Detto ciò, mi pare che il nodo non sia questo nè, tanmeno, la debolezza del governo appena caduto, su cui ora tutti insistono. "eh, sì, l'avevo visto giù, in questi ultimi giorni... " "sissì, si era così smagrito...": come nei discorsi che si sentono ai funerali, ognuno può rivendicare a buon diritto l'aver detto che la coalizione era debole. Da due anni lo si diceva, o sbaglio? Da quando era nato, cioè, e già tutti ripetevano il pronostico della fatacattiva dai capelli trapiantati e i denti pure: "crolleeeràà, ahahah, non ce la faraaaà maaai!" E tutti vuol dire tutti, a sinistra e a destra. Quindi, che analisi politica è, dire che il governo prodi ha pagato la sua debolezza?
Non ho visto, finora, qualcuno che provi a riflettere su quelli che - stanti le cose come stavano anche prima -possono essere stati elementi nuovi che in questo ultimissimo periodo hanno provocato un precipitare della situazione. Da quel che leggo sembra che non ce ne siano: sembra che il governo si sia sfaldato, come una mummia esposta di colpo all'aria. E com'è che allora quello precedente, con ben peggiori risse e contraddizioni al suo interno, ha retto per cinque anni? Com'è che, comunque, anche questo è riuscito a reggere per due anni? Perchè per due anni sì e e per due anni e otto mesi, poniamo, no? Sono questioni speciose?
Io non credo: come ci insegnavano a scuola, ci sono le ragioni immediate e le ragioni remote, le une non escludono le altre.
Polo sul manifesto indica, è vero, l'emergere di Veltroni come ulteriore elemento di debolezza del premier e può darsi che nel gioco di correnti e schieramenti un po' di ragione ce l'abbia: ma siamo sicuri che il tema ci interessi? ha un senso il ragionare a partire da una visione politica così angusta e limitata da crollare per un (finora più potenziale che reale) scontro fra due leader? che maximi non son di sicuro, poi: e la nota non sembri peregrina chè, insomma, non si parla certo di Stalin e Trotsky, per dire.
No, la banale verità è che ci piace essere masochisti, ma proprio del tutto: e nemmeno di fronte alla disfatta riusciamo a dare la colpa a qualcun altro. perchè, sì, dini e mastella vergogna e bene ha fatto prodi a sputtanarli dimostrando che sono loro a far cadere il governo, ma certo nonpotevacheandarecosì. Anche, o forse soprattutto, a sinistra si insiste su sbagli e debolezze, si tramanda perfino ai posteri la visione di prodi come quella di un "onesto cazzaro", che è poi esattamente anche la visione della destra.
E allora, forse solo perchè mi irrita questo cattolicesimo insàid - padre perdonali perchè non sanno quello che fanno 'sta minchia - mi viene da pensare: ma mi sbaglio io o l'arroganza ricattatoria di mastella ha coinciso, nei tempi e nei modi, con l'offensiva a tutto campo del noto pastore tedesco? in un'escalation di cui mastella era certamente uno degli aspetti e degli agenti minori, ma minore non vuol dire nullo.
Io non sono molto brava con date e periodi, ma insomma a me pare che dopo un periodo iniziale di valutazione, in cui si è per esempio giocato il destino dei Pacs non a caso finiti così nel niente, i nostri angelicustodi di sempre abbiano deciso che con noi amicici del demonio non si può giocare nè ora nè mai, neppure se il premier va a messa tutte le domeniche. E questo, per esempio, sarebbe un fattore politico che non esclude, com'è ovvio, la paura della riforma elettorale di mastella, ma che forse dà un senso più ampio alle sue apparentemente illogiche azioni.
E la rumenta, ormai per tutti munnezza? Confesso, non ci capisco granchè e sono però convinta che nessuno, ma proprio nessuno a parte forse qualche testacchione di Legambiente, ci capisca davvero: ma contro il governo Allende furono sobillate le casalinghe, che andarono in piazza picchiando sulle casseroles nonchè, vi ricorda quaccheccosa? i camionisti che bloccarono i rifornimenti nel Paese. E io ci credo che la gente esasperata faccia strane cose, ma non pare un po' razzista (di quel bel vecchio razzismo di sempre, quello contro i meridionali) credere che in Campania non si rendano conto che bruciare i rifiuti vuol dire respirarli? Allora, ecco che si parla di camorra e dintorni e non solo di gente esasperata, e sarà sicuramente un caso se tutto 'sto po' po' di casino su un problema che dura da almeno un decennio ha preceduto di poco la caduta del governo, no?
