lunedì, febbraio 05, 2007

SCHIZOID MOMENT

Premessa: mi sento in colpa a scrivere post lunghi. ognuno c'ha le sue cose da fare e mica ci avete davanti tutto il giorno e tutta questa specie di cose. ma il blog è un blog, mica una roba che uno deve leggere per forza, e queste cose qua che mi ronzano in testa semplici non sono. perciò metto l'avvertenza:
"Attenzione, questo post è lungo", così se cominciate a leggerlo poi non mi potete fare causa che avete perso più tempo del previsto.




Ecco qua, si è votato. e siccome era un voto "politico" si è votato per la visione politica, per il poeta dell'odio di classe. che ha preso la batosta preventivata ma non di più. Tanto lo sapevamo tutti che vincere non poteva, e che quindi votarlo era solo per dire "ehi, siamo qui, un po' più a sinistra, neh?"
Ma insomma. Prima di votarlo, però, mi sono letta il suo programma. e quello della marta, il topo-divano secondo il g.punto (http://puntog.blog.kataweb.it
/ho_la_testa_tutta_piena_d/). quello di zara no, chè non ce l'avevo.
Perchè il segnale politico è una cosa, ma secondo me stiamo tutti sottovalutando che quelli che andiamo o non andiamo a votare alle elezioni "vere" fra un po' sono quelli che "daranno il tono" a questa città nei prossimi anni. Che Pericu e la sua giunta forse sono anche sopravvalutati e sicuramente non sono tanto di sinistra quanto ci piacerebbe, però è un fatto che in questi anni questa città, da grigia e buia che era è diventata quanto meno vivibile, senza cedere più di tanto (come è invece è successo in altre città, e dove c'è una giunta di destra è successo a livelli vomitosi) sui suoi valori di sinistra. Generici, se volete. Carenti, se volete. E se volete sono d'accordo. Ma qui capita ancora spesso che al discorso razzista del coglione sull'autobus ci sia più d'uno che reagisce dandogli appunto del coglione. e non è dovunque così, ormai, anzi.
Allora: pensando di continuare a vivere in questa città, io nel programma del poeta non ci ho trovato nè una visione da poeta - chè tanto valeva essere coraggiosi, no? - e neanche tante cose di sinistra.
Regolarizzare i precari comunali, un registro anagrafico per le coppie di fatto, l'accesso alla sanità pubblica anche per chi non ha il permesso di soggiorno (che secondo me in parte c'è già, ma magari mi sbaglio) e la "ferma richiesta di una commissione d'inchiesta parlamentare sul G8". Queste sono le cose che ho contato io di differenza con il programma di marta, in positivo, ossia le cose che il poeta avrebbe fatto in più, e più a sinistra, rispetto a marta.
Chè tutto il resto è uguale: una città multietica, culturalmente vivace, svecchiata e dinamica.
Non Porto Alegre, insomma, nonnò. chè anche la tanto pubblicizzata "partecipazione dei cittadini" non è che il poeta dica come si fa ad averla, o che si impegni a convertire gli oratori in case del popolo. o che, anche senza arrivare a tanto (e chi oserebbe più?) indichi in quale luoghi, con quale effettivo risultato e in che i modi i cittadini potrebbero influenzare le decisioni della giunta. E anche il resto a me ha fatto quest'impressione: un bel "vorrei" che tutti sottoscriviamo, senza nessuna idea concreta che si differenzi con forza, nè astrattamente nè tanmeno concretamente, da quelle della "candidata non-di-sinistra".
Allora, per finire con il poeta, a me l'impressione rimasta, dopo aver letto il suo pur condivisibile programma, è stata quella di una città che con lui sarebbe andata ancora una volta a vivacchiare, sperando nel turismo che mai arriva per tirarsi un po' su. una città da cui la gente, stanca di aspettare, continua ad andarsene, forse anche un po' di più che in questi ultimi anni. com'era prima di pericu. e pericu a me non mi sta particolarmente simpatico, ma prima era proprio peggio.
Poi mi sono letta il programma di marta: fotina, bella carta, un sacco di pagine. che, istintivamente se sei di sinistra scegli quello del poeta. ma se invece lo leggi, quello di marta, scopri che dentro le idee ci sono, eccome. Non Porto Alegre, no, neanche qui: ma reti wireless ovunuque, il 15% in più all'anno di bambini nei nidi,
sostegno al tempo pieno e prolungato, abbattimento della Diga di Begato, raggiungimento (e superamento in una logica anche di turismo) degli standard di verde pubblico europei, riciclaggio che funziona, corretta individuazione di vari tipi di "disagio abitativo" (cioè chi fa fatica a trovare casa e perchè) con almeno un paio di idee concrete, niente più nuovi parcheggi in centro, agevolazioni come il bonus per il car-sharing a chi rinuncia a una delle sue macchine o moto, potenziamento del trasporto pubblico con funicolari, filovie, metrò ...
Oltre queste idee - che non sono tutte - ci sono gli stessi valori e gli stessi impegni del poeta: solidarietà, valorizzazione della differenza e della creatività, partecipazione ecc.
Ma quella che esce dal programma di marta è la visione di una città europea: a me è venuta in mente Lione, ma ce ne sono ormai molte altre. e in tutte, se capita di andarci, si rimane un po' invidiosi e un po' stupiti. perchè sono città: con tutti i limiti della città in quanto tale, ma sono città. che funzionano, dove è possibile se non addirittura piacevole, stare per un po' o per sempre. marta, lo si vede e lo si sente dal programma, queste città le ha viste, ci ha ragionato su, si è confrontata (e nel programma dice che vuole continuare a farlo con appositi strumenti) con chi - tutti, praticamente, salvo il burkina-faso - questi cambiamenti li ha fatti prima di noi e può darci anche una mano.
Salvo che questi cambiamenti chiedono soldi. e i soldi dovrebbero arrivare, oltre che dai fondi europei di cui marta sa più o meno tutto, da quello che si chiama "rilancio produttivo" della città. cioè del porto, che ora non funziona. e che marta dice di voler integrare - e da come lo dice sembra difficile ma non impossibile - in un sistema che comprenda le industrie residue, l'università e la ricerca.

