mercoledì, dicembre 30, 2009

SORRIDI...






Nel frattempo che mi spettate con ansia per leggermi, eccovi qualche foto della Grande Estrazione della Lotteria del Trasloco, all'ombra della Grande Muraglia di Scatoloni: ormai è passato un po', ma rimane un Momento Altamente Qualificante.

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Sissì, le streghe son stremate. Trasloco e natale è troppo per chiunque, considerato che a natale ci abbiamo avuto il nostro bell'albero, perfino, nonchè il presepe verticale dell'amicodel cuore. Tutt'e due, a dir la verità, un po' frettolosi, ma ci sono. Un po' meno ci sono io: fatica e stress hanno chiesto il loro obolo in termini di tensione e di rinuncia alle cose piacevoli della vita, pies scrivere questo blog & altro, ma tornerò, ah se tornerò!

giovedì, dicembre 24, 2009

UNA RISPOSTA AL BROTHER?


da peacereporter:


Venezuela, nasce la rete di negozi socialisti per combattere il capitalismo Chavez inaugura un negozio socialista. "Il capitalismo - dice il presidente - saccheggia il popolo" Nell'ambito di un programma contro la speculazione che fa lievitare i prezzi dei beni di consumo, il presidente venezuelano Hugo Chavez ha inaugurato il primo ristorante socialista del Paese. "Dobbiamo spiazzare il settore capitalistico. Non dico di eliminare l'iniziativa privata che però si dovrà mettere in concorrenza con noi" ha detto Chavez ai giornalisti che lo intervistavano. Il punto fondamentale che il leader bolivariano vuole raggiungere è la nascita della Corporazione dei mercati socialisti (Comerso). La Comerso sarà una rete di negozi al dettaglio che andranno a coprire tutti i settori merceologici dall'abbigliamento alle farmacie, dagli elettrodomestici alle concessionarie di auto. Grazie a questo progetto i cittadini venezuelani potranno fare shopping a prezzi competitivi che non si distaccheranno molto dal costo reale di produzione, anche perchè dell'intera catena produttiva se ne occuperà lo Stato. Dunque via ai negozi socialisti che permetteranno di "bloccare il capitalismo vorace che continua a saccheggiare il popolo".

martedì, dicembre 22, 2009

IL GENERALE INVERNO
























Dopo la neve che è rimasta intonsa due giorni, a disposizione di umani e animali, stamattina la Casa nella Rocca si è svegliata con la galaverna. Gli alberi sono bianchi solo batteva il vento, ghiacciando la pioggia. Dicono, in verità, che non è galaverna ma gelicidio: però è bellissimo lo stesso.



venerdì, dicembre 18, 2009

SILENT NIGHT


Questo è il post numero 900. che era più bello se era il mille, ma anche così fa la sua figura.
Peccato che nel frattempo gli altri blog si siano persi per strada, o si stiano perdendo. Parlo ovviamente dei blog della comune-ty, che erano lo zoccolo duro dei nostri lettori/scrittori: prima - in un imprecisato "prima" che è andato scìvolando via - i blog erano l'appuntamento del mattino. Ed era bello, non credo solo per me, il confronto e il racconto, il pensare e l'immaginare, il provocare e il discutere che ogni mattina arrivavano, da uno o dall'altro blog, ma più spesso da tutti.
Tutt'altra cosa rispetto allo scarno dire e informare di quel facciabuco che mi tocca difendere nonostante lo trovi sempre più superficiale e sciocco, esattamente come l'uso che fa della parola e del concetto di amicizia (e ciò non toglie che facciabuco possa essere utile e, a volte, gradevole, sia chiaro).
Ma insomma ogni cosa ha il suo fine e la sua fine e non serve caragnarci su, anche se - mi piace notarlo - credo che i blog della comune-ty fossero particolari pur nel variegato universo internettiano: per quanto ho visto io, solitamente c'è un blog di riferimento e una corte di lettori commentanti, non una corte di bloggers alla pari.
Altro giro, altro capitolo, e chissà cosa salterà fuori e chi rimarrà affezionato al blog: certo, è dura scrivere - checchè se ne dica - senza sapere se si hanno lettori. E poi, e questo è più importante, c'è un ben più grande silenzio che ci sta avvolgendo, è il silenzio della politica. Mentre avanzano soggetti come il popolo viola, come i bloggers imbavagliati, mentre gli alternativi della decrescita e dei nuovi modelli si inventano - giustamente e intelligentemente - iniziative diverse che passano con disinvoltura dalla realtà virtuale alla realtà reale, cercando un senso in questo universo di bit che sia ancora umano, noi che siamo "davvero di sinistra" sembriamo persi. Come la talpa del famoso gioco, ogni tanto facciamo velocemente capolino solo per schivare il martello, almeno finchè riusciamo a schivarlo, poi eccoci rituffati nel privato più assoluto. Ognuno, e vale per la comune-ty e penso anche per molti altri, ci ha tutti i suoi buoni motivi, e soprattutto non si sa cosa fare e come farlo. io, per esempio, già da un bel po' mi accontento dei titoli, e faccio già fatica a reggere quelli: non voglio neppure saperlo, che nel paese in cui vivo si sta parlando di proibire i fischi in manifestazione. Ma questo Natale che è partito in sordina e ha viaggiato in scatoloni guarniti di festoni per essere subito individuati nel trasloco, si è oggi tutto dipinto di bianco con una nevicata metodica e inesorabile come da tempo non se ne vedevano.
E qui nella Casa nella Rocca c'è un sacco di cielo con dentro monti con la neve, e vialetti e aiole e pergolati e giardini segreti che in questo momento risplendono quieti, senza neppure un'impronta nè d'uomo nè di ruota.
E così si vive schizoidi, ignorando le minacce sempre più pesanti alla nostra libertà, in nome del sacrosanto diritto a un pochino di gioia e di piacere puramente estetico o, se volete, sentimentale.
Questo silenzio bianco di una notte di gelo è il silenzio che ci piace.

lunedì, dicembre 14, 2009

COSA NON ESCE DAGLI SCATOLI...



