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Perchè, tanto per cominciare, a Eurodisney non ci sarebbe stata una Fabiola - giuro! - che è il capo del progetto e che ci ha spiegato tutto in modo da convincerci che avevamo capito (non era vero, ma è stata brava a farcelo credere): ed era bello vedere quanta quieta passione metteva in quello che andava dicendo, agitando le mani nel vano tentativo di spiegarci l'infinitamente grande e l'infinitamente piccolo che sono la base di tutto il progetto. La mia amica del cuore, Pallotta, fa un mestiere che con la fisica non c'entra niente, ma la Fabiola mi è stata subito simpatica anche perchè mi sembrava di vedere Pallotta mentre mi spiega, agitando le mani nello stesso modo, com'è che l'anellino della collana romana va a incastrarsi perfettamente nel fermaglio della fibbia che lei sta restaurando. Certo, è un motivo sbagliato per appassionarsi alle particelle, ma insomma a me le persone che vivono il loro lavoro in questo modo, senza tirarsela ma anche senza concedere nulla alla superficialità, mi piacciono. Tanto più che la Fabiola, nel mentre, è riuscita a incastrare la cinghia del suo trench in quella del caschetto che teneva in mano.
Perchè, appunto, poi ci siamo messi tutti quanti un bel caschetto rosso e siamo scesi giù: il tunnel è a 100 mt. di profondità, noi ci siamo fermati un po' più su, su una passerella panoramica. Ma prima abbiamo guardato dall'alto, e questo immenso pozzo tutto bianco che si apriva, in fondo, su tubi arancioni e azzurri era bello da vedere e sembrava di essere dentro "Andromeda" , film di cui non mi ricordo nulla se non gli ambienti, che all'epoca (anni '70, of course) ci sembravano appartenere a chissà che futuro. Ora si vedono un po' dappertutto - nelle università, soprattutto - ma così in grande e così precisi fanno ancora un certo effetto. E questo è il secondo motivo sbagliato.
Il terzo è che mi piace giocare. E tutta questa storia sembra un bellissimo gioco per il cervello: scienziati che vengono da tutto il mondo (ah, le donne sono il 6%, e non commento, ma di questo 6% un terzo è italiano: e non commento di nuovo, chè il dato si può leggere in positivo e in negativo, ma insomma la pacefortissima ha dalla sua una buona probabilità statistica nel relativissimo) e un'operazione le cui dimensioni fisiche - un anello superisolato e superaccessoriato che corre sottoterra per 27 km.- sono niente in confronto a quello che si immagina debba essere la dimensione degli incroci dei sapere, delle competenze, degli studi. La tipa simpaticamente burbera che ci accompagnava narrava di gente che studia per trent'anni un materiale nella convinzione che verrà usato, e poi magari scopre che no, p'cato, ne usiamo un altro. Crolli nervosi e crisi, diceva. Senza contare che il tutto, ma proprio tutto, potrebbe finire in niente: chè il famoso bosone che stanno cercando, quello di Higgs, potrebbe non esistere affatto. E se non esiste, gli è tutto da rifare: ipotesi, studi, dimostrazioni, teorie.
C'è una buona parte di follia, in questa scienza, secondo me. E a me la follia, quando è pura, mi par quasi sempre buona cosa.
Che poi questa sia pura... be', lasciatemi far l'ingenua, per una volta. Ché so bene che se Stati e aziende ci mettono soldi, e pochi non sono, qualcosa sperano di tirar fuori e qualcosa ne avranno già ricavato, se non altro dai "risultati secondari". Ma per una volta, il fine ultimo non è comunque il profitto ma la conoscenza, il che mi pare faccia differenza. Quanto poi a chi, per chi e come verrà usata la conoscenza, quello è il passaggio successivo e non è da poco, così ve lo evito.