di grandi network verrà sfruttata ancora più a fondo di quanto non accada con Fox News negli Stati Uniti o con Silvio Berlusconi in Italia."
E questo è Eric J. Hobsbawm, l'unico storico - come dice lui stesso con una certa ironia - ancora comunista, scrivendo nel 2003.

Se per caso vi capitasse di sentire un piddì che ha già condannato gli inquisiti di questi giorni senza distinzioni di sorta, o un amico di sinistra che ammette che con tutti questi stranieri la sicurezza è un vero problema, una dolce e tenera amica che in nome delle teorie non vede l'incremento delle azioni enel dopo l'annuncio del governo a favore delle costruzione delle centrali nucleari, un compagno preoccupato perchè la crisi alimentare è colpa dei cinesi-che-accidenti-se-vogliono-mangiare-tutti-come-noi e non delle multinazionali, un ecologista che si convince che, quindi, l'unica soluzione sono gli OGM che salveranno il pianeta dalla fame, un giornale considerato "liberal" che sostiene l'assoluta non-politicizzazione del raid nazi al Pigneto... Se ti scopri tu stesso a pensare che, in fondo, 'ste discariche di riffa o di raffa si dovranno pur fare, che i mendicanti in fondo, diciamolo, è vero che danno fastidio, che i rom potrebbero comunque lavarsi
ecco, mi raccomando: che lo scolapasta sia robusto, e tienilo su anche la notte.

Che questo è solo l'inizio.

sabato, maggio 24, 2008

FINALMENTE


....e speriamo che almeno un po' sia utile:
I MEDIA RISPETTINO IL POPOLO ROM Negli ultimi giorni abbiamo assistito a una forte campagna politica e d'informazione riguardante il tema dell'immigrazione. Siamo rimasti molto impressionati per i toni e i contenuti di molti servizi giornalistici, riguardanti specialmente il popolo rom. Troppo spesso nei titoli, negli articoli, nei servizi i rom in quanto tali - come popolo - sono stati indicati come pericolosi, violenti, legati alla criminalità, fonte di problemi per la nostra società. Purtroppo l'enfasi e le distorsioni di questo ultimo periodo sono solo l'epilogo di un processo che va avanti da anni, con il mondo dell'informazione e la politica inclini a offrire un caprio espiatorio al malessere italiano. Singoli episodi di cronaca nera sono stati enfatizzati e attribuiti a un intero popolo; vecchi e assurdi stereotipi sono stati riproposti senza alcuno spirito critico e senza un'analisi reale dei fatti. Il popolo rom è storicamente soggetto, in tutta Europa, a discriminazione ed emarginazione, e il nostro paese è stato più volte criticato dagli organismi internazionali per la sua incapacità di tutelare la minoranza rom e di garantire a tutti i diritti civili sanciti dalla Costituzione italiana, dalla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali e dalla Dichiarazione universale dei diritti umani. Siamo molto preoccupati, perché i mezzi di informazione rischiano di svolgere un ruolo attivo nel fomentare diffidenza e xenofobia sia verso i rom sia verso gli stranieri residenti nel nostro paese. Alcuni lo stanno già facendo, a volte con modalità inquietanti che evocano le prime pagine dei quotidiani italiani degli anni Trenta, quando si costruiva il "nemico" - ebrei, zingari, dissidenti - preparando il terreno culturale che ha permesso le leggi razziali del 1938 e l'uccisione di centinaia di migliaia di rom nei campi di sterminio nazisti. Invitiamo i colleghi giornalisti allo scrupoloso rispetto delle regole deontologiche e alla massima attenzione affinché non si ripetano episodi di discriminazione. Chiediamo all'Ordine dei giornalisti di rivolgere un analogo invito a tutta la categoria. Ai cittadini ricordiamo l'opportunità di segnalare alle redazioni e all'Ordine dei giornalisti ogni caso di xenofobia, discriminazione, incitamento all'odio razziale riscontrato nei media. 22 maggio 2008 (per aderire: http://www.giornalismi.info/mediarom/) Promotori: Lorenzo Guadagnucci, giornalista Firenze (3803906573) Beatrice Montini, giornalista Firenze (3391618039) Zenone Sovilla, giornalista Trento (3479305530)