Casualmente ci ho giusto qui un souvenir vintage, il Duomo di Firenze con base in vetro nero bello spesso.
Può mica servire?

mercoledì, dicembre 09, 2009

LA CASA NELLA ROCCA


Bene, è fatta. Siamo stabilmente nella Casa nella Rocca - nome ufficiale, d'ora in poi, nonostante gli sfottò sulla "Vocca" e i suoi abitanti upper class - e abbiamo già eliminato centinaia e centinaia di scatoloni. Che, ne siamo certi, si riproducono per partenogenesi e ancora affollano perciò alcune pareti come bizzarri rampicanti, ma grazie all'aiuto di amici e parenti li abbiamo respinti ai margini a soli tre giorni dal trasloco. Di più non posso dire, in questa prima serata di relativa quiete, per il semplice motivo che la stanchezza è tanta e l'ora ormai tarda.
Presto tornerò a scrivere di qualcosa che non siano imballaggi e vernici, non prima però di aver messo su facciabuco le testimonianze fotografiche dei contributi ricevuti in questo, fortunatamente affollato, trasloco.

martedì, dicembre 01, 2009

ANDANTE


I miei sette lettori che ancora non lo sanno di persona l'avranno comunque immaginato, che sono travolta e stravolta dal trasloco. Scatoli e scatoli, un'avanzata inarrestabile che minaccia ogni aspetto della vita, e nelle pause si va all'Ikea o si litiga con l'idraulico - non il nostro Micomichi, però, un altro - e via così, dalla ricerca di improbabili accessori per il bagno all'angoscia notturna sul colore delle pareti.
A margine, si nota che nel giro di men di una decina d'anni dall'ultimo trasloco, che vide la solinga presenza straniera del bel Willy urughegno, tutta l'intera faccenda è diventata cosmopolita assai: fra protagonisti e figuranti del trasloco attuale ci sono infatti quattro signore ucraine, un albanese e due ecuadoriani. Si è appena aggiunto un israeliano, il fratellino al di là dal mare, e ancora non sappiamo i traslocanti da quale paese saranno arrivati: le incomprensioni non mancano, ma l'insieme è gradevolmente pittoresco.

Così, accade che avrei riflessioni sui libri - la cui quantità è direttamente proporzionale alla quantità degli stessi, circa un'ottantina di scatoli - o anche perfino sugli amori - e, di queste, la quantità è proporzionale ai punti interrogativi suscitati dai post dell'amicae. e dagli stomachi(-ci?) della nessie, ma dovrete rassegnarvi e aspettarle ancora un pochino. Giusto il tempo di farle uscire dallo scatolone in cui sono finite tutte quante.

giovedì, novembre 26, 2009

FRA LE TANTE PORCHERIE...


Ricevo per mail, e copincollo. i commenti sono inutili.


SE LA CAMERA DICE SI, LA MAFIA SI RIPRENDERA' IL MALTOLTO CON UN GHIGNO DI TRIONFO
(Tuesday 24 November 2009) - Inviato da Nando dalla Chiesa - Ultimo aggiornamento (Tuesday 24 November 2009)
(Il fatto quotidiano, 24 novembre 2009)

Con l'emendamento sulla vendita all'asta dei beni confiscati, i boss sarebbero in grado di riprendere tutti i loro beni.
Hanno sempre chiesto tre cose. La fine del carcere duro, l’affossamento della legge sui collaboratori di giustizia, la riduzione a burla della confisca dei beni. A ogni interlocutore politico, da quindici anni, ossessivamente, i mafiosi hanno presentato questo menù.
E il potere vero, quello che mescola ribalta e penombra, non ha mai detto no evangelici. Ha biascicato, talora consigliato. Ha messo la faccia feroce solo sul carcere duro, tanto ci hanno pensato i giudici di sorveglianza e i professionisti dell’ingiustizia clandestina a farne polpette.

Sulla confisca è stata lotta strisciante. Si tratta di un meccanismo che fa letteralmente impazzire mafia, camorra e ‘ndrangheta . Basta non sapere dimostrare l’origine lecita dei beni perché possa scattare l’iter del provvedimento. Pio La Torre, che inventò la legge, venne ucciso per avere osato tanto. E nemmeno dopo la sua morte la legge (firmata anche da Virginio Rognoni) passò. Ci volle la morte del prefetto dalla Chiesa, anche lui fautore convinto di quella misura, perché la legge venisse finalmente approvata. Per essere attuata con difficoltà, tra mille ritardi, inerzie, ostacoli burocratici. Ma attuata. Con i boss che vedevano svanire come in un incubo i frutti dei loro crimini. Fatto l’impero a prezzo di sangue (magari di famiglia), l’impero poteva sparire d’incanto per decisione di magistrati che guadagnavano meno di un killer.
Il secondo affronto giunse con la legge approvata nel ’96, forte del milione di firme raccolte da Libera di don Ciotti in tutta Italia. I beni confiscati potevano addirittura essere destinati a usi sociali, dati in gestione a quei giovani straccioni senza lavoro che si erano schierati negli anni dalla parte dell’antimafia.

Per questo la mafia insorse.
Intimidì, cercò di isolare le cooperative. Per i primi lavori di trebbiatura ci vollero le precettazioni prefettizie dei tecnici e il presidio dei carabinieri. Una specie di agricoltura di guerra. Quando vide che la volontà di questi “abusivi” non era facilmente domabile, la mafia fece sentire il suo fiato nelle stanze del potere e alitò in sintonia con le secolari pigrizie delle burocrazie. Lottò vittoriosamente contro l’idea di una specifica agenzia che potesse occuparsi in modo snello, rapido ed efficiente di assegnare i beni confiscati. E proseguì le intimidazioni: il taglio delle viti, gli incendi, i vandalismi. E perfino, in diversi casi, l’occupazione manu militari dei terreni confiscati, perché nessuno si azzardasse a entrarci. Insomma, una partita dura, un vero braccio di ferro tra l’Italia della legalità e l’Italia del sopruso e delle criminalità. Pochi giorni fa, per chissà quali percorsi, qualcuno ha deciso che in questo braccio di ferro il parlamento ci dovesse mettere, come dicono in Sicilia, “la sua mano d’aiuto” per indebolire l’Italia della legalità.
Un bell’emendamento in Finanziaria, al Senato. Per mandare i beni dei mafiosi all’asta. Per fare cassa subito, accidenti, non lo vedete in che situazione siamo? Certo che si vede, anche troppo.
Perché chiunque abbia coscienza limpida capisce che si tratta di un incalcolabile favore; che mentre si accendono le prime lampadine di Natale arriva il regalo atteso da tanti anni.
La mafia si presenterà alle aste con i suoi mediatori o prestanome. Lei con la sua immensa liquidità da crimine, a cui nessuno può tenere testa. Intimidirà eventuali concorrenti e organizzerà delle finte competizioni, come le organizzavano (senza kalashnikov a disposizione) gli imprenditori di Tangentopoli. E si riprenderà il maltolto con un ghigno di trionfo, lo stesso con cui brindava dal carcere (non duro) all’assassinio dei suoi nemici.
Lo Stato incasserà in moneta sporca quello che perderà rinunciando a trasformare in scuole, caserme o pensionati studenteschi una parte degli immobili confiscati. E lacassa civile e morale del Paese sarà ancora più vuota. Se alla Camera esiste un’Italia della legalità che ricorda la storia dei suoi eroi e le proprie più solenni promesse, cancelli questa vergogna.