E non vado più avanti di così, col pensare a muzzo, visto che comunque l'esercizio non appare molto utile, ormai: ma insomma queste due cose sono quelle che sono venute in mente a me, magari qualcun altro potrebbe avere strumenti migliori, a volerli usare.
Chè non si tratta di complotti e congiure, ma che forse è l'ora che ci ricordiamo che la politica non è certo quella che si fa sputazzandosi fra i banchi: non è quella nè in positivo - che, certo, indicare questa debolezza autoreferenziale del governo prodi non è sbagliato, ma non è tutto qui - nè in negativo, che gli interessi veri dietro la politica sono sempre stati ben altri dalla manciatina di voti o di potere.
Moni Ovadia nel suo ultimo spettacolo racconta quali nefandezze e boicottaggi furono compiuti ai danni dell'Unione Sovietica ad opera degli stati capitalisti: è buffo, ma neanche i "più compagni" fra noi sapevano le cose che lui racconta. E' un vizio antico, il nostro, evidentemente.
Ma magari mi sbaglio, neh, e sono già pronte fior fiore di analisi politiche, ma politiche davvero, invece di martellate sui coglioni: se le avvistate, ditemelo.
Polo sul manifesto indica, è vero, l'emergere di Veltroni come ulteriore elemento di debolezza del premier e può darsi che nel gioco di correnti e schieramenti un po' di ragione ce l'abbia: ma siamo sicuri che il tema ci interessi? ha un senso il ragionare a partire da una visione politica così angusta e limitata da crollare per un (finora più potenziale che reale) scontro fra due leader? che maximi non son di sicuro, poi: e la nota non sembri peregrina chè, insomma, non si parla certo di Stalin e Trotsky, per dire.
No, la banale verità è che ci piace essere masochisti, ma proprio del tutto: e nemmeno di fronte alla disfatta riusciamo a dare la colpa a qualcun altro. perchè, sì, dini e mastella vergogna e bene ha fatto prodi a sputtanarli dimostrando che sono loro a far cadere il governo, ma certo nonpotevacheandarecosì. Anche, o forse soprattutto, a sinistra si insiste su sbagli e debolezze, si tramanda perfino ai posteri la visione di prodi come quella di un "onesto cazzaro", che è poi esattamente anche la visione della destra.
E allora, forse solo perchè mi irrita questo cattolicesimo insàid - padre perdonali perchè non sanno quello che fanno 'sta minchia - mi viene da pensare: ma mi sbaglio io o l'arroganza ricattatoria di mastella ha coinciso, nei tempi e nei modi, con l'offensiva a tutto campo del noto pastore tedesco? in un'escalation di cui mastella era certamente uno degli aspetti e degli agenti minori, ma minore non vuol dire nullo.
Io non sono molto brava con date e periodi, ma insomma a me pare che dopo un periodo iniziale di valutazione, in cui si è per esempio giocato il destino dei Pacs non a caso finiti così nel niente, i nostri angelicustodi di sempre abbiano deciso che con noi amicici del demonio non si può giocare nè ora nè mai, neppure se il premier va a messa tutte le domeniche. E questo, per esempio, sarebbe un fattore politico che non esclude, com'è ovvio, la paura della riforma elettorale di mastella, ma che forse dà un senso più ampio alle sue apparentemente illogiche azioni.