Guadagnucci, come si sa, è il giornalista picchiato alla Diaz durante il G8 di Genova: il suo blog, dove ci si occupa di diritti umani e civili e quindi delle avvilenti e bieche misure che stanno passando in questi giorni, è qui
Quanto all'appello, nel testo che invita all'adesione si specifica che è rivolto principalmente ai giornalisti, e mi sembra giusto: anche il contarsi e l'esporsi di questi tempi hanno senso.
Nella mail che accompagnava la diffusione dell'appello, l'invito all'aedsione è esteso a tutti, ma a me sembra che sia forse più importante aderire all'invito di "segnalare senza indugio alle redazioni e all'Ordine dei giornalisti ogni caso di xenofobia, discriminazione, incitamento all'odio razziale riscontrato nei media."
Fatelo, fatelo davvero: i numeri delle sedi cittadine dell'Ordine dei Giornalisti sono sull'elenco, e può essere utile.



martedì, maggio 20, 2008

MI MODERO DA ME...


... e non vi infliggo il replay del mio post odierno sul blog di www.mentelocale.it.  Però lo segnalo, chè una volta tanto non parla di tisane o riciclaggio, ma affronta il tema dell'ambientalismo di destra. Be', ecco, su questo blog ne avrei scritto in termini e linguaggio diversi, ma anche lì quello che conta c'è. E mi piacerebbe sapere che cosa ne pensano sia la Comune-ty sia la discretissima compagine dei miei silenziosi lettori. Perciò, se volete, è qua.

lunedì, maggio 19, 2008

MACKIE MESSER O' GUAGLIONE


Seguo la traccia lasciata dall'amicaE. verso il suo nuovo guru, e leggo così un po' di post che meritano assai, per tono e contenuti, sul tema dell'ondata xenofoba e delle sue cause vere e presunte.

Se ne era già parlato, con accenti e argomenti diversi, sui blog della Comune-ty e io mi ero astenuta volentieri: registrare quanto sia cambiato l'atteggiamento mentale nei confronti dello "straniero" (inteso genericamente ma sempre declinato nello specifico: non sono razzista ma i cinesi, ma gli extracomunitari, ma soprattutto i rom e i rumeni, che ormai fanno tutt'uno contro ogni verità storica e geografica) anche da parte di persone insospettabili, è triste.
Vecchi - in senso anagrafico e politico - militanti di sinistra che si accodano convinti alla dichiarazione "non se ne può più" ce n'è per così, mentre i loro giovani eredi spesso non si pongono neppure il problema di ragionare in modo diverso. E ciò che a me fa più impressione non è tanto la caduta verticale di una cultura di solidarietà e accoglienza - che, comunque, non è che ci sia stata mai tantissimo: è di ieri lo stesso razzismo verso i meridionali, non dimentichiamolo - quanto una diffusa incapacità di andare oltre la superficie delle cose. Anche da parte di chi, lo ripeto, su altri aspetti della vita sociale e politica è ancora disposto a cercare ragioni e motivi.

Qui prevale invece la peggiore e la più subdola delle voci della destra, quella che recita "siamo stati troppo buoni": e noi, o almeno molti di noi, ci crediamo e lo ripetiamo. Poi, basta pensarci un attimo, fare un paio di domande, e si scopre, per esempio che il problema non è se a commettere un reato sia stato un italiano o un venusiano: il problema è che chi lo ha commesso, giudicato colpevole e condannato, è di nuovo in giro.
Senza nessuna struttura d'appoggio, senza efficaci controlli, senza che nessuno ne sappia niente e/o possa prevenire altri reati. Com'è noto, la certezza del diritto in Italia è una bella frase, che fa gridare al miracolo quando per caso riveste un contenuto: chè in genere, infatti, non è così.
E allora, forse, almeno una parte del problema è questa - si tenta di ragionare con chi ragionare non vuole più. Ma lasciarsi andare a credere che siamo stati troppo buoni gratifica sul passato e assolve sul presente.

