mercoledì, novembre 07, 2007

ARCANE SOMME

Per passione o per dovere anche altri nella comune-ty - oltre alla talpa e me - si stanno interessando ai vari aspetti del nucleare come fonte energetica. Le mie idee in merito ormai sono note, perciò questa volta lascio la parola a Federico Valerio, chimico ricercatore all'Ist e riconosciuta figura dell'ambientalismo genovese, che ha da poco inaugurato un blog di sopravvivenza ecocompatibile, di cui parlerò più diffusamente una prossima volta. 'Tanto dategli un'occhiata: non è leggerissimo, ma contiene sensati conigli.


I veri costi del Nucleare

L’Eco Istituto di Darmstadt (Germania) ha stimato il costo di diversi sistemi di produzione di energia elettrica, dando un peso economico a ciascuna fase del loro ciclo di vita, dalla realizzazione, al trattamento dei combustibili, alla dismissione dell'impianto.


Dal confronto le centrali nucleari non escono bene.
Un chilowattore prodotto con l’uranio costa complessivamente da 4,5 (costo minimo) a 6,5 centesimi (costo massimo).

Costa decisamente meno (circa 3 centesimi ) il chilowattore prodotto da impianti a gas a ciclo combinato e cogenerazione ed è più conveniente del nucleare (per qualche centesimo) investire nell’aumentare l’efficienza dei consumi energetici.
L’uso di biogas in impianti di cogenerazione con motori a combustione interna permette di produrre elettricità a costi confrontabili con quelli del nucleare, ma con impatti ambientali nettamente inferiori (quelli creati dallo stoccaggio delle scorie radioattive).

Molto più economico dell’uranio è anche il carbone che, abbinato alla cogenerazione di calore, produce elettricità ad un costo stimato intorno a 2 centesimi a chilowattore.
Se vi hanno credere che il costo del nucleare è nettamente inferiore a quelli di altre fonti, e quindi abbiamo fatto un errore, sull’onda emotiva di Chernobil, a chiudere con il nucleare, non preoccupatevi, quei conti sono sbagliati!

Il nucleare diventa apparentemente vantaggioso solo grazie ad una non casuale dimenticanza: i costi della dismissione degli impianti e dello stoccaggio perpetuo delle scorie radioattive.
A riguardo, sarebbe interessante un sondaggio per verificare quanti Italiani sono al corrente che con la bolletta della luce stiamo pagando le “attività nucleari residue”, pur non producendo neppure un chilowattore da questa fonte da oltre venti anni.

Si tratta di circa lo 0,1 % di quanto pagato con ogni bolletta.
Questa tassa serve a mettere in sicurezza quei pochi reattori nucleari che abbiamo realizzato negli anni del boom economico (Trino Vercellese, Latina, Garigliano, Caorso, …) e che, anche senza referendum, avremmo dovuto chiudere per vetustà e per gli alti costi di esercizio.

Questa ennesima tassa occulta è una piccola cifra, ma vista la durata di vita attiva delle scorie nucleari è una tassa a vita: quella nostra e quella delle future generazioni. Tutte quelle che si succederanno per i prossimi diecimila anni e passa, e a cui toccherà, per tutto questo tempo, gestire questa scomoda eredità di cui non hanno utilizzato neppure un briciolo di elettricità.

7 commenti:

e.talpa ha detto...

A voler fare l'avvocato del diavolo :D (ma in questo caso son piuttosto disposto a concordare con il post), direi che il confronto economico tout-court lo considero generalmente un parametro poco significativo, nel senso che risente di bislacchi effetti di quella strana entità chiamata mercato in cui crediamo poco un po' tutti, chi più chi meno. Cioè, quello che voglio dire è che a me interesserebbe un "bilancio naturale" e non un confronto che risente di effetti sociali, politici, ecc.

Ma, come ho già detto, in questo caso concordo abbastanza. Piuttosto, mi son perso chi altro nella comune-ty ha proseguito il dibattito... ma stiamo dicendo onlain o vis-a-vis?

