mercoledì, marzo 16, 2011

MARE

Non lo si guarda allo stesso modo, no. Almeno per un po', almeno fino alle prossime giornate di sole. Adesso, sotto una pioggia che sa di novembre nonostante le gemme su ogni ramo, e le ondate che hanno reso la Spiaggetta simile a una scarpata, non si può che avere un movimento istintivo quando un'onda appena più forte ruggisce verso di noi, e ci si ritrae. Senza parlare, nè commentare, senza saltare via o spaventarsi davvero: ma, insomma, si fa un passo indietro. Chè forse è proprio quello che mare e terra stanno cercando di dirci, a voler essere animisti. E anche a non volerlo essere, sul passo indietro che tutti dovremmo fare c'è da riflettere seriamente, finalmente, intelligentemente. 
Il "tornare indietro " viene agitato come uno spauracchio, quasi che rinunciare a tre cellulari, due auto e quattro tv volesse dire automaticamente ripiombare nella miseria, nella mortalità infantile (giuro, c'era in un commento a un articolo!), nell'abbruttimento delle casupole buie e disadorne: che malafede, signori. Basterebbe non sprecare per rendere inutile qualche centrale nucleare, basterebbe limitarsi per rendere inutile costrurne di nuove, basterebbe essere un po' meno avidi per rendere il mondo un po' più sicuro. Sembrano menate retoriche, lo so, e non sarebbe certo semplice come dirlo. Ma cominciare a pensarci, almeno, sembra doveroso, quando perfino cielo e terra e mare si ribellano al nostro sciocco egoismo.

1 commento:

marinella ha detto...

Ciao Streganocciola, grazie di essere passata dalle mie parti, in effetti combattiamo proprio le stesse battaglie, grazie di aver lasciato un messaggio così sono tornata anch'io a trovarti. Tra l'altro adoro Moni Ovadia. Baci