Come già ampiamente dimostrato in altri casi, nessuno è più bravo della sinistra a martellarsi i suoi stessi denti: e che in questo caso ci vadano di mezzo anche altri non induce i bravi compagni a cambiare metodo. Siamo stati troppo buoni, già: e poi si scopre - santa UE - che siamo così buoni che in nessun altro paese europeo i nomadi (che nomadi non sono più, ma semplice minoranza etnica) stanno peggio che da noi.
E se me la prendo con queste persone - che forse non sono la maggioranza assoluta, ma per esempio qui sono tante, troppe - invece che con la destra che cavalca questi temi in modo ben peggiore, è perchè mi pare che forse quello che tocca a chi mantiene la lucidità sia proprio di provare ad arginare questo autolesionismo del popolo di sinistra. Anche, e soprattutto, quello che ha appena dato il voto alla Lega.
Per fare questo abbiamo bisogno di dati ed argomenti: oltre a quelli raccolti dal guru di cui sopra, non perdetevi il rapporto fatto dalla tosta Vittoria Mohacsi, l'eurodeputato rom che è venuta a visitare gli accampamenti e che denuncerà a Bruxelles la troppa bontà degli italiani: bambini rom spariti nel nulla - i loro bambini, non i "nostri" - pestaggi da parte dei poliziotti e altre amenità.
Senza contare, e ditelo a tutti appena vi capita, 250 milioni di euro (!) che sono stati ottenuti già da altri paesi per progetti di integrazione dei rom, e che l'Italia non ha mai richiesto.
Ma capire il perchè non è difficile: chi glielo dice alla donna napoletana del filmato? No, non quella grassa e manesca, un'altra: che dà, come ragione per cacciare via i nomadi, questa: "Facciamo già schifo noi, se ce stanno pure loro...." "Insomma, una guerra tra poveri" fa notare la cronista. "Eh, sì, 'na guerra tra poveri!" Come dire, brava che hai azzeccato la definizione, ma che c'è di strano?
Puro Brecht. Ma il sangue non è succo di pomodoro.

TIE'


non per fare la scianca, neh, ma in corteo a Milano, per difendere la 194 e dintorni, eravamo 100.000. 
 

mercoledì, maggio 14, 2008

INCUBI DI RITORNO


'Tanto che noi siamo afasici, ci sono altri che pensano e parlano: perciò non prendetevela se in questo periodo vado giù di copincolla, chè le cose da dire son sempre tante e se qualcuno lo fa per me non posso che sottoscrivere e copiare.
Qui sotto, ad esempio, c'è un bell'intervento/recensione sul tema delle centrali nucleari: non so chi sia l'autore e, certamente, dà un po' di cose per scontate, ma credo che soprattutto chi è favorevole al ritorno del nucleare - quello attuale, non quello mitico - forse dovrebbe leggere il libro. L'intervento viene dalla nl di Oli, su cui trovate due note più in giù.

