domenica, gennaio 21, 2007

ECO-MINIMAL-RADICAL-CHIC????

Lancio in tutto il mondo, benchè non sia ancora stato tradotto, di un libro che si chiama "Simply Green" e insegna (?) come organizzare feste "verdi" in casa. Fa notizia perchè l'autore è Danny Seo, definito il "fondatore del brand Simply Green". Repubblica Donna scrive di lui - riportando il comunicato, che appare molto simile anche in rete - "famoso come maestro di un personalissimo stile minimal-chic-ecologista", anche se la sua vera dimensione pare essere quella di "consulente mediatico" - e forse il brother ne saprà di più, chè gli altri suoi libri hanno titoli incomprensibili ai più. Questo Donna Letizia dell'avvenir ci dice dunque come essere raffinati ambientalisti invece di puzzoni ecologisti: per esempio, servendo al party di cui sopra dei dolcetti a base di ricotta, cocco, zucchero e uovo (crudo!). Quelle palline, insomma, che se vai a una festa delle medie e vuoi portare qualcosa di tuo sono l'unica cosa che non devi cuocere, salvo che almeno le fai col cioccolato. Vabbe', certo, la ricotta è molto trendy, ma la sfumatura "eco-chic" non è qui, bensì nel fatto che ogni pallina viene servita su un frammento di vaso di terracotta (accuratamente lavato, si precisa). Perciò risponde al progetto "riciclare cocci di vaso rotti". Giuro.
Dopo la festa, immagino che i cocci vengano ordinatamente riposti nell'apposito armadio dei cocci, pronti a tagliare le dita di chiunque li sfiori, in attesa di poter figurare al loro meglio come piattino di un singolo... mah, candito?...foglia di salvia impanata? Fare un passato di verdura e lasciare a disposizione degli ospiti appetitosi optional(s) come prezzemolo, basilico, menta, maggiorana ecc. risponde invece al progetto "offrire agli ospiti la possibilità di personalizzare un piatto."
Tralascio le cupolette di riso ai petali di rosa (indovinate il progetto? "utilizzare i fiori del giardino", azzeccato! che sennò cosa stan lì a fare, perbacco?) che contiene l'indicazione carina ma non certo straordinaria di usare le scatole vuote del tè per metterci mazzettini di fiori (da guardare, questa volta, sempre con lo stesso principio che al loro posto non ce li lasciamo, no, anche se la festa si suppone sia nel giardino istesso) e riprendo l'unica idea che mi pare da provare, l'acqua aromatizzata.
Il nostro danny dice di metterci dentro, in bottiglie diverse: cetriolo con buccia e foglie di menta; mela a spicchi con buccia e cannella; lime e limone; arancia e un pezzetto di zenzero fresco; dopodic lasciar riposare 4 ore in frigo. E' anche l'unica indicazione che risponda a un progetto serio, quello di rivalutare l'acqua al posto delle bibite: anche se, non so come, ma io non ce li vedo tanto gli eco-minimal-chic a bere un buon sorso d'acqua alla cannella dopo la pallina di ricotta e andarsene via entusiasti.
Amicae., fondiamo un brand? all'ecominimalchic ci aggiungiamo il trasgressivetrash, e nella tua borsa rosa, per esempio, ci serviamo due palline di gelato al limone per il contrasto cromatico, sormontate da una foto di albano e aromatizzate al "sospetto di fumo". Progetto: rivalutare regali orribili e utilizzare giornali vecchi. Il sospetto di fumo come c'entra? ma è il presupposto del progetto, of course.

venerdì, gennaio 19, 2007

ANCORA RICETTE + UN ETIMO (FALSO)

Non mi piacciono molto i libri che mischiano ricette ed altro, perchè in genere non riescono a raccontare bene nè una cosa nè l'altra. Ma ci casco sempre, perchè se per caso qualcuno ci riesce... be', merita. Anche questa volta, però, non posso dire di aver trovato la perla rara: il libro si chiama "La cucina impudica", autore anonimo che è poi un'autrice. Che dovrebbe essere una "cocotte" - usiamo il termine leggero - della Parigi degli anni degli anni'20. Si dice, dopo la prefazione di Veronelli - sì, non è proprio un'ultima uscita, 'sto librino - che fu ritrovato sotto forma di quaderno in un mercatino di Vienna. Gli spunti sono spesso arditi, si citano nomi per noi leggendari come compagni di bevute o di passeggiate, i dialoghi, quelli sì, sono del tutto impudichi. Ma, insomma, leggendolo al massimo si può dire "oh, to'..." e questo è più o meno tutto. Le ricette sono più affascinanti: arrivano del tutto a muzzo, attaccate a qualche episodio piccante senza che però ci sia sempre un vero collegamento, ma la loro attuale irrealizzabilità le rende un documento più verace degli episodi stessi. Per esempio il "Pollo alle vipere", cioè un pollo farcito con bisce d'acqua. O, se proprio bisogna adattarsi, con le anguille. Ecco, non mi invoglia granchè. Soprattutto se lo penso come cibo afrodisiaco. Chè, bisogna dire, forse una volta eran fatti diversi, dentro: perchè buona parte delle ricette prevede dosi pantagrueliche di carni pesanti condite con salse robustamente all'aglio innaffiati da litri di vini tosti: e non sembra che mangiassero dopo, ma prima. Anche una cosa che si chiama "Lingue di montone con le lenticchie" (prendete sei lingue di montone, lasciatele spurgare...) o il "Cavolo farcito con salsiccia e marroni" - sì, amicae. , te la porto, ma poi non ti lamentare del Chimico, neh?
Peccato, non è proprio la mia idea di mangiarini sfiziosi...
Ma, l'etimo, ecco: fra le tante notizie non degne di nota, l'autrice dice anche di aver conosciuto un tipo che fa collezione di "mutini" (sing. mutinus). Che erano sgabelli con un fallo di legno sopra, su cui le fanciulle romane si dovevano sedere prima di sposarsi. E che "ammutinarsi" deriva dal rifiuto delle fanciulle. Il Devoto-Oli dà tutt'altra spiegazione - da "muovere" - però i mutini esistevano davvero, e il gesto era un rito magico in onore del dio Tutinus Mutinus, in sostanza Priapo. Era un atto magico-rituale e non credo molto erotico, che preludeva l'ingresso nella famiglia delle nuove spose: il suo significato immagino fosse un riconoscimento del principio maschile, della patriarcalità e insieme della fecondità (sempre al mschile). Vista con i nostri occhi, l'ammutinamento appare perciò giustificato e anzi doveroso, ma a pensarci bene perchè invece una fanciulla romana avrebbe dovuto - e forse più ancora potuto - farlo? Quindi, KGgB, non te la spendere a scuola, neh?

