domenica, novembre 11, 2007

NO NEWS

... e niente affatto good news: quelle che seguono sono infatti "notizie dal fronte del No", ma anche notizie "inesistenti", a cui i media generalmente non danno risalto o addirittura non riportano. Perciò provengono tutte da fonti "di parte", ma bisogna sottolineare che non hanno ricevuto smentite. Riguardano, come annunciato, l'attuale indirizzo dell'industria nucleare.

* febbraio 2007, da Greenpeace: un rapporto sulla prima strada da seguire se davvero si vuol parlare seriamente di energia, l'efficienza energetica. Il Rapporto tutto intero, in pdf, è qui
"Il Rapporto, commissionato da Greenpeace al gruppo ERG del Politecnico di Milano, rappresenta un vero e proprio studio di fattibilità dell’obiettivo del 20% di aumento dell’efficienza per quanto riguarda gli usi finali dell’elettricità in Italia. Lo studio è basato su ipotesi ampiamente cautelative sul potenziale di efficienza.
Secondo il Rapporto,
esiste in Italia un potenziale di efficienza ampiamente ottenibile entro il 2020 e superiore al 20% che, se realizzato, produrrebbe benefici economici netti. E’ possibile tagliare 50 milioni di tonnellate di CO2 rispetto allo scenario tendenziale con un vantaggio economico per la società e aumentando l’occupazione di circa 60.000 posti di lavoro in una quindicina d'anni."

Altre news sempre da Greenpeace, l'organizzazione che insieme a Legambiente è più attiva nella lotta per l'energia da fonti rinnovabili:


*maggio 2007: "Greenpeace denuncia, da tempo, l'assurdità del piano di investimenti Enel sul nucleare slovacco: è in gioco un investimento colossale di 1,8 miliardi di euro su una tecnologia obsoleta - si tratta di reattori sovietici di seconda generazione - che non rispetta gli standard di sicurezza occidentali.
In Germania, dopo la riunificazione, tutti i reattori di tipo sovietico - compreso uno appena entrato in funzione identico a quelli previsti a Mochovce - furono bloccati perché non era possibile adeguare la sicurezza degli impianti agli standard occidentali. In Finlandia, invece, la centrale finlandese di Loviisa fu riprogettata, aggiungendo un sistema di contenimento statunitense e un sistema di controllo di produzione tedesca.
Nel caso Mochovce non esiste un vero e proprio sistema di contenimento e, più in generale, il sistema di protezione per gli incidenti non è stato mai testato. Questo è il nodo più problematico sul piano della sicurezza. E l'esempio finlandese non può essere d'aiuto, perché la costruzione degli impianti slovacchi – la documentazione fotografica lo dimostra chiaramente – è in stato molto avanzato: non si può aggiungere, a questo punto, una struttura davvero robusta senza demolire e ricostruire ex novo ampie parti dell'impianto."

* giugno 2007: "La BNP Paribas - BNL in Italia – intende finanziare la costruzione dell'impianto nucleare di Belene, in Bulgaria. Un impianto basato su una tecnologia russa mai sperimentata al mondo. Nella Giornata Mondiale dell'Ambiente partono le proteste in 15 Paesi europei. (...) Lo scorso ottobre i volontari di Greenpeace avevano già protestato presso le filiali di Unicredit per la stessa ragione. Dopo una settimana il gruppo bancario informava di ritirarsi dal progetto. A causa degli alti rischi, ben altri dieci gruppi bancari internazionali, tra cui Deutsche Bank, Commerzbank, Société Géneral, Citibank e Credit Suisse, si sono rifiutati di finanziare Belene. Sarebbe una decisione saggia per la BNL tirarsi fuori dal nucleare.
Per i reattori VVER 1000/466B di Belene non esiste alcuna garanzia di sicurezza. Per di più la zona dove realizzare il sito si trova nel bel mezzo di un'area sismica lungo il Danubio, al confine con la Romania. Nel 1977 un terremoto provocò la morte di 120 persone nel raggio di 14 Km dal sito."
Se i progetti di Mochovce e Belene saranno realizzati, costeranno più di tutti gli investimenti di ENEL sulle fonti rinnovabili. Un primato imbarazzante!

* luglio 2007:
"Ieri pomeriggio il terremoto in Giappone ha provocato un incendio nella centrale nucleare di Kashiwazaki-Kariwa. Un litro e mezzo di acqua radioattiva fuoriesce dai reattori e finisce in mare. Le catastrofi naturali e gli errori umani sono difficilmente controllabili. (...)

