mercoledì, novembre 28, 2007

MA SIAMO SICURI ?

"In quanto al lavoro (...) io non saprei cosa dirti /perchè io ò preso lavoro il 1°Maggio/pero un lavoro ignorante che mi toca sciabolare come un mato/ e Curadi anche a preso lavoro in un altra mina e anche lui dopera /la sciabola ti dico la verita che/non va niente bene sene abusano/del tempo che siamo perche anche /qui questi giorni fiocava/ e se andasse bel tempo forse che /lavori ne cominciano ma/vedi che le mine che lavorano /sono due soli in questo campo/ e gente cene anche qui a spaso/e non saprei cosa dirti di /venire o no/perche se tu dovesi far miseria mi dispia/cerebe perche anche tu ai famiglia vedi che tu se tu sei a spaso/ti costa più che li perche /bisogna pagare un scudo al giorno.(...) Come ti dico se posio fare un mese/scapo anche me di qua perche non è più Camp Bird come una volta (...)" Da "La via delle Americhe", epistolario Rosa del 1908.

Ecco, mette male.
Mette male, sempre e comunque, difendere la Svizzera stando al di qua delle Alpi: chè anche qui in Liguria c'erano due paesi vicini i cui abitanti si chiamavano, a vicenda, i Tonni e i Nesci (Gli Stupidi e Gli Idioti, per i non-udenti zeneize) e insomma fra noi e la Svizzera è sempre andata così.

E se capita che qualche zuccone laghè di confine, qual io rimango nonostante, si affanni a difendere almeno un po' i polentoni del ciculàt, parte un coro di "scemo scemo" e si può solo abbozzare. Che da parte loro, anche se a conoscerli meglio secondo me si rivelano migliori, bisogna dire che fra tante cose che gli svizzeri sanno vendere la loro immagine non c'è.

E non sempre, per di più, è solo questione di immagine: che, tocca ammettere anche questo, di rosso in Svizzera non c'è molto oltre al campo della bandiera.

Epperò, pur detto tutto ciò, nella vicenda del
filmato shock "anti-immigrazione" ciò che mi urta di più è il facile e provinciale sensazionalismo dell'articolo di republikit.

Proviamo a smontare la notizia: lo spot va in onda sulle tv pubbliche dei paesi africani interessati - per ora uno, ma ne sono già previsti altri - si immagina in accordo con i governi stessi. Che, lungi dall'incazzarsi, sono evidentemente contenti se qualcuno dice alla loro gente di non andarsene.
Nel filmato, infatti, si vede un ragazzo che telefona da una cabina in una notte di pioggia e vento e un padre che risponde da una casa africana: sia la casa che il papà denotano quello che si potrebbe definire un moderato benessere. E infatti il papà chiede al figlio se si è iscritto all'Università, se l'alloggio è buono, com'è il lavoro, eccetera: e il figlio snocciola una balla dietro l'altra. Perchè la verità è che non ha trovato lavoro, è oggetto di attacchi razzisti e non ha un posto dove stare, ma al suo papà - che si presume abbia fatto sacrifici per farlo arrivare fino in Svizzera, un po' di più di quelli che facciamo anche noi per mandare un figlio a studiare all'estero, ma insomma - non glielo vuole ovviamente dire e si bulla di come sta bene.
Il video si conclude con una scritta che dice: "Non credete a tutto ciò che sentite."


Degli albanesi si disse che arrivavano in massa in Italia perchè, vedendo la finta italietta televisiva, si convincevano che qui fosse un bengodi. Io, se fossi una ragazza albanese che ha creduto alla nostra tv o alle balle che qualcuno raccontava al telefono, preferirei che qualcun altro mi avesse fatto vedere un video come quello svizzero. Che lo shock di finire a fare la puttana - o lo spacciatore, o il generico criminale - credo sia peggio.

