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"Si dice che Rabbi Loew andasse nel bosco, in un particolare luogo, per accendere un fuoco e, cantando un salmo, pregare: in questo modo teneva lontani i pericoli dal villaggio. Quando morì, un altro prese il suo posto, ma con l'andare degli anni dimenticò il luogo preciso e si limitò ad andare nel bosco, cantando il salmo e pregando. Chi ne ereditò il compito continuò ad andare nel bosco, ma accompagnava la preghiera solo con un canto modulato, poichè non ne sapeva più il testo. Il suo successore si limitò ad andare nel bosco per pregare, e il successore del successore non andò più nel bosco. Tuttavia, si sapeva che un tempo c'era stato Rabbi Loew, che andava nel bosco, in un particolare luogo, per accendere un fuoco e, cantando un salmo, pregare: in questo modo teneva lontani i pericoli dal villaggio..."La storia rimane quando non c'è più altro ma, conclude Moni
Ovadia, la storia è essa stessa la cosa che sembra non esserci più.
Un apparente paradosso - molto vicino a un racconto zen - che non può mancare di affascinare chi si occupa di scrittura e lettura (ma anche di bambini, e fiabe, e boschi...)
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