sabato, gennaio 27, 2007

IL SENSO

Ecco, io credo che a volte noi lo perdiamo, il senso. noi sinistri, noi compagni. che, non certo per la prima volta nella Storia, ci dissociamo da ciò che fanno i "sinistri" che abbiamo abbiamo mandato al governo, o che potremmo mandarci, o che in qualche modo ci rappresentano. perchè noi siamo più sinistri di loro. perchè fanno delle indiscutibili cazzate. perchè non sono davvero sinistri. perchè non si riesce a capire cosa fanno. perchè fanno compromessi. perchè fanno cose di destra. perchè, se il governo è di destra, quando fa cose di destra tu scendi in piazza. e anche quando non è vero, quando le cose di destra ti passano sotto il naso e provocano disastri ovunque, anche nell'anima della gente, almeno noi ci possiamo indignare senza conflitti interiori, senza vergogne. però succede anche, un po' per ridere e un po' no, che ci dissociamo perchè il "nostro" candidato ha scelto quella camicia lì, per la foto sui manifesti. è una camicia borghese, giusto. sotto una faccia abbastanza borghese, giusto. e quella camicia e quella faccia sembrano riassumere tutto ciò che non ci piace, nella "sinistra" di adesso. che tanto sinistra non è, giusto.
Ma poi arriva il Giorno della Memoria. E i lager, le deportazioni, gli orrori, la guerra, i pestaggi, gli assassinii. noi le sappiamo, queste cose. ed è giusto che qualcuno le dica a chi non le sa più, e quanti ce n'è, ma insomma è una specie di ricorrenza. noi le sappiamo. E invece, straordinariamente, arriva un pezzo su Repubblica.it che dice qualcosa che noi potevamo
anche immaginare, ma che anche noi sappiamo ancora poco. E che va oltre la scontata banalità del male per diventare la quotidianità del male.
Parla di emigranti, due generazioni fa: nonni o genitori, secondo la nostra età. quelli che non diventarono genitori o nonni, non ne ebbero la possibilità. perchè emigrarono in germania, nella germania dell'allora amico fuhrer, dove la paga di un operaio era il triplo di quella dell'italia di mussolini. dove furono incoraggiati ad andare, prima dell'occupazione nazista, per concorrere all'allestimento della macchina bellica. dove molti di loro - e ancora non si sa quanti - furono giudicati non abbastanza efficienti. o forse teste di cazzo di italiani, che magari brontolavano e si incazzavano, quel tanto che può incazzarsi un emigrato in terra straniera. e finirono nei campi. subito, prima che l'orrenda macchina dei campi si mettesse davvero in moto. ma funzionava già abbastanza per farli morire in modo atroce. leggete il pezzo, è qui:
http://www.repubblica.it/2007/01/sezioni/esteri/italiano-dachau
/italiano-dachau/italiano-dachau.html
Ecco, allora a me viene in mente ciò che sottovalutiamo, quando giustamente ci indigniamo e dissociamo per le cose di destra, o perchè quelle di sinistra sono troppo, troppo poche. quando abbiamo la forte tentazione di concludere che allora tanto vale non andare a votare. tanto vale, diciamo o pensiamo, che la destra vinca perchè così almeno l'avversario è chiaro. ma ciò che sottovalutiamo è la straordinaria capacità della destra (e non solo del fascismo dichiarato, non solo dell'abietto nazismo) di far sembrare "normale" il male, di far sentire nel giusto chi disprezza gli altri e le loro vite. Come se, in fondo, anche noi fossimo convinti che "certe cose" non possono più accadere. e forse, per fortuna, è vero che non possono più accadere nello stesso modo, forse. ma è la sostanza che conta, quella che ogni giorno autorizza e assolve
i tanti piccini di spirito della terra quando pensano di poter giudicare la vita di un altro, o di molti altri, una Ballast-Existenzen, un'esistenza insignificante.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Beh, quando ci vuole, ci vuole.
Mi piace che tu sia una compagna.
Mi piace che tu sia la mia compagna.
Non necessariamente in questo ordine