venerdì, maggio 04, 2007

A PROPOSITO...

Io non sono, in assoluto, per la non-violenza. Anche se mi fa orrore perfino il sugo di pomodoro dei film di mortiammazzati, anche se al poligono ero una schiappa e mi dimenticavo da una volta all'altra come si fa a caricare, figuriamoci a sparare. Insomma, io spero la violenza di non vederla mai in diretta, di nessun tipo, chè mi fa impressione anche solo l'impressione di violenza e mai metterei piede in uno stadio, per esempio. Non credo di essere particolarmente fifona, solo sana: ma ritengo che ci siano battaglie - con tutte le loro belle discriminanti storiche, politiche ecc. - che sarebbe stato da coglioni rischiare di perdere per attenersi ai princìpi della non-violenza. Ma, detto ciò, credo che le poche battaglie non-violente che hanno avuto risultati siano state grandiose, e nella pratica (scelta per convinzione o per contingenza) della non-violenza ci sia un lato di "potenziamento della fantasia" che apprezzo enormemente.
Questo signore qui nella foto ha 95 anni e salvò bestie, gente, azienda dai tedeschi, senza mai ricorrere a un'azione violenta. Peacelink gli dedica un lungo articolo, in cui lui lamenta soprattutto il rischio che la sua esperienza (e quella di chi partecipò a questa forma di lotta) sia destinata ad andare perduta quando lui morirà. Non narra di cose eclatanti - anche se probabilmente sul momento il rischio stesso le rese tali - ma proprio per questo è notevole e l'articolo di Peacelink (che fa anche altri esempi di resistenza non-violenta al nazismo, tra cui uno che non sapevo degli insegnanti e genitori norvegesi) merita di essere letto. Ci sono momenti in cui non si può fare altro che resistenza "passiva", che passiva non è: ma anche quella va fatta come si deve.

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