sabato, giugno 23, 2007

INFINE


Ecco, con questo credo di concludere l'Argomento, ormai Troppo Ponderoso: ma, spero che i miei quattro lettori capiscano, quando si affronta un argomento "ecologico" nella sua globalità, saltan fuori dal cappello le altre Questioni Correlate, cioè praticamente tutte. Però mi sono rotta un po' io per prima, perciò vado per brevi notazioni, alcune delle quali in risposta al post della Talpa
La chimica è peggio del nucleare: probabilmente vero, da tutti i punti di vista.

e molte battaglie, di vario tipo, sono esattamente contro l'industria chimica e le sue più sciagurate applicazioni che, tra parentesi, concorrono alla scarsità di petrolio, visto che ce lo ritroviamo ovunque in forme diverse. Ma, e questo vale anche in riposta ad altre obiezioni dello stesso tipo, non ho mai capito chi, constatando un danno, ne fa argomento per sostenerne un altro. C'è un limite ai rischi che possiamo correre, ai danni che possiamo fare: e ci siamo già troppo vicini.
Il rischio del radon dic ui parla la Talpa a proposito di radiazioni, è conosciuto già da anni e anni. Eppure la maggior parte degli italiani non ne sa nulla, nè tanmeno sa come difendersi: questo dovrebbe essere un argomento contro il rischio di ulteriori radiazioni, non a favore. Chè istituzioni che non sanno o non vogliono far nulla per prevenire un rischio accertato e perfino privo di responsabilità, cosa farebbero per prevenire quelli che derivano da loro decisioni?
Le questioni tecniche: sono fondamentali, certo, chi lo nega? Il fatto di non conoscerle nel dettaglio, però, non può bloccare la discussione: non tutto si può fare, ok, ma tutto è perfettibile. E le questioni tecniche sono subordinate a scelte di fondo, da un lato, e a pragmatiche considerazioni caso per caso, dall'altro.
Tanto per fare un esempio, pare che le centrali idroelettriche saranno le prime a saltare - così dice republikit a proposito del piano UE sui cambiamenti climatici, ma non ne so ancora abbastanza - quindi forse è già un po' inutile considerane le questioni tecniche.
E ciò ci porta direttamente alla ricerca: di fisica ne so pochissimo e di come (non) viene gestita la ricerca ancora meno, però mi sembra un po' eccessivo attribuire la mancata ricerca sul nucleare civile solo all'opposizione degli italiani alle centrali. E prima di quella data fatidica, la ricerca italiana in questo settore cos'aveva prodotto? Non mi sembra, poi, che gli altri settori della ricerca stiano molto meglio, anche senza bisogno di referendum: diciamo che in questo caso c'è un bel capro espiatorio, no? Di processi che prevedono un "nucleare pulito" ogni tanto se ne parla, e il profano non ha modo di sapere se sono bufale, belle speranze o realtà: ma, se è vero che esistono questi altri modi, perchè in Romania - per fare un solo esempio - si costruisce una centrale con una tecnologia vecchia e rischiosa? Che non si possa o non si voglia avere un nucleare "pulito" a conti fatti mi sembra uguale, per i comuni mortali. Credo che il momento sia ormai maturo per indirizzare la ricerca su altri fronti, più attuali: è di questi giorni la notizia che il mercato delle energie alternative pare ormai stabile, che non tornerà indietro neppure se il prezzo del petrolio dovesse diminuire. E mi pare impossibile che la ricerca scientifica, anche italiana, non possa affiancarsi a questo mercato - dato che così vanno le cose - per migliorarlo e renderlo più efficiente.
Infine, il peso ambientale delle energie alternative: chi oggi si oppone alle pale eoliche e ai pannelli solari accetta senza batter ciglio pannelli pubblicitari giga, allevamenti industraili, capannoni di eternit... l'intero territorio italiano è sempre più massacrato da ogni sorta di bruttura destinata ad arricchire qualche privato, ma se si tratta di interesse collettivo ci fa schifo tutto.
Anche senza che vi siano rischi, solo in nome di una "bellezza" dei luoghi destinata a soccombere alla prima nuova ondata di garages. E in ogni caso, ormai ogni giorno ci sono notizie relative a nuovi e meno invasivi modi di sfruttare le fonti energetiche rinnovabili: i marciapiedi dei metrò che sfruttano l'energia dei passi, l'auto a aria compressa di cui ho già parlato, turbine eoliche più piccole, mille forme di edilizia sostenibile. Non c'è solo la decrescita, c'è anche un nuovo business che, pur con i consueti eccessi e speculazioni, potrà ridurre il fabbisogno di energia.
Tutto ciò basterà, e ci conforta un sacco? No, sinceramente non credo: e credo anche che una vera svolta, se ci sarà, sarà dopo - e non prima - una qualche catastrofe. Ma se è una scommessa, perchè puntare sul brocco, quello che siamo sicuri arriverà al traguardo, sì (forse), ma il giorno dopo? Io sono per dar fiducia al nuovo, e mettercela tutta perchè si dimostri valido. E penso che, fra tutte le cose inutili di questo periodo, che son tante, recriminare sul nucleare perduto dell'italia sia fra le più inutili. E anche pericolose, per gli spazi che offre a chi continua a mettere solo il profitto al primo, e anche al secondo e al terzo, posto.

