martedì, maggio 05, 2009

CATTIVE AZIONI


Si dice che l'economia sia una materia difficile e misteriosa, e senza dubbio dev'essere così per Enel, che usa gli introiti di Enel Green Power - la divisione che si occupa di energie rinnovabili e il cui reddito è triplo rispetto alla redditività generale del gruppo - per finanziare, indovinate? il nucleare. Già pesantemente indebitata (e chi paga il debito? ah-ah, giusto!) l'azienda nazionale dell'energia sta studiando di indebitarsi vieppiù, e si parla di miliardi di euro, per costruire i quattro reattori previsti dagli accordi con l'azienda francesa EDF.
E se vi sembra illogico che un'azienda venda la parte che rende per potersi lanciare in un'avventura rischiosa e incerta (come è oggi il nucleare: non è un caso che a capo della nazione capitalistica per eccellenza sia finito un Obama che tifa per le energie rinnovabili) non è perchè l'economia è una materia difficile, è perchè è davvero fortemente illogico. Ma, a suo modo - che non è il nostro - furbo.
Greenpeace ha commissionato uno studio in cui vengono esaminate cifre e possibli rientri dell'avventura nucleare: lo potete leggere in inglese tutt'intero o in sintesi se lo volete tradotto. E se il prof dell'Università di Greenwich che lo ha scritto ha ragione, avete presente quanti sono tren-ta-mi-liar-di di euro? Questa è la cifra che Enel impegnerebbe nei prossimi dieci anni per costruire centrali il cui funzionamento è previsto tra il 2015 e il 2020: come fa notare anche il rapporto, non è però improbabile che i termini di consegna slittino, in Italia. Mentre i soldi comincerebbero ad uscire da domani, in varie forme, ma sostanzialmente dalle nostre tasche.
E, con ironia poco fine e tutta nazionale, da quelle degli azionisti di Enel Green Power che, pur convinti di aver finanziato e incoraggiato il ricorso alle energie rinnovabili, si ritroveranno le loro quote vendute perchè Enel possa costruire le centrali. Peraltro antisismiche, è ovvio. Come l'edilizia dell'Aquila.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Fulvio Conti: "Siamo in grado di finanziare l'investimento con i flussi di cassa, che tra il 2008 e il 2012 ammonteranno a 63 miliari. Inoltre possiamo condividere l'impegno nel nucleare con altri investitori, come sta facendo la Finlandia… Non è il problema finanziario che ha impedito all'Italia di sviluppare questa fonte, ma disposizioni di legge e un'opinione pubblica fino a ieri sfavorevole. Ora il vento sta cambiando..." E questo studio è l'ennesima trovata di greenpeace per bloccare il nucleare.
CarloMax
http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Finanza%20e%20Mercati/2008/10/enel-fulvio-conti-intervista.shtml?uuid=5c9a882e-904c-11dd-8207-de0c70a84220&DocRulesView=Libero

lastreganocciola ha detto...

@anonimo: certo, è possibile che tutti mentano. Ma fra uno che guadagna... milioni? di euro e tanti a cui, a voler pensare male, rimane al più attaccato qualche spicciolo, io tendo a credere più ai secondi. Nel senso, se non fosse chiaro, che mi sembra ovvio che il manager Enel difenda le scelte dell'azienda (cioè anche sue) citando le spese al ribasso e le possibili entrate al massimo. Ma non smentisce la decisione di vendere le quote di Enel Green Power, per esempio: se leggi lo studio commissionato da Greenpeace, caro anonimo, ti puoi accorgere da solo che risponde già, punto per punto, a quanto dice Conti.