L'ipocrisia sta forse in quella casa africana confortevole, in quel papà dignitosamente tranquillo sulle sorti di suo figlio, non un migrante ma uno studente. (Salvo che per essere studente deve lavorare, e lavoro non ce n'è. Io, se fossi quel papà, preferirei vedere un video così: e farei altri sacrifici per andarmelo a riprendere, quel figlio.)
Senza dubbio, molti migranti non hanno una situazione di partenza così favorevole. Ma altri sì: a chi non capita di rifiutare il libro, ma anche l'ombrello, che il dottore africano ci sta offrendo? e davvero la vita che fa e potrà fare qui è migliore di quella che farebbe dove c'è una famiglia e una società che, comunque, gli hanno permesso di studiare? E il video, a quanto pare, si rivolge a loro: perfino agli svizzeri sembra evidente l'inutilità di un spot se l'alternativa è la miseria nera, la fame, la persecuzione. Il video si rivolge a chi può scegliere - in primis perchè sarà lui a vedere il video stesso, e non i disperati.

E lo so, pare brutto comunque dire "stai a casa tua", soprattutto perchè da casa loro noi abbiamo rubato quasi tutto il rubabile: ma se parliamo di risarcimenti, allora i discorsi sono tutti diversi. E di risarcimenti non parla nessun governo di paese occidentale, mica solo gli svizzeri.

Le motivazioni del video svizzero non sono nobili, no: tra le altre - pare abbiano fatto notare con accenti da Rezzonico - provando a convincere qualcuno a starsene a casa sua, si risparmiano i soldi del budget immigrazione. Ciurbis, sun danè!

Ma ciò non toglie che l'emigrazione aggiunga una piaga a Stati già sfigati, che ci metteranno un bel po' a riprendersi dalla fuga di cervelli e di braccia - come noi ben sappiamo: alla lunga ma neanche poi tanto, non si fa un gran favore a nessuno nascondendosi dietro a motivazioni che istintivamente sembrano più umane ma che finiscono per favorire solo l'abbondanza di manodopera non sindacalizzata o del tutto clandestina.
A me pare che scandalizzarsi per il video svizzero sia un po' come arrabbiarsi con quel padrone di ristorante che ci avvisa che prima di due ore non ci sarà nessun tavolo libero e preferire invece quell'altro, quello così bonaccione, simpatico, che si affanna a fare tutto il possibile... e ci fa aspettare due ore in piedi, senza neanche un aperitivo.
Mi pare che non sia sbagliato se anche l'informazione "ufficiale" diventa pragmatica e dice alla gente come stanno le cose, senza inzuccherarle o ignorarle, invece di lasciare che i vari Bepi del passato o i Biko di oggi se le scambino fra loro come possono e vogliono: e trovo disdicevole e increscioso che republikit si scagli contro l'iniziativa senza neppure un accenno di discussione, di dubbio.

Che la notizia accanto riporta il dato secondo cui l'Italia è 24° su 175 Paesi - tra cui Burkina Faso e molti altri simili - per il livello di alfabetizzazione, ma vivaddio du' risate su 'sti stronzi de svizzeri se ponno fà, almeno.

Perchè, sicuramente, gli italiani - brava gente, sempre - 'ste cose non le fanno: che anche qui negli anni '50 era il governo stesso (DC, democrazia cristiana, neh?) che si interessava degli emigranti. E aveva siglato un accordo con il governo belga: tot emigranti italiani a lavorare nelle miniere - e a vivere nelle baracche, eccetera eccetera, chè il razzismo non è mai mancato da nessuna parte - contro tot carbone per la nascente industria italiana. Vuoi mettere, ahò?


Insomma: non sto con gli svizzeri, ma anche meno sto con republikit. Che sempre più spesso non è detto che un po' di sano cinismo non faccia meno danni di uno smaccato - e spesso ipocrita - sentimentalismo.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Io credo che sono più d'accordo con la strega che con la Ema. Ho passato un anno della a dire, pensaci bene, a dire che se ti va di lusso lassù guadagnerai 600 euro al mese, ma te ne serviranno molto di più per vivere. E poi, i tuoi figli, che li lasci che hanno 3 anni, ma poi come saranno quando li rivedi?
Di lavoro lassù ce n'è poco per tutti, figurati per te che nemmeno sai l'italiano.
Resta che lo spot non mi piace. E c'è da dire che anche la Spagna (S. Zapatero...) ne ha fatto uno simile.
Oltretutto, se non ho visto male, con il patrocinio dell'OIM (organismo ONU), che 9 volte su 10 fa cose che mi fanno incazzare.
La cosa che non mi piace è che dice: "lse verrai qui vivrei di merda". E invece dovrebbe dire: "l'unico modo per non vivere di merda qui è arrivarci preparati (documenti in regola, conoscenza della lingua, una casa dove stare, magari una professione spendibile).
Ricordandosi però che se non parti da una casetta carina come quella dllo spot, ma dalle macerie di una guerra, magari, di tutto quanto detto sopra te ne fotti.