1 commento:

e.talpa ha detto...

Rieccoci, streganocciola, e buongiorno. E perdona la mia logorrea, ché hai ragione di essere un po' stanca.

Ordunque, laTalpa è sì suscettibile, ma più che altro sul fatto che sfottere è generalmente un artificio retorico per non rispondere ;-D

Ti dico prima del Pentagono, che mi chiedi sul mio post e non so se ci ricapiteresti. Non è nulla di particolarmente segreto, ovviamente, ché altrimenti come potrei saperlo? Anzi pensavo fosse di pubblico dominio. Solo che è molto triste perché come tutte le cose cattive mi sembrano plausibili, e volevo sorvolare, anche per non deprimere ulteriormente.

Dunque, a dispetto di chi dice che i cambiamenti climatici sono una frottola, il conservatorissimo Pentagono non solo li ha presi in considerazione, ma ha elaborato degli scenari per capire come fronteggiarli. E quello che prevede è che il cataclisma sarà di proporzioni tali e così improvviso da gettare in ginocchio il mondo globalizzato e mettere a serissimo rischio la sopravvivenza della maggior parte della popolazione. Di conseguenza, toccherà stringere la cinghia (che è facile prevedere, vuol dire che la maggior parte degli sfigati verrà messa in un bel campo di prigionia, o ributtata a mare se si tratta di immigrati, in modo che i più "fortunati" non debbano tirarla "troppo", la cinghia). Le risorse non basteranno per tutti, o comunque saranno così scarse che sarà indispensabile gestirle con "disciplina" (che l'anarchia, ancorché simpatica, è poco "efficiente"). O comunque tale sarà l'impressione che ne avrà la maggior parte dei sopravvissuti, in guerra con l'orto dei vicini per due cipolle in più, sicché ci sarà una richiesta generalizzata di "ordine", che degenererà con estrema facilità in una richiesta di autoritarismo. Insomma, sarà la gente stessa a richiedere una leadership dittatoriale, e se poi non sarà la gente a cercare una "guida", un bella dittatura la metterà in piedi qualcun altro (i soliti noti). Ovviamente, i bravi militari del Pentagono si fregano le mani alla prospettiva di una diffusione di governi fascisti su scala globale.
Questo naturalmente nelle parti "civilizzate" del mondo. Gli stati più poveri, saranno ancor di più terra da depredare con tolleranza zero ("o noi o loro...").