http://www.nandodallachiesa.it/public

lunedì, novembre 23, 2009

ANOTHER ONE



L'ultimo dei Vikènd In-Scatola ha prodotto la scomparsa di: tutti i fumetti rimasti ancora liberi, i piatti di rappresentanza, la chiavetta per inserire l'antifurto e tutti, ma tutti, i rumoriferi, le lenti "come vede una mosca", la bussola di Topolino, la pompetta del DDT, i burattini a dito dei mostri, le parole incrociate da bagno, le bambole del secolo scorso, i robottini, il domino di vetro, il memory di foto nostre... tutte le robe utili e fondamentali, insomma.
Larò e Compagnamber hanno alleviato il nostro sabato, e domenica è stata Giornata Senior, con le amiche Anna e Patrizia a cui si è agg
iunta, un giorno dopo, anche l'amica Miri. E, naturalmente, l'Amicodel cuore, giunto apposta da nebbiosi lidi.


Il Moment
o Zedda Piras è stato intenso, le pizze ce le siamo svanite, e il miracolo "Mannaggia, a Maro'!" (notare la virgola, please) non è riuscito, come talvolta capita anche a sangennaro.
Bisognerà aspettare il prossimo trasloco.
(O qualcuno che ci spieghi come si fa a far comparire l'immagine della madonna sul toast con l'apposito timbro, da noi comprato in un'irresistibile confezione che declamava "Holy Toast!").
Abbiamo provato anche sulla torta, come da foto, ma è venuta peggio della sindone.


le altre foto del vikènd sono qui:
http://www.facebook.com/album.php?aid=2034821&id=1586486434&ref=nf

giovedì, novembre 19, 2009

GENIALI

segnala il solito Iacopo Fo:


I regali di Natale piu' inutili

La prima recensione spetta a Renewable Energy Experiment Kit, un gioco americano studiato per insegnare ai piu' piccini il funzionamento e il valore delle energie rinnovabili.
C'ha il pannellino solare, l'elichina eolica, una celletta idrolitica, il tutto alimentato a batterie AA!
Il particolare dev'essere sfuggito agli ideatori.
(Fonte: Ecologiae.com)

ANCORA UNO


La Casa nel Parco procede, nonostante gli intoppi inevitabili e gli scazzi fra maestranze anarchiche. Una camera è quasi finita, Mastromarcofalegname si è portato via il tavolo per render bellissimo anch'esso, perfino i gabinetti splendono di nuovo splendore, e insomma va avanti.
Nella casa qui, invece, si procede un po' a rilento, presi fra mille incombenze diverse e tutte urgenti: ma c'è chi si guadagna una grande Mostrinaball fornendo un enorme rotolo di Millebolleblu con cui faremo tic-tic per tutto il Vikènd, nel corso dell'Imballo di Gala.
Grazie all'Amicodelcuore, che festeggia il compleanno giusto a faggiuolo, il Vikènd sarà partenopeo come lui: pizza, musicanova, casino. Senza dimenticare lo Zedda Piras, che ha da essere finito.

I premi della lotteria (Olio, Grappa, Caffè e gli splendidi Tranci di Vita, un premio per ogni numero, siori!) sono in attesa al loro posto, e sono l'unica cosa ad avere ancora un suo posto.

martedì, novembre 17, 2009

DI COSE E DI TEMPO


Se la Rivoluzione è difficile da organizzare quanto i Vikènd In-Scatola, comincio a capire perchè essa non arriva mai: intere folle che svaniscono in un attimo con le più strane e fondate ragioni, mille presenze che si materializzano nei punti e momenti più impensati con le più carine motivazioni. Di più non dico, se non che il bello di questi Vikènd è anche esattamente la loro imprevedibilità.

E, come sempre quando una casa prende forma - ricordo che questo è il nono trasloco che io e l'uomobarbuto affrontiamo - la cosa più divertente e bella è proprio la Programmazione Imprevedibile. Come progettare tutta la seriosa cucina per poi svegliarsi il mattino dopo pensando che ah, la scarpiera, ecco, è quello che ci vuole in cucina, altro che colonna attrezzata, e scoprire che nelle abilissime mani di Mastromarcofalegname quello che noi abbiamo usato per otto anni come scarpiera è tornato ad essere un mobile bellissimo. O come uscire di casa per trovar sedie e tornare con due sedie ottime, ma soprattutto con l'incredibile oggetto che vedete nella foto, che farà un figurone in bagno, e con un tot di bicchieri del tutto a gratis.

Presi perchè i bicchieri di tutti i giorni sono finiti, rotti, kaputti, e al Mercatino di via Trento ci sono tre cestoni pieni di robine che il mercatino regala. Tra cui i bicchieri spaiati, il che mi ha fatto pensare: ma chi mai usa bicchieri uguali fra loro, tutti i giorni? E allora, che differenza fa, prenderli già spaiati invece di aspettare che si spaino da sè?

E pensando così, mi dicevo che davvero si dovrebbe cambiare la logica che ci muove, e riflettevo sul surplus di oggetti, arrivato a un punto tale che ognuno di noi si difende dai regali, invece di desiderarne. E su questa nostra vita dominata dai soldi anche quando i soldi hanno ormai perso la loro finalità primaria di garantire la sopravvivenza e anche il poco di più: che ormai ci si sente poveri a un livello sempre più alto, sempre più pieno di roba. La quantità infierisce di prepotenza sulla qualità, e viene accettata e giustificata e inseguita: dai cinesi costa tre euri, ne prendi quattro invece di uno. Ma perchè?