E la rumenta, ormai per tutti munnezza? Confesso, non ci capisco granchè e sono però convinta che nessuno, ma proprio nessuno a parte forse qualche testacchione di Legambiente, ci capisca davvero: ma contro il governo Allende furono sobillate le casalinghe, che andarono in piazza picchiando sulle casseroles nonchè, vi ricorda quaccheccosa? i camionisti che bloccarono i rifornimenti nel Paese. E io ci credo che la gente esasperata faccia strane cose, ma non pare un po' razzista (di quel bel vecchio razzismo di sempre, quello contro i meridionali) credere che in Campania non si rendano conto che bruciare i rifiuti vuol dire respirarli? Allora, ecco che si parla di camorra e dintorni e non solo di gente esasperata, e sarà sicuramente un caso se tutto 'sto po' po' di casino su un problema che dura da almeno un decennio ha preceduto di poco la caduta del governo, no?
E non vado più avanti di così, col pensare a muzzo, visto che comunque l'esercizio non appare molto utile, ormai: ma insomma queste due cose sono quelle che sono venute in mente a me, magari qualcun altro potrebbe avere strumenti migliori, a volerli usare.
Chè non si tratta di complotti e congiure, ma che forse è l'ora che ci ricordiamo che la politica non è certo quella che si fa sputazzandosi fra i banchi: non è quella nè in positivo - che, certo, indicare questa debolezza autoreferenziale del governo prodi non è sbagliato, ma non è tutto qui - nè in negativo, che gli interessi veri dietro la politica sono sempre stati ben altri dalla manciatina di voti o di potere.
Moni Ovadia nel suo ultimo spettacolo racconta quali nefandezze e boicottaggi furono compiuti ai danni dell'Unione Sovietica ad opera degli stati capitalisti: è buffo, ma neanche i "più compagni" fra noi sapevano le cose che lui racconta. E' un vizio antico, il nostro, evidentemente.
Ma magari mi sbaglio, neh, e sono già pronte fior fiore di analisi politiche, ma politiche davvero, invece di martellate sui coglioni: se le avvistate, ditemelo.
4 commenti:
Spesso ci arrovelliamo per cercare una logica decente che fa muovere questa politica, e sistematicamente, dopo tante considerazioni critiche e "costruttive", ci ritroviamo addosso un senso di frustrazione accompagnato da un impressione del tipo "mi sa che ci hanno fregato ancora...".
Forse facciamo bene a curare il nostro lato più bello, ma a volte ritorna qualche dubbio sulla "buonafede" di chi ci governa, soprattutto quando si scopre che c'è gente che si incontra per decidere sulla nostra pelle qualcosa di non divulgabile...
Ad esempio, c'è qualche relazione fra l'elenco dei signori partecipanti al Bilderberg, e le scelte politiche di questi anni?
http://it.wikipedia.org/wiki/Gruppo_Bilderberg
Come diceva un esperto: a pensare male si fa peccato, ma quasi sempre ci si azzecca.
Mah,@ros, non ne sapevo niente e sono andata al link: uuh, preoccupante.
poi però ho guardato chi altro ne parla e ho trovato solo grillo. dici tu: sfido, è segreta... ma a me vien da pensare che se l'ha saputo grillo anche altri lo possono sapere, no? e se c'è addirittura su wikipedia - su cui però, ricordiamolo, chiunque può inserire qualcosa - perchè nessun altro se la fila?
E anche su wiki è scritto che all'ultima riunione erano invitati un bel po' di giornalisti, ma non c'è nessun link ad articoli pubblicati dai loro giornali. Tutti venduti? Può anche darsi: ma, conoscendo bene la categoria, ti direi che il loro prezzo è più facilmente uno scoop. E che riescano a far tacere gli esponenti e i direttori di tante testate in concorrenza fra loro... ecco, se anche il resto fosse credibile su questo avrei i miei dubbi.
Seriamente, non ti pare che l'insieme sembri costruito ad arte per far spaventare la gente?
Per farci pensare che tanto è inutile far qualsiasi cosa chè il vero potere è nascosto e non ci possiamo arrivare? Tutto è possibile, naturalmente, ma...
Ho trovato anche il resoconto di indymedia sulla riunione del 2004 e, benchè indiymedia sposi ovviamente la tesi del complotto, non mi pare che riesca a ricavarne granchè. però se vuoi leggerla, è qui:
http://italy.indymedia.org/news/2004/06/564845.php
beh, sembra che almeno la BBC dia per assodato l'esistenza del gruppo Bilderberg come elite politico-finanziaria con particolari caratteristiche e che non divulga il contenuto degli incontri (vedi link sotto).