Il tutto mi pare tragicamente plausibile, sicché l'unica speranza che intravedo è che qualche popolo che ancora vive "selvaggio" (che so, qualcuno in sudamerica, qualcuno in africa), abbia gli strumenti, come li ha d'altra parte ora, di vivere con assoluta assenza di tecnologia; che non abbia risorse tali da meritare l'attenzione dei saccheggiatori "civilizzati"; e che sopravviva mentre il mondo "civilizzato" si autodistrugge completamente, e non venga troppo scosso dai cambiamenti ambientali. Non mi pare che in altri modi l'umanità possa in qualche modo sopravvivere, non parliamo di rinascere, dalle proprie ceneri.


Esaurito l'argomento Pentagono, veniamo ai tuoi quattro lettori (questa modestia mi suona familiare :-D). Hai assolutamente ragione a dire che constatare un danno non è un argomento a favore dell'altra tesi; ma io intendevo, che se non si riescono a combattere tutte le battaglie, o si deve scegliere in quali concentrare le energie, si devono scegliere le priorità cominciando dalla peggiore.
Sicché raccolgo invece la punzecchiatura sull'alta velocità, e devo dire, ahimé, che sul terreno tecnico vacilli; ché cercando su google "Mirco Federici" ti potrai imbattere in una breve presentazione della sua tesi di dottorato, in cui dimostra calcoli alla mano che, tenendo conto degli impatti ambientali durante la fase di costruzione delle infrastrutture e non soltanto nella fase di esercizio, l'alta velocità è persino peggiore del trasporto con camion su autostrade: "Ai fini della riduzione dei consumi di energia, e della riduzione delle emissioni ad effetto serra (ed obiettivi di Kyoto) per il trasporto merci la [ahimé, anche i migliori sbagliano] TAV è peggiorativa rispetto all'attuale sistema ferroviario e rispetto al trasporto su gomma.
Per il trasporto passeggeri la TAV non consente miglioramenti significativi.
E' bene sottolineare che i treni metropolitani ad alta capacità e a bassa potenza sono invece nettamente migliori di tutti i sistemi stradali ed ovviamente della TAV
".
Sicché in sintesi, non è vero che il trasporto su ruota o aereo siano più distruttivi dell'alta velocità. Il che per inciso è uno dei motivi per cui io invece dico che PRIMA andrebbero prese in considerazione le questioni tecniche e poi le scelte ideologiche... che sennò si rischiano delle cantonate bestiali.
Ma, ovviamente, hai anche ragione in quello che non dici, ma che mi pare di intuire, e cioé che c'è dell'irrazionalità anche nella scelta della nostra battaglia, che ovviamente verte sul piano emotivo di difesa del nostro territorio. Epperò devo anche dire che c'è una ragione logica, per farlo, ed è che questa è una battaglia che si può vincere, forse più facilmente di altre, e perciò va portata fino alla fine; e che "pensare globale agire locale" è l'unico metodo che al momento pare funzionare, e forse ha anche senso, prima di partire per fare la rivoluzione in indocina, pensare un po' alla propria casa. Dunque, testa dura senza paura. E se serve una motivazione "alta" per essere nimby, appoggio in pieno la filosfia dei nativi americani e del rispetto della natura, e giù le mani anche dalle sorgenti, visi pallidi cittadini :-D; se volete la nostra acqua, venite a vivere in mezzo ai monti, e per lo stesso motivo, col cavolo che sacrifichiamo la nostra terra per produrre energia elettrica che poi consumate voi (a proposito: quando dici che chi si oppone ai pannelli solari non si oppone ai cartelloni televisivi, e lasciamo stare che non è vero, fai il mio stesso errore di trovare un danno ad una causa per addurre una motivazione in favore della tesi opposta :-D).