giovedì, gennaio 18, 2007

E anche questo è un post personale, chè l'amicae. ci facciamo le nostre belle discussioni in pubblico, anche se il pubblico è distratto. Così, quando ci vediamo, io e l'amicae. ci possiamo fare i chiacchieri personali nostri, che qua ideologichiamo. Allora, io sono in difficoltà sulla carne: perchè buoni motivi per non mangiarne ce n'è per così - ci ho mica voglia di andare a vedere i numeri precisi, ma con quello che mangia un bue o un maiale ci mangia un sacco di gente, se in tre non si mangiano il bue o il maiale. E questo è uno, e il secondo è che gli animali sono gente come noi, ma questo mi acchiappa di meno. Tutti gli altri motivi, per quello che mi viene in mente, sono legati al modo di produrre la carne. Però il modo quello è, adesso: che si può comprare un animalo trattato bene su internet e quando è pronto ti mandano il tuo pacco con la carne dentro e neanche ti dicono come si chiamava così non ci hai sensi di colpa. Che poi, i contadini (anche il mio amico Ennio), gli animali da carne li chiamano tutti con lo stesso nome (quello di Ennio è sempre Bull) così è un po' come se non li ammazzassero mai: ingegnoso, no? Ma, tornando a internet e all'azienda bio che proponeva 'sta cosa, per farla bisogna avere i soldi punto primo (no, domani non ci vediamo, questo mese mi iberno chè ho comprato la carne per tutto l'anno) e un enorme freezer punto secondo. Quindi è un po' un casino. Poi la carne ci ha di sfiga che non basta che sia di animalo felice, bisogna anche che sia macellata bene: sennò ti ritrovi con una carne sanissima, ma altrettanto dura e incucinabile. Quindi, insomma, io questa cosa della carne poca ma buona non l'ho risolta ancora e sarò lieta di qualunque dritta in merito. Perchè poi mica dev'essere per forza di bovino: io ho cercato l'oca, p. es. che mi fa voglia assai e nessuno ci ha ancora pensato a rinchiuderle nelle gabbie 0,50x0,50 le oche, ma mica nessuno sa dove si compra un'oca. E quando posso mangio li pecuri, senza farmi intenerire dai discorsi sugli agnellini (perchè, il vitello, invece?) e financo i cavalli, che però non sono del tutto sicuri come sanità per motivi complessi che non spiego qui. Perchè il punto dolente mio è quello che spiega assai bene l'amicae., e cioè che io la carne non la posso nonmangiare: chè è falso che sono allergica ai carboidrati, ma pensate a un qualsiasi carboidrato senza nè olio, nè burro, nè formaggi, nè pesce, e mica sempre il pomodoro, chè solo quello bio mi fa un po' meno male se lo mangio una volta tanto. ecco, ora piango: ma in realtà mi sono abituata e sopravvivo. Però con la carne, chè se tolgo anche quella...
Ma insomma, tutto ciò per dire, amicae., che in effetti siamo d'accordo: che anche ideologicamente a me mi sembra un po' eccessivo che uno la carne non la debba mangiare mai senza farsi venire un magollo nello stomaco (e un sacco di vegetariani mangiano pesce, il che secondo me è un retaggio cattolico un po' ipocrita). Però è importante riuscire a ridurla, questo sì: anche se per me fra la teoria e la prassi ci sono le intolleranze. Quindi, attiviamoci per trovarla buona, dài.

DEDICATO AL G.PUNTO

Che lo so che è facile facile, ma ci ho l'ispiratore occulto, il KGgb che mi ha detto "mettila, mettila!" E siccome non si può lasciare nei commenti....

SE SAPESSI CUCINARE MEGLIO

mi divertirei anche di più, ma fatto sta che a me piace leggere le ricette. Le guardo, valuto subito dagli ingredienti se possono ispirarmi o no, dopodic le leggo tutte fino in fondo e penso "mmm, sì, si potrebbe anche fare". poi, di solito, me ne dimentico. Ma non sempre: ci sono volte che mi innamoro di qualcosa - ma dev'essere svelto da fare e prestarsi a una preparazione che contempli anche il freezer, sennò finisce subito ecchestress - e allora lo incorporo nelle quattro o cinque cose che faccio in cucina. Ma non sempre: a volte lo faccio per quattro o cinque volte poi basta. Ma non sempre: a volte me lo ricordo dopo anni e riprendo a farlo. Insomma, ecco, la cucina non è esattamente il mio regno. Però ho scovato per la comune-ty di gourmet i seguenti siti/blog:
http://www.sustainabletable.org/kitchen/recipes/
index.php?view=viewrecipe&rnum=36
che dovrebbe essere di cucina sostenibile e quasi lo è, ma spesso il problema della sostenibilità è risolto con "prendete un pollo sostenibile...", chè così son buoni tutti, no? Ma insomma, un po' di ricette alternative alla carne o curiose ci sono, p. es. quella che si chiama "I Can't Believe It's Not Crab Cakes". Be', se qualcuno ne prova qualcuna, che mi sappia dire (solo veloci e da freezer, please)
Nella stessa linea, http://www.meatlessmonday.com/site/PageServer?pagename=a_index
una campagna per aiutare gli americani a mangiare come si deve. Raffinatino e colorato, ci sono dentro le info nutrizionali oltre alla ricette, ma non l'ho guardato tanto.
Invece, molto più simpa anche se meno politically correct, è il blog
http://gwyllion.blog.kataweb.it/lacucinadellastrega/
che sono andata subito a vedere per evidente colleganza. E parla di cucina medioevale! che è uno dei miei pallini: intanto perchè mischia il dolce, il salato e le spezie, poi perchè non adopera quasi mai latte che ci ho i miei problemi, poi perchè viene definita in base al colore del piatto e, infine, perchè le ricette sono le più belle da leggere. così la gwyllion mi ha postato subito per me la salsa camelina, che farò prima o poi, e dopo ha pure aggiunto il panforte, ma ci sono anche una minestra e due torte. be', andatevelo a vedere, va'. Anche perchè, a ben pensarci, a parte quella strage di ogni tipo di animale cacciabile (che però ce n'erano millemila, allora) non sono sicura che la cucina medievale non sia politically correct: più sostenibile di quella, dopotutto...