Salvo che il porto di genova è isolato: muoversi da qui è difficile anche per noi, figuriamoci per i contaneir. che infatti non ci vengono, vanno a rotterdam (mi si dice) e di lì piuttosto tornano in giù, lungo ferrovie e strade efficienti. E qui la "ferrovia efficiente" si chiama Terzo Valico. "O infrastrutture equivalenti", scrive prudentemente marta nel programma, il che può voler dire che se si troverà un altro modo altrettanto fattibile, lei non si schiera a favore del terzo Valico per principio.
Ma, obietta l'uomo barbuto a cui mi rivolgo per lumi chè questa è una di quelle cose che odio, non si farà mai neanche il Terzo Valico, ma ancora meno si potenzierà l'esistente come chiedono ambientalisti e sinistri ( http://www.comitatiscrivia.it
/tav75.htm) Perchè è evidente che qualcuno ci mette i soldi se c'è la possibilità di rifarli, e chi mai ci può guadagnare dall'allargare i binari di Ronco?
Eggià.
Io sono contraria al Terzo Valico: è illogico - ammesso che parta, ci sarà fra 15 anni - oneroso, inutile. E quando hanno buttato giù dieci alberi di fronte a casa mia ci avevo una rabbia dentro che non vi dico, figuriamoci cosa posso pensare del buttar giù intere colline.
Però è vero che questa città, che noi tutti, siamo penalizzati da un isolamento reale. Ed è vero che quando ci troviamo in città dove magari hanno sventrato quartieri, costruito ponti e fatto ogni sorta di diavolerie per arrivare a farle funzionare come si deve, noi siamo i primi ad accorgerci della differenza tra il vivere e il vivere decentemente. chè per noi vivere è già parecchio.
Così, questa visione di marta, se tolgo per un attimo il terzo valico, un po' mi conquista: emerge con forza e con chiarezza, sa dove vuole andare a parare, non dimentica i più deboli ma non concede nulla alla facile illusione di far diventare le cose come le vogliamo soltanto auspicandole. E per un attimo immagino una città che, pur con i limiti che continuerà ad avere, sarà una città in cui, per esempio, "straniero" non vuol dire solo immigrato, ma può voler dire studente, turista, piccolo imprenditore. o in cui ci sono davvero mostre, concerti, eventi. in cui ci sono sale per gruppi teatrali e circoli culturali, e anche i circoli culturali ci sono. e mi immagino altro ancora, mi immagino una città normale, insomma.
E mi dico che, volente o nolente, in questa città ci vivo. e che, forse per la prima volta, sento fare un discorso, leggo un programma, che ha un respiro che va fuori dai nostri piccoli confini, dalle piccole beghe. non nel modo che vorrei, no. ma che il modo che vorrei è forse più facile da trovare se questa città comincia a essere più viva, meno provinciale. E so che c'è anche il rischio opposto: che magari, la "stalingrado d'Italia" che diceva lanessie nelle sue Serie Argomentazioni (http://ilblogdellanessie.blogspot.com/) sia tale proprio perchè è un po' - tanto? - isolata dal mondo.
e, naturalmente, il terzo Valico rimane lì, come un mamozzio sulla mia coscienza. perchè marta la voterò, come ho già detto. schizoid 98%.
però, ecco: il magone che la nessie si fa venire al pensiero che la sinistra non pensi neppure di vincere, tanto senso non ha. perchè se il poeta è la sinistra, allora la sinistra è davvero povera di contenuti, e... ecco, allora io preferisco la marta. e ho votato per il poeta sperando che la marta possa migliorare, chè se per caso il poeta vinceva mica lo votavo con gioia. schizoid 99%, ma una sua logica ce l'ha.
e poi, soprattutto, mi dico, con l'amicae. ma anche contro o oltre l'amicae., che forse è arrivato il momento di smettere di contrapporre una sinistra e una non-sinistra, quando entrambe fanno poco per cambiare la nostra vita. Smettere di affezionarci a figure simbolo come se il simbolo, di per sè, avesse un valore. Provare a superare le categorie morali che spesso sconfinano nel moralismo, di cui per esempio è maestro il Manifesto, per cercare soluzione vere, concrete. per fare. che, provocazione provocazione, un imprenditore ambientalista che trovasse una soluzione per togliere dall'isolamento genova senza sventrare colline magari sarebbe più utile di un sindaco poeta. e noi, che imprenditori non siamo e neanche vogliamo essere, forse dovremmo trovare il modo di farci sentire un po' di più in positivo, e non solo quando siamo incazzati.
schizoid 100%, eh? forse che sì, ma chissà.







