giovedì, febbraio 08, 2007

SCHIZOPENSIERI 2 - LE ROBE A PUNTATE

io le ho sempre odiate abbastanza, chè se poi la "prossima puntata" te la perdi e non sai come va a finire? adesso, che la prossima puntata dovrei farla io e me la sono un po' persa lo stesso, le odio ancor più.
ma insomma, giusto perchè la talpa infierisce con il terzo valico, e l'amicae. pensa e giammai vorrei lasciarle in sospeso i pensieri, il gpunto anche lui è lì che nei momenti liberi dal rugby non sa che pesci pigliare, ecco, provo almeno a concludere il ragionamento anche se nel frattempo si è un po'appassito. ma pigliatevelo così, chè tanto la mia fama di ideologa è solo una gentilezza dell'amicae.
se ben ricordo cosa avevo pensato, uno dei punti era il voto. voto sì, voto no, voto che mi fa schifo, voto che mi tiro fuori. la posizione, di per sè, la capisco benissimo: perchè essere complici? ma io sono cresciuta con l'idea che il voto è un mio diritto, mica un premio per gli altri. e il tuo diritto lo difendi e lo usi al meglio, che non necessariamente coincide con il bene. posso pensare tutto il male possibile della scuola pubblica, ma le figlie mie mai le avrei mandate alle private, e non solo perchè spesso sono anche peggio della pubblica. ci sono tanti diritti faticosamente conquistati che oggi stanno cercando di scipparci in tanti modi, e
giustamente stiamo cercando di difenderli. per quello che sono, anche se tutti sappiamo che potrebbero essere ancora meglio.
Ecco, io il voto lo metto fra quei diritti lì. E mi rifiuto di dargli quel significato di premio o castigo che invece sta passando adesso: non m'identifico, esprimo una preferenza. e la preferenza si esprime sul reale, non sulle speranze, anche se la speranza che il reale migliori ha il suo peso. ma, appunto, "speranza" di "miglioramento". Perchè a dargli tutto quel significato lì, quello che da un po' anni pare che abbia prima di ogni elezione per poi smettere di averlo appena l'elezione è conclusa, si rischia di pensare che la politica sia solo rappresentanza. anche se non si vota: perchè anche il non-voto (quello "di protesta", "di sinistra") è concepito nella stessa logica. Premio o castigo: impara di più se gli faccio una carezza o se lo picchio col giornale? Ma sempre si pensa che ci sia un soggetto che deve imparare, sempre si rischia di perdere di vista che il soggetto siamo noi. E che la rappresentanza non ci esaurisce, nè ci rende complici e tanmeno conniventi: non più che il suo rifiuto. chè il fabrizio che io non amo particolarmente non è buono solo per le manìf: che si voglia o no, coinvolti lo si è stesso.
Forse, allora, la cosa importante è cambiare la logica: non è cosa da farsi in un giorno e ci ha i suoi tempi, però tutti i pensieri dell'amicae. sulle strutture e il linguaggio e gli esperimenti, tutti i moltissimi tentativi di "cose diverse" che ormai ci sono in giro, sono un buon inizio. e forse già qualcosa di più di un inizio: c'è gente che ormai fa ogni sorta di cose con l'unico intento di cambiare la propria logica del vivere insieme a quella degli altri, di convincere chi le cose non le sa ancora, di incoraggiare chi le sa ma ha paura che non servano. gente che un po' si tira fuori e magari un po' no, gente che ha le stesse contraddizioni mie o dell'amice., ma che a queste contraddizioni tenta di dare una forma e un significato che vada oltre il personale. Ecco, per me la politica è questo, e il voto è accessorio: importante perchè, come ho detto, può essere una minima garanzia di spazi che altrimenti sarebbero chiusi, ma accessorio rispetto alla vera dimensione della politica.
Questo non vuol dire che da domani mi metto a "fare politica attiva", come si diceva un tempo, nè che penso sia un dovere morale il farla: fare qualcosa di meglio che gli scambi nella comune-ty (che pure sono importanti perchè cambiano noi per primi) mi piacerebbe, ma forse tempo e luogo verranno.
Però, come dicevo nella prima puntata, mi sono stufata di dare pagelline, anche quando è evidente che l'alunno si merita due. Mi sono stufata di fare il grillo parlante di prodi o di pericu o dell'assessore al traffico o del pur bravo compagno che però, cazzo, cosa l'abbiamo eletto a fare? Rivendico il mio diritto di votare e il mio diritto di dissociarmi da alcune delle cose che verranno fatte da chi ho votato, rivendico il diritto di farmi sentire senza cadere nel masochismo, rivendico il diritto di guardare il buono che viene fatto. anche se è poco: non solo perchè è meglio di niente, ma perchè spesso per quella singola cosa buona ci siamo battuti, o almeno fatti sentire, ed è un risultato nostro. Ma anche perchè c'è una cosa che si chiama incentivo positivo, e di questo nessuno è avaro come la sinistra. mica solo coi governi e i sindaci, proprio in generale, per forma mentis. E' quella forma mentis che fa dire a Valentino Parlato questa frase: "fino a che voi Verdi non vi metterete in testa che occorre qualcuno che comandi, sarete solo dei predicatori inutili." Giuro, me l'ha portata la Nessie, la pagina del Manifesto in cui dice così. E, d'accordo, lo dice per sostenere la necessità di un'organizzazione, di una "forza" e nell'insieme del testo la frase è logica e non solo perdonabile, anche se brutta: ma nell'insieme del testo appare evidente che ancora una volta Parlato (e non è certo l'unico, e lui almeno ci ha l'età come giustifica) è lì a dar pagelline. intanto gli passa sotto il naso il mondo e non se ne accorge, i buoni di qui e i cattivi di là. o guarda caso, di buono c'è solo lui e qualche amico suo.
Vi pare che io mi stia contraddicendo? L'ho detto, sono schizopensieri: perchè anche a me questa sinistra non piace, e non mi piace neanche quando pensa di essere più a sinistra di tutti, non solo quando strizza l'occhio alle idee o alle persone di destra. Ma non per questo la considero aliena, "altro da me": ci sono pezzi miei dentro parlato e dentro la vincenzi, inutile far finta di no. meglio provare a cambiarli, secondo me, e soprattutto provare a cambiare il modo di provare a cambiarli. tenendo da conto anche la realtà, perchè una fantasia che non si confronta con la realtà rischia di diventare in quattro e quattr'otto una fantasticheria. e non è la stessa cosa.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

ma guarda un po' se non mi si rivoltava contro, che ti tenevo da parte una pagina del Manif! :O)

e.talpa ha detto...

Breve inciso che non sono mai stato così di corsa: io non volevo infierire, solo fornire un dato in più, che poteva essere sfuggito.

Anche perché mi arrabbio sicuramente di più col compagno Bianchi, che non ce n'era uno migliore da dargli un ministero?
;-P

lastreganocciola ha detto...

sì, è il dato che infierisce :-(