venerdì, agosto 10, 2007
NON DAPPERTUTTO E' ESTATE
Un Ponte per... manda un'edizione straordinaria della sua newsletter, purtroppo probabilmente destinata a non essere vista da molte persone, dato il periodo. Lo fa per protestare contro l'invasione della Biblioteca Nazionale di Baghdad da parte di soldati dell'esercito Usa e di quello iracheno, compiuta con il pretesto di "garantire la sicurezza" di chi partecipava a un evento religioso nei pressi.
Questo il testo dell'appello, con la e-mail per aderire:
Appello
L'esercito iracheno e americano, contravvenendo a tutte le convenzioni internazionali, è entrato con la forza nella biblioteca nazionale di Baghdad facendone, di fatto, una base militare e mettendo a serissimo rischio il patrimonio librario scampato all'incendio dell'aprile 2003. Di fronte alla resistenza del direttore e dei dipendenti della biblioteca hanno usato violenza fino a sparare alle gambe ad un bibliotecario. Al momento in cui scriviamo i soldati hanno lasciato l'edificio, ma si teme che l'occupazione possa ripetersi presto ed in qualsiasi momento.
La biblioteca nazionale di Baghdad, che Un ponte per sostiene da tre anni, è un esempio di come gli iracheni, se lasciati liberi da ingerenze esterne, possono ricostruire il proprio paese.
Facciamo appello al Governo italiano perchè intervenga presso il Governo di Baghdad affinchè la biblioteca, sia lasciata definitivamente libera dalle armi, anche a tutela del lavoro svolto dalla cooperazione italiana nella ricostruzione della biblioteca stessa.
Invitiamo tutti a inviare immediatamente messaggi di protesta all' ambasciata irachena in Italia:
iraqembroma@yahoo.com
Dal sito di Un ponte per... qualche notizia di più, con le interviste rilasciate alla stampa internazionale dal direttore della Biblioteca, Saad Eskander:
"Eskander ha riferito al quotidiano britannico che ieri una ventina di soldati iracheni si sono impadroniti dell'edificio armi in pugno, minacciando le guardie e il personale.
"Hanno trasformato il nostro archivio nazionale in un obiettivo militare", sottolinea. "Domani o dopodomani, gli estremisti attaccheranno le forze irachene che vi si trovano".
I soldati(...) si sono posizionati sul tetto della biblioteca, dice il direttore. Hanno già cominciato a smontare il cancello di ingresso, e hanno spaccato porte e finestre all'interno dell'edificio principale.
"Le azioni sconsiderate delle forze irachene e delle forze armate Usa, che sembrano considerare accettabile l'operazione, metteranno in grave pericolo il personale e le collezioni della biblioteca e dell'archivio", denuncia Eskander, esprimendo il timore che i soldati possano iniziare a saccheggiare l'edificio "o persino a dargli fuoco".
E ribadisce che riterrà responsabili di qualunque danno materiale al patrimonio o di eventuali vittime l'esercito Usa e quello iracheno.
Saad Eskander è uno storico rispettato, che ha vissuto molti anni in esilio durante il regime di Saddam Hussein. Kurdo, è in possesso anche di un passaporto britannico.
Come il Museo Nazionale di Baghdad, anche la Biblioteca Nazionale e Archivio hanno subito gravi danni subito dopo l'invasione Usa del 2003, a causa di saccheggi e incendi.
Secondo le stime, il 25% delle collezioni della Biblioteca è andato perduto, compresi libri assai rari, mentre l'Archivio ha perso il 60% dei suoi materiali, tra cui documenti insostituibili dell'epoca ottomana.
Eskander, che dirige l'istituzione culturale dal 2003, l'ha ricostruita, conquistandosi rispetto in tutto il mondo, anche grazie al supporto di qualificati partner internazionali, tra cui la British Library di Londra (il cui sito ospita il suo blog), e la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze.
"Un lavoro notevole in circostanze assai difficili", dice Andy Stephens della British Library, citato dal Guardian. "Ha cercato di dare una collocazione neutrale o laica all'istituzione che dirige". "
Un Ponte per... lavora al progetto "La casa dei libri di Baghdad" da due anni e mezzo, collaborando al restauro, alla catalogazione, alla formazione del personale e alla difficile gestione di tutto ciò : da ottobre, nelle librerie italiane saranno in vendita segnalibri creati da illustratori italiani per contribuire alla raccolta fondi. Costeranno un euro: si può fare, no?
E lo so che magari ci sarà qualcuno che pensa che gli iracheni hanno problemi ben più gravi del salvataggio della biblioteca, ma io non credo sia così semplice, o che una cosa escluda l'altra. Secondo me, una della cose peggiori che si possano fare a un popolo è proprio quella di togliergli storia e memoria, e le opere che le contengono entrambe.
Perciò mandate la mail, e non importa cosa ci scrivete dentro, purchè sia chiaro.
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3 commenti:
mandato la mail, o ns. leader
Ma l'ambasciata ha un indirizzo di yahoo????????
@ e.: sì, boh, lascia un po' perplessa anche me. sul sito non c'è niente di più... ma, insomma, in fondo è una mail: nel dubbio, mi pare che si possa fare ugualmente.
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