E pensando a tutto questo, che è come dire i massimi sistemi in quella che per noi gufi è la prima mattina nonostante si cerchi di andare a nanna presto, to' che ti arriva anche l'illuminazione sull'arredamento del bagno: una billy bassa senza il dorso ad incorniciare il calorifero piazzato, dall'Architetto Demente che progettò la casa, in mezzo all'unica parete utile. Ma, se funzionano le misure, ne tireremo fuori un bello scaldasciugamani senza spendere una lira in più.

E così, di tassello in tassello, le cose vanno a posto con naturalezza, senza ansia: se la billy non andrà bene, si proverà un ivar che da tempo giace in garage, o magari arriverà un'idea ancora migliore.

Come fare le parole incrociate, come girare per Venezia: quando si deve riempire tutto lo schema, quando ci si mette in testa una meta precisa, non si arriva da nessuna parte.
Spesso bisogna distrarsi e perdersi per arrivare dove si vuole.
Lasciare che la vita entri nella nostra vita senza affannarsi a cercarne i segnali riconoscibili, la parola giusta di otto lettere, la calle a sinistra della piazzetta.


Vale per lo specchio del bagno e vale per cose più serie: far rientrare tutto in un qualche schema, in un disegno precostruito, in un tempo che dev'essere quello, in uno scenario che ci convinciamo essere oggettivo mentre è solo la nostra testa a pensarlo tale, spesso provoca dolore e confusione e delusione, a volte anche disastri veri.
Lasciare che il tempo scorra piano rimanendo presenti a noi stessi, a tutti quelli a cui vogliamo bene, alle cose a i fatti senza tuttavia dover per forza essere al centro di ognuna di queste cose, senza lasciarcene schiacciare o doverle ficcare ognuna in una sua casella.
Lasciare che il tempo a volte ci prenda invece di incaponirsi sul contrario, per poi esclamare trionfanti "ho trovato il tempo per farmi una maschera, la manicure, la palestra, il giochino su facciabuco!", contenti di essere riusciti a ficcare altre cose in un tempo già pieno.


E' difficile spiegare lo "slow time" (c'è un bel libretto con questo titolo, se però volete approfondire, della scrittrice rurale Sonia Savioli) senza far pensare ad approcci fricchettoni o attendisti, senza dare l'impressione di un lusso per pochi, senza far rabbrividire chi lo confonde con un vuoto di cui avere orrore e paura. Ma poco fa, in mezzo agli scatoloni e alla scrittura di questo post, sono andata sul balcone e sono rimasta lì, a respirare l'aria d' autunno e di pioggia, lasciando che il giallo delle foglie e il grigio del mare mi entrassero negli occhi, senza intervento da parte mia. Non l'ho fatto per prendermi una pausa, non ho neppure pensato di farlo. Semplicemente, ho lasciato che accadesse.
E adesso dentro di me c'ìè un giorno in più, un profumo di autunno e di foglie e di mare. Così come altri giorni hanno profumo di latte e talco per bambini, di cloro e di caldo termale, di inchiostro e di asfalto, di spezie e di macchina, di lenzuola e croissant, di sangue e di paura. Trovateli anche voi, i profumi delle vostre giornate, i colori, i suoni, i sapori - quello del fazzoletto ormai pieno di lacrime che si preme sulle labbra, per esempio, altro che madeleines. E' un buon modo per scoprire cosa rimane, e cosa davvero abbiamo in questa vita che, come ci si accorge sempre troppo tardi, va già troppo veloce per conto suo, senza bisogno che ci si affanni a sveltirla.


E' così, amicae., che per ora raccolgo il tuo invito a raccontare un anno, con queste cose che mi ronzano in testa in ordine sparso, con queste cose che ho sempre pensato ma che ora so di avere ragioni per pensare.
Di più, non so, forse anche no: non è ancora tempo di bilanci, magari neppure di chiarimenti fra noi. Continua ad essere un tempo difficile e irto per la comune-ty, ma pian piano ci si prendono nuove misure, ci si pensano addosso idee diverse, ci si dicono altre cose, e se ne tacciono altre ancora. Credo che questa sorta di distanza, provocata dall'oggettivo e dal soggettivo, la patiamo tutti: chi se n'è andato, chi è stato cacciato, chi non c'è davvero e chi fa finta di non esserci, chi chiude il blog e chi lo lascia vuoto. Ci sono sofferenze ancora soffrenti, veleni non smaltiti, occhiate guardinghe e brontolii soffocati: tornare indietro non si può, lo sappiamo tutti. A che pro, quindi, un'operazione di memoria collettiva destinata non essere del tutto sincera? Io sceglierei di dire solo le cose belle - la presenza di voi tutti, l'importanza di amicizie nuove e rinnovate, per non parlare di quelle antiche, l'attenzione che ho ricevuto e ricevo e, non ultimo, il vostro aiuto giocoso al trasloco, adesso - in un anno pieno di momenti che dire brutti sarebbe un eufemismo penoso.
Tempo al tempo, amicae. : ci saranno momenti e modi, davanti alle castagne o dietro una fetta d'anguria, in cui il racconto arriverà leggero o sarà bagnato di lacrime, in cui parleremo tutti insieme o ascolteremo in un silenzio raro quell'unico di noi che avrà voglia di narrare. Io credo che lo faremo, che non ci disperderemo al punto di non saperlo più fare: stando attenti, magari, a non calpestare il momento quando si presenterà.

martedì, novembre 10, 2009

ALBUM PANINI

Lo so, parlo troppo del trasloco.
Ma faccio subito ammenda: invece di parlarne, vi mostro quello che vi aspetta se parteciperete ai Vikènd In-Scatola. Scommetto che ne siete felici, vero?



1° figurina: Il Bachecone.
Dove c'è tutto quello che abbandoniamo o cerchiamo. Mobili e suppellettili, chi se li prende?
E se chi li vuole lasciasse in cambio una libera e segreta sottoscrizione al Circolo Arci Belleville, che sta nascendo ora? Sarà un posto per suonare, cantare, giocare eccetera, e qaulche soldino per rimetterlo a posto non guasterebbe. Che ne dite, mettiamo un salvadanaio finalizzato?

Sul bachecone, però, anche i convenuti possono mettere i loro Cerco/Offro, sappiatelo.


2° figurina: gli scaffali dell'abbandono.
Così, senza neanche passare dal Bachecone, oggetti in libera offerta: un modem ADSL, i giochi da nerd, i libri per bambini, un leggìo e altre meraviglie.




