lunedì, aprile 23, 2007

TEATRO


Ecco, io adesso dovrei far finta di essere capitata per caso al Mazda l'altra sera ed essere stata folgorata dalla bravura di questo gruppo... come si chiama più? ah, sì, Gramsci 29.
Su giornali e tivvì così fa, in molti casi - per fortuna non proprio tutti- chè se uno dicesse "ao', è lo spettacolo dell'amichi miei" non risulterebbe molto credibile.
Ma se facessi così nessuno dei miei lettori ci cascherebbe, e allora ecco, sono un po' in difficoltà: perchè le mie figlie - piucchecoinvolte in G29- lo sanno, e credo anche il brother - ultimamente un po' meno coinvolto ma l'altra sera presente con la sua machine to kill fascists (woody guthrie, sì brother, ma l'uomo barbuto dice che dovevi metterlo sulla chitarra) - ma gli attori - che in questo caso erano solo le attrici - forse non lo sanno no, che io piuttosto che lodare pubblicamente qualcosa che a) mi coinvolge anche solo alla lontana b) non mi convince al mille per mille, ecco, io piuttosto subisco la tortura delle poesie Vogon.
E quindi, epperò, dichiaro che che se io non ne avessi conosciuto neanche uno, dei gramsciventinoviani, mi sarei esaltata. Così, sono stata profondamente contenta. Contenta che ci fossero, che fossero lì quella sera, che recitassero (bene) un testo serio, intelligente, politico, che cantassero canzoni altrettanto. Che, a dire il vero, i testi erano due, e anche il primo era bellino, ironico: però è stato un po' penalizzato dal fonico e dalla sua stessa brevità. Mentre il secondo è riuscito a caratterizzare, finalmente, la serata. Che, bella sì, buona idea, sì, pubblico con pugni chiusi alzati, sì, ma almeno fino a quel momento non si distingueva poi così tanto da un normale concerto. Nonostante i filmati che scorrevano sullo schermo, in fondo, con le immagini di Resistenza, nonostante i richiami al 25 aprile dei compagni dell'Ansaldo dal palco: e certo che nessuno si aspetta che un'iniziativa con musica, giustamente pensata per i giovani, oggi possa sfociare in un Dibattito Sugli Errori del CNL o in una accesa discussione sul Significato delle Lotte Odierne, ma insomma lo spirito sembrava un po' carente, anche se probabilmente non lo era.
Infatti è bastata la voce di Vladia, che ha iniziato il pezzo, a risvegliarlo. E lo ha fatto con una chiave molto intelligente, quella del valore della memoria: non solo la memoria della Resistenza - formula di cui ormai si abusa per poi, via, un'altra palata di fango - ma di ciò che avvenuto dopo. La storia di uno degli orfani di Portella delle Ginestre era probabilmente del tutto ignota ai molti che ascoltavano: e hanno ascoltato.
E allora, vincendo le mie ritrosie, dichiaro che, mentre ascoltavo anch'io, mi sono sentita come un nostro amico che da anni fa il giudice e che raccontava: "Sulla Settimana Enigmistica leggo "Se voi foste il giudice" e sto lì a pensare per indovinare la risposta. poi, di colpo, penso: "ma io sono un giudice!" "
Ecco, io ho pensato che avrei proprio voluto conoscerli, quei tipi lì di Gramsci 29 che hanno fatto una cosa così. E mi sono sentita fortunata perchè li conosco già.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Sottoscrivo, è bello far parte di quel gruppetto quà