Così diceva, icasticamente, la vecchissima colf dei miei suoceri ogni volta che imparava qualcosa di nuovo. E cercando su internetto le ricettine facili per adoperare la borragine - a parte come ripieno dei ravioli, chè quella ogni ligure la sa, ma quanto a metterla in pratica è tutt'altra faccenda - ho appreso che da non molto tempo è considerata "tossica".
Contiene infatti robe che si chiamano "alcaloidi pirrolizidinici" che sarebbero responsabili di danni al fegato, all'apparato respiratorio e magari anche di tumori. Non tutti i siti che ho consultato ne parlano e anche chi lo fa non dice molto, chè le scoperte paiono piuttosto recenti e la divulgazione, almeno, carente.
Di fronte a queste tipo di scoperte, però, ormai si è sempre in dubbio: chè forse il principio in sè è valido - gli alcaloidi, se lo dicono, ci saranno - ma tutto troppo spesso viene stravolto da interessi commerciali e usi smodati. Di esempi di campagne di stampa che esaltavano o demonizzavano questo o quel prodotto ne ho ormai visti per così, e li ho visti smentire qualche annetto dopo "ah, no, scusate, non era proprio come dicevamo...", gli usi smodati basta andare sui forum di fanatici della fitness, dello sport, dell'alimentazione "sana" ecc. per trovarli. E, ancora, a proposito di ricerche ancora da completare, preferisco peroccuparmi dei dubbi sull'aspartame che troviamo in ogni chewing-gum, prodotto light o medicinale, che di quelli su questa pianta dimenticata dai più.
La presenza di alcaloidi, d'altra parte, potrebbe essere il motivo per cui la borragine veniva chiamata "pianta dell'allegrezza" e considerata euforizzante e antidepressiva. Se ne faceva un vino, infatti, capace di ridare il buonumore: che, probabilmente, inserito nella misura di un bicchiere dopo cena in una dieta sanissima e in una vita di movimento e consumo non riusciva a fare alcun danno. Mentre per noi, aggiungere con frequenza l'ennesimo fattore tossico - poco o tanto che lo sia - non è forse la cosa più consigliabile, ecco.
Quindi, in previsione della fornitura di modiche quantità di borraggine biologica, mi azzardo a dire che un utilizzo sensato e sancito dalla tradizione come quello che vede questa pianta usata una tantum come ripieno dei ravioli o come modesto consumo di stagione - chè, alla fin fine, non è una roba che si mangi a chili tutti i giorni, neh? - non dovrebbe avere nessuna controindicazione: eviterei invece, nell'attesa che i dubbi vengano chiariti, il suo utilizzo sia nelle insalate che, soprattutto, come rimedio erboristico. Anche quest'ultimo, infatti, è previsto dalla farmacopea naturale - come diuretico, antidepressivo e antinfiammatorio - ma farne a meno mi sembra più saggio.
L'olio estratto dai semi, invece, non presenta nessun rischio, e questo lo aggiungo nel caso in cui qualcuno lo avesse già preso o lo stesse prendendo appunto come integratore-cura naturale. Per uso esterno, l'olio "contrasta l'invecchiamento cutaneo e svolge una azione rigeneratrice nella pelle secca, non elastica, combatte le infiammazioni cutanee, gli eczemi, l'acne e le rughe."
E la ricettina semplice è quella della frittata, eccola qui: lessare e tritare molto (ma molto, sennò pizzica) finemente la borragine, soffriggerla con un po' di cipolla e aggiungere le uova sbattute, con o senza parmigiano, a piacere. Più semplice di così...
lunedì, giugno 11, 2007
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