3° figurina: i libri.
Una famosa critica letteraria raccontava che poteva lasciare la macchina aperta con dentro sacchi di libri appena acquistati, chè tanto in Italia nessuno ruba libri. A giduicare dalla pila che si alza sempre più, a quanto pare nessuno li vuole neppure in regalo: o questa maldicenza verrà sfatata nei prossimi Vikènd?





4°figurina: il medagliere dei ruoli
Santo subito chi, dopo la partecipazione ai Vikènd, verrà anche al trasloco vero e proprio, il 5 e 6 dicembre - ma anche il 7 e l'8, che c'è ponte.
Per riconoscenza anticipata viene data ad ognuno la possibilità di scegliersi il ruolo preferito durante il trasloco: Buffalo Billy o Billy Elliot monteranno le librerie, Black and Decker le mensole, Il Grande Timoniere guiderà furgone o macchina e via di seguito.

5° figurina, ta-daaam, I Premi!
Della Grande Lotteria del Ringraziamento, naturalmente, i cui biglietti vengono distribuiti durante i tre Vikènd.
Eccoli qui:

Primo premio, l'olio Buono in copiosa tanica
Secondo Premio, le due Grappe di barolo
Terzo Premio, il Pacco Giga di Caffè da macinare
Dal Quarto Premio in poi, tenetevi forte, i Favolosi Premi Tranci di Vita: chi coglie coglie. Ma non temete, o malfidenti.

INTERMEZZO POETICO

L'avevo trascritta, poi riposta, poi persa e infine ritrovata, e di nuovo persa. ora spunta fuori dal mucchio cartaceo che va scemando dalla scrivania e la copio qui, come volevo fare fin dall'inizio.
Viene dallo spettacolo "I giorni cantati" di cui si parlò già, e se non ricordo male è un madrigale còrso di qualche secolo fa, raccolto da Xavier Rebut.
Io lo trovo di una dolcezza naif infinita.



Eravamu in campu

Dill'amore traiti
Dove tra i fiori
Cercammu più bello
E io senteva
Un falsu gridu
Che mi sembrava
Che fussi un aucello.

lunedì, novembre 09, 2009

STRAORDINARIO!


e lo so che mi troverete un po' monotematica, in questo periodo. e lo so anche che i traslochi altrui, come le pene d'amour, non sono molto interessanti per gli altri.

ma bensì tuttavia, per chi c'era e per chi non c'era e per chi quel giorno lì inseguiva una sua chimera, il fedele resoconto del Primo Vikènd In-Scatola va fatto.


Be', ecco, fedele no: giacchè gli amicici convenuti sol per un attimo si perdevano in convenevoli&affini, preferendo buttarsi nell'opra all'istante, con spirito encombiabile. E si è dato dunque tutto un turbinio di cartoni e libri, viti e scaffali, cuscini e pennarelli - non mancando neppure l'intervento ludico fine a se stesso (come si può dedurre dalla foto) nè gli assaggi vaganti dei cibi approntati.
Il Vikènd, lo ricordiamo pei distratti, era dedicato all'anniversario della Rivoluzione Russa: ma io non sono comunque riuscita a vedere "Ottobre", che scorreva silenzioso sul Mengaschermo, rimandandomi inquietanti immagini rosse ogni volta che ci passavo davanti.
Il Momento Borscht è stato apprezzato più del previsto, nonostante le perplessità che hanno colto la tavolata - già cosparsa di macinini da caffè ormai imballati - nel vedere la zuppa che ha sostenuto la Rivoluzione, rossa di cavoli e barbabietole ( "Urgh, a merenda?" "ehi, la salsa sembra yogurth! ah, è yogurt? " "Cavolo??? non mi avrete") , che ha però riscosso successi all'assaggio.
Il Momento Vuodka è stato invece tardo - facciamo ammenda con chi era già andato via - onde salvaguaradare l'equilibrio dei partecipanti.
Sono state distribuite le mostrine, i biglietti della Grande Lotteria del Ringraziamento - tutti i particolari qui prossimamente, or che si sanno i premi - i libri in cerca d'adozione, gli oggetti di competenza. E' stata rinvenuta una sciarpa.

Un Dato Saliente della giornata è una vecchia/nuova amicizia che promette assai bene, si spera reciprocamente: una bellissima cosa, no?


L'efficienza e l'abilità mostrata dalle squadre di amicici ci fanno temere per i prossimi Vikènd: avremo abbastanza da imballare, smontare e cosare o ci toccherà invadere l'appartamento dei vicini?

Suvvia, non preoccupiamoci prima del tempo: intanto, da qui a sabato, mi aggirerò ammirando i tasselli cavi nei muri vuoti, i vasi vuoti nei terrazzi sgombri, i mobili smontati e vuoti, i vuoti. Li contemplerò con spirito zen, pensando solo: glazie, molto onolevoli amicici.


Altre foto del Vikènd sono qui:
http://www.facebook.com/album.php?aid=2033576&id=1586486434&ref=nf

martedì, novembre 03, 2009

NO NUKE


L'Urlo antinucleare mi è piaciuto assai, perciò copio paro paro la mail che mi arriva da Greenpeace.

Nel caso si riuscisse a riportare il nucleare in Italia, le bollette che l'Enel ci presenterà nel 2020 avrebbero costi stellari. Perciò – dopo le attività dei nostri volontari in tutta Italia - abbiamo lanciato la protesta anti-nucleare anche sul web, aprendo il gruppo Flickr "La bolletta nucleare non la voglio".
Dato il successo del gruppo, abbiamo deciso di indire un piccolo concorso per premiare le foto più belle ed efficaci. Fino al 20 novembre potrete votare la migliore “faccia anti-nucleare”, cliccando sulla foto prescelta e lasciando un commento per esprimere la vostra preferenza. In palio la maglietta “Nuclear emergency” e il dvd “Terra Reloaded”. Per partecipare al concorso basta scaricare la bolletta nucleare, scattarsi una foto e caricarla sul gruppo. Mettiamoci la faccia per dire NO al nucleare

