... ma forse ci sono teste pensanti da cui non è mai andato via e che, a dispetto delle sgangherate filosofie bersaniane, non cedono al terrorismo della Lega. Sul massacro nelle piazze libiche non si perdono in considerazioni pretestuose e opportuniste, ma rivedicano analoghe lotte a sostegno di altri popoli, in momenti storici in cui la solidarietà non era un delitto o, peggio, un reato.
La lettera a Peacereporter degli operai della ex-Breda è in sussulto di indignazione e di orgoglio operaio: ha il sapore della nostalgia, è vero, che è comunque ben più gradevole del puzzo di carogne attuale.
Il supplemento domenicale del post è quindi il copincolla della lettera, che merita si arrivi fino in fondo.
Ex operai della Breda Fucine di Sesto San Giovanni denunciano: sono anche italiane le armi che sparano sugli insorti libici
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Si calcola che circa il 35/40% del petrolio libico arrivi direttamente in Italia e più del 40% sono le importazioni libiche dall'Italia.
Dal 2004 - per accordi fra il governo Berlusconi e
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Non possiamo dimenticare comunque che tutti i governi succedutisi negli ultimi decenni, nonostante l'embargo imposto dall'ONU, hanno mantenuto ottimi rapporti di cooperazione militare fornendo alla Libia e ai paesi dell'area armi e istruttori.
Anche la Breda Fucine di Sesto San Giovanni di proprietà del governo italiano fino alla privatizzazione che l'ha portata alla chiusura - tramite la Oto Melara, la Breda Meccanica Bresciana, l'Agusta - ha fornito armi, bombe, cannoni e mitragliatrici per le navi e gli aerei (e le contraeree) che oggi sparano sugli insorti.
Noi operai ci siamo sempre battuti contro le guerre imperialiste. Già nel 1991, allo scoppio della guerra in Iraq, insieme agli operai di altre fabbriche organizzammo dal basso uno sciopero generale contro la guerra che portò in piazza a Milano oltre 20.000 lavoratori.
Successivamente abbiamo ostacolato in ogni modo la produzione di armi usando ogni pretesto per fare scioperi.
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Nel 1992 in centinaia fummo espulsi dalla fabbrica e messi in cassa integrazione.
Per tutto questo non possiamo stare in silenzio di fronte agli ipocriti appelli contro la violenza, a favore della transizione pacifica che si levano in questi giorni: diciamo no alle lacrime di coccodrillo versate da politici e industriali corresponsabili di questa carneficina, della morte di centinaia di persone.
Luigi Consonni, Orio Castagnoli, Silvestro Capelli, Michele Michelino, Sandro Tansini, ex operai della Breda Fucine di Sesto San Giovanni
Sesto S. G., 23 febbraio 2011
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