4 commenti:

Anonimo ha detto...

Ma questo tuo scrivere "Marta" per quattordici volte è una strategia? Come quando vieni rapito da un serial-killer, che devi sempre dire bene come ti chiami che così gli sembri umano e fa più fatica a ucciderti? :-) Stasera potresti portarmelo, questo programma, che così ci do un'occhiata.

e.talpa ha detto...

Posso commentare, o rischio di essere troppo invasivo nella vita familiare? ;-P

Che sono schizoide anch'io, e in più il dibattito politico mi appassiona. E condivido la parte che la Nessie non condividerà, e cioè smettere di affezionarci a figure simbolo come se il simbolo, di per sè, avesse un valore, (..) per cercare soluzione vere, concrete.

Ma, ahimé, non condivido invece la parte che la Nessie potrebbe condividere, che, però, che belle parole nel programma della Marta.
Che io parlo senza motivo, perché essendo abituato alla zarina ci ho dei pregiudizi. Ma sono abituato a diffidare delle parole, che troppo spesso i programmi rimangono carta straccia.

Penso che Marta la si giudicherà da quanto mantiene; e dovendola giudicare in anticipo si dovrebbe conoscere la persona più che ascoltare le sue parole.

Perché in questo mondo alla rovescia, c'è chi dice "sostegno alle fonti rinnovabili" e nella finanziaria scrive "fonti rinnovabili comprende: incenerimento dei rifiuti".
E se sento reti wireless o funicolari mi viene da dubitare "quattrini fini a se stessi per imprenditori edili" (inciso sul terzo valico: anche senza Genova non è troppo isolata, ma qui bisogna sentire qualche esperto ferroviario che può spiegare che è una questione di logistica scoordinata e non di mancata infrastrutturazione).

Se non sto attento finisce che devo dare ragione al forzitaliota torinese, che volendo fare il populista finisce per dire una cosa giusta, e cioè: Bresso, vergogna! diceva di voler abolire i ticket e chiude gli ospedali.

lastreganocciola ha detto...

come da incazzo della nessie (ness che si incazza? ma va'????) i blog sono una cosa e la famigghia n'altra. perciò i tuoi commenti mi fanno molto piacere, chè anch'io mi appassiono e quello che ci manca troppo, a tutti quanti, è il confronto. chè alla sera da stavros, poi, chi ce n'ha voglia di rovinarsi anche le serate :-)?
Quanto alla sostanza, capisco e in parte condivido, ma richiede ben più di un commento: perciò tedierò ancora sul blog chi c'ha voglia di leggere queste robe.

lastreganocciola ha detto...

maddaì, amicae. chè il poeta è citato 11 volte (o 10, non mi ricordo già più anche se le ho appena contate): che è quasi più dei voti che ha preso. :-)