martedì, maggio 08, 2007

POI BASTA, PROMETTO


L'amicae. è sempre fantastica, e dopo aver scatenato un vespaio che coinvolge generazioni e rivoluzioni, se ne tira fuori con la ricetta del cavolo farcito. Allora, dato sì che è suonata la campanella, aggiungo solo qualche considerazione che mi sembra doverosa.

La prima è una precisazione: il personale è politico, non smentirò questo slogan dei miei tempi. Ma credo che non sempre sia opportuno mischiare tutto il personale con tutto il politico. Il distacco dai genitori è un fatto fisiologico, nella nostra società spesso accentuato e strumentalizzato non a caso, ma in sè positivo e doveroso.
Come, quando, fino a che punto debba esserci è problema individuale e, da sempre, un grosso problema soprattutto per le donne (c'è un sacco di letteratura sull'argomento, di cui non farò il riassunto), per tutto il portato di identità negletta di cui è stato caricato il "modello femminile", e non solo per quello. Non credo - e ci ho riflettuto un sacco - che il distacco debba per forza essere "scontro", credo possa essere un confronto che comprende senza drammi momenti di scontro.
Credo però che la politica - e io uso sempre questo termine nella sua accezione migliore - debba e possa fornire un terreno comune su cui questo conflitto, come altri, viene momentaneamente sospeso in nome di una battaglia o di un sentire comune. Ciò implica una contraddizione o forse addirittura un po' di schizofrenia, ma credo sia importante accogliere e accettare questa schizofrenia.
Chè se si confondono i padri (e le madri) politici con quelli personali, diventa più difficile capirci qualcosa, e fare le scelte giuste. Perchè, perfino quando sono le stesse persone fisicamente, non lo sono moralmente. O, almeno, se sono compagni, cercando di non esserlo, di non far pesare il proprio essere genitori: ma sapendo di avere il diritto e il dovere di trasmettere la propria esperienza. Che poi ci riescano, a fare entrambe le cose o almeno una delle due, oppure no... be', secondo me rientra più nell'umano che nel politico.
Anche se è senza dubbio un errore, prima di tutto politico, sottovalutare o addirittura disprezzare e rifiutare ciò che di buono arriva dalle nuove generazioni. Così come è un errore - politico prima che umano - che le nuove generazioni facciano altrettanto con le vecchie: nonostante gli atteggiamenti urtanti che queste ultime possono avere (ma qui si fa una scianca), nonostante i tradimenti, nonostante l'umano percorso di una generazione che molto ha provato a fare e molto ha visto distrutto.

E allora ha ragione la Nessie, quando dice dei piselli di Mendel, ma non sarà così facile neanche per voi. Il tentativo di avere una coerenza politica e personale si è scontrato per molti di noi, e soprattutto per le donne, con la divergenza assoluta delle scelte: anche a livello banalissimo, sei rivendichi il tuo diritto di uscire la sera così come l'hai imparato (e ti pareva di averlo conquistato) quand'eri femminista, devi comunque porti il problema di chi sta con i figli, e come.
E le ragazze di oggi, per le quali uscire la sera è diventato talmente normale che il contrario sembra inimmaginabile, si scontreranno con lo stesso problema nostro. E se troveranno, come spero, soluzioni migliori delle nostre ne saremo tutte felici, che un altro passo andrà ad aggiungersi ai nostri. Ma se i loro figli avranno nonne che non portano i nipoti di nascosto a farli battezzare (è capitato, è capitato...), be', credo che di questo potrebbero essere felici loro. Anche se un po' di quelle nonne non hanno saputo fare le madri come, immagino, loro stesse avrebbero voluto.