TRANCIO DI VITA


Gli scatoli si inerpicano su per una parete, le librerie si svuotano.
Ne escono reperti di ogni tipo - ah, a proposito, se i nerd mi leggono sappiano che c'è fantascienza d'annata e difficilissimi e introvabili giochi in scatola che li attendono in cambio dell'opra prestata, neh? - dagli scandinavi che scrivono di giapani, come ha efficacemente sintetizzato il KGgB, all'opera completa di Hugo Pratt.
Apro uno dei tanti libri senza sovracopertina, giusto per vedere cos'è: nella pagina giusta, nell'angolo giiusto, c'è incollato un mio ex-libris, dell'epoca in cui avevo il tempo di incollarli.
Peccato che la pagina sia giusta e l'angolo pure, ma il verso del libro no, che è al contrario.
Allora lo giro e trovo, nella pagina giusta giusta e nell'angolo giusto, un altro mio ex-libris. Il titolo del libro? "Curar nevrotici con la propria autoanalisi", del buon Siggy. Che di più adatto c'era solo la Psicopatologia della vita Quotidiana.

lunedì, novembre 02, 2009

LA DONNA E IL MOBILE


Domenica di baratto a casa dell'amica Paola, all'insegna della socializzare il cambio di stagione. Come ha sintetizzato una della partecipanti, il motivo del cambio era riassumibile per tutte nella parola "dimensioni", e ci hanno perciò guadagnato le quasi teen presenti.
Ma insomma anche noi over qualcosa abbiamo trovato, e poi si chiacchiera, si mangia e si beve e si vengono a sapere cose interessanti.
Come, ad esempio, che la figlia dell'amica Paola inventa e cuce bellissimi vestiti e accessori partendo da capi smessi: me ne ha fatto vedere qualcuno, tra cui una geniale canottiera/gilet ricavata da un paio di calzoni da bimbo, fra quelli che porterà a fine mese in un mercato di Londra (bella, no, la globalizzazione dell'artigianato?) Ma è da ricordare, femmine della Comune-ty, anche perchè abita a due passi da voi centrocentriche.


Detto ciò, torno subito al mio tema preferito del periodo, il trasloco: questo prossimo Vikènd (7-8 novembre) ci sarà il Bigiorno Rosso, anniversario della Rivoluzione d'Ottobre.

Come già scritto, il Vikènd vedrà:

Colonna sonora a cura del DJ KGgB, canti rivoluzionari e cori

Sul Mengaschermo, a ripetizione: "Ottobre" e "Tamara, la figlia della steppa"

Sulla tavola borscht, cetrioli, vodka. E Zedda Piras in onore di Gramsci

Interazioni sul tema "Che fare?"

Mostrina in dono ai partecipanti di colore Rosso


Il cestone del Ripescaggio Culturale (libri, libri e libri) è già pieno e pronto per un esproprio proletario.

Non picchiatevi che c'è posto e lavoro per tutti, alla faccia della crisi. Chi viene sarà così gentile da dircelo, qui o altrove?

Per riassumere a priori le prossime puntate, ecco:
- da domani comincerete a ricevere per mail lo spam "cerco, offro" che ha lo scopo precipuo di movimentare tutta la mobilia di ognuno di noi

- ci saranno altri due vikènd di PreTrasloco Solidale in cui potrete guadagnarvi gli ambiti biglietti per la Grande Lotteria del Ringraziamento che si terrà nell'ultimo Vikènd di Prestrasloco, il 28/29 novembre. I premi della Lotteria ve li dico nei prossimi giorni, promesso.
- il Trasloco vero e proprio dovrebbe essere, salvo imprevisti, il 5 dicembre - peraltro compleanno del KGgB, con torta vagante all'insegna del cambiamento - e nei giorni successivi.


Chi non vede l'ora di cominciare - eh, lo so che è dura aspettare, vero? - può venire a cena e approfittare, prima e dopo, delle attività già aperte: Imballaggio, Montaggio Scatole, Svuotamento Scaffali. O Caccia allo Scatolo, sgommando sulla Kangoo e urlando "maledetta Amiu, non avrai i miei scatoli!"

giovedì, ottobre 29, 2009

PENSA E RIPENSA


E' inutile: io ci provo, a pensare ad altro, che per esempio avevo in mente già da un po' tutta una bella cosa sulla rivoluzione "a piccoli passi" raccontata dalla scrittrice Ursula Le Guin già una trentina di anni fa e sul fatto che potrebbe dimostrarsi l'intuizione giusta per capire ciò che sta succedendo ora. Allo stesso tempo, avevo in mente di segnalare all'attenzione dei lettori di questo blog l'allarme lanciato da Greenpeace sugli aumenti che avremo tutti sulla bolletta Enel per poter finanziare le centrali nucleari e questo, ecco, l'ho quasi fatto: andate a leggervi il come e il perchè e magari partecipate anche alla cyberazione contro il nucleare, su Flickr .

Ma, devo ammettere, in questo periodo i miei pensieri ruotano egoisticamente intorno al trasloco: anche a prescindere dalle mille ansie che sono in agguato, e dalle mille cose che si dimenticano per poi ricordarsene nel cuor della notte, c'è tutta la parte creativa che mi fa venir voglia di fare, e pensare, e inventare.

Per esempio, alcune ciotole di rami intrecciati addocchiate in Rinascente hanno subito dato l'impronta alla grande sala- studio dalle cui finestre si vedono le cime degli alberi: le ciotole diventeranno, rovesciate, lampadari ed appliques, e tutta la stanza si richiamerà, nei particolari, proprio agli alberi. Un po' di confusione tra interno ed esterno, insomma, che i limiti elastici e variabili fanno bene al morale e all'esistenza.
Come rendere concreta quest'idea, soprattutto non disponendo di copiosi budgets... ecco, è ancora un bel po' da pensare, e lì sta il bello. E si accettano suggerimenti, naturalmente.

Intanto, qualche amico si è già guadagnato le sue mostrine: le eleganti Spille in Cartone per chi ha procurato scatoloni (il brother e la fedecheride) e una Metromostrina per l'amicatriz che ha aiutato a misurare ogni cosa, nonchè ad allestire ingegnosamente la cucina.
Forse l'avete già immaginato, ma durante il Vikènd dell'Estrazione Finale della Grandiosa Lotteria (che dovrebbe essere fra un mese esatto, il 28 e 29 novembre, salvo imprevisti) ci sarà lo speciale premio
"Generale sovietico" per chi potrà sfoggiare più mostrine.

Nel frattempo, credo che comincerò a bombardarvi di spam. Si va ad una drastica riduzione di mobile e suppellettili, si cercano artigiani od oggetti: chi meglio degli amici per prendere, dare, scambiare? Dettagliate liste vi arriveranno nella posta elettronica: com'è d'uso, potrete però cancellarvi e non sapere mai più cosa avete perso.

mercoledì, ottobre 28, 2009

AUGURI AND HAPPY - NESS !

