martedì, luglio 24, 2007
LEGGERO COME UNA PIUMA
Chiamo un signore molto scorbuticamente gentile - quelli che preferisco - che mi ha già fatto i miei cuscini ungheresi, in passato. Lui e i suoi aiutanti vivono verso Marassi, in un mondo bianco: bianche le piume, bianche le fodere, bianche le fodere delle fodere, bianche ovviamente le cerniere e le rifiniture, bianco il pulviscolo che aleggia su tutto e fa prudere il naso. Gli chiedo se, avendo in casa circa tot piumini singoli e sparsi e avendo, fra due case, tre-quattro letti a una piazza e mezza più due matrimoniali (e nessuno singolo) mi convenga far fare (a lui) uno o più piumini matrimoniali con le piume dei singoli, invece di dirigermi all'Ikea. Essendo scorbuticamente non solo gentile, ma onesto, il signore mi dice: "Dipende tutto dalla qualità delle piume." Ah, ecco l'inghippo: e non avendo mai comprato i piumini danesi con il certificato che solo quello costa come un piumino Ikea, sto già per lasciar perdere. Ma lui aggiunge: "se i piumini che ha sono vecchi, vanno benissimo." Urca, uno vecchio, ma uno solo, ce l'ho: e non credo che glielo porterò, ma ora so che la piuma che c'è lì dentro è migliore di tutte le piume che ci sono adesso, perfino di quelle danesi. "Non c'è confronto tra la piuma di adesso e quella di cento anni fa, mi creda." Gli credo, dopo tutta una vita penso che saprebbe valutare anche le piume di un angelo. "E sa perchè?" No, perchè? "Perchè le oche vivevano in un mondo migliore." Ciapa lì. E il brutto è che sarà sicuramente vero. E che io andrò all'Ikea, a comprare un altro piumino scamarcio.
nota 1: per chi si sta chiedendo cosa sono i "cuscini ungheresi", la storia è questa. La prima volta che andammo in Ungheria, ai tempi in cui le piume nazionali venivano usate dai magiari e non dalle multinazionali, in albergo trovammo questa combinazione: due cuscini enormi, di piuma, con sopra due cuscinetti altrettanto. Li trovammo così comodi da comprarli: il viaggio di ritorno in R4 con i cuscini avvolti nel loro nylon ricorre ancora negli incubi di Nessie, che divise con il loro il sedile e la mancanza di aria condizionata. Noi, da quel momento, ci condannammo a una vita di federe fuori misura - mai coordinate, se non trovo qualcuno che sappia cucire - e di rifacimenti periodici dei cuscini istessi, chè adesso non li hanno più neanche in Ungheria. Siamo custodi di una tradizione perduta, di fatto, ma dormiamo comodi.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
5 commenti:
domandina a chi può avere di queste conoscenze psicologiche: ha un nome, e se si quale, la sindrome per cui uno scientista prova 'fastidio interiore' se legge "nota 1", la cui presenza di numerazione lascia supporre che ci sia bisogno di numerarle, si aspetta una "nota 2", e l'aspettativa non soddisfatta gli fa stridere qualcosa dentro?
:-D
...e io spesso ci ripenso a questa cosa: che io sui quei cuscini stavo altissima, tipo altezza testa vostra. Senza cintura di sicurezza, of course, era il 1986...E' così divertente, l'incoscienza...!
Sindrome di Pignolini? :-) La mia invece si chiama distrazione. chè effettivamente avevo pensato di farne 2, di note, ma poi me ne sono dimenticata.
ah sissì, la aspettavo anche io la nota 2, sono rimasta triste per circa dieci secondi e poi sono tornata ai power point. :)
@Fede: :-D
sindrome di Pignolini mi piace, si si. Però non descrive il fenomeno... è come sentire una stonatura in una canzone che ti piace. Ossessivo-compulsivo?...
...
...
no, Pignolini è più simpatico. ;-)
Posta un commento