sabato, novembre 04, 2006

UN MAESTRO MOLTO MAGRO


ed ecco, del tutto imprevisto, che a tirarmi fuori dalle mie seleniche riflessioni arriva un bustone di Action Aid.
Dentro c'è il solito bollettino, ma c' è anche la foto di una bellissima bambina e, accanto, quella di un ragazzo sfigatissimo. magro, con un'aria da più sfigato da quello che è che ricorda quella della mia generazione negli anni '60, due occhi castagne e un sorriso un po' imbarazzato davanti all'obiettivo.
Si chiama Narayana e il cognome ve lo risparmio perchè sembra una stazione del Galles, e tutto il giorno fa il raccoglitore di bambini. Già dal mattino è alla stazione, li cerca mentre scendono dai treni, quando si tirano su da dove hanno dormito, quando chiedono l'elemosina. E, dopo averli avvicinati con mille cautele perchè non si spaventino e non scappino, li convince ad andare con lui, spesso con la promessa di un pasto.
E li porta nel centro di accoglienza di Azione Aiuto.
Pensavate tutto il contrario? Avete tirato un sospiro di sollievo? Anche quei bambini lì. Perchè non gli sembra vero di poter stare in un posto dove nessuno li picchia o li sfrutta, non gli sembra vero di poter mangiare e perfino studiare, di avere un posto asciutto, sicuro e sereno in cui vivere.
Non si sa quanti siano i bambini di strada in India, perchè molti neonati non vengono denunciati all'anagrafe, ma si pensa siano 11 milioni. Un quarto della popolazione italiana, sottolinea Action Aid. I centri di accoglienza aperti dall'organizzazione sono finora 8.
Narayana ha 21 anni: in un Paese in cui milioni di bambini lavorano in condizioni durissime fin da quando ne hanno 7, o 4, lui è pienamente un adulto. Ed è felice, ci dice nel depliant, di fare il suo lavoro. Settemila bambini, finora, sono stati salvati dalla strada e dalle sue ovvie conseguenze: chi può e vuole torna in famiglia, che viene aiutata a prendersene cura, chi non ha famiglia viene avviato a un lavoro attraverso l'istruzione e la formazione professionale.
Action Aid, che seguo nel suo lavoro da tanti anni, si è trasformata da organizzazione puramente assistenziale a organizzazione che interviene, a volte molto criticamente, con intelligenza per migliorare le condizioni di vita della gente in un'ottica che privilegia il raggiungimento dell'autonomia delle persone, delle famiglie, dei villaggi.
E l'India, nonostante si legga del suo boom economico, è un Paese in cui i poveri, i contadini, gli urbanizzati, sono massacrati dalle multinazionali: e massacrati è, nel loro caso, un termine anche fisico. Ci sono racconti di Vandana Shiva, un'ecologista indiana autorevole e capace di intuizioni geniali e a volte anche poetiche, su quello che hanno fatto e fanno le multinazionali nel suo paese che mettono i brividi. I bambini raccolti da Action Aid sono una delle conseguenze di questo tipo di politica e di sfruttamento senza limiti.
E allora, certo, ci vogliono soldi: e lo so che è una menata, e che non possiamo sentirci responsabili per tutto il mondo, ecchecazzo anche noi siamo sempre lì a litigare con il bancomat (e vince sempre lui, per di più). Ma ci vogliono 100 euro per dare un mese di stipendio a un insegnante del centro di accoglienza. La cifra si commenta da sola, e sarà che c'è già il mio post sul Messico dove gli insegnanti invece li hanno ammazzati, sarà che nella comune-ty la vocazione didattico-pedagogica è forte, sarà che quello sfigato di Narayana mi pare che abbia diritto a un po' di soddisfazione anche lui, chè lui i bambini li prende e li porta lì ma poi lì c'è anche un maestro, che bello. Sarà che mi fido di Action Aid perchè so che i pazzi ci sono, e sono ben di più di quel che sembra. Sarà che mi fido perchè di qualcuno ci si deve pur fidare e di loro ne ho letto tanto da fonti diverse, e sempre bene.
Sarà che ogni volta penso che solo per caso sono nata qui e non là. Sarà che ho il cuore tenero, ma insomma io rilancio l'appello alla comune-ty: li mettiamo insieme 'sti 100 euri? Che se li mettiamo insieme a ognuno viene poco, ma per il maestro è sempre tanto. e se poi per caso al maestro ci paghiamo due mesi ancora meglio, ma uno è già qualcosa.
Così, la Nessie finisce il festival martedì, e io la delego d'autorità a raccogliere i vostri contributi, se ci saranno: perchè lei vi vede di più e perchè io non avrei il coraggio di ricordarvelo, e magari lei sì. Voi mettete: se ne mancano li aggiungo io fino ad arrivare a 100, sennò ci metto la mia parte in proporzione. Se volete, aderite nei commenti qui sotto. Se non volete, nessuno se la prende salvo il maestro.

Ah, ovviamente la foto non viene dall'India: è stata scattata nei primi anni del '900 negli Stati Uniti, da Lewi W. Hine. come dire, un secolo fa non bastava neppure nascere qui. Tutta la serie di foto, una più bella dell'altra, la trovate su:http://www.historyplace.com/unitedstates/childlabor/

1 commento:

lanessie ha detto...

assolutamente:io sabato ve la meno da stavros finchè non cacciate qualcosa...