mercoledì, gennaio 17, 2007

L'ELETTO E' UN MAIALINO

che questa comune-ty non ha bisogno di essere incoraggiata a non mangiare carne, però "The Meatrix" è carino, pur nel suo essere didattico. e lo potete far conoscere agli amici carnivori. è qui:
http://www.themeatrix.com/getinvolved/forum/index.html
con i suoi seguiti e il resto, compresa una homepage in italiano, con video sottotitolato ( http://www.themeatrix.com/intl/italy/subtitled/). E' già un cult e perdòno se lo conoscete già, ma me mi era sfuggito nei buchi della rete: e sarà che Matrix mi è piaciuto assai, ma trovo bello questo "processo contrario", cioè usarlo per svelare l'idea di partenza dei fratellini. Il video è stato fatto da un'organizzazione che si chiama GRACE e che fa opera didattica a favore dell'alimentazione sostenibile: non sono riuscita a saperne/capirne di più, ma le cose che dice sono giuste, anche se molto riferite alla realtà del mondo anglosassone. Che, a noi che siamo ancora fortunelli, ci fa venire un po' i brividi per quanto è ormai deviata sul piano alimentare. Così risulta che noi rimanendo indietro siamo adesso un po' più avanti: per esempio, non solo sappiamo che i tacos non sono un piatto della tradizione nazionale (molti giovani inglesi, invece, sono convinti che lo sia, della loro, insieme alla pizza e alle altre schifezze pronte da microonde), ma abbiamo anche il numero più alto di piccole fattorie. che resistono, testardamente. e la loro è una vera resistenza, ormai. Perchè anche qui si cerca andare avanti, che avanti non è: e le piccole fattorie sono comunque diminuite dall'anno scorso, e le organizzazioni dei contadini cercano di indirizzare i loro soci verso la "competitività", e gli ipermercati impazzano ed ecc. ecc. , non la faccio lunga chè poi vi stufo.
Ma quello che ci piace soprattutto a me e l'amicae. - nonostante le nostre cadute su truccosetti e profumini - è che anche questa cosa del mangiare meno carne è dentro a una più ampia che si chiama "decrescita" e c'è un sacco di gente in rete che se ne occupa, con un sacco di idee e consigli, utili non solo per risparmiare. Me, quelli che mi piacciono più di tutti da tempo, si chiamano I Beati Costruttori di Pace, che il nome è un po' evangelico (e forse anche loro) e diffidavo, invece sono anni che fanno questa cosa intelligente dei Bilanci di Giustizia, che aiutano la gente di buona volontà a consumare in modo più intelligente e critico. andateli a vedere, quando che c'avete il tempo:
http://www.bilancidigiustizia.it/index.php

PLIN PLON PUBBLICITA'


Tripla, la pubblicità. La prima, fortemente convinta, è per la libreria L'albero delle Lettere. Che magari chi frequanta Diagon Alley (leggi Canneto il Lungo, 38 r) ben più di me la sa già, ma è una bellissima libreria. Per bambini e ragazzi, in teoria: ma tutti gli adulti dovrebbero continuare a leggere, o almeno a sfogliare, i libri da bambini. Perchè è lì in mezzo che si annidano tutti quegli autori che sono troppo geniali, troppo divertenti o troppo poetici per i grandi. Però, se anche non avete voglia di leggerli, i libri, fate un giro all'Alberodellelettere e sfogliatevi - con calma, chè nessuno vi mette fretta - quelli grafici, nel piano rialzato. Ce ne sono alcuni esaltanti, come "Moi, c'est Blop!!. Ma forse non c'è più, perchè me lo sono portato via.

La seconda pubblicità, col beneficio di un po' di dubbi, è per Lush, che siamo andati a troavre oltre le colonne d'ercole, a Sestri P. Ne avevo accennato nel post su Body Shop, chè c'eravamo già stati a Losanna, ma non sapevo molto di più di questa catena di cosmetici di quello che si vede. E che tenta tre volte tanto il tuo portafoglio. Ma tanto non eravano andati a Parigi, così io e l'uomo barbuto ci siamo sbizzarriti e abbiamo comprato un tot di balle da bagno, un tot di siampiedetergenti e un tot di coccole. Chè così si chiamano gli olii solidi da massaggio, tipo alla cioccolata e vaniglia, per dirne uno, ma ce n'è anche di più adulti. Finora abbiamo provato "Maledetta primavera" (sì, perchè anche i nomi e le scritte sono divertenti, pur nelle loro insistite strizzatine d'occhio), che riempie la vasca di fiori veri - e lo scarico non ne è felice, però è cosa bellina. E lì per lì dici: "E allora?" Ma poi dopo, dopo che ti sei asciugato e dopo e dopo, ti vien fuori tutto un buon profumo sulla pelle, che dura parecchio. E la pelle è bella morbida. Sugli siampi non vi so ancora dire, mi pare vadano bene ma è presto, perciò la mia esperienza finisce qui. In compenso, ho trovato sul web il rapportino di quanto Lush sia "corretta" e, insomma, sembra passare l'esame: con la furbata di rendere solido ciò che è liquido ha eliminato buona parte dei conservanti, distingue in colori diversi di stampa gli ingredienti naturali da quelli sintetici e i primi sono ben di più, per scelta aziendale impiega il 90% di donne e tutte a contratto - non a progetto o interinali - compra l'olio d'oliva da Libera e altri prodotti dall'equosolidale e dalle popolazioni di minoranza che sfruttano risorse indigene rinnovabili, elimina gli imballaggi inutili, sostiene la Lav (e la Lav sostiene loro), ha la certificazione aiab per ciò che è biologico... insomma, l'unico neo pare quella filosofia aziendale del tipo "siamo forti" che a noi italiani per fortuna continua a non piacerci no. I dubbi, quindi, sono sui prezzi - accettabili, un po' meno del Body Shop, ma ciò non vuol dire economici - e l'effettiva validità e praticità dei prodotti: ma, insomma, se ci si vuole regalare il pizzico di follia, lo si può fare con la coscienza abbastanza a posto.
Per saperne di più, nel caso: http://www.premioinnovazione.legambiente.org/edizioni/
2005/moduli/scheda.php?id=277