Centrali nucleari

MA VALE LA PENA
COSTRUIRLE?
Leggere “Preghiera per Cernobyl’” di Svetlana Aleksievic lascia sbigottiti (ISBN 88-7641-586-6). E’ l’'atroce storia del dramma nucleare consumato nel 1986, con le vere testimonianze di chi ancora vive in quella zona. Mai prima nella storia dell'’Umanità ci si era trovati di fronte a conseguenze dell’'attività umana che hanno prodotto e produrranno ancora per tanti anni problemi a livello planetario. Della radioattività residua non si parla più, ma specialmente in quelle zone i casi di tumore sono moltiplicati rispetto al passato. Oggi si parla di una copertura di nuovo tipo che dal 2010 proteggerà il reattore per 100 anni ancora: costo 2 miliardi di dollari.
E’ un libro da leggere pronti a sentirsi colpiti nel profondo di fronte alla sofferenza di chi vive ancora in quelle zone e non sa dove andare o semplicemente non accetta che la propria terra sia diventata inagibile, in più dimenticata da tutti.
Una per tutte è la storia di Ljudmila che inizia il libro, allora poco più che ventenne e che vede il proprio compagno, vigile del fuoco, trasformato in una sorgente radioattiva che nemmeno le infermiere vogliono anche solo avvicinare: era stato tra i primi 20 o 30 intervenuti a spegnere l’'incendio. Questa ragazza, con un amore suicida, accudisce il suo uomo per 14 giorni fino a che egli muore di malattia da radiazioni, pienamente nella media statistica. Lei stessa incinta perde il figlio e assiste al dramma del prelievo di midollo osseo da una ragazza molto giovane, parente del marito, effettuato nel vano tentativo di salvarlo. Ma non basta riassumere, bisogna leggerlo.
Andrebbe diffuso adesso questo libro, adesso che si parla di nuovo di nucleare. Si parla di centrali sicure, di tecnologia all’'avanguardia. La stessa solida certezza ingegneristica che non ha saputo prevedere che un robot si sarebbe rotto quando fosse stato esposto a quei livelli di radiazione, per cui le persone sono state usate coscientemente per il lavoro mortale che andavano a compiere nel sotterrare il reattore e salvare milioni di vite in tutto il mondo. Uomini-robot. Si parla di 10.000 morti immediati e centinaia di migliaia ammalati.
Per fortuna il buon Rubbia è ancora vivo e con la forza della propria competenza scientifica, quella vera, ha già cominciato a spiegare che non vale proprio la pena di costruire le centrali. Aggiungo, tanto meno in un Paese come questo dove la serietà è stata sacrificata alla tarantella quando si parla di opere pubbliche e investimenti decennali e che costringe un Premio Nobel come lui a migrare in Spagna in cerca di fondi per fare il motore che ci porterà ai limiti del sistema solare.
“Ecoballe” ed “Ecofrottole” che girano per la penisola e carichi radioattivi per l’APAT (l’'organo tecnico del Ministero per l’Ambiente!) che attraversano l’'Italia in un camioncino inadatto. Ma non ci sono stati morti, quindi a parte il solito spunto per il racconto da bar, nessuna testa è saltata: qualcuno ancora crede che saremmo veramente in grado di gestire una cosa così complessa come le centrali nucleari?
(Stefano De Pietro)


L'Osservatorio Ligure sull'Informazione è nato per contrastare l'omologazione del sistema informativo, la riduzione progressiva delle voci di dissenso, il conformismo degli operatori di giornali, radio e tv. L'osservatorio segnala gli episodi di distorsione e occultamento delle notizie, di mancanza di contraddittorio e di trasparenza, di uso privato degli organi di informazione, di omertà e servilismo nei confronti di gruppi o esponenti del mondo politico o economico.

