E' da un bel po' che gira la voce che ad appiccare i fuochi nei boschi siano le stesse persone che vengono "assunte" e pagate per spegnere gli incendi e per riforestare il territorio. In Sicilia, fra le fiamme che stanno divampando ovunque, dice che ne hanno arrestate due, di questi galantuommene: non che la storia sia tanto chiara, perchè stavano appiccando il fuoco a un terreno agricolo, che magari era del cucino che ci stava sulle palle, ma insomma così è girata. E vivendo noi nel paese che viviamo, chi può dire che le voci siano false?
Tant'è che un tipo che si chiama Tonino Perna e che può essere benissimo uno di quelli che tutto il mondo sa chi sono e io no, ha deciso di comportarsi come se le voci potessero essere vere: lui è stato fino a poco tempo fa presidente del Parco Nazionale dell'Aspromonte, e in questo video di republikit spiega come ha fatto a ridurre gli ettari bruciati da 1000 di media a poco più di 130 all'anno.
Partendo dal principio che un fuoco, quando viene appiccato, può essere spento con poche persone e pochi mezzi purchè lo si avvisti subito, il Tonino (insieme con le associazioni ambientaliste e la protezione civile, ci tiene a sottolineare) ha proposto alle cooperative e società che prendono in appalto la cura del territorio un contratto che ricorda molto i patti dei western: metà subito, metà dopo. Metà dei soldi del contratto venivano incassati subito dalle coop, l'altra metà solo se, al momento del rinnovo annuale del contratto il territorio appariva intatto al 99%. sennò nisba, e l'anno dopo niente contratto. Per chi ci riusciva, invece, oltre ai soldi una festa di paese alla fine della stagione.
Come dire, a volte non è che ci vuole così tanto...
E, a postilla, sempre il Tonino aveva anche inventato la "moneta locale" dell'aspromonte, come quella del Chavez: sarebbe bello sapere quanto e come ha funzionato, ma non ho trovato nessuna notizia in merito.
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