domenica, dicembre 10, 2006

LUISONA DAY NEI PRESSI DI DIAGON ALLEY

Luisona Day, in una libreria nella zona di Diagon Alley. Una ventina di persone, un po' stranette, così come è stranetto chi si ostina a leggere. Apertura di prammatica con brano di Benni, "luisone" sui tavoli, glassate di verde malato, a disposizione. Qualcuno fra le venti persone si è portato il suo libro, con il suo brano preferito, si legge a turno. Fra una lettura e l'altra si parla, si scherza, si fanno girare le luisone - chi ha il coraggio di mangiarle? io. Fra quelli che parlano, una tipa di cui si potrebbe dire che l'aspetto la penalizza: maglioncino sfigato da mille lavaggi, calzino grigio stinto sotto la scarpa da ginnastica, capelli che mai hanno sentito il bisogno di un parrucchiere. Anche quando parla, conferma quest'impressione: si scusa, tra l'aggressivo e il timido, perchè non saprà indovinare neppure un incipit nel gioco che è stato proposto. A nulla vale dichiarare che nessuno riconosce gli incipit, è un gioco malato inventato da un sadico.
Il gioco viene rimandato e dopo un po' tocca a lei leggere: si scusa, di nuovo, perchè ormai legge solo poesia, trascurando la narrativa.
E poi apre il libro, un'edizione anni '70, Neruda. Legge un canto breve, che parla di fabbriche e mancanza: forse noi tutti la ascoltiamo un po' distrattamente, anche se la poesia è fra le meno note. Ma c'è un po' di casino che arriva dal bar, e lei non dà una particolare intonazione ai versi, non è certamente quel che si dice un animale da palcoscenico. Sugli ultimi due versi le si spezza la voce, pronuncia l'ultima parola asciugandosi, con furtivo gesto di stizza, una lacrima scivolata via. "Scusatemi - dice, con voce ancora rotta, guardandosi intorno un po' persa - ... mi fa sempre così. non so perchè, ma mi fa così."
Ecco, in questi casi io mi chiedo: che bisogno c'è di credere a un dio, quando l'umanità è capace di queste cose?

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Alla domanda se esistesse Dio, il signor Keuner rispose: "Ti consiglio di chiederti se il tuo comportamento muterebbe in rapporto alla risposta a tale domanda. Nel caso in cui esso non muti, allora possiamo lasciar cadere la domanda. Nel caso esso muti, io posso esserti d'aiuto perlomeno tanto da dirti: tu necessiti di un Dio".
(B. Brecht).
Perchè era troppo la migliore...

Anonimo ha detto...

Vorrei inserirmi nel dibattito. Dio c'è, putacaso, perchè altrimenti non si potrebbe scrivere "questa donna scrive da dio" che è quello che mi è venuto in mente, leggendola.Le seguenti frasi: "scrive da Budda", "scrive da Jahvè", scrive da Hare Krishna" rendono molto meno.