martedì, maggio 13, 2008

MALA TEMPORA


Gli amici romani che erano ospiti in questi giorni sono convinti - e certo non solo loro due - che a pesare non poco sulla vittoria dell'alemanno sia stato il caso di violenza avvenuto poco prima delle elezioni, tanto da far sorgere il sospetto che si sia trattato di un caso "costruito". "Oh, là i carabbinieri non ce stanno mai: quella sera so' arrivati subbito...", aggiungono come dimostrazione.
Be', ok, come dimostrazione non è granchè, forse: ma evidentemente la voce gira. E sarà pur vero che ai noi tutti ci piace la dietrologia e che siamo facili a veder complotti, ma immagino c'entri qualcosa ciò che ci ha insegnato l'esperienza: e cioè che non c'è limite a quello che "gli altri" possono fare, vedi alla voce "Stragi di Stato".
E non penso sia assurdo, perciò, che anche davanti alla notizia della giovanissima rom che avrebbe cercato di rapire una bambina - maldestramente, stupidamente - la mia impressione sia stata identica: una montatura, un complotto. Chè quella degli "zingari che rapiscono i bambini" (perchè, poi, visto che ne hanno un sacco dei loro...) è voce che gira da sempre, ma un caso concreto non si era verificato mai, neppure come sospetto.
Come conta republikit, "Secondo Vincenzo Esposito, esponente dell'Opera nomadi, le dichiarazioni di parecchi esponenti locali del centrodestra hanno fomentato "una caccia alle streghe. Eppure - ha ripetuto l'Opera nomadi - in tutta la giurisprudenza non esiste un solo caso di rom che abbia rubato bambini. Credetemi: è una caccia alle streghe".
Ti crediamo, Vince', ti crediamo eccome: purtroppo.

GRANDE


la combinazione ospiti carini+dolori noiosi ha peggiorato in questi giorni la mia afasia, ma questa notizia non posso non postarla:


Vietate e illegali le benedizioni pasquali I preti non potranno più andare a benedire le case, per sentenza della Corte Europea


STRASBURGO - La Corte Europea dei Diritti Umani ha affermato che “la libertà di manifestare le proprie convinzioni religiose comporta anche un aspetto negativo, ovverosia il diritto dell’individuo di non essere costretto a manifestare la propria confessione o i propri convincimenti religiosi e di non essere costretto ad agire in modo che si possa desumere che egli ha - o non ha - tali convincimenti. Le autorità statali non hanno il diritto di intervenire nella sfera della libertà di coscienza dell’individuo e di indagare sui suoi convincimenti religiosi, o di costringerlo a manifestare i suoi convincimenti in merito alla divinità. Questo è tanto più vero nel caso in cui una persona è costretta ad agire in tal modo allo scopo di esercitare certe funzioni, segnatamente in occasione della prestazione di un giuramento”. La Corte Europea con sentenza del 21 febbraio 2008 ha condannato la Grecia per aver costretto l’avvocato Arret Alexandridis a manifestare i propri convincimenti religiosi in occasione della prestazione del giuramento previsto per l’inizio della sua attività forense (la formula del giuramento, infatti, era predisposta in modo tale da far supporre che il giurante fosse di fede cristiano-ortodossa). La sentenza rende palese la violazione del diritto di libertà religiosa da parte delle varie confessioni religiose a cominciare dai preti della Chiesa cattolica che, durante il periodo pasquale, si presentano alle case per ‘benedirle’, oppure dei Testimoni di Geova che suonano ai campanelli per fare opera di conversione. Il ministro dell’Interno Roberto Maroni dovrà emanare direttive atte a che simili illecite attività cessino. Dal Ministero dell’Interno dovrebbero essere inoltrate diffide alla CEI Conferenza episcopale italiana e ai Testimoni di Geova affinché si astengano dall’esercitare simili pratiche, con minaccia di azioni legali per il ristoro del danno derivante dalla lesione del diritto di libertà religiosa (la CEDU ha liquidato 2.000 euro, nel caso di specie). Contrariamente, c’è il rischio che ogni cittadino possa sporgere denuncia penale contro qualsiasi prete della Chiesa cattolica e contro i Testimoni di Geova che si presentassero alla porta.
Sentenza 21 febbraio 2008
Alexandridis c. Grèce. Formula del giuramento in base alla religione ortodossa. Violazione della libertà religiosa e del diritto a non rivelare il proprio credo.
autore: Corte Europea dei Diritti dell'Uomo
data: 21 febbraio 2008
argomento: Libertà religiosa
area tematica: C.E.D.U. - Strasburgo
nazione: Grecia
parole chiave: Giuramento, Chiesa ortodossa, Libertà religiosa, Convinzioni religiose, Diritto a non rivelare il proprio credo, Libertà di coscienza
Diffusione: Axteismo Press l’Agenzia degli Axtei, Atei e Laici
http://nochiesa.blogspot.com
Richiedi gratis TUTTI i documenti in formato digitale,
circa 60 mail, scrivendo a:
axteismo@yahoo.it


