mercoledì, marzo 23, 2011

INEVITABILITA'

A volte mi succede. Abbastanza spesso, devo dire. Senz'altro più spesso di quanto gioverebbe ala mia vita produttiva, anche se il buon Brezsny sostiene che dovrei fottermene proprio, della vita produttiva. Ma, che me fotta o no, ci sono appunto volte che non posso oppormi: un'idea, di solito diversa da ogni altra idea io abbia mai avuto, comincia a ronzarmi intorno e non si toglie più. Non tanto come un moscone, ma come quei moscerini che, silenziosi, si fanno vedere con la coda dell'occhio, si posano un attimo sulla pagina che stai leggendo, ti ballano appena davanti allo sguardo e per un po' neanche ci fai caso. E poi li vedi sul vetro, sul ripiano del tavolo,sulla manica del maglione, li devi scacciare con la mano, ce li hai sempre lì intorno... ecco, arriva poi il momento che qualcosa devi fare. Arriva il momento che quella cosa lì la devo fare. Qualunque sia. 
L'ultima si chiama "Città d'acqua" - anche i nomi si impongono da sè, non c'è modo di opporsi, anche se in corso d'opera possono poi cambiare - e sono le mie Foto di Finestre montate su legni e legnetti che il mare porta a riva. 
Per ora ne sto realizzando una, ancora in progress, e non ve la racconto più di così perchè il racconto di una roba visiva non è mai esaltante, neh? 
Posterò la foto appena la prima Città d'acqua sarà completata, ma intanto sappiate che sto andando in giro a fotografare portoni e finestre ancor più di pria: ma ieri il mio giretto ha contemplato la via più che "bene" della città, in cui ultimamente ero andata solo per prendere parte a qualche sit-in. Era un bel po' che non guardavo le vetrine, e solo ieri ho scoperto i prezzi che, come dice la mia amica-che-ci-sto-proprio-bene, sono lo stipendio di un precario. Anche due stipendi di un precario, per un vestito: e immagino oltre, anche se non ho indagato. 
Sì, ecco, lo so che è un po' provinciale stupirsi, ma far finta di non vedere un divario tra i ricchi e la gente normale che aumenta continuamente e senza alcuna vergogna non è bello, no.
Per fortuna, poco più in su, l'orologiaio dal 1902 mi propone una vetrina che è ancora uno spettacolo, con il marmo verde, il legno lucido e l'iscrizione scolpita. E perfino, nel suo gusto antico, una metafora azzeccata, non vi pare?

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