L'industria nucleare giapponese, la TEPCO, ha taciuto l'incidente per cinque ore, poi ha sminuito le sue conseguenze. Non è la prima volta. Altro esempio recente di mancata trasparenza è l'incidente alla centrale nucleare di Kummel, in Germania, lo scorso giugno. In quel caso i responsabili hanno negato i problemi causati dall'incendio, mentre l'autorità nucleare tedesca ha ammesso i malfunzionamenti che hanno messo il reattore a serio rischio."

* maggio 2007, sul sito nucleare in costruzione di Olkiluoto, Finlandia:
"
Questa centrale presenta oltre mille violazioni degli standard di sicurezza. Portare a termine la costruzione sarebbe un vero e proprio disastro.
Il reattore di tipo Epr Olkiluoto 3 - il quinto reattore nucleare finlandese - avrebbe dovuto essere più sicuro rispetto agli altri esistenti dello stesso sito. Le promesse della TVO, la compagnia che ha commissionato l'impianto, si sono rivelate vane.
La TVO aveva stimato che un reattore di 1600MW sarebbe costato 2,5 miliardi di euro e che ci sarebbero voluti pochi anni per costruirlo. Al momento
i costi stanno superando i 4 miliardi di euro e per finire il progetto ci vorranno almeno 6 anni. Per il progetto non erano previsti finanziamenti pubblici. Ma in realtà i finanziamenti provengono dai contribuenti francesi e svedesi e da prestiti a basso tasso di banche pubbliche." Per sapere i particolari di questa affascinante storia, andate qua

E infine, ciò che ci riguarda ancor più direttamente:
* maggio 2007:
"Accordo tra la Sogin e la francese Areva per la gestione delle scorie nucleari italiane.
La Sogin - una società a capitale pubblico che si occupa in esclusiva della gestione di tutto il nucleare italiano - ha siglato un accordo con la società francese Areva per il riprocessamento di 235 tonnellate di scorie, in gran parte provenienti da Caorso.
Riprocessare le scorie vuol dire estrarre il plutonio dalla barre di combustibile irraggiato. Si tratta di un processo pericoloso. E pericolosi sono – sia per l'ambiente che per la sicurezza dei cittadini – i trasporti speciali di materiale radioattivo dai siti originari agli impianti di riprocessamento. Troppi rischi inutili per un pugno di plutonio in più, destinato peraltro a usi militari.
Nel 1999 il Governo Prodi aveva deciso di chiudere la stagione del riprocessamento e puntare sullo stoccaggio a secco, una prassi meno pericolosa e, per questo motivo, molto diffusa in tutto il mondo. L'accordo siglato oggi rappresenta un pericolosissimo passo indietro. I tempi di rientro del materiale radioattivo in Italia sono già fissati, perché la normativa francese non consente l'importazione di scorie: è un inutile viaggio di andata e ritorno, al modico costo - per la collettività - di
250 milioni di euro."
Alla giusta denuncia di Greenpeace - Pecorino Schinio, cazzo fai? - si può aggiungere, giusto perchè qualcuno non pensi che si stava meglio quando si stava peggio, che la direttiva alla Sogin in favore di questo accordo arrivò dal governo berlusca, e precisamente dall'allora ministro Claudio Scajola.
E, completamento di questa notizia, riporto da qui il corollario "chi paga?" . Se avevate dei dubbi, ecco:
"... saranno le famiglie italiane con l'aumento della loro
bolletta elettrica.
Già
dal primo gennaio 2007, infatti, la quota della componente A2, i cosidetti oneri nucleari, sono triplicati. Questo addizionale sulle bollette, ai più sconosciuto, è in vigore dal 1989, destinato inizialmente “a compensare l'Enel e le altre società collegate per le perdite conseguenti alla dismissione delle centrali”.
Dal 2001 questi oneri vanno invece alla Sogin per la messa in sicurezza delle scorie radioattive. Forse però la Sogin non ha idee molto chiare riguardo al termine sicurezza. Dopo le proteste degli abitanti di Scanzano Jonico che non ne volevano sapere di ospitare il Deposito Nazionale di scorie radioattive, il 65% di queste giacciono ancora in una conca alluvionale in riva alla Dora Baltea, nella cittadina di Saluggia, non solo indifendibile ma assolutamente non sicura per lo stoccaggio."
Come denunciato da più parti, per esempio qui su Blogeko, i pozzi del sito che ospita le scorie hanno già cominciato a perdere e la situazione per ora si limita ad essere "tenuta sotto controllo".