Giuli

lastreganocciola ha detto...

be', certo che le posizioni di partenza fanno la grande differenza, di ciò non si discute. Ma non so se lo spot sarebbe meno urtante se dicesse "vieni qui solo se sei bello fighetto e tosto e studiato": non sarebbe peggio? E grazie dell'info sulla Spagna, mi fa sentire meno a rischio di destraggini :-))))

e.talpa ha detto...

Ho visto la notizia su republikit, non l'ho minimamente cagata.
Poi ho visto il tuo blog, mi son chiesto perché parlassi con tanta cautela.
Poi ho letto i commenti, mi son guardato il video, e son andato a vedere cosa scrive la Ema. Orbene, penso di potermi permettere di essere tranchant anche più del solito:

Sono gli Svizzeri dei figli di buona donna, i quali fanno questo spot unicamente pensando xenofobicamente di togliersi un problema? Ovviamente, sì.

E’ un male tentare di far sapere a dei potenziali emigranti che rischiano -situazione oggettiva- di trovarsi una situazione ben meno rosea di quanto si possano aspettare? Ovviamente, no.

Stranomavero, sono ancora una volta d'accordo con te, strega :D
E, Giuli, hai ragione: lo spot fa schifo.

Anonimo ha detto...

stasera ho chiesto a una collega elvetica cosa ne pensasse del video. nota: lei non è proprio proprio affatto di sinistra. e l'ha definito una porcata. che la svizzera non è così. e si ripropone di chiedere lumi al console. resta, secondo me, il problema non solo svizzero del debito che abbiamo nei confronti dell'africa. e cercare di far desistere chi vuole emigrare con falsità xenofobe, non pare un bel gesto. neanche per zapatero.

lastreganocciola ha detto...

d'accordo sul concetto di fondo, @gipunto: abbiamo un debito, che operazioni di questo tipo tendono ovviamente a negare. purtroppo, però, se ciò che presentano è "falsità xenofoba" o vera e pessima realtà (anche se parziale) sono solo i migranti a poterlo scoprire sulla loro pelle.

Però sono contenta, in virtù del mio filosvizzerismo (sono l'unica la mondo, lo so, a piangere se bruciano una bandiera svizzera :-)) che la tua collega ritenga lo spot una porcata.
Chè il mio post era soprattutto contro il facilissimo approccio del "video-shock", quando il problema è ben più complesso.

lanessie ha detto...

io sicuro non sto con repubblikit, che non li sopporto.
E il video fa schifo.
E vi rimando al commento sul blog dell'amicaE (http://diversamentequilibrata.wordpress.com/2007/11/28/la-svizzera/#comments)

Però.
L'Ulivo Palestinese diceva che loro si incazzano moltissimo con chi emigra. E non è che non ne abbiano, di ragioni.
Ma, diceva lui, se emigri perdi. Perdi tu, e perdono quelli che rimangono. Vincono quelli che appoggiano i loro piedi merdosi nel fango del terzo mondo per stare belli comodi nel primo.

Nessuna giustificazione, quindi, per l'ennesimo atto xenofobo degli svizzeri.
E nessuna giustificazione per repubblikit che ci lucra sopra.

Ma è l'ennesima dimostrazione che gli unici che cambiano davvero le cose sono quelli che portano là l'eccellenza (vedi Emergency in Sudan) e non qui la carità.

Fermo restando, però, il diritto alla libera circolazione delle persone e delle storie che ognuno porta con sè.

e.talpa ha detto...

http://etalpa.blogspot.com/2007/11/svizzeri-migranti-e-altre-storie.html