martedì, agosto 21, 2007

MALIZIOSE PAPERELLE

Giurin giurella, il mio sciaìni questo mese mi dà, in mezzo ai soliti Coprilettielenzuoli Da Cucire nonchè Orribili Disastri Domestici a cui rimediare, anche la straordinaria voce "Paperelle ard". Scritto così. Allora mi vien voglia di dirci, al tipo "ehi, pss... conigliette, amico, conigliette", ma, dopotutto, se a lui ci piacciono le papere che papere siano. E c'è una cosa che ho letto in questi giorni che forse potrà soddisfare la libidine dell'uomo. Senza esitazioni, quindi, vado a raccontare.
Protagonista è Gerald Durrel, che vedete nella foto e di cui ho già parlato un pochino qui :fu uno straordinario personaggio, che da piccolo voleva uno zoo tutto suo e che finì per dedicarsi alla tutela e alla riproduzione di animali a rischio di estinzione, portandoli appunto nel suo "Zoo" dell'isola di Jersey. Morì una decina di anni fa, ma la Fondazione che da Jersey prese le mosse è tuttora attiva ed è servita da esempio per chi ci tiene a far sì che molte specie continuino a vivere, magari in attesa di tempi migliori. Scrisse un sacco di libri ghignosi sulle sue esperienze con animali e umani - no, non è questo il pezzo hard, Durrell aveva una bella seconda moglie - e solo negli ultimi tempi oltre alla parte ghignosa c'era anche l'angoscia di vedere il mondo sempre più rovinato.
Uno di questi ultimi libri è "Io e i lemuri" che in prima edizione si chiamava "Io e l'ayè- ayè": se volete saperne di più - e merita farlo- andate qui.
In questo libro, Durrell è nel Madagascar: già con la sua età e i suoi acciacchi, tra cui le anche rabberciate che gli impediscono alcuni movimenti. Tipo rialzarsi dalla spartana toilette allestita in uno dei campi in cui lui con moglie, aiutanti e troupe della BBC, procede alla raccolta di alcuni animali rari. Il che vuol dire che spesso li sottrae alla pentola a cui sono destinati, spiegando alla popolazione locale (che non è fereocemente affamata, solo ignara) che sono animali protetti dalla legge. In tutto ciò, per rimediare al problema della toilette, Durrell si fa costruire una "comoda" vittoriana - una cassa con un buco in mezzo - il cui utilizzo viene spiegato ai lettori con un pudore molto inglese. Quando il campo si sposta, la comoda fa parte dei bagagli e nel nuovo campo - a cui Durrell arriva dolorante e avvilito perchè si ostina ad andarci in jeep come tutti gli altri - la utilizza come "sedile da doccia". La doccia, ovviamente, è una di quelle sacche da campeggio con rubinettino, all'aperto.

La ricerca degli ayè-ayè non viene premiata se non alla fine: refrattari alla civiltà dell'immagine, gli ayè-ayè non si lasciano trovare finchè la troupe della BBC, in Madagascar apposta per filmarli, non è ripartita. In compenso, il campo dei naturalisti viene eletto a domicilio da una mamma anatra con i suoi pargoli, e gli animi si dividono: un operatore della BBC vorrebbe subito farne arrosto, ma un suo collega li adotta, sdilinquendosi ogni volta che passa la fila dei paperotti. Che, da buoni cuccioli un po' siocchi, si infilano dappartutto e rischiano di farsi calpestare un attimo sì e l'altro anche: ma cacciarli via è impensabile, ormai, se non si vuole rischiare la crisi di un membro della spedizione.
Un giorno, Durrell decide di fare la doccia mentre l'accampamento è quasi vuoto: assiso sulla comoda, osserva divertito i piccoli paperi che arrivano incuriositi a sguazzare, sorride nel vedere che assaggiano la schiuma. Ma ecco che uno si infila sotto la comoda. E da lì, dice Durrell ma lo cito a memoria "dev'essersi chiesto cos'erano quei due buffi cosi che pendevano." L'urlo, dice, si sentì molto lontano. Arriva di corsa la moglie di Durrell, allarmata. E si ferma perplessa a guardarlo, perchè si agita? Poi, appena capisce cos'è successo, fa ciò che ogni brava moglie non manca di fare nel momento del pericolo: scoppia a ridere fragorosamente.
Che ne dite, sarà abbastanza ard per il libidinoso cercatore?

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