Ancora da Greenpeace, le news degli utlimi giorni: "Nei mercati liberalizzati il nucleare è infatti in forte crisi. Per evitare il crollo del settore, il governo USA ha ad esempio introdotto, nel 2005, forti incentivi economici. Ma secondo l'agenzia di rating Moody's, questi incentivi non basteranno se non per una o forse due centrali da costruire entro il 2015."
E non tutti sono d'accordo, guardate qua:



Dopo tutto ciò - e ovviamente, non è tutto - penso che non si possa più parlare di posizioni aprioristiche: l'opposizione al nucleare non si connota come un rifiuto di una specifica fonte energetica di per sè, ma come una lotta politica contro chi vuole usare questa fonte energetica senza tener conto dei rischi e dei costi di cui la collettività è finora chiamata a farsi carico in cambio di benefici discutibili. Mentre non sono discutibili gli enormi giri di denaro che la costruzione di una centrale nucleare mette in atto, e che non riguardano certo la collettività.
Purtroppo, nel dibattito e nell'opposizione politica non si ha il tempo di fare tutti i distinguo che sarebbero necessari: ma un giro per i siti ambientalisti potrebbe facilmente dimostrare che un futuribile (come realizzazione, se non come concetto) "nucleare pulito" non è osteggiato ma, al massimo, guardato con una legittima diffidenza.
Scienziati e forse soprattutto scientisti potrebbero contribuire a smussare questa diffidenza dissociandosi dalle operazioni in favore della ripresa di un nucleare obsoleto e problematico per sostenere invece le fonti di energie rinnovabili e il "nucleare pulito", che non sono affatto in contrasto fra loro. E chiedendo, o facendo in modo che, ricerca e innovazione tecnica vadano davvero a caratterizzare il loro lavoro futuro: sicuramente i modi fin qui escogitati per sfruttare le energie rinnovabili sono potenzialmente assai migliorabili, così come credo che anche sul nucleare ci siano possibilità di ulteriori sviluppi.
Perchè perdere tempo a difendere robe vecchie, quindi? Perchè prestarsi a un gioco che sembra pulito quanto il tipo di sfruttamento del nucleare che difende, cioè assai poco? Perchè agire in favore di contrapposizioni, demonizzando l'opposizione al nucleare, quando proprio dalla ricerca e dal lavoro scientifico possono arrivare soluzioni migliori di quelle praticate fin qui? Sinceramente, trovo difficile capirlo.


7 commenti:

e.talpa ha detto...

Perché demonizzare l'opposizione al nucleare eccetera eccetera?, chiedi.

Leggendo da una certa distanza (200 km, chilometro più chilometro meno :D) i post tuo e di paolino, sembra la classica scena (classica per i sandideresi) "Vai a pescare?" "no, no, vado a pescare" "ah, pensavo andassi a pescare!".

Da un lato si parla di questioni tecniche, dall'altra di questioni politiche. Le due cose sono diverse. Se non si entra nel "terreno" dell'altro, permane una sensazione di incomunicabilità.
Ad esempio, se si parla di chi lucra sulla costruzione di centrali nucleari, si potrebbe rispondere "perché, pensate che non si lucri sulla costruzione di altri tipi di centrali?". Non solo carbone, eh, ma anche fonti rinnovabili. Non farò nomi e cognomi, così evitiamo grane legali, ma un capoccia di massimo livello dei verdi piemontesi ammetteva esplicitamente di trovare etico il meccanismo, limitandosi a sponsorizzare quelle aziende che guadagnano su energie "pulite" e comportamenti verdi. A questo punto, l'unico discorso che rimarrebbe è cosa decidiamo di considerare verde, ed è un discorso di natura squisitamente tecnica.

Se l'ENEL investe in un nucleare vecchio, la risposta politicamente logica è dire no al nucleare tout-court, o prendersela con lo specifico comportamento dell'ENEL?

lastreganocciola ha detto...

scusa, talpa, ma se qualcuno parla in favore dell'Alta Velocità - in assoluto, non specificamente in Val di Susa - tu lo ascolti senza diffidenza? Sei un sostenitore dell'Alta Velocità, ma non nel tuo giardino? Ovvio che le ragioni NOTAV sono legate allo specifico, ma è il contesto generale a renderle pesanti e pressanti, no?
O pensi che l'opposizione al nucleare "vecchio e sporco" - che, giova forse sottolinearlo meglio, al momento è l'unica opzione che ci viene offerta - si possa fare premettendo ogni volta che ce l'abbiamo con l'Enel e non con l'atomo in sè? "Scusate se ci permettiamo, vorremmo dirvi che siete proprio cattivelli, cari signori dell'Enel... ma naturalmente, potremmo anche sbagliarci.": un'opposizione forte e decisa, no?
E ammettere che la corruzione c'è su ogni cosa rende semmai più sconsigliabile, e non meno, il ricorso a opere che abbiano costi stratosferici e nelle quali il prezzo pagato alle cagnotte possa tragicamente essere quello che non va a finire nelle misure di sicurezza.

e.talpa ha detto...

