giovedì, luglio 26, 2007

QUESTI POSTI UNGHERESI...

Che, intanto, ci siamo persi. Scavallando su e giù per la Valpolcevera, scusi sa la strada per arrivare a Villa Serra di Còmago? E chi diceva Mòrego e chi Manesseno, chi ci mandava a Serra Riccò e chi giù fino alla pizzeria Rocca, e tutti avevano ragione. Oltrepassando villette ordinatissime, murales "no al cantiere ma alberi di pere", pergolati d'uva e curve che più che a gomito sono distorsioni, abbiamo scoperto che alcuni di noi non avevano mai neppure sentito questi nomi sdruccioli, esotici perfino, e del resto lo stato d'animo era ormai quello che ci colse nelle sperdute langhe magiare. Ovvio che poi la strada giusta era lì, la prima che abbiamo ignorato anche se era visibilissima. Perciò, dopo aver fronteggiato un Terribile Attacco Di Fame dell'uomo barbuto, siamo entrati nell'agognata Villa Serra pagando il nostro biglietto da 2 euri. Un po' perplessi sul biglietto, da quando in qua il verde si paga? Ma, tutto sommato, la modica cifra non sembra del tutto sbagliata, tanto più che residenti e habitués pagano dieci euro l'anno, i bambini e gli anziani nulla: la villa restaurata è davvero bellina, il verde è curato per quanto lo permette la stagione e l'alto tasso di bambini piccolissimi e traballanti fa pensare che, tutto sommato, convenga pagare il pizzo all'inciviltà diffusa. E' triste, ma è così.
E in più, udite udite, era la giornata degli "anziani a villa serra": e un folto numero di vedove, con vestito bello e scarpette da prato, stazionava cicalando sotto i chioschi del bar, approfittando del gelato gratis.
Noi abbiamo mangiato i favolosi panini al forno - si manderà la ricetta qui - su una panchina au bord du lac, poi abbiamo scarpinato in giro, collaudando il primo-paio-di-sandali-della-sua-vita dell'uomo barbuto, di cui si dà documentazione fotografica a riprova. Al laghetto superiore ci siamo (chi più chi meno) entusiasmati davanti alle tartarughe perfino più numerose delle vedove, e
nel laghetto principale abbiamo contato le anatre diverse dalle altre (due coppie, diverse anche fra loro) e ci siamo chiesti chi fosse questo intruso quiz.
Davanti alla scultura "Ti te po capì" è scoppiato, improvviso, il dibattito sull'arte: a me piaceva perchè ci vedi quello che vuoi secondo il punto da cui la stai guardando, al KGgB non piaceva per lo stesso motivo. Troppa confusione, che diamine!
Abbiamo poi guardato gli alberi da sotto in su - ce ne sono
di pregevoli, anche se il vanto della villa è la collezione di ortensie - e rilassati sul prato, quand'ecco risuonare i tamburi in lontananza. Pigramente ma prontamente, abbiamo capito che era La Musica Per Gli Anziani e abbiamo ingaggiato una feroce partita di mucca volante sul prato. Ma proprio mentre avevo preso il ritmo giusto - ci metto un po' a coordinarmi e non mi ricordavo in che senso va ruotata la mucca prima di lanciarla - ecco che la musica giunge fino a noi sui suoi piedi. Era una banda! Non so a voi, ma me le bande mi fanno sempre ridere: ma non di cattiveria, proprio perchè sono buffe. L' abbiamo guardata passare per il viale, e non mancava neppure il bambino che fa lo scemo dietro all'ultimo suonatore. Ma c'è un limite all'indulgenza verso se stessi, e non l'abbiamo seguita, non subito: ma ci ha tentato di nuovo quando siamo andati a prendere una birretta al punto ristoro, chè lì accanto c'era il palco sul quale una stonatissima tromba ha massacrato un valzer di strauss insieme alle vedove che battevano le mani, non sempre a tempo. E così, quando il capobanda ha annunciato "qualcosa di speciale" sul prato ci siamo cascati subito e ci siamo uniti al codazzo, pregustando la minestrina serale a cui ormai avremmo avuto diritto.
Il qualcosa di speciale era un carosello di suonatori incrociantesi suonando, che il KGgB ha ammirato per la sua geometria. Alla fine, passando accanto ai parenti della banda che tenevano in mano chi un cappello chi uno spartito chi un pezzo di oboe - già, non si pensa mai a questi silenziosi ed eroici supporters della bande, neh? - abbiamo abbandonato la villa, stanchi e felici. E, come ha notato il KGgB, appena all'esterno ci ha accolto il caratteristico odore di hinterland genovese: pesto, con molto aglio.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Gentile bloghessa, nonostante le Sue promesse non trovo ancora traccia degli Sciapodi. In compenso mi pare che le Sue ferie vadano nettamente meglio di quanto si aspettava Lei stessa i suoi parenti più prossimi. Che sia l'ennesima versione dello scecspiriano "Tanto rumore per nulla"?

la fede ha detto...

ma che bello! me lo dovete dare l'indirizzo della villa con le tatarughe e le bande!
ma soprattutto: che cos'è la mucca volante?

lastreganocciola ha detto...

Villa Serra di Comàgo, tutto qui. in valpolcevera, e non chiedermi di più. la mucca volante è più un casino spiegarla: una specie di frisbee lungo e cavo a forma di mucca. ma se un giorno ci giochiamo lo capisci meglio...

lastreganocciola ha detto...

ops, sbagliato l'accento, è Còmago.