Cià everybody

lastreganocciola ha detto...

non mi è tanto chiaro cosa sia un "bilancio naturale", ma lieta che tu concordi abbastanza. No, non c'è strato nessun proseguimento di dibattito, in effetti, ma un interesse per l'argomento della Casasulmonte, anche per motivi lavorativi loro.

la fede ha detto...

Ecco, velocemente perchè sono ad una lezione e in prima fila.
Io questa settimana sono all'enea, a fare un corso sulla valutazione di dose da radiazioni.
E con me ci sono tipo 40 persone che lavorano nel campo, ex-centrali comprese.
E in più sono all'enea, dove in materia qualcosa ne sanno.
Quindi un po' di cosette le sto imparando.
Ma, nel frattempo, per favore non mi si venga a dire che dovrei peferire il carbone al nucleare.
E tutti ben sappiamo che ben più dello 0.1% della bolletta enel va al nucleare, visto che l'alettricità la compriamo dalle centrali nucleari altrui.

Ascolto un po' che sennò mi bocciano :), ma in generale dovremmo smetterla di terrorizzarci per le pagliuzze senza vedere le travi (lo sapete che c'è una quantità di materiale radioattivo permessa per legge nei cibi/acque? e che si prende più dose da uranio bevendo una certa marca di acqua minerale che facendo il militare circondati da uranio impoverito?)

e.talpa ha detto...

@fede: :DD

@strega: bilancio naturale, ecco, era un'idea così confusa che speravo di scamparla con un nome evocativo anziché con una spiegazia :P
Il senso comunque sarebbe pressapoco questo: a prescindere dal costo monetario, si dovrebbe calcolare quante risorse "fisiche" (materia prima, energia) si consumano più o meno irrimediabilmente (non rinnovabili o rinnovabili in quanto tempo) a seconda dei casi...

Anonimo ha detto...

Stando sulla cronaca, che è il mio mestiere, la Marta ha messo Federico Valerio nel consiglio d'amministrazione di Amiu Bonifiche (oltre che il compagno Simone Leonici, di Rifonda, in Amiu riciclo). Lo dico perchè ogni tanto le buone notizie ci sono pure da queste parti

lastreganocciola ha detto...

@e.talpa: non è bello che tu stia lì in ultima fila a ridacchiare con la fede, ma non farò anch'io quella che si offende :-)
partescherzi,il "bilancio naturale" credo che piacerebbe a tutti, ma il problema è giustappunto che finora non lo si è neanche cercato - nè lo si cerca. Le decisioni continuano a dipendere in primo luogo da un visione economica ristretta quando non addirittura corrotta. Valutazioni su base più ampia sono proprio quelle che cercano di fare gli "ambientalisti" o comunque li si voglia definire, che ritornano nel "caruggio" economico quando perfino quello è sfavorevole a chi crede nell'infinità dello sviluppo. E, certo, se si potesse avere un metro di misura univoco, tutto sarebbe un po' più facile.
@ fede: io non credo che Valerio sostenga il carbone al posto del nucleare, anche se è vero che ciò che dice nel post che ho citato è un po' ambiguo, o come minimo non chiaro. So per certo, ad es., che Greenpeace si batte contro il carbone e in generale non credo che ci siano ambientalisti, ecologisti o simili che sostengono il ricorso a fonti di energia non rinnovabili, qualunque esse siano.
Sul resto ti rispondo sul blog, ma perchè mai dovresti bere l'acqua radioattiva? Tanto più che una delle più attuali battaglie ecologiste è esattamente quella contro l'acqua in bottiglia... :-)

e.talpa ha detto...

@strega: ah, perché c'è anche chi si offende? :P non certo io, al massimo ogni tanto tento un "francamente me ne infischio", dietro tuo consiglio ;)

mappoi, in questo caso, oltre a concordare con te, lasciami ridacchiare un po' in ultima fila... al liceo era così difficile farlo che mi toccava ridacchiare in prima fila ;P