sabato, gennaio 27, 2007

LELE LUZZATI

Arriviamo a casa, squilla il telefono. sono nell'altra stanza, ma se l'uomo barbuto non ride e non scherza, è successo qualcosa. è morto Lele Luzzati. per chi leggerà questo post domani, o lunedì, la notizia non sarà più tale, nè vuole esserlo. ma l'uomo barbuto gli voleva bene, a Lele: l'aveva intervistato martedì, avrebbe dovuto presentarlo domani nel corso dell'iniziativa per il Giorno della Memoria. e lui va a morire il giorno prima, dopo averci fatto ridere, a tavola, con il racconto - riportato dall'uomo barbuto - delle sinanoghe a Ferrara. una di rito ashkenazita, una di rito sefardita; "e voi dove andavate?" chiede l'uomo barbuto che sa l'intricata provenienza di luzzati, nè ashkenazita nè sefardita. "Nella terza, ovviamente". e sembra la storiella di moni ovadia, solo che è vera. Io non lo conoscevo tanto, Luzzati: aveva illustrato un mio libro, una guida di Genova per bambini, ma in tutto l'avrò incontrato una decina di volte. Si diranno un sacco di cose su di lui, ma quello che viene in mente a me era la sua gentilezza, un po' avulsa come capita agli artisti, ma sempre presente. Una delle cose che non si diranno sarà quella che finchè era vivo è stata detta spesso, che deprezzava le sue opere facendo un po' tutto: dalle tazze premio per i punti del latte alle campagne pubblicitarie. credo che nessuno gli facesse il torto di pensare che lo facesse per avidità, si sapeva invece che "non sapeva dir di no". e che si divertiva a fare il suo mestiere, nè gli veniva in mente che potesse essere fatto diversamente, risparmiandosi. così, questa sera, considerando quanto fosse amato da questa difficile città, quello che mi viene in mente è che la scelta migliore era la sua. e che nel "mondo che verrà" a lui nessuno potrà rimproverare di non essere stato Lele Luzzati.

1 commento:

paolino ha detto...

Ommerda