venerdì, maggio 09, 2008

DUE BELLE COSE DI PROTESTA

In una scuola degli Stati Uniti i ragazzi si sono travestiti - i maschi da ragazza e viceversa - per solidarietà contro il compagno trans minacciato sia dai bulli che dal preside. Par di capire dalle foto che gli aderenti alla protesta non fossero mille, però la notizia sta girando in tutto il mondo.



A Bucarest, invece, per protestare contro la violenza domestica, le donne hanno fatto un corteo vestite da spose. Non è un'idea bellissima?

giovedì, maggio 08, 2008

DOMANDA



Comune-ty, ma è l'imminenza dell'estate o quella del governo di destra che ci rende tutti afasici?

VOV


Nanetto per nanetto, nell'imminenza dello sciopero dei trasporti si registra questo commento da una signora utente, innervosita dagli sballottamenti provocati dall'autobus:
"Ma qui ci sbattono come dei cocktails!"
Indovinate su quale autobus...esatto, il 42 che va ad Albaro, quartiere bene. e dove, sennò?

martedì, maggio 06, 2008

COINCIDENZE


Copincollo da qui:

Alberto Brasili e la sua fidanzata Lucia Corna furono aggrediti alle 22.30 di domenica 25 maggio 1975 in via Mascagni a Milano.
Cinque fascisti - Antonio Bega, Pietro Croce, Giorgio Nicolosi, Enrico Caruso e Giovanni Sciabicco - li avevano seguiti fin da piazza San Babila perchè erano vestiti da comunisti e avevano osato sfiorare un manifesto del Msi. L'agguato scattò di fronte alla sede provinciale dell'Associazione nazionale partigiani d'Italia: "Li ho sentiti arrivare quando erano ormai alle nostre spalle - raccontò poi Lucia - e ho visto luccicare le lame dei coltelli. Uno dei cinque mi ha afferrata e ha cominciato a colpirmi mentre gli altri si accanivano su Alberto."
Raggiunto da cinque fendenti a organi vitali, Brasili spirò poco dopo il suo arrivo all'ospedale Fatebenefratelli con il cuore spaccato da una coltellata. E Corna, colpita due volte all'emitorace sinistro, sfuggì alla morte solo perché la lama aveva mancato il suo cuore di pochi centimetri.
"Il delitto - scrisse il Manifesto due giorni dopo - è tanto più impressionante in quanto ha chiaramente i connotati dell'azione terroristica. Alberto Brasili non era un compagno conosciuto, era un lavoratore studente che frequentava le scuole serali, l'ultimo anno dell'istituto tecnico industriale Settembrini, e il giorno lavorava per per una ditta di antifurti elettrici, la Adt. Faceva questa vita dall'età di 14 anni perché in famiglia c'era bisogno di soldi.
Brasili, dichiararono preside, professori e studenti del Settembrini, era sicuramente di sinistra e impegnato nelle lotte per il diritto allo studio. (...) Non per questo, però, era più conosciuto di altri, e poi di giovani come lui in quegli anni a Milano ce n'erano decine di migliaia. E allora, perché ucciderlo ?
"Non è - rispose Stefano Bonilli su il Manifesto del 27 maggio 75 - come alcuni giornali hanno tentato di accreditare, un errore di persona, è un delitto fascista che si lega perfettamente al clima che la destra sta preparando in Milano(...) Questa uccisione a freddo, apparentemente inspiegabile, - concluse il Manifesto - ha lo stesso impatto psicologico di un attentato dinamitardo".

