venerdì, aprile 06, 2007

BAGNASCO, VERGOGNA

Di solito non commento le brutte notizie clamorose, ma il suicidio del sedicenne accusato di essere gay mi ha colpito. mi risparmio l'ovvio, credo che il suicidio di un figlio sia tra le cose più tremende che possano capitare.
Mi ha colpito però che in questo caso la madre avesse fatto tutto il possibile: aveva denunciato alla scuola la persecuzione ai danni del figlio, aveva chiesto a lui se voleva andare da uno psicologo, immagino che cercasse anche di parlarne e di convincerlo che non c'era niente di tragico in quello sfottò, come farebbe qualunque genitore.
La prof del KGgB mi diceva che la figura del secchione nelle classi non esiste più, con questo intendendo che nessuno viene più deriso e osteggiato perchè studia. Che poi, lo sappiamo, "il secchione" non è mai stato quello che studia e basta, chè l'etichetta scattava più facilmente se c'era anche la ruffianeria: ma, da sempre, secchioni stati considerati spesso anche i timidi, quelli che si rifugiano nei libri perchè incapaci di essere "come gli altri". Spesso perchè sono meglio degli altri.
Allora, può darsi che "secchione" non sia più un insulto di moda, ma vien da rimpiangerlo se, come pare, è stato sostituito dallle insinuazioni sulle preferenze sessuali. E mi viene in mente uno spettacolo, considerato comico e per famiglie, che ho visto al Festival dell'Unità, almeno finchè non mi è venuto il disgusto e sono uscita: tutte le battute erano sul sesso, protagonisti le donne troie e gli uomini finocchi. Non so più chi fossero i "comici", ma erano piuttosto noti, televisivi: e noi che la tv non la guardiamo eravamo increduli di fronte alle famiglie con i bambini che ghignavano o che, in ogni caso, rimanevano lì con l'aria di chi sta passando un bella serata. Non siamo certo bacchettoni: ma quella trasmissione (in senso proprio, di messaggio che va da uno all'altro) di cattivo gusto e intolleranza - tanto più cattiva quanto più ignara (?) della propria cattiveria - ci sembrò incredibile.

E allora, è vero che se un ragazzo si suicida non è tutta colpa della campagna omofoba scatenata dalla Chiesa cattolica contro i Pacs e i Dico, ma è vero anche che parole come quelle di Bagnasco (ma non sono certo le uniche) hanno posto un bel sigillo di legittimità e di virtù a chi non si vergogna di usare la parola "gay" come un insulto. E' in casi come questi che un ateo come me si trova a sperare che ci sia un dio, un po' meno retrivo di quello in cui credono in loro, che prima o poi gliela farà pagare. "In paradiso, tu? na-nang, mi sa che hai sbagliato qualcosa, caro vescovo, pussa giù."

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