Da quì a dare corpo ad una teoria del complotto internazionale ne passa,
però è quantomeno sconcertante che dei personaggi con rilevanti incarichi di potere e responsabilità verso il pubblico vengano invitati e partecipino ad incontri senza dare un riscontro chiaro sull'oggetto dell'incontro e le conclusioni o sulle decisioni che sono state prese.
diciamo pure che oltre allo sconcerto sta storia fa anche incazzare...almeno a me...
http://news.bbc.co.uk/2/hi/europe/3031717.stm
http://news.bbc.co.uk/2/hi/uk_news/magazine/3773019.stm
Com'è che poi nessuno mi ha sputato addosso per non essermi strappato i pochi capelli per la caduta di un governo che neanche ci piaceva? :P
No, battute a parte... condivido l'idea di approfondimenti, però vorrei farti un paio di appunti:
1. com'è che allora quello precedente, con ben peggiori risse e contraddizioni al suo interno, ha retto per cinque anni? Beh, vedi, perché è noto che noi di sinistra non appena siamo in due abbiamo tre idee diverse. E che la destra invece, pur di gestire il potere, fa i patti col demonio e lava i panni in casa. Dunque il Berlusca ha rimpastato due volte il governo, ma hanno fatto finta di niente.
2. Sui rifiuti in campania... ecco, hai detto di tutto e non ho capito bene cosa pensi, però ho visto, e vedo in generale, tanta diffidenza, sento di gente sobillata e mafia eccetera tutti brutti e cattivi per far cadere il governo prodi. Mi sembra di aver già postato altrove le ragioni tecniche per cui certe discariche non s'anno da (ri)aprire. Che c'erano siti alternativi e non sono stati presi in considerazione (né dalla destra né dalla sinistra, che troppo spesso sono al servizio degli stessi poteri forti). Per me, che poi ci sia qualcuno che li strumentalizza (anche di noi si disse di tutto), ciò non toglie che abbiano un mucchio di sacrosante ragioni.
Visto che s'è parlato di miopia :D... domenica Bertinotti da Fazio diceva che la classe dirigente deve fare spazio a una nuova generazione, perché anche chi condivide la stessa fede politica vede le cose (nuove) con occhi diversi. Perché, allora, sento tanta sfiducia verso i movimenti popolari (spontanei)?
Ne approffitto per incollare una mail che ho ricevuto, chiedo scusa per la solita prolissità ;P
Il re è nudo
Dalla crisi di legittimità a una crisi di sistema?
Tutti lo sanno, pochi lo dicono. Qualche giorno fa un editoriale del Corsera - la voce in questi due anni dei veri azionisti di maggioranza del governo - iniziava così: “Sepolte sotto una montagna di rifiuti giacciono le spoglie della seconda repubblica”. Riferendosi alla vicenda monnezza in Campania, la preoccupazione era chiaramente per il problema della governabilità in generale. E non certo perché il governo Prodi abbia fatto poco per banche e imprese se è vero che su questo versante ha elargito molto di più che non Berlusconi, come pietosamente ha lamentato ogni tanto qualche suo rappresentante di “sinistra”.
E allora? Allora basta guardare alla gente per strada di cosa parla. E al pazzesco numero di morti sul lavoro ogni santo giorno, alla precarietà crescente, all’emergenza salari divenuta tema mediatico (ma solo quello), insomma a tutti quei problemi che il governo non solo non può dire di avere minimamente risolti ma neppure saprebbe come affrontare. Non ha risposte: questo il messaggio decisivo, e questa la sua sentenza. E in effetti oggi, diversamente dalla vicenda del ’98, nessuno si straccia le vesti per la caduta del governo.
Chi ha finito Prodi? Non la vergogna dell’affaire monnezza del duo bassolino-jervolino, non la spudoratezza della banda di ceppaloni, non l’incredibile applauso in parlamento all’ineffabile mastella. O meglio, tutto questo come suggello del fatto che il centro-sinistra ha perso ogni appoggio sociale, perfino al di sotto delle pur non alte aspettative di chi lo aveva votato. Potremmo dire: al di sotto di ogni aspettativa. Perdendo nei fatti e nell’immaginario ogni presunta diversità, e trascinando rovinosamente l’ala “radical” e una Cosa sempre più Rotta.