Ecco, questa qui non è una pubblicità, ma una segnalazione. Perchè il Mercatino dell'usato di via Alessi, in Carignano, per altri versi non mi piace granchè. Però è relativamente ordinato, che è già una buona cosa, e se la selezione degli oggetti tende piuttosto all'inutile/pittoresco, quella dei vestiti è abbastanza buona. Con il casino che non si può provare (be', se siete contorsionisti o molto disinibiti, potete), ma per giacche gonne e maglioni non è un problema. Non ne avrei scritto qui, però, se oggi non avessi visto là tre bellissimi pigiami in seta da uomo. Che purtroppo erano perelle e perperelle, sennò ce ne avrei preso uno all'uomo barbuto, chè il prezzo è un prezzo da meno del completino da calciatore di Oviesse. E sono nuovi, da negozio: così come da negozio (lo stesso?) sono gli incredibili vestiti da sera, chè se una ci avesse voglia di stupire, ma di stupire o'veramente, lo può fare a ottimo prezzo. Magari di posti di vestiti usati ce n'è di migliori, ma bisogna ammettere che in via Alessi i prezzi sono davvero bassi, non come in certi secondhand che alla fine li paghi di più che ai saldi. Vabbe', e questa era solo a mo' di informazione, chè me mi sembra meglio, potendo, comprare un vestito usato che una maglietta dai cinesi. sia per me che per cinesi.

martedì, gennaio 16, 2007

STAND BY

uomo della lavatrice viene, uomo aggiusta, uomo va. arrosto piccante per il KGgb, non abbastanza piccante, dimenticato il cocco. dieci righe di non so ancora cosa. l'orlo di una gonna verdargento e nera, orlo sì orlo no. orlo no. coccole al/dal KGgb, chiacchieri, petrarcachemuffa-hai ragione io al fumo sono contraria come concetto indovinate quale delle due, divano, ancora chiacchieri. i suoi occhi che son tornati grandi. i sacchettini contro le tarme svelti svelti da fare con urgenza e pazienza, profuno di anice e menta sul tavolo, tornare dal balcone con un brivido di finalmentefreddo. uh, guarda, wikipedia in dialetto, molto più difficile leggere il lombardo del siciliano. un raccontino in dialetto, il mio, sui boschi. bruttello, ma con parole di bosco. il partenone che era biancorossoeblu, domanda "perchè?": perchè gli piaceva così, chiassosso. steodulo, fratelliarnold, chirano,exlibris,collie,curnit- grattis-daphne-freddy-frosty-stupit-ecc. l'inventario dei popipeluches, nome per nome, nei loro condomini sospesi. che si oppongono allo sfratto in nome della Storia. altre tre righe. biologia, le malattie da virus e quelle da batteri. in cambio metti via la roba stirata. tutti si dimenticano del cambio. amici che tornano, la mail di mezzanotte. la rubrica che non ho scritto, e questa è l'Improvvisa Rimembranza della una. tanto rumore per nulla, a volte il mondo la mette giù dura quando in realtà è semplice. speriamo, almeno, che sia semplice. l'uomo barbuto ed io incrociamo le dita, di nascosto l'uno dall'altra. chè magari canniamo anche questa. e che magari non ne abbiamo cannate neanche così tante, e questo inverno del nostro contento ci vede ottimisti. senza ragione, come al solito. con tutte le ragioni, dunque, sennò è troppo facile.

giovedì, gennaio 11, 2007

ANCHE LA LAVATRICE E' ROTTA


e, sì, lo so, la notizia interessa solo chi scrive. ma la foto mi sembra che si adatti perfettamente, ed è simpatica. la trovate, insieme ad altre foto e filmati carini sul sito di Focus, qui
htpp://www.focus.it/Community/cs/blogs/igiamma/
sulla home c'è anche la fotogallery, le notizie, il test per sapere se in coppia sei un superlepegoso o no, e insomma un sacco di robine interessanti.
Chè le malinconie, amicae., ci vogliono pure quelle ed è giusto che ci siano. Ma se superano il limite, ecco pronta una distrazione.
Plin-plon, fine della pubblicità.

IL FESTIVAL, IL FESTIVAL!

Che mica si può lasciar cadere una proposta così bella, anche se il gpunto ci ha il latte di soia (e basta??? capperi? mezzi agli? fondi di cotognata?). Allora, l'amicae. dice che si fa qui da me, che ho alcuni preziosi optional di cucina come ad es. un tavolo. e io dico va bene, solo aspettiamo che il forno resusciti. e che se poi un visitatore occasionale legge solo i miei post di oggi mi sa che pensa che io faccio il panettiere, visto che in tutti e tre si parla di 'sto forno. ma, insomma, è un forno da novanta, e ci sta un sacco di roba tutta insieme. e quindi aspettiamo i pareri della nessie e magari anche della sua moglie, chè soprattutto in cucina è preziosa. ma il chimico sa fare torte anche con i fondi di credenza? ma se no, pazienza: a me gli stufati del marinaio, quelli che ci va dentro tutto compreso il topo morto, mi hanno sempre affascinato.