Non pensavo di suscitare una reazione così veemente: questo è il motivo per cui finora ero rimasto a ridacchiare in seconda fila :D

Allora, io cerco sempre di capire le motivazioni "politiche". Ma, tanto per non andare lontani, l'amico Jennifer invece ritiene che le "degenerazioni" del sistema, il tipico modo di fare "all'italiana", i prevedibili errori, non dovrebbero essere un criterio in base al quale si decide se una cosa va bene oppure no. E dal punto di vista prettamente logico, avrebbe pure ragione, che perlomeno le due cose stanno su un piano diverso: un conto è un "bilancio naturale" negativo e un conto è "si si andrebbe tutto bene in teoria, però questo non è quello che succederà" (il che tra l'altro costituisce un processo alle intenzioni).

Io certamente non mi spingerei così in là, come ho già detto cerco di capire le motivazioni di natura "politica", ché ho visto troppe volte le cose funzionare male per non guardare con sospetto qualunque cosa, per non prendere in considerazione tutti i dubbi e le perplessità. Ma un conto è se riguardano il modo in cui la cosa può essere portata avanti (e allora potrebbe ad esempio essere necessario un maggiore controllo) e un conto è se riguardano la cosa in sé.

Vado fuori tema per rispondere alla provocazione :D, il mio approccio è sempre razionalista come prima cosa (ditemelo pure, non mi offendo, mentre scientista mi suona un po' male :P), sicché per quanto riguarda l'alta velocità:
- non sono certamente contrario "solo" perché passa nel mio giardino;
- la sindrome nimby pur essendo usata in senso spregiativo, non la ritengo una cosa negativa, perché difendere il proprio giardino mi par cosa naturale (non credo alla dittatura della maggioranza, e se parliamo di egoismo poi parliamo anche di come sono stati trattati i nativi americani);
- penso che il mio giardino, essendo tutti noi formichine su un pianeta, riguardi non solo me, ma sia un bene comune, anzi di più, perché riguarda generazioni future e la Vita in generale in modi che non possiamo nemmeno concepire;
- essendo razionalista, dico che a meno che non ci sia una ragione generale di portata assoluta, le valutazioni vanno sempre fatte caso per caso, sicché no, non sono contrario all'alta velocità per partito preso, perché non mi risulta che nessuno abbia mai portato argomentazioni conclusive in tal senso;
- essendo paranoide :P, ascolto con diffidenza chiunque mi parli di qualsiasi cosa, non solo di alta velocità;
- credo che il modo in cui è stata concepita l'alta velocità in Italia sia generalmente una fesseria. Questo se vogliamo anche per motivazioni in ordine al modello di sviluppo (ma, appunto, affermazioni come questa non possono essere fatte in modo QUALITATIVO, per essere valide devono essere QUANTITATIVE, altrimenti si potrebbe pure sbagliare; quindi su questo sono convinto che sia abbastanza una fesseria, ma ci vorrebbe qualcuno che faccia i calcoli, e certamente cambio idea di fronte a qualcuno che mi porta dei calcoli che mi smentiscono). Ma penso ci siano un'infinità di ragioni che mi convincono che sia una fesseria e che sono quantificabili: di ordine certamente anche economico, se vogliamo, ma anche di altra natura. Ad esempio, come avevo detto altrove, Mirko Federici dell'università di Siena ha dimostrato che l'alta velocità passeggeri IN ITALIA ha un impatto ambientali pari a quello che si avrebbe se le stesse persone sullo stesso tragitto viaggiassero in pullman, mentre dal punto di vista del trasporto merci è persino peggiore del trasporto su camion. E poi ci sono ragioni trasportistiche: in Italia la geografia dice tante "piccole" città piuttosto vicine, ergo i passeggeri hanno bisogno di coprire piccole distanze e le merci hanno bisogno di una copertura capillare. In Francia ad esempio non è così: l'alta velocità c'è da mò, funziona, e chiude pure in attivo economicamente, perché copre le tratte (e soltanto quelle) tra città molto grandi e molto lontane tra loro (ad es. Parigi-Lione).
- quindi, se qualcuno mi dicesse (non lo so: non ho i calcoli; certo, controllerei con attenzione) che in Francia l'alta velocità può avere un senso, potrei anche crederci, o perlomeno non direi a priori che non ci credo. Direi: valutiamo.

