venerdì, marzo 18, 2011

SI FA QUEL CHE SI PUO'


Anche questo può essere un modo di celebrare, riconoscendo uno dei pochi dati davvero nazionali: la capacità di arrangiarsi. Ovvero, l'abilità nell'ingegnarsi. Ovvero, la necessità di infurbirsi. Ovvero, l'impossibilità di non arrabattarsi. Ovvero, l'imprescindibilità dell'adattarsi. 
Un'arte verso cui noi, pieni di orgoglio nazionale, abbiamo questo sorriso sornione, un po' di compatimento e un po' di ammirazione. 
Naturalmente, non occorre essere molto attenti per trovare esempi di
questa virtù nazionale, ce n'è dappertutto.

una grondaia, probabilmente, sul retro di una chiesa.


Sotto casa, per l'appunto, eccone due. 
Nel primo, la paletta rossa è indubbiamente il tocco del genio, del secondo bisogna narrare la piccola storia. L'aiola che si vede è pubblica, sul lungomare, accanto a un chiosco di bibite. Il gestore del chiosco ha adottato l'aiola, curandola e appendendo ai rami, fino all'anno scorso, poesie e pensieri plastificati. Ognuno poteva partecipare, ma a certo punto questo work in progress di arredo urbano fu abbandonato, non si sa perchè. Il chiosco è chiuso, ma ai piedi di un bell'albero ci sono variopinte piantine di primule e violette, segno forse che l'attività estetica riprenderà di qui a poco. Però, però, l'ingratitudine umana è grande: come si si può leggere sul cartello (anch'esso plastificato) "Questa zona è videoregistrata con videocamera. Abbiamo scoperto chi  ha rubato le piante. Si devono vergognare."
L'arte di arrangiarsi accumuna derubanti e derubati con triplo salto carpiato. Una ola.










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