HALLOWEEN


Un po' mi attira, anche se Bretòn mi sa che l'abbiamo dato via perchè non mi ha mai fatto ridere. Invece Balbontin e Ceccon mi fanno ridere sì, e spero nel cinismo più che nel noir. Facciamo gruppone?


Lunedì 2 novembre dalle ore 19:00 al BerioCafé: Humor Nero, l'umorismo fa bene! Quarto appuntamento con gli aperitivi d'autore di Gigi Picetti in compagnia dei suoi amici che questa sera saranno Enrique Balbontin e Andrea Ceccon. L'evento vuole restituire "in extremis" alla ricorrenza di Hallowen l'originario spirito celtico rivolto ad esorcizzare i male. "Ridere del negativo, anzichè rimuoverlo, ne destituisce la paura ". L'esilarante e famosa serie di videogag sugli jettatori menagramo della coppia di comici genovesi contribuirà a dare alla serata il vero spirito del humor nero e della notte di Hallowen. Cocktail della serata sarà ovviamente la Diablada, inventata da Gigi ispirandosi ad un festa peruviana in onore del diavolo. Si suggerisce un trucco e/o un abbigliamento in carattere con l'atmosfera! Ingresso libero. Libro di riferimento. "Antologia dell'humor nero" a cura di Andrè Breton (Edizioni Einaudi)

venerdì, ottobre 23, 2009

TOTEM

Troppi pensieri per la testa, già.



(questa è proprio la mia, ma anche
le altre sono bellissime)

martedì, ottobre 20, 2009

LEGGETE E DIFFONDETE

Antefatto: nei traslochi fatti finora (in numero di 8) ci siamo sempre divertiti
Fatto: fra poco più di un mesetto faremo un altro trasloco

Fattibile: ci piacerebbe divertirci anche questa volta, con tutti i nostri amici


E quindi, tanto per cominciare, eccoci ad annunciare i Vikènd in Scatola.
La maison ne organizza tre (7-8 , 14-15, 21-22 novembre), ma diciamo subito che è graditissima la partecipazione estemporanea in altre giornate, feriali o festive.


Scopo precipuo dei Vikènd sarà la paziente realizzazione del Grande Inscatolamento, ma non saranno esclusi altri compiti fondamentali come lo Smontaggio, lo Spostaggio, lo Scartaggio ecc.

La partecipazione - assolutamente gratuita, n.b.! - ai Vikend o ad altri momenti di collaborazione darà diritto a:
biglietti della Grandiosa Lotteria del Tanksgiving, Ripescaggi culturali (dall'apposito cestone di libri a cui doneremo man mano la libertà) e Mostrine da sfoggiare nelle occasioni sociali.


Ogni Vikènd sarà caratterizzato da un tema suggerito dalle ricorrenze, come si va ad illustrare


7-8 novembre: il Bigiorno Rosso, anniversario della Rivoluzione d'Ottobre, che vedrà:
Colonna sonora a cura del DJ KGgB, canti rivoluzionari e cori
Sul Mengaschermo, a ripetizione: "Ottobre" e "Tamara, la figlia della steppa"
Sulla tavola borscht, cetrioli, vodka. E Zedda Piras in onore di Gramsci

Interazioni sul tema "Che fare?"

Mostrina in dono ai partecipanti di colore Rosso


14-15 novembre: l'English week- end in quanto compleanno di Carlo, eterno principe di Galles.
Colonna sonora: i Beatles, of course.
Sul Mengaschermo l'intera serie televisiva dei Monty Python
Sulla tavola Tea and High Tea - trad. "sbrano casuale accompagnato da diversi tipi di tè". E da Zedda Piras in onore di Jack Daniel

Conversazioni sul tempo, gara di improvvisazione limericks, fotografie con bombetta ed ombrello

Mostrina ai partecipanti: Tartan



21-22 novembre: Facimme ammuina in quanto compleanno di Carlo, l'amicodelcuore partenopeo.
Non si sa se lui sarà assente, presente o entrambe le cose, ma comunque. Colonna sonora: Toni Tammaro, NCCP, Musicanova
Sul Mengaschermo: Eduardo, tutto quello che volete

Sulla tavola: pizza e spaghetti, non c'è scampo, e birra, vino novello o acqua fresca. E Zedda Piras, che finalmente forse sarà giunto alla fine.
Conversazioni ad alto tasso di gestualità,
gara di suoni prodotti da appositi e numerosi "rumoriferi"
Mostrina ai partecipanti: effigie del sole


Nei prossimi giorni o puntate o post che dir si voglia, ulteriori particolari sui Vikènd, sul trasloco, sulla lotteria del Ringraziamento, sui premi e sui cotiglioni.


Nel frattempo, sono aperte le iscrizioni alla Caccia allo Scatolo e al Misuratutto, che danno anch'essi diritto a biglietti della Lotteria.
Le iscrizioni si raccolgono qui o per mail o per telefoni.

RELAX








Rubo un altro suggerimento a quest'altro blog di strega che quante ne sa, perchè è divertente ed è un buon modo di fare un dispetto a brunetta: così, infrasettimanale, per il gusto di.
Andate a vedervi gli altri, neh?

PARTIR BISOGNA



Allora è fatta, va che si trasloca.
Dopo aver passato tutta la sera a studiare le offerte fastuèb, ormai non faccio più in tempo a illustrare come si conviene il ricco programma di intrattenimenti previsto per chi parteciperà alle varie e complicate fasi del trasloco.
Ma vi anticipo che gli intrattenimenti ci saranno e come sempre sfioreranno il demente per andare sul demenziale scivolando infine giù per il toboga del delirio. Insomma, io spero che ci divertiremo, tutti quanti.
I miei aff.mi lettori sono fin d'ora invitati a invitare amici e amici degli amici, coinvolgendo popolo in abbondanza nella lettura del programma che verrà postato domani. Vi aspetto numerosi ancorchè, ma solo per ora, virtuali.

venerdì, ottobre 16, 2009

BONACCIA


Ed è una buona notizia, per Damocle.

CHI L'HA VISTO?


