venerdì, marzo 04, 2011

VENTO DELL'EST



Pare che abbiano stabilito - non chiedetemi dove l'ho letto, ma non era la Settimana Enigmistica, no - che la meditazione influisce davverissimo sul sistema immunitario e/ o neurovegetativo. 
Attraverso esperimenti condotti con tutti i crismi della scientificità, hanno dovuto ammettere quell'idea da fricchettoni delle buone vibrazioni, del qualcosa che dentro di noi muove... non proprio il mondo, ma qualche cellula e ingranaggio sì. 
Ecco, per come potrei spiegarvi il fenomeno io dubito che ne ricavereste informazioni attendibili,  ma si vanno sempre più scoprendo correlazioni tra la nostra salute e cose - come il movimento o appunto la meditazione - che fino a qualche anno fa apparivano improbabili.
Potrebbe anche essere una colossale bufala, è vero, come lo sono già state l'allarme per il colesterolo o l'aviaria, ma finora non si scorge una finalizzazione commerciale. Potrebbe, perfino, essere una bella manovra per tenerci tutti quieti a pensare al nostro io interiore ed esteriore, però di questo passo mi metto a parlare delle scie nel cielo e siete autorizzati ad abbattermi. 

Quindi, facciamo che ci credo: lo dice la scienza e ci ho i miei motivi per crederci. Lo dice anche il qi-gong, e infatti vado in palestra una volta la settimana da un paio d'anni: e ho capito  quali sono i principi del "lasciarsi andare" con la mente impegnando corpo e riflessi in movimenti coordinati e ripetitivi, così da raggiungere più facilmente una sorta di astrazione - che, ma non pretendo di convincervi, riesce davvero a far sentire l'energia, il qi, che giraingiro dentro di voi. 
Ciononon, solo l'altra sera e solo perchè l'ha detto l'istruttore, sono arrivata a capire che lo scopo dei raccontini zen è esattamente lo stesso. Mi sono sentita proprio un po' tarda, dal momento che sapevo benissimo che il loro intento è quello di "impegnare" la mente, ma non mi è mai venuto in mente di fare due più due e capire che anche così si può raggiungere la concentrazione sul niente.

Va bene, ho capito: abbattetemi lo stesso. 
Ma non prima di aver letto il raccontino zen - un koan, fatto apposta quindi per la meditazione - che vi regalo.
Un discepolo chiede al maestro qual è la profondità del fiume Zen
"Tre pollici", è la risposta.
"E chi può nuotare - chiede ancora il discepolo - in un fiume simile?"
"La montagna."

E' attribuito a Tcao Tchan e riportato da Jean Claude Carrière - sceneggiatore di un sacco di film, soprattutto di Bunuel -  nel suo splendido "Il circolo dei contastorie", che raccoglie storie e storielle di tutte le tradizioni (ma il sequel di questo libro non è altrettanto bello, sia detto come info supplementare).
Non tutte le storie definite zen sono koan, però, ci sono anche quelle come questa:
Un maestro zen, avendo saputo che un suo discepolo non toccava cibo da tre giorni, gli chiese la ragione di quel digiuno.
"Cerco di lottare contro me stesso", gli ripose il discepolo
"Compito difficle" disse il maestro scuotendo il capo. "E con lo stomaco vuoto dev'essere ancora più difficile".

Eggià: che sia scienza o ascesi, il dato fondamentale rimane il saper sorridere di se stessi.

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