lunedì, maggio 19, 2008

MACKIE MESSER O' GUAGLIONE


Seguo la traccia lasciata dall'amicaE. verso il suo nuovo guru, e leggo così un po' di post che meritano assai, per tono e contenuti, sul tema dell'ondata xenofoba e delle sue cause vere e presunte.

Se ne era già parlato, con accenti e argomenti diversi, sui blog della Comune-ty e io mi ero astenuta volentieri: registrare quanto sia cambiato l'atteggiamento mentale nei confronti dello "straniero" (inteso genericamente ma sempre declinato nello specifico: non sono razzista ma i cinesi, ma gli extracomunitari, ma soprattutto i rom e i rumeni, che ormai fanno tutt'uno contro ogni verità storica e geografica) anche da parte di persone insospettabili, è triste.
Vecchi - in senso anagrafico e politico - militanti di sinistra che si accodano convinti alla dichiarazione "non se ne può più" ce n'è per così, mentre i loro giovani eredi spesso non si pongono neppure il problema di ragionare in modo diverso. E ciò che a me fa più impressione non è tanto la caduta verticale di una cultura di solidarietà e accoglienza - che, comunque, non è che ci sia stata mai tantissimo: è di ieri lo stesso razzismo verso i meridionali, non dimentichiamolo - quanto una diffusa incapacità di andare oltre la superficie delle cose. Anche da parte di chi, lo ripeto, su altri aspetti della vita sociale e politica è ancora disposto a cercare ragioni e motivi.

Qui prevale invece la peggiore e la più subdola delle voci della destra, quella che recita "siamo stati troppo buoni": e noi, o almeno molti di noi, ci crediamo e lo ripetiamo. Poi, basta pensarci un attimo, fare un paio di domande, e si scopre, per esempio che il problema non è se a commettere un reato sia stato un italiano o un venusiano: il problema è che chi lo ha commesso, giudicato colpevole e condannato, è di nuovo in giro.
Senza nessuna struttura d'appoggio, senza efficaci controlli, senza che nessuno ne sappia niente e/o possa prevenire altri reati. Com'è noto, la certezza del diritto in Italia è una bella frase, che fa gridare al miracolo quando per caso riveste un contenuto: chè in genere, infatti, non è così.
E allora, forse, almeno una parte del problema è questa - si tenta di ragionare con chi ragionare non vuole più. Ma lasciarsi andare a credere che siamo stati troppo buoni gratifica sul passato e assolve sul presente.

Come già ampiamente dimostrato in altri casi, nessuno è più bravo della sinistra a martellarsi i suoi stessi denti: e che in questo caso ci vadano di mezzo anche altri non induce i bravi compagni a cambiare metodo. Siamo stati troppo buoni, già: e poi si scopre - santa UE - che siamo così buoni che in nessun altro paese europeo i nomadi (che nomadi non sono più, ma semplice minoranza etnica) stanno peggio che da noi.
E se me la prendo con queste persone - che forse non sono la maggioranza assoluta, ma per esempio qui sono tante, troppe - invece che con la destra che cavalca questi temi in modo ben peggiore, è perchè mi pare che forse quello che tocca a chi mantiene la lucidità sia proprio di provare ad arginare questo autolesionismo del popolo di sinistra. Anche, e soprattutto, quello che ha appena dato il voto alla Lega.
Per fare questo abbiamo bisogno di dati ed argomenti: oltre a quelli raccolti dal guru di cui sopra, non perdetevi il rapporto fatto dalla tosta Vittoria Mohacsi, l'eurodeputato rom che è venuta a visitare gli accampamenti e che denuncerà a Bruxelles la troppa bontà degli italiani: bambini rom spariti nel nulla - i loro bambini, non i "nostri" - pestaggi da parte dei poliziotti e altre amenità.
Senza contare, e ditelo a tutti appena vi capita, 250 milioni di euro (!) che sono stati ottenuti già da altri paesi per progetti di integrazione dei rom, e che l'Italia non ha mai richiesto.
Ma capire il perchè non è difficile: chi glielo dice alla donna napoletana del filmato? No, non quella grassa e manesca, un'altra: che dà, come ragione per cacciare via i nomadi, questa: "Facciamo già schifo noi, se ce stanno pure loro...." "Insomma, una guerra tra poveri" fa notare la cronista. "Eh, sì, 'na guerra tra poveri!" Come dire, brava che hai azzeccato la definizione, ma che c'è di strano?
Puro Brecht. Ma il sangue non è succo di pomodoro.

1 commento:

Anonimo ha detto...

gnomodelbalcone disse:

che giovedì pomeriggio, 22 maggio, 17,15 al RTeatro della Gioventù c'è la presentazione di un bel libro sui nomadi (non Daoglio, coglioni, i nomadi veri) del presidente della Comunità di Sant'Egidio (più la solita compagnioa dio giro: Borzani, Dello Strologo, ecc.). Questo signore propone l'adozione a distanza dei bimbi rom. Dice, in sintesi, diamogli una borsa di studio, poi verifichiamo (esattamente come fa Action Aid per i bimbi africani) che i soldi vengano spesi per farli studiare: è un modo per dare fiato alle famiglie e togliere i più piccoli dall'accattonaggio. A me sembra una bella idea