mercoledì, ottobre 24, 2007

E' LA STAMPA, BELLEZZA?


Pagavo qualcosa con carta di credito, mi hanno chiesto un documento - genova, of course, e non immaginate che stessi comprando uno yacht, è solo che qui si usa così anche per trenta euro - e, frugando nella mia bustina, il primo che ho trovato è stato il mio tesserino da giornalista pubblicista. Lacero e contuso, come lo si potrebbe definire dopo ventisette anni di permanenza nelle mie borse, i suoi bollini annuali appiccicati in ogni angolino disponibile, è un tesserino che appare decisamente vissuto: anche se, in realtà, il titolare - c'est moi - non fa più davvero il giornalista da un sacco di tempo. Certo, articoli ne ho scritti e ne scrivo ancora, ma "fare il giornalista" è altra cosa: ma sempre più spesso mi chiedo chi è rimasto, a "fare il giornalista".
Chè l'esser troppo criticoni a me non piace, in nulla e su nulla, eppure in virtù del mio tesserino oltre che della mia coscienza di normale cittadino spesso mi indigno.
Per esempio, mi indigno quando, come in questi giorni, la notizia degli incendi in California viene dato come un problema che riguarda le ville dei vip. Migliaia di alberi stanno bruciando, un sacco di case sono state evacuate, Schwarzy ha chiesto aiuto a chiunque perchè le fiamme non si riescono a domare e qual è la notizia? che anche le ville di un paio di attori sono state fatte evacuare.

Capisco il fascino del gossip. Capisco perfino la piccola malignità del "cicca cicca" ai potenti e ai fortunati, quando sembra che la sfiga colpisca anche loro.
Ma non capisco, e appunto mi ci indigno, chi non fa due più due e non arriva a un concetto di "notizia" un po' meno terra terra, un po' meno superficiale e scontato. E' passato pochissimo tempo dagli incendi che hanno colpito e devastato il sud dell'Italia e la Grecia: ora il fenomeno si ripresenta analogo negli Usa, nonostante una probabile disponibilità di più ampi mezzi di soccorso. A me, da lettore, piacerebbe che qualcuno analizzasse il fenomeno, tracciasse o smentisse collegamenti, sentisse magari qualcuno che ne capisce più di me e più di chi scrive il pezzo. O, perfino, mi piacerebbe che anche solo qualcuno mi facesse notare che migliaia di alberi che vanno in fumo in tutto il mondo sono un vero disastro, in tempi di riscaldamento globale, e che la notizia si discosta dal folclore di stagione per diventare significativa, per riguardare tutti noi molto più di quanto possa sembrare a prima vista.

Purtroppo non è così: chè a Malibu le star sono preoccupate, vuoi mettere?
Non è che "fare il giornalista" sia mai stato davvero quel gran mestiere che un'ampia mitizzazione suggerisce: ma oggi appare comunque davvero triste e limitato.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Sarà che non capisco le notizie, ma non è che la cosa veramente importante, in tutto questo bruciare, è che sono due giorni che scrivi?