lunedì, febbraio 19, 2007

LA CANDIDATA E DINTORNI

Confesso, gli schizopensieri stanno così di molto schizzando, oscillando di qua e di là, che il Penso che ha afflitto l'amicae. ha tenuto in scacco anche me per un po'. e mica neanch'io ne sono uscita - se così fosse, uau, potrei fare davvero l'ideologa e mi sarei risolta almeno gli schizopensieri sul lavoro. In pratica, il crinale schizoide si può ricondurre al dibattito interno fra la Visione Realistica e la Visione Utopistica, dove a me mi piacerebbe trovare una via di mezzo che sia semplicemente una Visione Che Si Può Fare.
Ma, insomma, non credo di essere l'unica cui piacerebbe, e lì si ritorna al vecchio discorso del momento storico che gli manca una visione d'insieme.
Dove il dibattito interno è diventato aspro, è stato su Vicenza: che ci avevo motivi miei per non andare alla manìf, ma anche la giudicavo - e in parte la giudico ancora - una battaglia molto poco realistica. Poi ho cominciato a patirci, chè se anche non era realistica era giusta, poi la scrittrice rurale che pure concordava con me mi ha detto nel telefono:" Certo che non si vince, ma si perde davvero solo quando si smette di lottare." Che detto così è una bellissima frase e un bellissimo principio, e ci ho patito ancora di più che da qualche parte ero arrivata anche di mio, a ciò. E fin lì, dunque, Utopia batte Realismo 1-0, anche senza contare che mi sarei divertita. E come andrà avanti questa battaglia, se andrà avanti - perchè da un certo punto in poi dovrà contare soprattutto sui vicentini e su quanto sapranno dimostrare e sostenere le loro ragioni, che però in questo caso, a differenza di quanto accade con IL Tav sono anche squisitamente politiche, per non dir filosofiche - è ancora tutto da vedere. Sospendo perciò gli schizopensieri al riguardo, che però in qualche modo c'entrano anche con la candidata.
Il punto fermo riguardo la candidata è che io esercito il mio diritto di voto comunque, ma questo lo si sapeva, anche sapendo io che poi mi dissocerò da almeno alcune delle cose che farà o non farà, ma tutto ciò l'ho già detto. Quello che non ho detto è che, a propòs anche di Vicenza, quello che continua a fastidiarmi è questa sensazione di insofferenza - a volte ai limiti, o oltre i limiti, dei problemi personali riversati sulla politica - che emerge da molte voci e molti commenti, come se davvero potessimo aspettarci di vincere tutte le battaglie, di vedere accolte tutte le cose "giuste" solo perchè oggi c'è prodi o domani la marta. e sennò, nisba, fate tutti schifo uguale.
Ecco, io credo che non si debba sottovalutare la differenza che comunque c'è fra la destra e la sinistra: chè perfino quando fanno le stesse cose le fanno in modo diverso. Amato ha soffiato sul fuoco del casino e della paura: il giorno dopo Vicenza, perfino rep.it (che pure aveva fatto la sua parte, di fatto sostenendone le tesi) gli ha fatto fare una figura di merda, dissociandosi (ipocritamente, ma) da quella strategia vecchia e perdente. mentre quella nostra vecchia conoscenza di pisanu ha ribadito, per fortuna a mo' di voce nel deserto, l'associazione fra manifestanti e nuove br. e non è la stessa cosa se lo dice da fuori, e fa la figura del gnègnè, o se lo dice, come faceva prima, da ministro dell'interno. non è la stessa cosa se all'indomani della manìf il governo fa un'apertura: del cavolo, ok, ma la fa. E qui il Realismo segna un punto nel mio conflitto personale: si lotta, si chiede e si rivendica, ma si mantiene anche il senso delle proporzioni. Chè il qualunquismo de "la politica fa schifo" io lo lascio volentieri agli altri, nè riconosco come politica solo i momenti di opposizione o le mie iniziative personali, chè questo mi sembra tra l'infantile e l'autistico: anche se, è chiaro, anche a me piacciono di più le manìf e gli scambi pane-biscotti della "politica" in senso più ampio e convenzionale. ma sono convinta che dimenticarci che esiste, lasciarla in mano del tutto agli altri, sia un bel meccanismo di rimozione. Che ha il suo fascino, lo ammetto.
Ma facciamo l'esempio del Pil: che se c'è una cosa che non ci credo, una cosa che mi sembra mendace e magari pure manipolabile, una cosa che solo vagamente so cos'è, è quella. Eppure, quando vedo la notizia è che il Pil è aumentato, io so cosa vuol dire nella pratica: significa che la gente ricomincerà a fare cose. il che tradotto, vorrà dire qualche posto di lavoro in più, e non necessariamente spregevole, chè uno dei settori in cui si sente di più l'aria che tira è quello della cultura (avete presente quanta gente ha messo a tacere, in un modo o nell'altro, il cavbanana?). posto di lavoro magari precario, ma magari un po' meno chè comunque tutti 'sti discorsi sul precariato chè invece prima si chiamava solo flessibilità e ci veniva predicato come regola di vita vincente, qualcosa fanno. Timida speranza, è vero, ma l'aria è già un po' cambiata.
Le liberalizzazioni... ovvio che non mi piacciano: ma se quella dell'energia elettrica sblocca finalmente il settore finora stagnantissimo dell'energia rinnovabile, non posso che esserne contenta. E i Dico saranno, sono, ipocriti e carenti: ma se fossi una/un convivente sarei contenta/o di vedermi riconosciuto qualche diritto al posto dello zero di prima - metti che il/la mio/a convivente muoia domani ... - e continuerei a lottare per averne altri. senza negare il valore di averne già qualcuno.
e, di straforo, dirò che la manìf di vicenza, a cui hanno partecipato un sacco di cattolici di cui non disprezzo affatto la vena pacifista, se è per ribadire la sovranità del nostro Stato mi piacerebbe si tenesse in piazza s. pietro. ma non mi racconto che sarebbe altrettanto affollata e, pur senza sposare la tesi che bisogna coccolare i cattolici più retrivi chè anzi la trovo una politica suicida e miope, ritengo che i Dico siano un passo avanti di chi, volente o nolente, deve tener conto di equilibri necessari. Che io non condivido, che non vorrei ci fossero, ma di cui non posso negare l'esistenza e la necessità. per ora, in questo momento e con questa storia e con queste prospettive (quali? appunto.)
Allora qui Realismo e Utopia sembrano un po' fare pari e patta, e forse un conclusione un po' meno schizoide vorrebbe che ognuno dei due stesse al suo posto: si può avere Meglio continuando a lottare per Il Meglio, senza negare nè l'uno nè l'altro. Il difficile è sapere come e quando farlo, ok, ok, lo so. Ma lasciare che l'Utopia prevalga del tutto e ci faccia assimilare ciò che è comunque Meglio a qualsiasi altro Peggio non mi sembra razionale, nè la strada migliore per individuare e provare a raggiungere Il Meglio.

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