mercoledì, febbraio 20, 2008

MI RICORDO


Ecco, la Nessie dice di provare a ricordare. Ricordare com'era prima della 194, quando le donne abortivano lo stesso - lo hanno sempre fatto, chi fa finta di no fa anche la figura dell'ignorante, chè non c'è società che non abbia praticato l'aborto volontario, legale o no - ma rischiavano la galera per averlo fatto.
In realtà, era ben difficile che qualcuno le denunciasse (e chi, poi? la mammana o il medico rischiavano anche loro) e ancora più che si desse seguito alla denuncia: non so se qualche caso ci sia mai stato, ma l'impressione generale era che a tutti facesse comodo così, con
la paura e il silenzio. Non fosse mai che di fronte alla condanna di una poveracrista la gente si indignasse, anche quella che faceva finta di niente.

La Nessie dice che sul Manifesto c'è un reportage orrorifico dalla Polonia, con la sua legge restrittiva in materia: io, vi dirò, non ho voglia di leggerlo.
Chè di sesso non si parlava, quando io ero piccola, ma alle bambine ogni tanto arrivavano le espressioni di raccapriccio, i pezzi di discorsi: "... con un cucchiaio! un cucchiaio normale, da cucina, con i bordi affilati." "... l'han portata all'ospedale, l'han tirata qui per i capelli. Prezzemolo. Menomale che l'han portata in tempo." "L'ha fatto da sola, col ferro da calza. L'ha trovata la mamma, nel bagno pieno di sangue." "Sì, cosa credi? Dalle scale si è buttata giù, mica è caduta. Ne ha già tre, di figli. E adesso è lì con la gamba rotta e il quarto ancora in pancia, non è servito a niente. "
Non so se lo facevano apposta, le donne, a far sentire questi discorsi anche a noi bambine. O se a volte la pena e la rabbia passavano sopra anche ai pudori, alle convenienze. So che me li ricordo anche se il contesto non mi era granchè chiaro, so che mi ricordo le facce, le labbra arricciate nel senso che faceva quel cucchiaio, gli occhi fuor dalla testa per l'inutile stupidità dell'ennesima ragazza morta di prezzemolo.

Ma so che nessuno si permetteva di parlare male delle donne che abortivano, erano ben pochi ad esprimere giudizi - preti a parte, naturalmente, e anche loro soprattutto dal pulpito, nelle occasione "ufficiali", chè sospetto che in privato fossero più comprensivi.
Come in tutte le cose prima del '68, c'era nelle persone molta ipocrisia al riguardo - oh, io non so come si fa, pensare di mandar via un figlio! - ma in questo caso c'era anche comprensione umana. Si scuoteva la testa ed era anche più vero di oggi che il rifiuto di un figlio appariva cosa brutta e ingiusta: ma la donna che lo faceva era comunque un vittima, questo era chiaro in qualsiasi discorso. Era l'aborto, il male, non chi abortiva.
Neanche se gli aborti erano tanti: perchè allora, prima della pillola e di quel minimo di educazione sessuale che c'è oggi, l'aborto sì che era un mezzo di controllo delle nascite. Ma chi se la sentiva di criticare una donna che aveva avuto sette od otto figli, se aveva anche cercato quattro, cinque o dieci aborti?
Si criticava il marito che non sapeva asternersi, lei che non sapeva opporsi: ma gli aborti, per carità brutta roba, ma quando i figli sono già tanti...

E se c'era rabbia e disprezzo, livore e incazzo, era per "le cliniche": chè le tristemente famose "mammane" finivano prima o poi per far del male davvero a qualcuna (sul tavolo di cucina, igiene quel che l'è, in fretta e furia: per forza...), ma erano comunque considerate, a torto o a ragione, sulla stessa barca. Che, è vero, per farlo si facevano pagare, e spesso erano anche stronze, e comunque non eran mai belle persone: ma se ne avevi bisogno, loro ti aiutavano per poco.
Nelle Cliniche, invece, ci andavano solo le donne ricche, le sciure: e quali erano
le cliniche in cui si facevano anche gli aborti lo sapevano tutti, altro che "un piccolo intervento, ma lì il Professore è così bravo..." Spesso, infatti, anche chi ci andava taceva e basta: pagava un sacco di soldi, questo sì, ma non rischiava la pelle. Anche se poi capitava, a dire il vero, che qualcuna ce la lasciasse lo stesso: immagino soprattutto perchè nel caso di una qualsiasi complicazione, prima di portare la donna in un ospedale più grande bisognava far sparire i segni dell'operazione in atto.

Quello che so - e me ne ricordo perchè una era vicina a casa mia - è che le Cliniche prosperavano appunto finchè qualcuna non ci moriva dentro: allora, d'improvviso, la clinica chiudeva e il medico spariva per un po'. Tutti sapevano chi era, se ne parlava sottovoce. Ecco, quei medici, sì, erano odiati: perchè sugli aborti clandestini costruivano la loro fortuna economica, spesso la loro carriera (amicizie, relazioni, favori) e la loro bella vita. E molti di loro erano noti per trattare malissimo le donne che erano obbligate a servirsi delle loro competenze professionali, secondo le migliori tradizioni freudiane.

Ecco, il discorso politico non lo faccio qui, o comunque non ora, però mi premeva nota
re questa cosa che mi ronza in testa da un po': che, certo, oggi i toni di tutto sono esasperati e quello che mi ricordo io non è la "dimensione politica" del fenomeno, ma quella umana. Però, a pensarci dall'oggi, pare quasi che una più sincera adesione ai valori della chiesa e della morale borghese portasse con sè anche una maggiore comprensione nei confronti di chi pur, in quella logica, sbagliava. Mentre oggi, con quella morale vilipesa da chi pur la professa tra due mogli, tre relazioni, un aborto dichiarato e du' tiri de coca, il furore verso chi quella morale la critica e la sfida è cresciuto in uguale misura, nel consueto gioco di proiezione.

E non sto dicendo che fosse meglio prima, neh? Però, ecco, mi pare che oltretutto i cattolici - quelli che berciano in questa assurda crociata, e non sono tutti così - abbiano perso anche la capacità di comprensione e compassione. che forse per un cattolico non sono poi così poco importanti...

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Post bello, un flash di memoria su cose che noi non abbiamo vissuto... però ho un dubbio: Si può spiegare questa cosa del prezzemolo? Ma quello che si mangia? Ma a cosa serve? O è un modo di dire?
Giuli

lastreganocciola ha detto...

la "cosa del prezzemolo"è vera: in che modo, non l'ho mai saputa bene neanch'io, ma so che se ne faceva un decotto molto concentrato perchè provoca contrazioni uterine. Ma tutti i rimedi che utilizzano i principi attivi del prezzemolo sono rischiosissimi e non credo fossero leggende quelle che giravano, delle ragazze "morte di prezzemolo". Le dosi "giuste" del decotto le sapevano le mammane, ma anche loro sbagliavano oppure le ragazze ci provavano da sole. E io mi ricordo di averlo sentito dire almeno un paio di volte come di fatto successo di recente, di donne che avevano provato da abortire così e ne erano morte.
Naturalmente, il prezzemolo consumato nelle quantità e modi normali non fa male a nessuno, neanche in gravidanza, come si può constatare continuamente.