Appena l'ho visto, l'ho riconosciuto: un suo fratello nato dopo campeggiava nella cucina di mia madre, e dopo gli anni che ho passato nella cucina mia posso affermare con sicurezza che lui (it, per la precisione) è l'unico attrezzo in grado di fare le verdure julienne come si deve. Nè pappetta, nè bastocini, ma sottili come fiammiferi: il giusto.
E, quel che più conta, con poca fatica e velocemente, a consumo elettricità zero, e con facilità di pulizia una volta finito. Insomma, è l'apparecchio perfetto, anche senza contare che il suo colore improbabile e la bella etichetta del "Moplen" (la plastica che sembrava un materiale pressochè magico, a cui faceva pubblicità Gino Bramieri) lo renderebbero un oggetto cult se solo non mi avesse risolto il problema delle insalate, in particolare quelle di sedano di rapa che è buonissimo ma altrettanto ostico da grattuggiare.

Questo gioiellino della cucina arriva dritto dritto dagli anni '60 e mi è costato euri cinque in un Mercatino dell'Usato. Dove abbiamo già preso, in questo periodo, un carrello per portare pesi durante un trasloco, quattro sedie, bellissimi e costosi cuscini da divano nuovi scontatissimi, un pirofila con coperchio, una pentola a pressione. Fra tutte queste cose, quella che costava di più costava 18 euro, ma le altre erano tutte intorno ai 5.
Non vi sembri uno spottone gratutito: so bene anch'io che ormai molti Mercatini sono una grande speculazione sulla distrazione di chi porta la roba da vendere e poi se ne dimentica, oppure sono accozzaglie di oggetti di semi-antiquariato di scarso valore. Ma non tutti sono così e segnalo quello appena aperto a Santa Zita- Foce, via Rivale - non per motivi professionaliruffiani (io e nessie ne abbiamo curato il lancio di stampa) - ma perchè è davvero bellino: però, brutti o belli che siano, la filosofia che c'è dietro rimane intelligente.
In tempi duri di precariati e collassi ecologici, sarebbe un'ottima abitudine dare un'occhiata periodica ai mercatini, e magari abituarsi a ragionare sul possibile utilizzo degli oggetti invece che sull'acquisto mirato e immediato.
Chè se mi fossi fatta cogliere dalla Disperazione da SedanoRapa e mi fossi fiondata a comprare un elettrodomestico, ora sarei meno contenta, più povera e con le insalate meno buone. Augh.

mercoledì, ottobre 14, 2009

FORSE CHE


DA AFFITTARSI: Un appartamento a San Martino d'Albaro luogo detto dalle Selse, piano nobile composto da Antisala, e Sala Vastissima, tre grandissime Camere, due Camerini da mettervi la servitù, bella cucina con pozzo d'acqua vivagna freschissima, un magnifico con N.21 alberi di agrumi, e tutto per l'annuo fitto di L550 - Vi sono ancora diversi capi di mobilia buona - Le chiavi sono dal Calzolaio attiguo al suddetto Palazzo.

Non è proprio così - l'annuncio del 1800 circa è stato scovato dai soci di Arcipicchia e pubblicato insieme ad altre buffe notizie d'epoca nel loro libro autarchico - e in particolare ci mancano un po' i 21 alberi di agrumi nonchè la servitù da mettere nei Camerini, ma insomma pare che forse, dicendolo sottovoce per prudente scaramanzia, la casa l'abbiamo trovata.
E se è così e un contratto verrà a giorni firmato, potremo dare il via ad alcuni sport locali di cui si sentiva la mancanza, dalla Caccia allo Scatolo al Disfescia Più che Puoi, dalla Cena Impacchettante al Corso di Pesi gratis, dalla Maratona Avantieindrè (la casa è qui sopra) al Misuratutto.
Ricchi premi e cotiglioni a tutti i partecipanti, che speriamo numerosi in ogni specialità.

I GIORNI CANTATI


Ed ecco che, tornando, avevo la testa piena di idee da blog, chè un post sulla serata sembrava essenziale, imperdibile. per dire che mi dispiaceva non ci fosse nessuno della comune-ty, ormai quasi sempre spersa in attività diverse e che invece si sarebbe divertita e fors'anche un po' emozionata.
Un post per dire che l'iniziativa era bella, la cena buonissima, la compagnia carina - anche un'altra quasiamica forseritrovata, che bello - e l'organizzazione eccellente, ma la cosa più bella di tutte era forse la grande cucina della SMS (Società di Mutuo Soccorso) di Isoverde piena di donne anziane che si riposavano un po', soddisfatte del loro lavoro. E ne avevano tutte le ragioni, che perfino io con tutte le mie sfighe alimentari ho mangiato bene. E no, non erano gli "angeli della cucina", chè i maschietti - sindaco di Isoverde compreso - servivano a tavola, e non era uno scherzo. I piatti - veri, non di plastica - erano a bagno nella vasca: domani li laviamo, non ti preoccupare.
Insomma, questa idea di ospitare "I giorni cantati", il gruppo erede del Duo di Piadena, nonchè di Sergio e Mario Lodi (sì, quello di "Cipì" ) si è rivelata fantastica. Le voci erano importanti e belle, le canzoni altrettanto - una era addirittura ignota al KGgB! - e ci sono stati momenti di vera commozione, oltre a momenti di vero, vero casino, soprattutto durante la cena e le canzoni del coro genovese.
Che comunque sono state belle anche loro, anche se per noi un po' più note. Purtroppo, KGgB a parte, l'età media era la mia: ciò ha consentito dei divertenti revivals, ma è un peccato e forse un difetto, se non proprio una colpa. Come se, convinti già in partenza che si tratti di "cose muffa", ci vergognassimo un po' di coinvolgere qualcun altro che potrebbe criticarle o annoiarsi.
O come, peggio ancora, se quasi preferissimo essere sempre gli stessi, "così ci si diverte di più".
Ora, è vero che un pubblico meno attento e partecipe avrebbe forse tolto qualcosa alla bellezza di tutta la serata, ma è anche vero che, come ha poi chiosato il KGgB "ci sono posti che ti ridanno fiducia nella sinistra", e per "posti" intendeva l'insieme. Dai piatti nella vasca da bagno agli amarcord autoironici, dall'applausone alle cuoche
al vino autoprodotto con Lenin sull'etichetta, dal Che sulla parete alla sincera curiosità del Micio, figura mitica che ogni anno organizza nella sua cascina una festona con mille e più persone. Di sinistra.

martedì, ottobre 13, 2009