SUCCEDE


Succede che la notte mi torna la gola che si stringe, e di come passa l'ho già detto, chè poi mica si stringe davvero - spero. e succede che la mattina dopo mi sveglio con un pensiero "oddio ho buttato via i pezzi del forno". chè neanche sono sveglia e mi viene la visione del sacchetto nero della spazzatura dove ho ficcato i pezzi del forno che l'uomo apposito dovrà rimontare settimana prossima, e del sacchetto appoggiato sulla sedia in cucina e di me che dico all'uomo barbuto "domattina, la porti via la rumenta?" . e che non gli dico che nel sacchetto non c'è rumenta, ma mezzo forno. e siccome è una mattina di quelle cosi, neanche sono sveglia che sono già sicura che mi stia venendo l'alzheimer. perchè chi, se non alzy che avanza, metterebbe insieme questa sequenza di distrazioni? e siccome è una mattina così, non è che mi vien da ridere. no, sono già lì che penso di prenotare la visita dal neurologo, oddio come si chiama il neurologo? e chi se lo ricorda, con alzy che avanza? ma nel frattempo il caffè ha avuto il suo effetto, e realizzo che la cosa migliore è guardare. In cucina non c'è, ma... caccio la testa fuori dalla finestra ed eccolo là, il sacco, sul balcone dove avevo detto che l'avrei messo. l'ho detto anche all'uomo del forno, che lo mettevo lì: perchè sennò quando arriva mi metto a cercare i pezzi per tutta la casa. e per il momento mi dimentico di alzy. ma ora mi chiedo: a parte che i pezzi del forno li ho ancora, era peggio se mi dimenticavo di metterli fuori o è peggio che mi sia dimenticata di averlo fatto?

La foto, che mi piace molto, è tratta da "Le Tour de France par les journalistes et photographes qui ont écrit sa légende", un libro fotografico realizzato a sostegno di Reporters sans Frontieres. Non so se ci sia in Italia, ma in ogni caso date un'occhiata al sito, se avete voglia di scoprire che mestiere di merda è diventato fare il reporter: http://www.rsf.org

SORRISI MINIMI UNO, DUE, TRE...


... che è un po' che mancano, neh? e allora ecco qui, in ordine sparso:
una collana che avevo detto chebella e poi mannolasciamostare, dentro la calza delle befana
la faccina bella del KGgb, oggi. e la sua gentilezza dentro, che le fa pensare di far trovare tutto pronto al suo papi che, ahilui, vuol vedere cochierenato
i progetti della nessie e la sua richiesta di un team di cervelli
un film visto al pomeriggio, ma questo lo sapete già
un libro di quel genio fissato di Pastoreau, che si chiama "Blu" ed è ovviamente la storia del colore blu, con riproduzioni bellissime.

la pianta che era un bacchetto stento appena appena vivo e ora è piena di foglie bianche e verdi e ce ne sono un sacco di piccine piccine
l'uomo barbuto che mi abbraccia di notte chè io sto male e così mi passa. e la mattina dopo mi lascia un biglietto cretinettihaifumatopiùdelsolito.
l'uomo che aggiusta il forno che ha lo strabismo di venere. e la maglietta del genoa
e una sorella segreta che in quattro e quattr'otto mi risolve la crisi del primo mattino, con lo straordinario consiglio di pensarmi postuma. bellissimo.


mercoledì, gennaio 10, 2007

IL PILOTA DEL GUNDAM

Io non lo so cos'è il gundam, che mai ho visto un cartone giapponese. però ieri ho visto matrix 3, che un anno ci abbiamo messo io e il KGgB per vederli tutti e tre perchè sono film da pomeriggio e mica è facile trovare un pomeriggio con due ore dentro che non ti senti in colpa a vedere un film invece di essere stupidamente produttivo. che poi a me matrix 1 mi è piaciuto proprio, il 2 un po' meno e il 3 aspettavo. e fino a un certo punto ero scettica: sì vabbè che devi mettercele, le sparatorie il kungpiù e gli effettissimi specialissimi, ma il tutto mi sembrava un po' troppo. E lo psicopatico che non lo è ma lo è, con la faccia piena di sangue, mi faceva senso. Ma poi è arrivata l'epica battaglia di Zion e ho gridato "I transformer!" Chè li ho riconosciuti subito anche se fanno parte di un'infanzia che non è la mia. E quando i transfomer si transformano tutti insieme, claclac pronti combattere, con l'omino dentro che grida banzai senza dire banzai - chè quella sì è la mia infanzia, anche da quelle parti là del tempo chi gridava banzai era sempre lo stronzo, il cattivo, però pieno di onore - ecco, quella scena lì è grandiosa e fa un po' ridere. E così ho pensato al post del gpunto, e ho sentito il perchè della scena: ho capito che effetto deve fare su un immaginario che non è il mio, ma che riesce a essere anche il mio. Perchè poi, cavalli o gundam, io che ero una bambina maschiaccio e volevo fare da grande il moschettiere o il cow-boy, la grande scena eroica ce la siamo sognati tutti. E devo ammettere che il claclac è più suggestivo del nitrito dei cavalli, che loro poi morivano sul più bello. Ma, a parte ciò, mi è piaciuto molto avere avuto in prestito un immaginario altrui, una chiavetta per entrare in un film e vederlo con altri occhi: e capire che gli effettispeciali e il kungpiù e le sparatorie ratatatà sono le figurine che metti al loro posto nell'album della memoria infantile e allora anche loro hanno un senso diverso.

martedì, gennaio 09, 2007

DARWIN AWARDS

C'è chi dice che siamo cinici, a divertirci così. ma siamo tanti: questa è la versione che sta girando per mail, che di solito raccoglie le storie più belle. Quella che mi piace di più è la prima, è straordinario che uno così sia vissuto fino a 41 anni...