E chi si stupisce e chi si indigna - e fa bene in entrambi i casi, intendiamoci - può dare un'occhiata al sito, giusto per deprimersi un po' nel vedere che non c'è niente di nuovo: la sfilza di morti ammazzati dai fascisti o dalla polizia, i cui omicidi sono rimasti impuniti e irrisolti, è lunghissima.

ROSSO UN FIORE



Un ringraziamento pubblico alla Talpa che manda in giro belle foto di bei manifesti e poster della mostra chiamata "'Rossa, Immagine e comunicazione del lavoro 1848-2006". Mostra che,ho appena scoperto, credo di aver bucato quando era qui a Genova. Ma le immagini inoltrate dalla Talpa adesso hanno un sapore tutto particolare che non è solo quello nostalgia e, sicura che i quattro lettori lo apprezzerano quanto me, ne posto qualcuna.

lunedì, maggio 05, 2008

HAI UNA SIGARETTA?


Anni fa, parecchi, girava un precetto, una Cosa da Sapere. Ed era che se andavi a Milano, e per forza ti toccava passare da certe zone, e ti sentivi chiedere: "Compagno, hai una sigaretta?" non dovevi rispondere nè sì, nè no. Non dovevi proprio girarti, come se l'appellativo "compagno" fosse l'ultima cosa che poteva riguardarti, al mondo.
Forse era leggenda metropolitana ad usum extraparlamentarii, forse ce n'erano altre versioni per altre città, chissà: ma leggendo di Verona non ho potuto fare a meno di pensarci.
Dicono che la politica non c'entra, e magari è anche vero: la destra, per ora, sta tentando di accreditarsi come forza democratica e i cinque bulletti forse dovevano aspettare qualche mese, neh? Ma, voluto o no, è evidente che il pestaggio è un segnale preciso: come minimo è il sintomo immediato di come è cambiata l'aria e di chi, in questo paese da sempre privo di una certezza del diritto, è pronto ad approfittarne.
Allora io ripropongo la Cosa da Sapere: perchè saper difendersi va bene, va più che bene. Ma, come fa notare la stessa amicae., quando ti vengono addosso in cinque l'unico allenamento buono è la Supernocciolina.
E io credo che ci sia una cosa che va detta ed è fondamentale, nel senso che è proprio tra i fondamenti della militanza di sinistra: la paura è saggia e serve alla causa.
Già molte, troppe volte tocca non averne: e gli esempi sono inutili, quando ci si schiera contro l'esistente le occasioni per avere paura e per doverla superare non mancano.

Ma fondamentale è imparare a distinguere la paura dalla saggezza, il coraggio dalla risposta alla provocazione, la drammatizzazione dalla giusta prudenza. Fondamentale è provare a riconoscere le provocazioni, fondamentale è evitare di farne a nostra volta per semplice leggerezza.
Perchè tanto, e lasciate che per una volta io mi esprima qui in base alla mia esperienza, che ha più anni del mio sentire, non c'è kung-fu che tenga: dopo tre, quattro, dieci aggressioni la paura piglia comunque e quella che adesso è la giusta reazione di ribellione, anche un pochino spavalda, si fa molto meno pressante.
Un tempo, nelle fumose sezioni e sedi, ci si incoraggiava a vicenda a lottare, ma si imparava anche quando stare schisci: in nome della lotta collettiva, si imparava - be', ci si provava, almeno - quando rinunciare all'orgoglio di dichiarare "non ho paura". Ora non ci sono più sezioni e sedi e non sono più molti neanche quelli che avevano titolo per insegnare coraggio e prudenza, così tocca far tutto da soli. E rivedere un attimo le categorie mentali di "paranoia" e "attenzione", che siamo già in pochi senza dover rischiare senza costrutto.