Altrimenti rischiamo di essere fautori di un approccio laico e a comportarci in un modo che ricorda le guerre di religione.

Però non spararmi, per favore! oppure non sgridarmi se poi torno a ridacchiare in seconda fila :D

e.talpa ha detto...

Ah, scusa, poscritto.
Credo che il motivo per cui i fautori del nucleare, o i possibilitsti come il sottoscritto, reagiscono di pancia, sia questo.

Opporsi al nucleare "vecchio e sporco" dicendo all'ENEL "cattivelli", può essere meno efficace politicamente, ma non chiuderebbe la strada al nucleare in sé. Invece, dire "al momento questa è l'unica opzione che ci viene offerta", facciamo un'opposizione forte e decisa, ha come effetto di chiudere la strada anche allo sviluppo del "nucleare pulito". Perché non fa percepire alla "massa" la "sottile differenza". Anzi, ha chiuso la strada - è un giudizio storico, di fatto post referendum la ricerca sul nucleare in Italia è crollata, anche se ci sono certamente altri motivi, tagli alla ricerca in generale, eccetera eccetera delenda carthago.

Quindi siccome non concordo con questa "conclusione" -perdere a priori possibilità future, devo rifiutare anche la "premessa" dell'opposizione dura.
Oppure, rinuncio anche al nucleare pulito.

Questa, sì, è una scelta di natura "politica": voglio rinunciare a una cosa o all'altra? (ok, sto schematizzando, ma per chiarezza esplicativa). Però bisogna essere sinceri nel dirsi tutto, poi democraticamente si potrà scegliere in un modo o nell'altro: ma se la scelta viene condizionata da poca informazione ("il nucleare pulito non esiste") allora non mi pare corretto.
E purtroppo, streganocciola, la maggior parte dei contrari al nucleare, a differenza tua, reagisce di pancia a sua volta e non si "perde" in analisi razionali.

lastreganocciola ha detto...

ok, dichiaro che questo è il mio ultimo intervento in tema, dato sì che questa è la tipica discussione destinata a non aver fine :-(
Ma: perchè dovremmo essere noi, che sosteniamo prima di tutto le "altre energie" a creare le condizioni perchè "la massa" - e puoi immaginare quanto sono d'accordo con questo termine, giacchè non vedo cosa distingua me o te dalla massa - accetti il nucleare pulito. Mi pare che dovrebbe essere interesse primario di chi crede nel nucleare e che invece, come ho già detto, tira a giustificare tutto il nucleare in nome di possibilità futuribili.
"Caso per caso" mi sembra che siamo tutti d'accordo, almeno qua: e come dice l'amicae., l'Italia non solo ha città piccole e vicine, ma anche un invidiabile primato di non rispetto delle misure di sicurezza. E il discorso vale anche per utti quei paesi, come la Cina, che stanno costruendo centrali nucleari a pieno ritmo, nonostante dentifrici e giocattoli velenosi non depongano a favore della loro accuratezza nel rispettare persone e cose: sperare che il vento giri dall'altra parte è poco carino, ma è tutto quello che potremo fare quando saranno terminate.
Infine: la veemenza è data dal rispondere ai commenti, chè un post è una cosa mentre un commento non dovrebbe essere così lungo. Ma essere veementi (?davvero?) non vuol mica dire spararti addosso: la distinzione fra persone e dibattiti mi sembra il minimo, neh?

lastreganocciola ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
e.talpa ha detto...

Ok, allora sarò sinteticissimo, anche se così rischio di suonare brutale :P, e mi scuso che nn avrei più dovuto replicare, ma una puntualizzazione ci stava:

"perché dovremmo essere noi a creare le condizioni perché il nucleare pulito venga accettato?"
perché se è tecnicamente una fesseria, allora diciamo tutti no, se è una cosa fattibile, diciamo tutti si: non è mica una competizione tra due fazioni, che c'è qualcuno a cui compete difendere una cosa e qualcuno a cui compete difenderne un'altra.

PS. mi scuso anche per la lunghezza dei commenti... è che io non ci avevo nessuna voglia di riempire il mio blog di post sul nucleare ;D