I Darwin Awards sono dei premi assegnati a chi ha migliorato il pool genetico umano togliendosi da esso in una maniera particolarmente stupida; sono quindi in genere morti particolarmente idiote, anche se l'atto di rendersi sterili vale per ottenere il premio.

Alcuni candidati di quest'anno:
Un 41enne di Detroit, che è rimasto incastrato ed è annegato in mezzo metro d'acqua dopo aver fatto passare la testa in una grata delle fogne di 45 cm dove aveva perso le le chiavi dell'auto.

Un uomo di 21 anni di Buxton, Nord Carolina, morto quando la buca di 2 metri e mezzo che aveva scavato sulla spiaggia è crollata e l'ha seppellito mentre ci era seduto dentro.

Un uomo di 24 anni è morto in California cadendo di faccia mentre stava rubando di notte in un negozio di biciclette. La morte è stata causata da una lunga torcia elettrica che teneva in bocca per avere le mani libere.

Lo sapevate che le cernie possono pesare fino a 100 kg? E che in America qualche appassionato si lega alle cernie e si lascia trasportare in mare dai pescioni? Pericoloso, no? Lo è anche di più quando non ti porti dietro un coltello per tagliare il filo che ti lega alla cernia, come ha fatto a settembre un ragazzo della Florida..

Sulla scia di Star Wars invece in Inghilterra un 17enne e un 20enne si sono fatti due "spade laser" prendendo due tubi al neon, aprendoli, riempiendoli di benzina e dandogli fuoco.

Menzione d'onore (perchè non si sono tolti dal pool genetico) a un marito e una moglie che sono finiti all'ospedale perchè un pezzo di cadelotto di dinamite è esplodo nella loro macchina. Mentre stavano guidando erano annoiati, e per risollevarsi hanno acceso il candelotto e hanno provato a buttarlo fuori dal finestrino. Che era chiuso.


Il vincitore di quest'anno è un brasiliano, che in agosto ha provato a disassemblare un lanciarazzi guidandoci sopra con la sua auto. Non riuscendoci, ha provato a prendere il lanciarazzi a martellate. Questo secondo tentativo ha funzionato, in un certo senso. L'esplosione si è rivelata fatale per l'uomo, sei auto e l'officina dove stava lavorando.


Purtroppo falsa è la storia del signor Friedrich Riesfeldt di Paderborn, in Germania. Si dice che di lavoro facesse il custode di animali e che avesse un grosso problema: un elefante stitico. Friedrich gli avrebbe fatto irgurgitare 22 dosi di lassativo per animali, prugne e fichi per cercare di aiutarlo. Infine, mentre stava cercando di fargli un clistere di olio d'oliva, il pachiderma avrebbe finalmente defecato, seppellendo Friedrich sotto 80 chili di merda. "La forza dell'inaspettata defecazione ha gettato il sig.Riesfeldt a terra, dove ha perso conoscenza mentre l'elefante continuava a evacuargli addosso" avrebbe detto un poliziotto. Purtroppo, lo ripetiamo, questa storia è falsa.