Una profonda crisi di legittimazione che investe - era ora! - tutto il sistema politico istituzionale, da sinistra a destra (che ha poco da star contenta: dove è finito l’appeal nuovista berlusconiano al di là dei bassi istinti di evasori e truffatori?). E’ questa la vera radice della decomposizione del quadro politico, del fallimento degli esperimenti di ingegneria elettorale, dello scolorirsi subitaneo del leader party veltroniano, ben oltre i giochetti di bassa lega tra e all’interno di partitini e i due partiti maggiori.
Una crisi che il sistema di potere e mediatico ha cercato in questi mesi di liquidare come effimera ondata di “antipolitica populista”. Ma ora che il re è nudo… non sarà facile ricoprirlo. Ecco la vera preoccupazione dei signori di cui sopra, tanto più che all’orizzonte si approssimano le nubi della crisi economica innescata dallo scoppio della bolla dei subprime. E se ogni crisi domanda decisione autoritativa, è anche vero che proprio per questo può trasformarsi da crisi di legittimazione in crisi di sistema di cui la prima è sempre sintomo e incubatrice!
Gli indizi sono grandi come una casa. Un sistema politico in piena crisi di rappresentanza per l’incapacità di mediare le spinte sociali, corrotto oltre ogni dire in tutte le sue componenti, inebetito di fronte alla dislocazione dei centri reali di decisione e controllo a scala globale, cerca di salvare il proprio particulare acconciandosi a un ruolo di governance amministrativa localistica in cui si mescolano dimensioni corporative, neoliberiste e securitarie, con un refrain clericale-familistico di sottofondo. Un sistema economico che finora ha vissuto di bassi salari (e diritti), esposto più di altri alle tempeste che si avvicinano dal centro (e non più dalla periferia!) dell’impero. Globalizzazione in salsa italiota, appunto, per quanto niente affatto fenomeno solo nostrano. E questa volta su uno sfondo di rabbia frammista (purtroppo, ancora) a cinismo e implosività.
Una rabbia che molto difficilmente potrebbe sfociare in una nuova tangentopoli, già valvola di sfogo dell’insoddisfazione della gente convergente con la ripulitura delle stalle maleodoranti della politica da parte dei poteri forti. Sia perché - in alto - mentre questi poteri sempre più concentrati hanno già fatto capire di non volere nuovi ingressi nei palazzi che contano, nel mondo politico si è logorata ogni pur minima credenziale di diversità morale di cui ancora godeva il post-pci. Sia perché, dal basso ed è il fattore decisivo, nessuno più crede realmente alla possibilità di moralizzazione della sfera statale, al contrario le (ancora poche ) energie sociali e politiche spontanee che si manifestano si collocano tutte al di fuori e, in modi diversi, contro il vecchio modo di pensare il rapporto tra conflitto, democrazia e istituzioni.
E’ la fine della sinistra politica tradizionale, anche se le sue forme svuotate le sopravviveranno. Il movimento NoTav, il NoDalmolin e tutte le numerose azioni territoriali di difesa dei beni comuni di questo hanno parlato e parlano: contribuendo a produrla hanno evidenziato la crisi in atto del meccanismo della rappresentanza che sta insieme con i processi di espropriazione e mercificazione della vita. Questa crisi non la possiamo “risolvere con un’impennata di volontà”, come ha detto tempo fa Revelli, in un ambiente magmatico che è pronto anche a sprigionare mostri. Ma - come a modo loro hanno mostrato anche la banlieue di Pianura e, in forma più contraddittoria, l’intera mobilitazione campana- di qui non si torna indietro. Anzi, proprio Pianura forse ci dice che, dopo aver “circondato” la metropoli, il movimento per i beni comuni si appresta a farvi ingresso. Con quali soggetti collettivi, su quali temi, con quali forme di conflitto e anche contraddizioni, è la domanda che rimane aperta…
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