Mi sento un po' toccato quando parli di chi -non laTalpa :-D- non vuole la centrale a casa sua. Intendevo dire che non sono convinto della bontà del nucleare (a livello pratico, come giustamente puntualizzi); ma sennò ben venga, ad esempio sempre al posto della famigerata beltrame. E ti dico anche che, calcoli alla mano, sono disposto a fare subito lo scambio: un inceneritore al posto di quell'acciaieria (ci guadagnamo di 40 volte; ed ecco un altro motivo per cui mi premono tantissimo le questioni tecniche: se dici "inceneritore" è facile far incazzare un tot di persone e spingerle ad opporsi alla sua costruzione, se trovi una roba che fa molto più male ma ha un nome diverso... eeeeh p'cato.)

Ed ecco che vengo ad un'obiezione sul metodo. Che è la cosa a cui tengo di più. Tu dici che non conoscere le questioni tecniche non può bloccare la discussione. Epperò più avanti dici pure che sul nucleare pulito il profano non ha modo di sapere se si tratta di bufale. E se metti insieme le due cose, a me pare evidente che -e se non è sempre, a me è capitato troppo spesso- sia il "profano" che blocca la discussione, quando il "tecnico" avrebbe un argomento conclusivo o comunque pesante a suo favore, e il profano non è disposto a "credere". Epperò io non sono per niente democratico su questo punto: tu (non tu streganocciola, tu profano) puoi giustamente pretendere che ti vengano spiegate le cose nel modo più chiaro possibile. Ché vale anche per il sottoscritto, che mica è un ricercatore. Però poi o hai gli strumenti per formarti un'opinione tua sull'aspetto tecnico, o ti rimetti al giudizio altrui e ti fidi; "trovo insopportabile la mancanza di fede" di ha sotto il naso la dimostrazione "matematica" che si sbaglia, e dice "epperò, mica mi hai convinto".
E se suona poco democratico, pace; le "leggi della natura" non sono democratiche, ce le teniamo come sono.
Con questo non pretendo di aver portato io argomenti conclusivi in favore del nucleare, anzi.
Però non ha senso dire, le centrali idroelettriche saranno le prime a saltare, l'UE ha deciso così (ho capito bene?), quindi non consideriamo le questioni tecniche. La tecnica ci dica qual è la cosa migliore, e se la politica ha sbagliato, dovremo lottare contro quella decisione, mica dire che ne prendiamo atto, no?

Sul radon, mi dicono che le precauzioni ammontano a: areare il locale prima di soggiornarvi, e dovrebbero bastare. E io infatti non mi fiderei delle istituzioni (figuriamoci, nella terra dove l'ARPA dice che non c'è amianto nei carotaggi e non c'è diossina nell'acciaieria -e poi l'ASL la trova nel latte). Mi fiderei però di una tecnica che sia VERAMENTE nucleare pulito.

E per sintetizzare tutta la tiritera, la domanda è... ma ci spaventano le parole? ché se noi facciamo la stessa cosa e non la chiamiamo più nucleare, allora va bene? Che qui potremmo andare avanti in eterno, io a dire "ma se ci fosse il nucleare pulito (zero scorie, zero radiazioni, durata secolare, rischio inferiore ad una centrale termoelettrica)" e tu a dire "si ma in pratica le cose non funzionerebbero come sulla carta". E allora io ti risponderei che hai ragione, in pratica e soprattutto in italia ci sono buone probabilità di fregatura. Però, ti chiedo anche... vero che se invece spunta una bella soluzione, non basta un nome (che sia nucleare o satana) a scartarla senza nemmeno prenderla in considerazione?
Dopodiché, troviamo un terreno per giocarci lo "scontro" sul fatto se la soluzione di volta in volta proposta sia una bufala oppure no... che se va deciso come di prammatica caso per caso... chi lo fa, un tecnico? :-D

(in tutto questo, la fregatura più grossa è che io è da un po' che ho in mente un post sulla fusione fredda, che è roba considerata eretica da scienziati e profani, e che a questo punto verrebbe visto di cattivo occhio perché "nucleare"... ma non c'è né plutonio né uranio, solo acqua e due elettrodi... a risentirci a breve!)