domenica, gennaio 07, 2007

LA TRISTE STORIA DEL BODY SHOP

Tanti anni fa, andavamo in giro pel mondo e trovavamo le botteghe del Body Shop: qui non c'era ancora, e per qualche anno diventò una nostra tradizione tornare a casa dalle vacanze con una bella scorta di saponi e curiosità cosmetiche. Del Body Shop ci piacevano i prodotti - che tuttora sono validi e spesso inconsueti e divertenti - e soprattutto la filosofia: era, infatti, una delle prime imprese commerciali caratterizzate in senso etico. C'erano, ad esempio, i bottiglioni per la ricarica dei prodotti più comuni: uno arrivava in negozio con la sua bottiglietta e la riempiva, pagando solo il prodotto e non facendo pagare a tutti lo smaltimento di altre, inutili confezioni di plastica. C'era, in generale, l'attenzione per l'ambiente e la dichiarazione di non testare nè i prodotti nè i singoli componenti sugli animali. C'erano ingredienti più "sani" di quelli che allora venivano impiegati da aziende analoghe, c'era un'aria di novità in senso buono. Poi aprirono il Body Shop anche qui, ma nel frattempo erano già sparite le ricariche: e i prezzi non sono mai stati bassissimi, il che sconsiglia una frequentazione assidua e regolare. Però sia la filosofia che i prodotti rimanevano migliori di altri anche se, come succede con le persone che stimi ma di cui non sei davvero amico, la nostra frequentazione si diradò fino a diventare quasi nulla. Ora l'amicae. mi chiede "ma è vero impegno, quello del Body Shop, o è tutto una bossa?" e me lo fa tornare in mente.
Così, profittando delle calze della befana da riempire, ci vado. Ne esco alleggerita in euo, non esattamente in proporzione di ciò che ho comprato - oddio, i veri prodotti di profumeria costano ben di più, lo so, ma quelli non li compro mai. E mentre sono lì, faccio in tempo a vedere che ci sono "prodotti equi" , commissionati da Body Shop ad aziende del terzo mondo che rispettano i diritti dei lavoratori e l'ambiente. e ci credo, perchè nessuno, finora, neanche la più severa organizzazione ecologista o umanitaria, ha trovato appiglio per smentire le dichiarazioni del Body Shop. Però quando torno a casa, vado a vedere sul web (chè la riflessione avrebbe dovuto precedere l'azione, ma insomma..) e trovo due cose: la prima è il Bollino Rosso di Greenpeace, sulla presenza di ftalati e muschi sintetici, pericolosi per la salute. E ciò non ci piace, perchè Body Shop ha detto "sì, sì, li toglieremo", ma non ha detto quando. Il rapporto di Greenpeace - che trovate qui, ci sono un sacco di marchi e prodotti, in pdf che vi potete stampare www.greenpeace.org/italy/ufficiostampa/rapporti - era negativo nel 2005 ed è rimasto tale nel 2006, il che significa che l'impegno di Body Shop non era granchè credibile.
Ma tutto diventa più chiaro quando si sa che nel settembre scorso Body Shop è stato comprato dall'Oreàl, uno dei giganti della cosmesi. Uno di quelli messi sotto accusa dagli ambientalisti - e non potrebbe essere altrimenti - perchè impiegano sostanze testate sugli animali, altre sostanze indicate come dannose agli umani e che di etico non hanno proprio nulla. La fondatrice del Body Shop, colei che fra i primi ebbe la buona idea di fondere etica e affari, ha difeso la sua scelta dicendo che la sua azienda continuerà a seguire comportamenti virtuosi e che spera che ciò possa influenzare anche il resto dell'Oreàl. E questo ragionamento l'abbiamo già sentito, vero? Cambiare il partito da dentro, la rivoluzione si fa prima di tutto nel privato, eccetera eccetera. Tanto per cominciare, anche se i consumatori ignari continuano ovviamente a comprare da Body Shop se se lo possono permettere, le organizzazioni - prime fra tutte quelle animaliste - hanno subito tolto il Body Shop dalle catene "amiche": perchè dare i propri soldi a chi poi può girarli su altri settori dell'Oreàl, quelli che finanziano gli esperimenti sugli animali? Eggià. Ma, in ogni caso: perchè dovremmo sostenere una multinazionale? Quali garanzie ci dà, che continuerà a rispettare ciò che finora Body Shop ha rispettato? La risposta, ovvia, è vicina a zero: la vendita all'Oreàl conclude un percorso di ripiegamento su se steso che il Body Shop aveva già avviato, mantenendo una politica etica in termini sempre più ristretti e defilandosi a poco a poco dalle lotte ambientaliste, a cui nei primi tempi partecipava con l'esporre nei propri negozi petizioni e materiali informativi.
Così come sta già succedendo in altri settori, primo fra tutti quello del cibo, le multinazionali e le grandi aziende vogliono accapparrarsi anche il "settore sensibile" della popolazione, che si va ampliando e fa business. Poi, come è già successo negli Usa con il cibo biologico, tentano di imporre regole nuove, dove l'etico sparisce a favore del business mentre al consumatore ignaro rimane l'etichetta.
E la nostra vita diventa sempre più complicata, il tentativo di non farci impiccionare sempre più difficile. Ora, fra le aziende cosmetiche che paiono stimabili (oltre che divertenti, chè a volte ci vuole) , sembra esserci Lush, che tenta di coniugare prodotti non nocivi - nei limiti della cosmesi - e comportamenti etici con una serie di prodotti nuovi e carini. ma su Lush devo ancora fare indagini approfondite: spero che alla fine non esca che appartiene a Monsanto...

giovedì, gennaio 04, 2007

UNA COSA BELLA

Ne avevo già detto qui, di una telefonata arrivata dalle nebbie del tempo: che quindici anni non erano, ma una decina più o meno. ed è successo che con questa amica rispuntata ci siamo viste, ed è stato bello. perchè forse abbiamo in comune più cose ora di allora, chè allora soprattutto abbiamo lavorato insieme e ora invece ci siamo viste proprio solo per vederci. E poi è arrivata anche l'amicae. e così abbiamo messo a parte l' amicanico - lei - della nostra microeconomia, che proprio in quel momento prevedeva il passaggio di una quiche di formaggi. E così mi è venuto un bel senso di mondo che si allarga, di vita che ti torna anche quando non ci pensi più, di problemi e risorse comuni, di un sacco di altre cose chè poi divento retorica e allora taccio. Ma insomma, quando la vita fa queste piccole cose, che mai ti aspetteresti... ecco, allora mi piace proprio.

BASTA NON SCORAGGIARSI

Il boicottaggio della cocacola fa parte della mia vita: prima la si boicottava in quanto espressione dell'imperialismo yankee, poi ci abbiamo preso gusto e l'abbiamo boicottata in quanto multinazionale. Io sono avvantaggiata, chè mi fa proprio schifo, quindi non la berrei comunque.
Ma negli ultimi anni, diciamo dalla fine degli anni '80 in poi, i motivi del boicottaggio sono diventati ben più seri: la cocacola uccide i sindacalisti. Lo fa senza neppure preoccuparsi troppo di mistificare la cosa, chè agli yankee l'arroganza ci piace, e tutte le persone un po' sensibili ormai lo sanno.
Ma, ci dice il Reboc - il Comitato promotore del boicottaggio - la lotta dei sindacalisti del Sinaltrainal non è "solo" una lotta sindacale: è la lotta, ormai frequente in America Latina, contro la privatizzazione di tutto. E privatizzare tutto significa che poi non ci sono più diritti, solo soldi. Se hai soldi ti paghi il cibo, l'acqua, la salute, l'istruzione. Se non ce li hai, ciccia: lavora e taci, sennò ti licenziano. O ti ammazzano.
Allora, si diceva un tempo "ogni lotta aiuta un'altra lotta" e il rischio delle privatizzazioni selvagge è ben presente anche qui, chè il Prodi deve ben dimostrare che gli italiani sono mica meno liberisti degli altri europei (gurgh, che nausea...). E in America Latina un po' di lotte le hanno anche vinte, contro le multinazionali e contro i governi che a loro si svendono.
Perciò, mandiamo una foto al sito, così come ci chiedono:
http://www.fotocola.net/index-ita.htm
Oltre, naturalmente, a non comprare cocacola manco per sbaglio, che il chinotto è molto più buono. O i guaraniti solidali.
Perchè, anche a parte la lotta del sindacato dentro la cocacola co. , sul sito c'era anche questo pezzettino qui:
"Le minacce di morte sono state indirizzate anche agli studenti dell’Università dell’Atlantico di Barranquilla. Di tutte le università colombiane, questa è quella con il più alto tasso di studenti ammazzati dai paramilitari di estrema destra. Tra il 1998 e la fine del 2006, sono stati uccisi trentanove studenti e tre professori, per tentare di bloccare le loro campagne in favore di una scuola pubblica accessibile a tutti e per altre attività sociali e politiche, come per esempio il lavoro con le comunità indigene sfollate a causa del conflitto armato in Colombia e come l’educazione alla pace con i bambini in età scolare. L’educazione superiore sta venendo privatizzata lentamente in Colombia. Il campus centrale dell’Università dell’Atlantico è stato chiuso nel Luglio del 2006 e, secondo quanto si dice, sarà presto convertito in un supermercato della catena francese Carrefour."