Ancora, il servizio d'ordine, questa riflessione geniale del KGgB: che, sostanzialmente, è vera e corretta, è esattamente ciò che si dovrebbe fare.
Ma è esattamente ciò che la Sinistra - intesa nelle sue varie sfumature e connotazioni storiche, una per l'altra - non è riuscita a fare mai. Nei momenti "storici" sì, che fosse il teatro o il G8, ma mai con continuità. E non credo che sia colpa della Sinistra, che pur tante ne ha: perchè ad ogni battaglia, non importa se persa o vinta, la reazione è forte, e ce la mette tutta per schiacciare chi e quello che è rimasto in piedi.
Andò così nel '22, dopo la Guerra di Spagna, dopo il governo Allende, tanto per dire i primi casi che mi vengono in mente. E rimando a Moni Ovadia, di cui ho già parlato per avere una sia pur minima idea di ciò che si scatenò contro l'Unione Sovietica dopo la Rivoluzione d'Ottobre.
E, soprattutto, andò così dopo la Resistenza: chè il mondo che volevano, i partigiani mica sono riusciti a costruirlo, e chi crede che nel '68 videro nel movimento degli studenti, o in quello delle fabbriche, la loro stessa battaglia, sbaglia profondamente.
Bocca, il partigiano Bocca che oggi ci troviamo - e ben venga - di nuovo al nostro fianco, in quel periodo fu uno dei nostri più acerrimi nemici. E come lui si comportarono i partigiani dell'Anpi, il Pci, i sindacati... gli sfottò che ho dovuto sopportare dagli operai, quando eravamo in piazza con loro (cioè, sempre: e non viceversa, chè gli operai non facevano gli scioperi studenteschi, e non per discrezione umano-politica o per non rubarci la scena, ma perchè se ne strafottevano proprio) non si contano.
E, perdonatemi tutti se sembra che io rivendichi a nome della mia generazione, fummo noi a recuperare la Resistenza, studiandola e ascoltando con pazienza chi ci raccontava, un po' lusingato e un po' strafottente. E insisto sullo studio, sulla conoscenza di ciò che era successo, sulla ricostruzione il più possibile precisa e corretta di com'erano andate le cose, prima, durante e dopo. (Avevamo un sacco di tempo, noi, chè palestre e piscine e locali, nisba, non c'erano proprio. :-)).
E chi pensa che a noi la Resistenza sia stata insegnata con l'abc, canna di brutto: sui libri di scuola, l'unico "resistente" citato era un prete ucciso dai nazi. E a casa, con tutto che le nostre mamme eran lì dal mattino alla sera, mai se ne parlava. non stava bene, chissà con che idee sarebbero venuti su i figli, c'era altro da fare e da pensare, per fortuna quel periodo là era finito. Io ho saputo che mio nonno era "un comunista" dieci anni dopo che mio padre - suo figlio - era morto, da mia madre che nel passato si era altrettanto ben guardata dal dircelo. Era un mondo così.
Senza il '68, quindi, in Italia la Resistenza non sarebbe neppure quel richiamo ideale che è oggi: era già stata mummificata, nel giro di una ventina d'anni, imbalsamata nella sua bella teca. Con gli ex-partigiani dentro, che sfilavano tra di loro il 25 aprile e, qua e là, si ingegnavano a tener viva una memoria, almeno.
Allora, KGgB, la metafora delle sedie dalla galleria è bellissima, ma vale i cordoni della Fiom al G8: quello che è difficile è, tra un momento di unità e l'altro, provare a capirsi, a sopportarsi e a stimarsi reciprocamente. Senza prendere a pretesto i peggiori fra noi e gli ignavi, da una parte e dall'altra, per essere sfiduciati e tristi e rancorosi.
Che è vostro dovere additarci le nostre colpe, ma è nostro diritto aspettarci che lo facciate in un modo costruttivo, e non con lo scopo di assolvervi da un compito che siete voi stessi ad avere mitizzato: il vento della Storia non si muove a piacimento dei singoli.
E, tuttavia, si muove. E credo sia diritto e dovere di tutti noi, senza perderci in sterili scianche generazionali, guardare con ottimismo i segnali positivi: pochi o tanti, espressi da giovani o da settantenni, in piccolissimi gruppi o in manifestazioni epocali.
Non è questo un tempo, nè un mondo, che ispiri l'ottimismo: proprio per questo, bisogna esserlo a tutti i costi.

E se l'amicae. mette il cavolo, io posto un polpo: ormai è noto che, poveri, siano animali molto intelligenti, e ci si chiede perchè mai non riescano ad andare oltre il livello evolutivo in cui sono ormai da tempo. Una delle spiegazioni che vengono date a questa anomalia è che, a causa delle caratteristiche della loro vita, ai polpi manchi un dato essenziale di progresso: la trasmissione di conoscenze da una generazione all'altra. Non caschiamoci, suvvia, in questa trappola - abilmente manipolata -del diventare polpi...


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