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SALVA LA VITA AI SINDACALISTI COLOMBIANI
BOICOTTA COCA-COLA

martedì, gennaio 02, 2007

A VOLTE

ci sono state volte nella mia vita, e neanche poche, che ero giù. o preoccupata. o avevo voglia di cambiare qualcosa e non sapevo cosa. o sapevo di dover cambiare e non sapevo come. tutte queste volte qua, di solito, mi stordisco: mica tanto, quel che basta. mi stordisco di lettura, che è il modo migliore di portar via la mente, altro che alcool o ddroga. E se già leggo di tutto normalmente, se sono in crisi leggo più di tutto. La mia già ampia selezione finisce per diventare una non-selezione, e leggo anche brutti libri. Brutti proprio nel senso di brutti, di quelli che se uno pensa "quali libri non dovrebbero essere stampati" ecco, quelli.
E in quei brutti libri lì, almeno un po' di volte ho trovato la risposta che non stavo cercando. Non so perchè più spesso nei brutti libri che in quelli belli. Forse perchè ti colgono a tradimento, pensi che non ci sia dentro niente e tacchète, colpito. E senza nessuna intenzione da parte dell'autore, chè non sono i messaggi profondi quelli che ti sbloccano, ma le piccole cose che in quel momento per te hanno un significato. O forse perchè anche i brutti libri possono avre dentro cose che, isolate, brutte non sono: e ti colpiscono di più proprio perchè non te le aspetti, in quel contesto.
Così, io non sono contraria ai brutti libri, anche se mi innervosisce che ce ne siano così tanti in giro. Devo a loro qualche piccola svolta della mia vita, qualche illuminazione improvvisa, qualcosa che di colpo ho capito, momenti che, come molti altri, mi hanno aiutato a crescere e a saltare di medusa in medusa.
Però rimangono brutti libri: ed è importante, secondo me, sapere che il valore che hanno avuto ce l'hai trovato tu. Perchè, a volersi raccontare che sono buoni libri si fa un torto a se stessi e si regala un onore immeritato a loro.
A volte, e neanche poche, tutto ciò succede anche con le persone: ed è ancora più importante mantenere, almeno in un angolino, la distinzione fra ciò che sono e ciò che noi riusciamo a trarne

lunedì, gennaio 01, 2007

TIRIAMOCI FUORI

Ah, pensavate mica di cominciare l'anno senza una nuova idea, eh? Chè tanto che eravamo qui, tra una fetta di salmone e un tè, tre comune-tari più due zonte - nelle persone dell'uomo barbuto e della pace fortissima - han già messo su l'altraeconomia, quella della comune-ty.

Perchè è vero che si può fare il baratto,ma va detto che esso rischia di non partire mai:e chi ce l'ha proprio un lucchetto a combinazione quando me mi avanzano tre salami di capodanno? Così, chi vuole il salame può venirselo a prendere comunque (dico sul serio, Chimico, se l'amicae. non si oppone), ma insomma.
Allora, abbiamo pensato ai gonglotti
: il nome è provvisorio e si accettano proposte migliori, ma sono LA MONETA DELLA COMUNE-TY.
Un gonglotto ha come base un pane dell'amicae.: una torta, quindi, può valere dai due ai quattro gonglotti a seconda della sua complessità e dei materiali impiegati. E così via.
I gonglotti bisogna fabbricarli, ovviamente, e il brother dice che farà un listino prezzi: inizialmente ne potremmo avere tutti dieci e , come insegna il compagnomatto Chavez, avranno valore limitato nel tempo. Se valgono fino a settembre, p. es. , se non li spendi entro settembre sono fatti tuoi.
Con i gonglotti si possono pagare merci - cibo soprattutto, ma anche usato vario, o robe di artigianato - e servizi - chi mi monta una mensola, p. es.?

Importante è non confondere le istanze morali con quelle commerciali: il brother continuerà a venire qui a mangiarsi i suoi wurstel a gratis, p. es., e noi a tediarlo con i nostri problemi di computer, altrettanto.
L'idea va perfezionata (primo dubbio, per cominciare: i dieci gonglotti iniziali si pagano in soldi veri? chè la risposta sarebbe no, ma se tutti ci crediamo abbastanza potrebbe anche essere sì, così siamo tutti più seri) e poi messa in pratica: chi ci sta?

SONO ANCORA IN TEMPO


Quando fu molto vecchio, Rabbi Zoussya, un celebre maestro del chassidismo, affermò:
"Nel mondo che verrà, la domanda che mi rivolgeranno non sarà perchè non sono stato Mosè. No, la domanda che mi faranno sarà:"Perchè non sei stato Zoussya?"

Questa storiella è citata da Moni Ovadia nel suo "Così giovane e già ebreo", ma esiste in molte altre versioni: alcune sono più belle o toccanti, ma la sostanza è sempre la stessa. E succede che a volte, magari anche a lungo, ci si dimentichi di essere chi si è. Ci sono pezzi che si perdono per strada, obblighi che sembrano incombere, tentazioni che sembrano importare, imperativi che sembra impossibile trascurare. Si entra in conflitto con se stessi, e spesso si perde.
Così, il mio proposito per il nuovo anno, che fa ancora parte dei miei cinquanta - un buon punto di svolta, no? - è quello di essere di più me. Un obiettivo ambizioso, sissì.